Senza premio di maggioranza e con la possibilità di esprimere una sola preferenza.
Le dimissioni di Napolitano e l'elezione del nuovo presidente della Repubblica.
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Ma doppio turno, o turno unico?
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Quindi un parlamento forse peggiore di quello di oggi. Giusto le preferenze abbiamo.
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Nessuno lo vuole, perché tiene vivi i partitini e ti spinge a sgradevoli alleanze.
La prossima legge elettorale sarà con tutta probabilità il nuovo Italicum.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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Che comunque sarebbe applicabile dal 2016 se Berlusconi resta in coalizione con Renzi.
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Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
C'è da dire che quantomeno ci hanno provato: l'Italicum è quasi realtà, .
è una legge elettorale oscena Sartorio.Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Appello di Renzi: "Eleggiamo Mattarella, è un galantuomo". Verso quarto voto, bastano 505 sì
Il premier ai partiti dopo fumata nera anche a terza chiamata: "Arrivati a momento chiave, auspico la più ampia convergenza". Incontro tra capo del governo e Alfano: Ncd verso il sì. Berlusconi riflette
Un appello ai partiti per eleggere un galantuomo. Il messaggio inviato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in vista del quarto scrutinio per il Quirinale in programma domani, auspica la più ampia convergenza su Sergio Mattarella. "Finite le prime tre votazioni - dice Renzi rivolgendosi a tutto l'arco parlamentare dopo aver fatto un passaggio alla Camera nel pomeriggio - siamo arrivati al momento chiave. Siamo di fronte alla concreta possibilità che una personalità autorevole e stimata da tutti, un servitore dello Stato come Sergio Mattarella, diventi il presidente della Repubblica con un voto ampio di settori della maggioranza e dell'opposizione parlamentare. Non è una questione che riguarda un solo partito: la scelta del capo dello Stato interpella tutti, senza distinzioni. Per questo auspico che sul nome di Mattarella, presidente della Repubblica di tutti gli italiani, si determini la più ampia convergenza possibile per il bene comune dell'Italia".
A Montecitorio, infatti, come da previsioni anche alla terza votazione non è stato raggiunto il quorum per l'elezione al Colle. Sono state 513 le schede bianche, 27 nulle, 126 per quelle per Ferdinando Imposimato, che si conferma il candidato alla presidenza della Repubblica più votato anche al terzo scrutinio. Vittorio Feltri ha raccolto 56 voti, Luciana Castellina 33, Emma Bonino 23, Stefano Rodotà 22. Quattro i voti per Mattarella. Domani alle 9.30 la quarta votazione, ma l'asticella del quorum si abbasserà a quota 505, la maggioranza assoluta dei 1008 grandi elettori. E in vista di domattina, anche Ncd ora sarebbe orientato a convergere su Mattarella, mentre Silvio Berlusconi riflette.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Alla fine credo che Berlusconi (e Alfano, in misura minore) capiranno che Mattarella rischia di passare anche senza i loro voti. A quel punto meglio convergere e far pesare in futuro il sostegno di oggiIn un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Credo anche io. Stavolta, a meno di clamorose sorprese, non ci saranno tradimenti dietro al sipario...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da SBURRIATEMELA Visualizza Messaggioè una legge elettorale oscena Sartorio.
I capi dei maggiori schieramenti politici (Grillo,Berlusconi,Renzi) non sono manco parlamentari.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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Il giorno più lungo del candidato
Per scaramanzia non scrive discorso
La telefonata dell’ex Cavaliere a Mattarella: mi creda, non c’è niente di personale
Ha smesso di piovere. Adesso, pensa Sergio Mattarella, esco e vado in ufficio.
Stringe il nodo della cravatta, infila l’impermeabile.
Abita nella foresteria della Corte costituzionale. Deve percorrere solo un vicolo.
Per scrupolo sposta la tenda della finestra, e guarda giù. Ma giù, ad aspettarlo, ci sono fotografi e cameraman.
Togliere l’impermeabile.
Sedersi alla scrivania.
Avvertire la segretaria Leandra.
«Sono assediato».
La riservatezza di Sergio Mattarella, nel volgere di un giorno e mezzo, è già diventata proverbiale. L’agenzia Ansa batte un lancio e conferma: negli ultimi sette anni, Mattarella non ha rilasciato una sola dichiarazione. Al bar all’angolo dicono che è di poche parole anche quando si ferma per prendere un toast (di solito, prosciutto cotto e formaggio: poi saluta, ringrazia, lascia la mancia. «Un vero signore d’altri tempi»).
Certi anziani senatori amici suoi, ex democristiani non pentiti, avevano avvertito: quando voi cronisti descriverete il personaggio, non lasciatevi imbrogliare dall’aspetto esteriore. Il personaggio è certamente sobrio, frugale, un cattolico non bigotto, un politico che detesta il rumore della politica, un siciliano di 73 anni mite al punto da sembrare timido: ma sappiate che sa essere anche estremamente determinato, capace di estenuanti mediazioni, equilibrato, bravissimo a controllare le emozioni (del resto, se ti muore un fratello tra le braccia, il corpo crivellato da un killer di mafia, dentro poi ti cresce il fil di ferro).
Poche ore fa, per dire, Mattarella non pensava di dover parlare con il Cavaliere. Pensava che la telefonata di Gianni Letta fosse un gesto di pura cortesia. E invece, ad un certo punto, Letta gli fa: «Posso passarti una persona?».
Immaginate pure il tono di Berlusconi. La disinvoltura, l’empatia che si fonde alla franchezza, in certe situazioni è sempre stata la sua grande arma segreta.
Si danno, ovviamente, del lei.
«Caro Mattarella, vorrei solo dirle che non ho nulla nei suoi confronti, davvero non c’è niente di personale... e lasciamo stare, mi creda, anche certe storie, quello che accadde tra noi tanti anni fa ai tempi della legge Mammì...» (è la legge che lanciò l’impero Fininvest e per la quale, in segno di protesta, Mattarella si dimise da ministro del governo presieduto da Giulio Andreotti: era la sera del 26 luglio 1990).
Mattarella, muto.
«Purtroppo noi non possiamo tollerare certi metodi del premier Renzi... l’idea dell’imposizione, del non condividere, ecco, questo ci crea dei conseguenti gravi problemi politici».
Mattarella: «Sì, capisco...» (la voce come un soffio).
Ancora Berlusconi: «Però, guardi: per dimostrarle rispetto, lei è persona di alto profilo, degnissima, le prometto che noi non faremo, in sede di voto, il nome di un altro candidato. Noi: o voteremo scheda bianca o usciremo dall’Aula».
Questa possibilità che Forza Italia potesse uscire dall’Aula alla quarta votazione era rimasta lì, appesa in coda alla telefonata. Però poi ha preso consistenza improvvisa. Non solo: persino Area popolare (Ncd-Udc) tentenna. Così, il pomeriggio che per Mattarella dovrebbe essere solo di attesa (riceve la visita della nipote Maria, figlia di suo fratello Piersanti, che lo mette di ottimo umore) diventa un pomeriggio di telefonate, in un miscuglio di apprensione e fastidio. L’idea di diventare presidente della Repubblica con mezzo Parlamento che, al momento del voto, esce dall’Aula, gli è parso uno scenario mortificante e intollerabile (valutava, è chiaro, con lo spirito del docente di Diritto parlamentare, del costituzionalista di rango, del giudice).
Qualche colloquio, intorno alle 19, un poco lo rinfranca. Ci sono dosi di ottimismo. Un suo amico, un po’ scherzando, un po’ sul serio, gli propone addirittura di cominciare ad abbozzare qualche passaggio del discorso che, se tutto dovesse andare come a molti osservatori - a questo punto - sembra andrà, dovrà formulare davanti alle Camere riunite, dopo il giuramento.
«Ma che dici? E la scaramanzia?».
Nemmeno a evocare Romano Prodi, e ciò che gli accadde diciannove mesi fa, in una situazione simile.
No, ecco, appunto: Prodi nemmeno a nominarlo.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Tutti questi modi per scrivere Mattarella per farsi riconoscere sono odiosi.
Uno ha scritto "Mattarella onorevole Sergio" , lo scuso solo se è sardo.Originariamente Scritto da TheSandmanRidete ridete...tanto io col Chievo a Championship Manager ho vinto la Champions
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