Parigi, assalto a sede Charlie Hebdo
Strage in redazione: almeno 12 morti
Raid di tre uomini incappucciati che sparano con il Kalashnikov. «Gridavano: 'Vendicheremo il Profeta'». Agenti freddati per strada. Hollande: «Barbarie»
di Alessandro Fulloni e Redazione Online
Gli attentatori fuggono per strada, facendosi largo con altre raffiche. Gridano: «Vendicheremo il Profeta» Gli attentatori fuggono per strada, facendosi largo con altre raffiche. Gridano: «Vendicheremo il Profeta» shadow
Sconvolgente attacco armato contro la redazione parigina di Charlie Hebdo, a Parigi. Una sventagliata di pallottole contro giornalisti e vignettisti gridando «Vendicheremo il profeta». Almeno 12 morti. Due dei quali poliziotti. Freddati per strada senza pietà, come mostrano video e foto. Tre uomini incappucciati (uno dei quali rimasto per strada, stando a testimonianze) e vestiti di nero, con le tute dei reparti speciali sono penetrati nella sede del giornale satirico francese, noto per le prese di posizione dissacranti e provocatorie sul terrorismo di matrice islamica per le quali era già stato bersaglio di attentati nel 2011. Poi hanno fatto fuoco con dei kalashnikov massacrando la redazione. (GUARDA LA DIRETTA VIDEO) . È successo nell'XI arrondissement, in rue Nicolas-Appert, la zona orientale della capitale francese, nelle vicinanze di piazza della Repubblica e della Bastiglia. Un attacco che arriva dopo un'impressionante serie di fatti gravi accaduti sempre in Francia nelle ultime settimane: l'assalto a una caserma della polizia e i due furgoni lanciati come bombe su passanti e gente inerme. In tutti i casi gli attentatori hanno gridato le medesime parole udite anche nell'attacco a Charlie Hebdo: «Allah Akbar».
Fuga in auto. Agenti uccisi per strada
Quel che è successo mercoledì sfiora l'inimmaginabile. L'attacco, le raffiche in redazione. Uccisioni, vere e proprie esecuzioni: i redattori chiamati per cognome mentre sta per cominciare la riunione di redazione (circostanza di cui i killer forse erano informati). Lo sparo che li ammazza. Corpi crivellati. La fuga, con gli agenti che cercavano di reagire travolti dai proiettili. E ammazzati mentre erano a terra. Erano lì, schierati sul boulevard Charlemagne, proprio per proteggere il giornale. Adesso Parigi è blindata: posti di blocco ovunque, dalla torre Eiffel alle banlieues. L'auto con cui i terroristi - vestiti come commandos,«calmi, determinati, addestratissimi» li descrive una fonte giudiziaria francese qualificata - sono scappati è stata trovata un'ora dopo l'attentato. Nel XIX arrondissement, periferia al nord-est della città. Qui gli uomini incappucciati avrebbero preso un'altra vettura, minacciando con le armi un automobilista. E allontanandosi dopo aver investito un altro pedone. Un'ora prima dell'attacco i redattori della rivista avevano postato sull'account ufficiale una vignetta raffigurante al-Baghdadi, il capo dell'Isis. Queste le parole attribuite al terrorista: «Al dunque, i migliori auguri». Tra le vittime, il direttore Stephan Charbonnier, detto Charb, ed altri tre colleghi vignettisti del settimanale satirico. Si tratta di Cabu (pseudonimo di Jean Cabut), Tignous (Bernard Velhac) e Wolinski. In Francia, dove la satira vanta una tradizione lunghissima ed è assai seguita, sono nomi celeberrimi, vedettes del fumetto. Ma sono nomi amati e assai apprezzati anche in Italia. Soprattutto quest'ultimo, George Wolinski, collaboratore di varie riviste, tra cui «il Male». E ancora, un altro nome: quello di Bernard Maris, economista, azionista dello stesso giornale. Collaboratore di diversi settimanali e della radio France Info, aveva una rubrica di economia sul settimanale satirico.
sconvolgente..........il racconto fa tremare la gambe
Strage in redazione: almeno 12 morti
Raid di tre uomini incappucciati che sparano con il Kalashnikov. «Gridavano: 'Vendicheremo il Profeta'». Agenti freddati per strada. Hollande: «Barbarie»
di Alessandro Fulloni e Redazione Online
Gli attentatori fuggono per strada, facendosi largo con altre raffiche. Gridano: «Vendicheremo il Profeta» Gli attentatori fuggono per strada, facendosi largo con altre raffiche. Gridano: «Vendicheremo il Profeta» shadow
Sconvolgente attacco armato contro la redazione parigina di Charlie Hebdo, a Parigi. Una sventagliata di pallottole contro giornalisti e vignettisti gridando «Vendicheremo il profeta». Almeno 12 morti. Due dei quali poliziotti. Freddati per strada senza pietà, come mostrano video e foto. Tre uomini incappucciati (uno dei quali rimasto per strada, stando a testimonianze) e vestiti di nero, con le tute dei reparti speciali sono penetrati nella sede del giornale satirico francese, noto per le prese di posizione dissacranti e provocatorie sul terrorismo di matrice islamica per le quali era già stato bersaglio di attentati nel 2011. Poi hanno fatto fuoco con dei kalashnikov massacrando la redazione. (GUARDA LA DIRETTA VIDEO) . È successo nell'XI arrondissement, in rue Nicolas-Appert, la zona orientale della capitale francese, nelle vicinanze di piazza della Repubblica e della Bastiglia. Un attacco che arriva dopo un'impressionante serie di fatti gravi accaduti sempre in Francia nelle ultime settimane: l'assalto a una caserma della polizia e i due furgoni lanciati come bombe su passanti e gente inerme. In tutti i casi gli attentatori hanno gridato le medesime parole udite anche nell'attacco a Charlie Hebdo: «Allah Akbar».
Fuga in auto. Agenti uccisi per strada
Quel che è successo mercoledì sfiora l'inimmaginabile. L'attacco, le raffiche in redazione. Uccisioni, vere e proprie esecuzioni: i redattori chiamati per cognome mentre sta per cominciare la riunione di redazione (circostanza di cui i killer forse erano informati). Lo sparo che li ammazza. Corpi crivellati. La fuga, con gli agenti che cercavano di reagire travolti dai proiettili. E ammazzati mentre erano a terra. Erano lì, schierati sul boulevard Charlemagne, proprio per proteggere il giornale. Adesso Parigi è blindata: posti di blocco ovunque, dalla torre Eiffel alle banlieues. L'auto con cui i terroristi - vestiti come commandos,«calmi, determinati, addestratissimi» li descrive una fonte giudiziaria francese qualificata - sono scappati è stata trovata un'ora dopo l'attentato. Nel XIX arrondissement, periferia al nord-est della città. Qui gli uomini incappucciati avrebbero preso un'altra vettura, minacciando con le armi un automobilista. E allontanandosi dopo aver investito un altro pedone. Un'ora prima dell'attacco i redattori della rivista avevano postato sull'account ufficiale una vignetta raffigurante al-Baghdadi, il capo dell'Isis. Queste le parole attribuite al terrorista: «Al dunque, i migliori auguri». Tra le vittime, il direttore Stephan Charbonnier, detto Charb, ed altri tre colleghi vignettisti del settimanale satirico. Si tratta di Cabu (pseudonimo di Jean Cabut), Tignous (Bernard Velhac) e Wolinski. In Francia, dove la satira vanta una tradizione lunghissima ed è assai seguita, sono nomi celeberrimi, vedettes del fumetto. Ma sono nomi amati e assai apprezzati anche in Italia. Soprattutto quest'ultimo, George Wolinski, collaboratore di varie riviste, tra cui «il Male». E ancora, un altro nome: quello di Bernard Maris, economista, azionista dello stesso giornale. Collaboratore di diversi settimanali e della radio France Info, aveva una rubrica di economia sul settimanale satirico.
sconvolgente..........il racconto fa tremare la gambe
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