Originariamente Scritto da ma_75
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vedo difficile un intervento della comunità internazionale non tanto per il problema isis (che ormai sta sulle palle pure ai suoi ex finanziatori), ma per il destino della regione, qui gli interessi in gioco sono troppo diversi tra l'asse saudita americano e quello russo iraniano e la posta in gioco è il dominio della regione.
la posizione dell'iran è molto particolare: l'ala conservatrice e il clero sono molto favorevoli ad un attacco di terra contro l'isis, sicuramente sarebbe il paese che avrebbe i maggiori benefici: puntellare l'alleato assad, rendere l'iraq a maggioranza scita completamente vassallo, colpire duramente i sauditi che hanno finanziato l'isis sopratutto per colpire loro, presentarsi con maggiore forza al negoziato sul nucleare e uscire un po dall'isolamento col mondo occidentale (l'iran è uno dei più grandi produttori al mondo di petrolio) in pratica potrebbe diventare la potenza egemone della regione, al contrario l'ala moderata teme che un'invasione in territori sunniti sia vista come un'occupazione di eretici (come l'invasione americana era stata vista come occupazione di infedeli) e alimentata da qatar e arabia si trasformi in un bagno di sangue peggiore di quello attuale, in pratica l'ala moderata ha vinto (quella al governo ) e ha adottato una politica di sostegno passivo e bombardamenti simile a quella americana, hanno solo posto una linea rossa: intervento se l'isis dovesse raggungere i 60 km dal confine o attaccare baghdad o una delle citta sante scite (kerbal, najaf)
PS io processerei pure lei per crimini contro l'umana intelligenza
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