Quando, nel lontano aprile 2009, ebbi la folgorazione e iniziai a buttare giù la trama, non avevo idea che a fine 2014 sarei stato ancora di fronte allo schermo ad aspettare la mail dell'editore che mi annuncerà che la stampa è terminata.
Scrivere un romanzo serio, con intrecci ben ponderati, senza refusi, ripetizioni, verbi inflazionati, con impaginazione di qualità (no righe orfane, no righe vedove, sillabazione corretta e via dicendo), bibliografia impeccabile e formule matematiche/caratteri speciali che non s'incasinano durante la compilazione per la stampa è un'operazione che ti può portare a pensare di mollare tutto, sbroccare e pubblicarti un insulso ebook su Lulu o Narcissus per chiudere il capitolo e ritornare alla tua vita di sempre.
Avrò riletto il testo non meno di 10 volte, alcune parti anche una ventina... ciò ha degli effetti collaterali imprevisti: non scovi più i refusi, perché leggi a memoria, non sillaba per sillaba. Una volta terminato l'ultimo capitolo, ti puoi aspettare di essere prossimo alla conclusione, ti batte forte il cuore e pensi "ok, me lo rileggo in una settimana e lo invio a qualche editore... fra 4-5 mesi lo troverò in libreria". La realtà è ben diversa. Tu finisci, rileggi, scovi una trentina di refusi... intanto inizi a studiare le norme editoriali e ti accorgi che il tuo formato è puerile. Ti vengono dubbi su tutto, sulla punteggiatura dentro-fuori dalle virgolette basse, il numero di apici da inserire dentro un paragrafo già virgolettato, trovi incoerenze formali dubbie e ti rileggi per scrupolo tutto dall'inizio. Alla fine invii il testo a qualche editore, controllando prima la linea editoriale, poi modificando la lettera di presentazione, la sinossi e la biografia come c'è scritto sul loro sito... poi aspetti. Tempo qualche settimana e scopri di aver ricevuto le prime proposte di pubblicazione da quelle che pensavi fossero case editrici free e che invece ti propinano un contratto assurdo, dal costo di migliaia di euro, quando il testo non l'hanno nemmeno letto.
Passa il tempo e qualcosa di buono ti capita... firmi e inizi a collaborare all'editing/impaginazione. Intanto ti arrivano le lettere di altri editori con proposte che ti avrebbero fatto saltare di gioia 2 mesi prima, ma che ora servono solo a confermarti la bontà di ciò che hai scritto, perché il contratto è già stato firmato. Passa altro tempo e ti scopri a scrivere questo sfogo in caffetteria
Per rendere l'idea, è più o meno come scrivere la tesi di laurea... solo 4 volte più lunga. A quel punto inizia il processo di revisione e non dura qualche mese ma, se va bene, un paio d'anni. Poi cerchi un editore decente e aspetti 4-5-6 mesi prima che ti risponda... se il libro vale e sei fortunato, avrai una proposta di pubblicazione non truffaldina e partirai sperando di vendere un migliaio di copie, pur sapendo che se superi le 200-300 (sei uno scrittore emergente... sì, insomma... uno che non ha ancora fatto un ***** nel mondo della carta stampata) sarà già un successo
Scrivere un romanzo serio, con intrecci ben ponderati, senza refusi, ripetizioni, verbi inflazionati, con impaginazione di qualità (no righe orfane, no righe vedove, sillabazione corretta e via dicendo), bibliografia impeccabile e formule matematiche/caratteri speciali che non s'incasinano durante la compilazione per la stampa è un'operazione che ti può portare a pensare di mollare tutto, sbroccare e pubblicarti un insulso ebook su Lulu o Narcissus per chiudere il capitolo e ritornare alla tua vita di sempre.
Avrò riletto il testo non meno di 10 volte, alcune parti anche una ventina... ciò ha degli effetti collaterali imprevisti: non scovi più i refusi, perché leggi a memoria, non sillaba per sillaba. Una volta terminato l'ultimo capitolo, ti puoi aspettare di essere prossimo alla conclusione, ti batte forte il cuore e pensi "ok, me lo rileggo in una settimana e lo invio a qualche editore... fra 4-5 mesi lo troverò in libreria". La realtà è ben diversa. Tu finisci, rileggi, scovi una trentina di refusi... intanto inizi a studiare le norme editoriali e ti accorgi che il tuo formato è puerile. Ti vengono dubbi su tutto, sulla punteggiatura dentro-fuori dalle virgolette basse, il numero di apici da inserire dentro un paragrafo già virgolettato, trovi incoerenze formali dubbie e ti rileggi per scrupolo tutto dall'inizio. Alla fine invii il testo a qualche editore, controllando prima la linea editoriale, poi modificando la lettera di presentazione, la sinossi e la biografia come c'è scritto sul loro sito... poi aspetti. Tempo qualche settimana e scopri di aver ricevuto le prime proposte di pubblicazione da quelle che pensavi fossero case editrici free e che invece ti propinano un contratto assurdo, dal costo di migliaia di euro, quando il testo non l'hanno nemmeno letto.
Passa il tempo e qualcosa di buono ti capita... firmi e inizi a collaborare all'editing/impaginazione. Intanto ti arrivano le lettere di altri editori con proposte che ti avrebbero fatto saltare di gioia 2 mesi prima, ma che ora servono solo a confermarti la bontà di ciò che hai scritto, perché il contratto è già stato firmato. Passa altro tempo e ti scopri a scrivere questo sfogo in caffetteria
Per rendere l'idea, è più o meno come scrivere la tesi di laurea... solo 4 volte più lunga. A quel punto inizia il processo di revisione e non dura qualche mese ma, se va bene, un paio d'anni. Poi cerchi un editore decente e aspetti 4-5-6 mesi prima che ti risponda... se il libro vale e sei fortunato, avrai una proposta di pubblicazione non truffaldina e partirai sperando di vendere un migliaio di copie, pur sapendo che se superi le 200-300 (sei uno scrittore emergente... sì, insomma... uno che non ha ancora fatto un ***** nel mondo della carta stampata) sarà già un successo
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