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Conflitto israelo-palestinese: storia e presente.
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Sono sicurissimo che se Israele fosse stata creata in europa non ci sarebbero state le guerre a cui assistiamo da 70 anni, la causa principale rimane l'islam, agente catalizzatore di quasi tutte le guerre planetarieOriginariamente Scritto da Pescalei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
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Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza MessaggioSono sicurissimo che se Israele fosse stata creata in europa non ci sarebbero state le guerre a cui assistiamo da 70 anni, la causa principale rimane l'islam, agente catalizzatore di quasi tutte le guerre planetarie...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Beh, devono buttare giù la Moschea d'Oro. Ci possono sempre provare e vediamo poi che succede....ma di noi
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La spiritualità ebraica è vivissima. Molti dei più importanti scienziati del '900 erano ebrei e studiosi della cabala, il che mostra quanto la mistica ebraica abbia legato con il divenire del mondo e del rapporto con la realtà. Tra tutti cito Pauli, che creò un sodalizio con uno dei più grandi maestri spirituali dell'epoca moderna, il cristiano Carl Gustav Jung, per cercare un'integrazione più profonda tra spirito e scienze naturali.
Considerare la vicenda di Israele in prospettiva millenaristica può condurre alle conclusioni portate nei post precedenti, pur tenendo conto che i rabbini contrari al sionismo sono solo una parte dell'ebraismo e che i nomi citati non hanno alcuna autorità speciale per estendere le loro opinioni all'intera comunità rabbinica. Io invece preferisco leggere la vicenda come una vicenda viva legata alla storia e al suo divenire.
La creazione dello stato di Israele è figlia del suo tempo, un tempo - quello del sionismo - che ormai dura da centocinquant'anni. Io ho partecipato a molte discussioni sull'argomento su questa stessa board e sempre arriva qualcuno a dipingere un quadretto falso e semplicistico della vicenda israeliana. Il quadretto racconta che la Palestina fosse un posto pieno di arabi e che un giorno arrivarono gli ebrei con il loro sogno egoista, spalleggiati dagli americani, a scacciare gli autoctoni e a rubare la terra. Quante volte avete letto questa storiella?
Il ritorno degli ebrei a quella che essi consideravano loro patria ancestrale, a ragione o a torto, è un processo antico. Singole famiglie sono tornate in quei luoghi durante i secoli. Ma l'idea di costruire uno stato ebraico è molto più recente.
Qua vediamo subito la prima discrepanza con il millenarismo di cui sopra. La nascita del sionismo ovvero dell'idea di creare un moderno stato nazionale non poteva esistere senza il concetto moderno di stato. Nel 1800 invece era naturale che nascesse una simile idea. Fu un'evoluzione del sentire degli ebrei. Ma davvero qua c'è qualcuno che vorrebbe sostenere che tutte le idee contemporanee sarebbero state concepibili nel 1600? L'abolizione dello schiavismo, per esempio, era un sentire estraneo al medioevo. Il suffragio universale pure. Gli ebrei che cominciano a progettare e a vivere l'idea di avere in futuro un proprio stato sono figli dei tempi moderni, non sono certo una riedizione del popolo di Erode.
La domanda allora è: perché gli ebrei volevano una propria patria? Qui la solita cantilena risponde "perché sono il popolo eletto". E' un'espressione che piace molto agli avversatori di Israele. Molti dei sostenitori di Israele erano invece quegli ebrei che, a dispetto dei nuovi valori di uguaglianza e assimilazione comuni nell'ottocento e inizio novecento, si sentivano ancora ospiti indesiderati (dopo un millennio) e temevano per l'incolumità delle loro famiglie. La storia ha mostrato quanto avessero ragione e quanto fossero comprensibili tali sentimenti. Anche qui vediamo l'evoluzione della sensibilità ebraica: in tempi più antichi gli ebrei non credevano potesse esistere una soluzione al loro eterno vagare, nell'ottocento invece cominciano a chiedersi perché non possano avere libertà e diritti e dignità - la stessa domanda che si sta diffondendo per tutta Europa anche oltre le classi colte. Quello è anche il periodo dell'assimilazione ebraica e dei grandi dubbi spirituali. Il periodo in cui moltissimi ebrei credono di stare venendo davvero accettati dagli europei. La storia dell'assimilazione è qualcosa che andrebbe studiato da tutti coloro che parlano di popolo eletto e di scarsa volontà di integrazione da parte degli ebrei. Gli ebrei hanno gli stessi dubbi, le stesse domande e gli stessi entusiami del resto del popolo occidentale, compresa una domanda cruciale, se abbia senso parlare ancora di religioni tradizionali di fronte al nascente culto della materia.
La domanda successiva è: come cercarono di creare il proprio stato, gli ebrei? Immigrando in Palestina e comprando terre, in un primo momento. Oggi può sembrarci qualcosa di estremamente ingenuo, ma va ricordato quanto del territorio di Israele sia stato regolarmente acquistato. Poi venne la Dichiarazione di Balfour, e qui davvero si tocca il punto nodale della vicenda. Si parla del 1917, all'apice del colonialismo moderno. Algeria, Egitto, Sudan, Libia, Mauritania, corno d'Africa, medio-oriente: tutte colonie o protettorati in un periodo in cui il mondo era un posto diverso. Non c'era nulla di strano nel fatto che la Gran Bretagna decidesse di disporre a proprio piacimento di un fazzoletto di terra. La Palestina era già piena di ebrei residenti, alcuni da secoli, altri da tempi recenti. Gli ebrei che credevano nel sionismo l'avevano individuata come la propria futura patria. Certo poteva essere il Madagascar o l'Argentina. Cosa sarebbe cambiato? Tra tutti i posti, la Palestina sembrò semplicemente il più sensato per motivi chiari a chiunque. A parte naturalmente i fautori di teorie strampalate su avamposti occidentali, petrolio e questa bella altra fetta di luoghi comuni buoni a eccitare le fantasie di chi non ha voglia di studiare sul serio. Una volta trasferitisi gli ebrei, una volta acquistate le terre, una volta dichiarato e accelerato il processo con la dichiarazione (lecita figlia dei suoi tempi), il meccanismo è inarrestabile.
Il resto è storia contemporanea, successiva alla Seconda Guerra Mondiale. Stanchi del tergiversare della Gran Bretagna gli ebrei forzano la mano e fondano lo stato di Israele. Le potenze occidentali stanno in disparte mentre gli arabi, per motivi ampiamente dibattuti in precedenza, attaccano il neonato stato e si fanno mettere in rotta. La cosa si ripete dopo dieci anni. Dopo altri dieci anni gli arabi preparano l'offensiva in grande stile e vengono ridotti una volta di più all'impotenza dall'attacco preventivo di Israele. E ancora oggi c'è chi, sprezzante del ridicolo, sostiene che Israele abbia occupato illegalmente quei territori. In pratica Israele ha restituito tutti gli enormi territori conquistati in tre guerre tranne un paio di cruciali zone cuscinetto. Con che coraggio si chiede a uno stato di tornare nei "confini legali" del 1948 quando la legalità di quegli stessi confini è stata attaccata dal giorno successivo la fondazione dello stato?
La storia di Israele è figlia dei suoi tempi e limitarsi alla diaspora di Tito è davvero riduttivo. Oggi Israele è uno stato democratico che riconosce pieni diritti ai suoi cittadini, un quarto dei quali non è ebreo. Da Ben Gurion ad oggi rimane una democrazia dove il capo dello stato può essere qualsiasi cittadino israeliano, che sia ebreo o arabo o rom, e dove le diverse religioni ed etnie sono rappresentate in parlamento (attualmente i non ebrei sono un ottavo dei deputati). I cosiddetti territori occupati sono territori che Israele potrebbe reclamare legittimamente, essendo una piccola parte di quelli conquistati militarmente in guerre difensive.
Come si può stare ancora a discutere della legittimità dello stato di Israele? Israele lì è e lì resta. A prescindere dall'assurdità tout court di pretendere che gli israeliani rinuncino al loro stato e se ne vadano, non esiste alcun valido motivo legale o morale o storico per sostenere l'illiceità dello stato stesso e i fantomatici diritti dei palestinesi. I quali sono vittime, è vero: vittime degli stati arabi circostanti che hanno distrutto ogni possibilità di un vero stato palestinese il giorno successivo alla fondazione di Israele, e vittime di se stessi e della propria rete di menzogne.Last edited by Bob Terwilliger; 11-07-2014, 17:04:03.Originariamente Scritto da SeanBob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
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Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza MessaggioAlmeno hai imparato qualcosa.
Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza MessaggioSean, te lo chiedo senza ironia, ma secondo te quale sarebbe la migliore soluzione per il conflitto Israele-Palestina? Un solo stato, due stati, una confederazione?
p.s. mi rendo conto che si tratta di una domanda da un milione di dollari...Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggioallora tocca a loro limitarsi, liberare la metà di Gerusalemme e darla ai palestinesi, concedere i confini e lo stato agli stessi palestinesi, anche se dubito che ciò porterebbe ad una pace.
Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza MessaggioSono sicurissimo che se Israele fosse stata creata in europa non ci sarebbero state le guerre a cui assistiamo da 70 anni, la causa principale rimane l'islam, agente catalizzatore di quasi tutte le guerre planetarie
per il resto Sean qui sotto ha spiegato bene del perché israele è stata messa li e non vicino agli "amici" europei
Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioNon è così. Non è così perchè nessuno in Europa avrebbe voluto come vicino uno "stato di Israele", nessuno. Quindi avremmo avuto le stesse identiche tensioni che abbiamo oggi con gli arabi. Gli ebrei in Europa (vorrei ricordarlo come semplice nota storica) furono sempre mal visti e mal sopportati. L'antisemitismo non nasce in Germania coi Nazisti ma è sentimento comune da sempre nel continente europeo e praticato in tutti gli stati senza eccezione di sorta (i ghetti furono invenzione della Chiesa, così come la stella gialla da portare sugli abiti, e 500 anni prima dei tedeschi). Quando Hitler volle espellere gli ebrei dalla Germania (si era alla fine degli anni '30) nessuno e dico nessuno degli stati confinanti si disse disponibile a prenderseli, per paura di tumulti interni alla popolazione locale: in sostanza, ogni nazione poteva "sopportare" una certa quota di ebrei al suo interno e non di più, pena gravissime turbative sociali. Figurarsi cosa sarebbe accaduto con uno stato ebraico.Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioBeh, devono buttare giù la Moschea d'Oro. Ci possono sempre provare e vediamo poi che succede.
dal canto mio da nessuna parte trovo scritto che il sito di costruzione della moschea sia esattamente dove sorgeva il tempio
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Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza MessaggioLa spiritualità ebraica è vivissima.
Se avesse atteso il lavoro delle diplomazie, delle cancellerie, delle nazioni, sin dal principio avremmo avuto due stati, regolarizzando anche la parte che tocca alla Palestina ed ai palestinesi e la situazione di Gerusalemme, la città delle tre religioni.
Il richiamo alla diaspora di Tito è servito per spiegare che comunque l'entità artificiale che oggi chiamano stato ebraico di Israele non è la diretta discendente del Regno di Davide e della promessa di Dio, dunque è un falso, è una patacca, è un soggetto politico-militare (ampiamente foraggiato dagli alleati) che sta lì per fare tutto tranne quello che surrettiziamente si dice che sia nato per fare: dare una casa agli ebrei. La gran maggioranza degli ebrei in (quell') Israele non torna e alcuni neppure ne riconoscono la legittimità.
Sulla volontà di integrazione degli ebrei ne dibattemmo altre volte, e vado per le spicce: anche qui viene da domandarsi come mai tanti di questi ebrei integrati tengano la bandiera di Sion in salotto, facciano la spola tra Israele ed il paese che li ospita, attivino il diritto di sangue che dà la doppia cittadinanza - perchè è una democrazia ben strana quella di Israele, è democrazia su base razziale. Il solo fatto che si voti non ne fa una democrazia all'occidentale: anche in Iran si vota, anche in Iran c'è un parlamento se è per questo.
Dici tu stesso poi che gli ebrei sionisti pensarono anche all'Argentina come terra per un possibile stato, quindi non vedo perchè lì e non vedo perchè i diritti dei palestinesi debbano invece essere "fantomatici", quando lì ci stavano da sempre: ma come, noi occidentali e democratici non riconosciamo, non vediamo i diritti di un popolo che lì stava, che in sè rappresenta una nazione (unità di cultura, tradizione, lingua, religione) e che dunque deve avere una forma giuridica (lo stato)? Non vedo poi quali sarebbero queste "reti di menzogne" che spargerebbero i palestinesi: hanno il suolo occupato da una entità aliena, nasce tutto da qui. Vogliamo togliere il diritto alla difesa e alla determinazione di sè?
Per quanto riguarda la "spiritualità" ebraica, studiare la cabala o diventare scienziati non ha nulla a che vedere con la spiritualità religiosa e anche ebraicamente intesa. Mi riferivo con ogni evidenza al fatto che dopo il 70 Israele non ha più profetato, ha vinto il fariseismo, dunque la sola lettura della Torah e l'essiccarsi sopra al profluvio di leggi/norme/regole ossessive ed ossessionanti del Talmud, essendo terminata col la distruzione del Tempio e la cessazione dei sacrifici liturgici la religione, lo spirito vivificante della religione, quello che rende l'anima docile all'ascolto di Dio e il cuore tenero. Oggi l'ebraismo è completamente intramondano, la stessa cabala è solo immanenza, non ha nulla della religione, non ha neppure escatologia. Si tratta solo di una serie di norme tese alla purità, alla osservanza di quanto scrivono e dicono i rabbini, alla sinagoga, che però non è il Tempio ma solo il luogo dove si studia e si riflette sulla Torah: niente a che vedere con la religione, con l'autentica spiritualità, con la trascendenza: di fatto, parliamo di un tempo sospeso, cristallizzato, di un accecarsi sopra ai libri talmudici, di un esclusivo legalismo, di un seguire tutta una serie di norme (umane) che forse assicurano la "purità" e lo status per dirsi ebreo, ma che assicurino anche la vivificante presenza dello Spirito quello no, non si può dire.
Chiudo con le sempre attuali parole di Paolo di Tarso, che qui parla proprio degli ebrei guardando ai tempi escatologici (questi, perchè dalla venuta e morte di Cristo si apre per la Storia la fase ultima): "quando diranno pace e sicurezza, allora una rovina improvvisa verrà loro addosso". Quindi viene da chiedersi quale pace e quale sicurezza vuole l'Israele immanente: quella basata sulla dottrina del più forte? Della schiavitù e del sopruso dell'altro? Quella che difende il proprio e sparge l'altrui sangue? Quella che fa strame del diritto basandosi su di una primitivistica legge del fuoco e del ferro? Questo è il Regno di Davide tornato nella Terra Promessa?
Gesù disse ai suoi compatrioti, parlando di chi è la parte che incarna lì ed ora la menzogna: "voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna" (Giovanni, 8, 44). Quaranta anni dopo queste parole il Tempio fu distrutto, il sacrificio quotidiano interrotto, Israele come regno promesso ad Abramo sulla terra non fu più. Oggi quanto vediamo è esattamente una menzogna creata con "colpo di mano" e dove tutto è fittizio, pace e sicurezza comprese.Last edited by Sean; 11-07-2014, 19:40:54....ma di noi
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Sean io ho compreso perfettamente il tuo pensiero, e seguendo il tuo paradigma - o metro di valutazione, come preferisci -, le conclusioni cui arrivi sono perfettamente logiche. Io ho un paradigma differente. Forse gli studi militari mi hanno reso più arido di quello che avrei voluto, ma sono interessato al "qui e ora" (sulla consecutio dei fatti mi sembra si sia espresso in modo piuttosto esauriente Bob).
Israele ha commesso errori macroscopici, soprattutto nella gestione strategica dei territori conquistati dopo il 1967, ma reputo che tutti i paesi arabi confinanti abbiano fatto peggio, molto peggio, sotto ogni punto di vista. Per come vedo l'attuale assetto del medio oriente ed il futuro svolgersi degli eventi, non riesco a togliermi dalla testa che Israele rappresenta l'avanguardia di uno scontro fra civiltà che, prima o poi, arriverà alla stretta finale. Non bramo il sangue di bambini arabi, né godo a vedere le madri distrutte dal dolore, ma qui parliamo di un qualcosa di molto più grande.
La faccio molto semplice: da domani Israele sparisce. Tutti gli israeliani vengono assorbiti da USA ed Europa e gli arabi prendono tutto, strutture e territorio. In quel momento avremo la pace?
Io sono sicuro che i giardini di Tel Aviv verrebbero trasformati nella solita distesa di deserto e ak-47 cui si omologano tutti i territori arabi. Copriranno le donne, chiuderanno le scuole, sgozzeranno gli omosessuali, decapiteranno chi si converte al cristianesimo. Poi vorranno portare la loro infame jihad in qualche altro luogo.
Altra cosa. Sento parlare di pulizia etnica e genocidio. Israele dev'essere proprio negato con queste cose, visto che i gli arabi palestinesi sono passati da 1.9 milioni del 1990 a 4.12 del 2010.
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Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza MessaggioAltra cosa. Sento parlare di pulizia etnica e genocidio. Israele dev'essere proprio negato con queste cose, visto che i gli arabi palestinesi sono passati da 1.9 milioni del 1990 a 4.12 del 2010.
e sti cazzi Gabri....figliano come conigli...che significa questo dato?
Resta il fatto che puntualmente...diciamo una volta all'anno Israele per un casus belli o per un altro ( a volte più, a volte meno concreto come questa volta), bombarda ed invade.........poi dopo 20 giorni e 500-600 morti si ritira nei propri confini....
Non è in atto un vero e proprio genocidio.......ma i palestinesi della striscia di casa vivono in città devastate praticamente da sempre.....e in perenne carenza di strutture sanitarie decenti, medicine, cibo ecc
Non un genocidio.......ma il confinare milioni di persone in una striscia di terra, contribuendo a mantenerli in situazioni socio-economcihe pessime...quello siOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Originariamente Scritto da SBURRIATEMELA Visualizza Messaggioe sti cazzi Gabri....figliano come conigli...che significa questo dato?
Resta il fatto che puntualmente...diciamo una volta all'anno Israele per un casus belli o per un altro ( a volte più, a volte meno concreto come questa volta), bombarda ed invade.........poi dopo 20 giorni e 500-600 morti si ritira nei propri confini....
Non è in atto un vero e proprio genocidio.......ma i palestinesi della striscia di casa vivono in città devastate praticamente da sempre.....e in perenne carenza di strutture sanitarie decenti, medicine, cibo ecc
Non un genocidio.......ma il confinare milioni di persone in una striscia di terra, contribuendo a mantenerli in situazioni socio-economcihe pessime...quello si
Comunque il problema di Gaza è che dall'Egitto passano tonnellate di armamenti ogni anno, mentre dal lato israeliano solo cibo e medicinali.
Se hai cinque minuti, questo video spiega bene alcune necessità strategiche di Israele:
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stasera lo vedrò con piacere.
Ma il problema di Gaza (o quanto meno uno dei problemi di Gaza) è anche il fatto che circa 1 volta ogni 2 anni è oggetto di violentissima bombardamenti e sconfinamenti...o sbaglio?
Non pensare solo ai morti civili.......ma anche alle centinaia di palazzi abbattuti, strutture civili ecc...
è come vivere in una città in perenne rovina post-conflittoOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
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Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza MessaggioSean io ho compreso perfettamente il tuo pensiero, e seguendo il tuo paradigma - o metro di valutazione, come preferisci -, le conclusioni cui arrivi sono perfettamente logiche. Io ho un paradigma differente. Forse gli studi militari mi hanno reso più arido di quello che avrei voluto, ma sono interessato al "qui e ora" (sulla consecutio dei fatti mi sembra si sia espresso in modo piuttosto esauriente Bob).
Israele ha commesso errori macroscopici, soprattutto nella gestione strategica dei territori conquistati dopo il 1967, ma reputo che tutti i paesi arabi confinanti abbiano fatto peggio, molto peggio, sotto ogni punto di vista. Per come vedo l'attuale assetto del medio oriente ed il futuro svolgersi degli eventi, non riesco a togliermi dalla testa che Israele rappresenta l'avanguardia di uno scontro fra civiltà che, prima o poi, arriverà alla stretta finale. Non bramo il sangue di bambini arabi, né godo a vedere le madri distrutte dal dolore, ma qui parliamo di un qualcosa di molto più grande.
La faccio molto semplice: da domani Israele sparisce. Tutti gli israeliani vengono assorbiti da USA ed Europa e gli arabi prendono tutto, strutture e territorio. In quel momento avremo la pace?
Io sono sicuro che i giardini di Tel Aviv verrebbero trasformati nella solita distesa di deserto e ak-47 cui si omologano tutti i territori arabi. Copriranno le donne, chiuderanno le scuole, sgozzeranno gli omosessuali, decapiteranno chi si converte al cristianesimo. Poi vorranno portare la loro infame jihad in qualche altro luogo.
Altra cosa. Sento parlare di pulizia etnica e genocidio. Israele dev'essere proprio negato con queste cose, visto che i gli arabi palestinesi sono passati da 1.9 milioni del 1990 a 4.12 del 2010.ciò che ti preoccupa, quello per cui temi, quello a cui tieni. Vedi Israele, bene o male, come un "baluardo", un avamposto capace di frenare questa espansione islamica così pericolosa per le tradizioni occidentali. Certo, strategicamente il ruolo di contenimento di Israele è innegabile. Militarmente poi è come avere un avanzatissimo (tecnico-strategico) fortino nel cuore del Medio Oriente, regione cruciale, ritengo, per i destini del mondo.
Ma sai anche che, come scrissi nel 3d sulle "razze", non si difendono le proprie culture e tradizioni se non in primis riconoscendole, dunque si dovrebbe anche parlare di quale occidente intendiamo, perchè possiamo dire tutto degli islamici ma non che abdichino al loro ruolo e al loro riconoscersi "così" come sono, mentre noi abbiamo dimenticato chi siamo, dunque mi chiedo (ormai non me lo chiedo più) che cosa difendiamo di noi stessi in verità: la religione ridotta a mischiume annacquato? Le derive morali? Lo svirilizzato e complessato uomo occidentale? L'identità?...Sì, ma quale? Quella dei mammi-uomini che allattano i figli fatti da altro utero? Perversioni, psicosi, fantasmi, idoli? Il denaro, il capitalismo, il mercato come nuova trinità? L'uomo-massa che produce solo per consumare quello che produce e perchè, consumando, dia spazio ad altri e nuovi ed inesausti "bisogni necessari" che nè bisogni nè tanto meno necessità sono?
Dobbiamo tenere fermo un punto: è vero che non tutte le civiltà, non tutte le religioni, non tutto al mondo sta sullo stesso piano: ci sono cose che, più di altre, si sono indirizzate verso un ordine più alto (e dunque più vero) rispetto ad altre. Ma 1) entro la propria terra (non quella altrui, sia chiaro) ciascuno ha la propria tradizione e 2) se è l'indigeno ad abbattere i propri templi e le proprie leggi e le proprie mura, il nemico ha campo libero.
A noi dell'Occidente (qui con la maiuscola) resta un pallido ricordo, ancora qualche forma, qualcosa di riconoscibile, ma che molto lontanamente e sempre più debolmente sopravvive. Stiamo morendo come civiltà non certamente per colpa dell'Islam, che viene ad occupare solo gli spazi che noi lasciamo vuoti, con la nostra sete di nichilismo assoluto. Una civiltà non si misura solo dal suo livello tecnico ed economico, gli unici due indici che ormai leggiamo e dei quali ci gloriamo: una civiltà è molto altro e molto di più, tu che conosci la Storia lo sai, e noi abbiamo ridotto l'occidente a meccano e a cosmo economico, e dunque l'uomo a sottoprodotto di quei due indici-motori. La sete dell'individualismo, del soggettivismo e del liberismo assoluti ha contribuito a sovvertire ogni ordine e corrode dall'interno ciò che prima era ordinato e alto.
Ci sarà forse questo scontro di civiltà e con ogni probabilità vinceremo. Mi chiedo solo cosa avremo salvato dell'Idea di noi, un tempo così chiara, così Umana, così centrale, così intelligibile dal contadino come dal principe, che informava l'uomo e gli stati in maniera organica, piena, armonica, dove tecnica ed economia erano, ad esempio, una parte di un tutto, perchè l'Assoluto era ben altro, così come era ben altra la pasta umana dell'uomo occidentale.
La Storia (questo intuizione è un grande contributo del popolo ebraico) è direzionale, ha un principio, ha una fine. Questa fine non sarà docile. Il moto della Storia (dove, con ogni evidenza, Israele ha un suo ruolo) non è ascendente (qui sta la cifra interpretativa ultima e più vera) ma discendente. Cioè dall'ordine si passa al caos, non il contrario, per questo il Progresso è, in ultima analisi, illusione, e gli effetti sul (dis)ordine dell'uomo (occidentale) si vedono, si toccano. Daniele nella Bibbia immagina le età dell'uomo come una statua con la testa d'oro, il corpo di bronzo, i piedi di argilla: stesse visioni e credenze in chi vede il tempo non come linea retta ma come circolarità, dove però non mancano le fasi de-gradanti sino all'ultima.
Quindi sì, la visione ancora (a loro modo) tradizionale e trascendente delle civiltà islamiche sarà destinata a collimare con quella attuale dell'occidente, che, in virtù della supremazia tecnica e politica, vincerà. Ma questo nel grande quadro della Storia porterà solo all'affermarsi ovunque o quasi dell'attuale idea di occidente, la stessa che crea nell'uomo la sua scissione caotica ed innaturale. Per questo dicevo altrove che in verità resteranno poi due sole forme riconoscibili a se stesse: gli ebrei e la Chiesa. Non importa di quanto ridotti/e saranno quei gruppi e quelle forme, resteranno loro in termini riconoscibili secondo le radici e dunque secondo le categorie di "tradizione". Per quanto riguarda noi intesi come occidente, noi vinceremo ma a vincere sarà il simulacro di ciò che eravamo, perchè già ora più non siamo quello che siamo stati.
Resteranno gli ebrei e la Chiesa come entità riconoscibili in essenza, lì a giocarsi l'ultimo tratto della partita, ciascuno con un suo ruolo necessario. Attorno ci sarà tutto un mondo, quello per cui tanto ci accapigliamo, ci preoccupiamo: se intendiamo quello Occidentale, quello un tempo alto e ordinato e che informava di sè un intero cosmo, ebbene, quello è già perso, è già degenerato, altrimenti l'età ultima la chiameremmo dell'oro quando invece ci aspetta (e lo testimoniano in primo luogo gli ebrei) l'argilla.
Comunque, è giusto che ciascuno combatta la sua battaglia: tu hai la tua, ci credi, è onorata come ogni battaglia in cui credere.Last edited by Sean; 11-07-2014, 20:56:36....ma di noi
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