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Quello fa parte delle sensibilità personali. Se uno ritiene che la cosa va risolta con, che so, "leggi speciali", è una opinione come un'altra che qua si raccoglie e sulla quale si discute: non si può certo censurare a priori, il dibattito non va limitato o diretto entro determinati canali ma è libero.
E infatti sono aperto a qualunque opinione contraria alla mia (ammesso che non siano insulti e/o provocazioni).
Legislativamente parlando effettivamente ci sarebbe molto da fare, ma torno a ripetere che, secondo me, nulla si risolverà finché il sistema (gombloddo) non si decide a darsi da fare.
In ogni caso penso che sarebbe corretto iniziare ad evitare discorsi filo-ventennio nel ventunesimo secolo in merito a temi come l'immigrazione. Non credete? A tutti da fastidio questa situazione, ma credo che dovremmo metterci per un attimo nei loro panni.
ecco il discorso è tutto li
io ghanese rischio la vita si ma qui nel mio paese potrei morire, se riesco ad arrivare in italia avrò vitto alloggio cure e un po di soldi tutti i giorni non avrò nemmeno bisogno di lavorare perchè lo stato mi manterrà e non mi manderà inditero
ecco il discorso è tutto li
io ghanese rischio la vita si ma qui nel mio paese potrei morire, se riesco ad arrivare in italia avrò vitto alloggio cure e un po di soldi tutti i giorni non avrò nemmeno bisogno di lavorare perchè lo stato mi manterrà e non mi manderà inditero
vado al volo
ESATTO! Colpa di chi fa le leggi, che fa morire "noi" italiani di fame e manda le macchine della Polizia senza benzina ne' pneumatici per le strade, pompieri con tute vecchie di anni per le strade e loro fanno i "signori".
Se la domanda fosse stata "Cosa ne pensi dei politici in Italia?" allora avrei risposto "no,non tollero i politici,bisognerebbe espatriarli, senza escludere mogli e figli" (ovviamente sempre senza fare di tutta l'erba un fascio).
OT: scappo anche io che devo andarmi ad allenare ed è tardi
Doctor guarda capisco anche il tuo punto di vista, e probabilmente, come spesso accade, "la ragione" sta un po di qua, un po di la o da nessuna parte; bisogna però contestualizzare gli accadimenti, non si possono fare semplicemente paragoni storici ( gli emigranti italiani del secolo scorso per dire).
E' ovvio che nel mondo la gente si sposta, è sempre accaduto, come altrettanto ovvio che chi sta male tenda a spostarsi altrove.
Ma "una volta" gli spazi erano diversi ( eravamo meno) e il mondo probabilmente affrontava crisi economiche, sociali, ambientali ed energetiche, diverse; l'italia è un fazzoletto, che in certi punti vedi quasi a occhio nudo da una parte all'altra delle coste, non puoi pensare di stiparla di persone e sopratutto persone bisognose di tutto ( quel tutto poi, che pian piano sta venendo meno anche a noi originari...).
Va bene essere contenti perchè un essere umano è scampato alla guerra, ma poi che fa? che ne sarà di lui? cosa farà, come sopravviverà in un paese che non è neanche in grado di badare a se stesso e che non ha risorse da offrire, che futuro avrà?
E poi da ultimo, ma altrettanto importante secondo me, come è "naturale" che chi sta male cerchi di andarsene da quel luogo, altrettanto "naturale" è l'atteggiamento di chi "si chiude" di chi possa vedere in questi fenomeni una minaccia.
L'accoglienza e la condivisione non sono cose che vanno date per scontate, che chi non ne partecipa o non le attua, è in difetto, che ci DEVONO essere. Questo va realizzato, compreso.
POi se mi chiedi come affronterei il problema, non lo so; sicuramente non può e non potrà essere un problema che l'italia possa gestire in autonomia
Doctor guarda capisco anche il tuo punto di vista, e probabilmente, come spesso accade, "la ragione" sta un po di qua, un po di la o da nessuna parte; bisogna però contestualizzare gli accadimenti, non si possono fare semplicemente paragoni storici ( gli emigranti italiani del secolo scorso per dire).
E' ovvio che nel mondo la gente si sposta, è sempre accaduto, come altrettanto ovvio che chi sta male tenda a spostarsi altrove.
Ma "una volta" gli spazi erano diversi ( eravamo meno) e il mondo probabilmente affrontava crisi economiche, sociali, ambientali ed energetiche, diverse; l'italia è un fazzoletto, che in certi punti vedi quasi a occhio nudo da una parte all'altra delle coste, non puoi pensare di stiparla di persone e sopratutto persone bisognose di tutto ( quel tutto poi, che pian piano sta venendo meno anche a noi originari...).
Va bene essere contenti perchè un essere umano è scampato alla guerra, ma poi che fa? che ne sarà di lui? cosa farà, come sopravviverà in un paese che non è neanche in grado di badare a se stesso e che non ha risorse da offrire, che futuro avrà?
E poi da ultimo, ma altrettanto importante secondo me, come è "naturale" che chi sta male cerchi di andarsene da quel luogo, altrettanto "naturale" è l'atteggiamento di chi "si chiude" di chi possa vedere in questi fenomeni una minaccia.
L'accoglienza e la condivisione non sono cose che vanno date per scontate, che chi non ne partecipa o non le attua, è in difetto, che ci DEVONO essere. Questo va realizzato, compreso.
POi se mi chiedi come affronterei il problema, non lo so; sicuramente non può e non potrà essere un problema che l'italia possa gestire in autonomia
Rep.
È questo il confronto civile e sensato, ed è l'unico modo per discutere... In ogni caso:
Non ho detto che non sia una minaccia, solo che cacciarli così per direttissima non mi sembra la soluzione, e quindi, in mancanza di opzioni "intermedie" per il sondaggio, ho optato per convivenza pacifica.
Viste anche le emergenze sanitarie attuali dico che i gentili signori che ci governano, ANZI! Dai quali ci facciamo governare, e la cara Europa, dovrebbero prestare più attenzione al problema.
Non dovremmo scordarci che anche noi siamo emigrati tempo fa... In ogni caso sì per la convivenza pacifica ma soprattutto la colpa non è degli immigrati ma punto primo dei nostri politici di me**a, e poi dell'Europa che fa finta di non vedere.
Ma quale Europa? Quelle delle banche, del debito pubblico, dell'inflazione? O quella dei popoli?
Alle volte bisognerebbe almeno provare a guardare oltre il proprio naso. Non ha senso cadere nel becero razzismo: distorce l'attenzione sul vero responsabile di ciò che sta accadendo. Altro non è che una guerra tra poveri. Soprattutto in questo periodo, dove vi è un alto tasso di povertà, disgregazione territoriale, conflitti sociali. Il momento è fecondo per la mescolanza delle razze, purtroppo. Fa comodo anche aver un'Europa senza tradizioni, imbastardita e che, invece di progredire, regredisce.
È impensabile pensare che un flusso migratorio così ampio ed incontrollato sia frutto unicamente di un fenomeno umano. Le colpe di tutto ciò sarebbero da ricercare, per la maggior parte, nell'impero britannico e in quello francese; e in una scandalosa - oserei quasi dire "sottomessa" - politica interna ed estera italiana. Basti pensare alla politica migratoria australiana. L'italia non ha peso politico a livello globale.
Altra causa va ricercata nel capitalismo: la globalizzazione culturale è il primo passo per quella economica. Funziona anche all'inverso, volendo. Anche se diverrebbe più conseguenza che causa.
Con questi presupposti, la convivenza pacifica non può esistere. Gli extracomunitari dovrebbero comprendere che il loro "nemico" è anche il nostro. Chi vuole la distruzione del nostro sangue, della nostra terra e della nostra spiritualità, vuole anche la loro. Ci tengo a precisare che con "extracomunitari" mi riferisco a tutti i cittadini extraeuropei. Non reputo un problema le migrazioni all'interno dell'Europa, anzi. Purché controllate, ovviamente.
La differenza tra gli emigranti italiani del secolo scorso e l'immigrazione che subiamo oggi è che l'emigrante di una volta si chiama Mario, è cristiano, sogna di entrare in America e diventare americano, si integra a tal punto che alle generazioni successive del loro paese d'origine resta ben poco.
L'immigrato di oggi si chiama Mohammed, è musulmano, ha come riferimento la sharia, vuole tenere la moglie coperta e non ha nessuna intenzione di integrarsi, a tal punto che le seconde e terze generazioni partono per l'Iraq per sgozzare gli infedeli.
Ma quale Europa? Quelle delle banche, del debito pubblico, dell'inflazione? O quella dei popoli?
Alle volte bisognerebbe almeno provare a guardare oltre il proprio naso. Non ha senso cadere nel becero razzismo: distorce l'attenzione sul vero responsabile di ciò che sta accadendo. Altro non è che una guerra tra poveri. Soprattutto in questo periodo, dove vi è un alto tasso di povertà, disgregazione territoriale, conflitti sociali. Il momento è fecondo per la mescolanza delle razze, purtroppo. Fa comodo anche aver un'Europa senza tradizioni, imbastardita e che, invece di progredire, regredisce.
È impensabile pensare che un flusso migratorio così ampio ed incontrollato sia frutto unicamente di un fenomeno umano. Le colpe di tutto ciò sarebbero da ricercare, per la maggior parte, nell'impero britannico e in quello francese; e in una scandalosa - oserei quasi dire "sottomessa" - politica interna ed estera italiana. Basti pensare alla politica migratoria australiana. L'italia non ha peso politico a livello globale.
Altra causa va ricercata nel capitalismo: la globalizzazione culturale è il primo passo per quella economica. Funziona anche all'inverso, volendo. Anche se diverrebbe più conseguenza che causa.
Con questi presupposti, la convivenza pacifica non può esistere. Gli extracomunitari dovrebbero comprendere che il loro "nemico" è anche il nostro. Chi vuole la distruzione del nostro sangue, della nostra terra e della nostra spiritualità, vuole anche la loro. Ci tengo a precisare che con "extracomunitari" mi riferisco a tutti i cittadini extraeuropei. Non reputo un problema le migrazioni all'interno dell'Europa, anzi. Purché controllate, ovviamente.
Siamo d'accordo vedo.. Big quote per tutto, TUTTO.
La polita estera ed interna italiana fa schifo dalla A alla Z, basti pensare che un immigrato regolare può spedire una pensione di 700€ al mese ai propri familiari senza che abbiano nemmeno mai visto l'Italia MANCO IN FOTO, senza contributi versati... CHE ME**A!
La differenza tra gli emigranti italiani del secolo scorso e l'immigrazione che subiamo oggi è che l'emigrante di una volta si chiama Mario, è cristiano, sogna di entrare in America e diventare americano, si integra a tal punto che alle generazioni successive del suo paese d'origine resta ben poco.
L'immigrato di oggi si chiama Mohammed, è musulmano, ha come riferimento la shaarya, vuole tenere la moglie coperta e non ha nessuna intenzione di integrarsi, a tal punto che le seconde e terze generazioni partono per l'Iraq per sgozzare gli infedeli.
Esatto
Originariamente Scritto da Pesca
lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
la mafia è nata perchè l'immigrato Mario, partito per lavorare,abituato nel suo paese a spaccarsi la schiena, veniva ghettizzato in quartieri dove non poteva contare sullo stato, il lavoro non gli veniva affidato perchè straniero, ed a risolver le varie diatribe e trovargli un impiego in loco non era il poliziotto di quartiere o l'ufficio di collocazione, ma il mafioso.
Tant'è che la mafia, pur essendo un male, è supportata da una gran fetta della popolazione, dove è piu radicata, che grazie ad essa ha entrate e puo' mantener la famiglia.
Motivo per il quale è cosi' diffile da estirpare.
gli africani che vengono in italia, con i contadini di fine '800 italiani e le loro dinamiche sociali, non c'entrano un *****. Quindi sti paragoni anacronistici sono no-sense frutto di luoghi comuni, scie chimiche 11111, il meteo di sta estate è un esperimento dell'esercito.
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