L'apparente apatia del nostro esecutivo contrasta infatti con le frenetiche attività in campo libico di una Francia diventata, per ammissione di Emmanuel Macron, il nostro principale nemico. Attribuire al presidente francese il ruolo di manovratore degli scontri di Tripoli guidati dalla Settima Brigata - una milizia proveniente da Tarhouna, 65 chilometri a Sud Est della capitale - sarebbe eccessivo. La milizia, del clan Kani, lotta innanzitutto per garantirsi un ruolo nella spartizione di denaro e prebende riconosciuto agli armati che gravitano intorno al governo del premier Fayez Al Serraj. Ma la destabilizzazione di quel governo è per noi assai pericolosa. Soprattutto mentre Parigi lavora per portare la Libia al voto il prossimo 10 dicembre.
Pensare di svolgere elezioni in un Paese diviso tra Tobruk, Tripoli e Misurata, con Fratelli Musulmani, milizie armate e cellule dell'Isis a far da ulteriori incomodi - è pura follia. Ma è la stessa follia che ha portato la Francia ad abbattere Gheddafi. Quindi Conte, Salvini, Di Maio e il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi farebbero meglio a preoccuparsi. L'intelligence francese probabilmente non ha contatti operativi con la Settima Brigata di Tarhouna, ma di certo lavora a Mellitah dove i gruppi vicine al generale Haftar minacciano il lavoro dello stabilimento dell'Eni da cui parte il gasdotto Greenstream. Il tutto mentre il governo di Tobruk dichiara «persona non grata» il nostro ambasciatore Giuseppe Perrone colpevole di aver criticato l'iniziativa elettorale di Parigi. E intanto la macchina da guerra francese si muove. L'ex ambasciatore libico negli Emirati Arabi Aref Al Nayed è già stato designato come candidato alla presidenza. Se il piano francese arrivasse a compimento Haftar e Macron potrebbero disfarsi del governo Serraj, perno dei rapporti con l'Italia, e scipparci gas e petrolio libico. E al disastro s'aggiungerebbe l'impossibilità di garantire il contenimento delle partenze dei migranti. Un contenimento assicurato oggi da una Guardia Costiera di Tripoli finanziata, addestrata ed equipaggiata dal nostro Paese.
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