Help: presentazione sul cibo in Italia

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  • Alberto84
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    Help: presentazione sul cibo in Italia

    Fra 2 giorni dovro' ahime' dare una presentazione su "Italy and food". Il contesto e' un' assemblea di istituto in un' universita' della Giordania.

    Ho chiesto cosa si aspettino da questa presentazione e in pratica mi hanno dato carta bianca, che sia cibo in relazione alla cultura, o ricette o qualsiasi altra cosa.

    Io pensavo di basare almeno meta' della presentazione su misconceptions about italian food. Sono abbastanza impanicato, per favore se avete consigli o foto o quant' altro ben venga.
  • Liam & Me
    Bad Blake
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    #2
    Originariamente Scritto da Alberto84 Visualizza Messaggio
    Fra 2 giorni dovro' ahime' dare una presentazione su "Italy and food". Il contesto e' un' assemblea di istituto in un' universita' della Giordania.

    Ho chiesto cosa si aspettino da questa presentazione e in pratica mi hanno dato carta bianca, che sia cibo in relazione alla cultura, o ricette o qualsiasi altra cosa.

    Io pensavo di basare almeno meta' della presentazione su misconceptions about italian food. Sono abbastanza impanicato, per favore se avete consigli o foto o quant' altro ben venga.

    Ciao Alberto. Io partirei da una mappa dell'italia prima dell'unione, per far capire che l'italia non e' mai esistita come paese prima di 150 anni fa, e usi e costumi - e cibo - sono ancora radicati e specifici per un dato territorio. In altre parole 'italian food as such does not exist!'.

    Poi farei vedere le foto di un contadino tirolese e di uno siciliano, per far capire visivamente che le diversita' sono sia culturali che fisiche. E magari associalo alla distribuzione geografica di cibi locali, che so cous cous, presente in tutta l'area del mediterraneo, e dello strudel che si trova in tutte le terre germaniche.

    Poi a livello di aneddoti racconterei la storia della pizza, regina margherita ecc..

    Poi si' misconceptions about italian food e' senz'altro una buona idea.

    Puoi farci un intero corso se vuoi.
    B & B with a little weed










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    • Alberto84
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      #3
      Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
      Ciao Alberto. Io partirei da una mappa dell'italia prima dell'unione, per far capire che l'italia non e' mai esistita come paese prima di 150 anni fa, e usi e costumi - e cibo - sono ancora radicati e specifici per un dato territorio. In altre parole 'italian food as such does not exist!'.

      Poi farei vedere le foto di un contadino tirolese e di uno siciliano, per far capire visivamente che le diversita' sono sia culturali che fisiche. E magari associalo alla distribuzione geografica di cibi locali, che so cous cous, presente in tutta l'area del mediterraneo, e dello strudel che si trova in tutte le terre germaniche.

      Poi a livello di aneddoti racconterei la storia della pizza, regina margherita ecc..

      Poi si' misconceptions about italian food e' senz'altro una buona idea.

      Puoi farci un intero corso se vuoi.
      Ciao Liam, ottima idee. Probabilmente seguiro' il tuo consiglio. Vorrei anche associare alle ragioni storiche della diversita' del cibo, anche il fatto che la cucina e' sempre strettamente legata al clima: per sempio nelle stesse Marche se vai a pranzo sui Sibillini mangerai capriolo, cinghiale e cucineranno col burro, se ti posti verso il mare, sara' pesce, e tutto condito con oli.o

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      • Bob Terwilliger
        bluesman
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        #4
        Il grasso tradizionale della cucina è lo strutto, non l'olio né il burro. La storia dell'olio tipicamente mediterraneo e del burro montanaro non ha alcuna base storica. Burro e olio d'oliva sono sempre presenti nella nostra cucina ma non sono mai stati i veri protagonisti. La retorica dell'olio d'oliva italiano serve a nobilitare il prodotto. La ristorazione tradizionale/casalinga/regionale oggi si adegua a questo stereotipo e i cuochi stessi sono convinti, seguendo questa mistificazione, di compiere un'operazione filologicamente corretta.

        Attenzione anche alla mistica dei prodotti locali. La cucina tradizionale è fatta di prodotti locali e di prodotti conservati d'importazione; il cibo conservato è un elemento fondamentale del commercio e la cucina regionale insegna molto su quali fossero le rotte commerciali più battute. La presenza diffusa di acciughe sotto sale e di olio extravergine di oliva nella cucina piemontese, per esempio, ci fa pensare agli scambi con la Liguria; il piatto più tipico del Piemonte, la bagna caoda, è un bagnetto di acciughe dissalate, olio e aglio. La cucina veneta usa lo stoccafisso nordico (che lì viene chiamato baccalà); il baccalà vero e proprio fa parte di svariate cucine regionali. La cucina del sudtirolo condivide l'uso delle spezie orientali con l'area mitteleuropea, quella milanese usa lo zafferano del centro e sud Italia. Le arance dell'Italia meridionale entrano nella cucina del nord sotto forma di canditi (si pensi al panettone e allo Zelten) ma anche tali quali; già nel XIX secolo esse erano così diffuse ed economiche da essere sprecate nella battaglia delle arance del carnevale di Ivrea.
        La polenta poi è un piatto diffuso in buona parte d'Italia, ma la "tradizione" la vuole come piatto tipico del nord. Se vai in un ristorante laziale o abruzzese è difficile trovare la tradizionalissima polenta, perché lo stereotipo della polenta "del nord" ha portato i ristoratori a cancellare il piatto dai menù turistici.

        Un'altra mistificazione è quella del prodotto fresco. Il disciplinare della pizza napoletana stg riporta correttamente tra gli ingrediaenti i pomodori pelati e non quelli freschi. Oggi vivamo un po' l'ossessione degli ingredienti di stagione dimenticando che la cucina tradizionale faceva fronte alla rotazione stagionale dei prodotti utilizzando varie tecniche di conservazione. Per esempio lo scapece/scabeccio/saor/carpione, termini locali per definire la stessa modalità di conservazione tramite frittura e bagno d'aceto. Il prodotto fresco viene sempre considerato migliore e più sano, e si perde del tutto la nozione (per esempio) che il pomodoro cotto della cucina tradizionale contiene principi attivi antitumorali che sono assenti nel pomodoro crudo.

        Un tema interessante potrebbe essere quindi questa evoluzione più o meno recente della nostra cucina e i suoi risvolti culturali.
        Originariamente Scritto da Sean
        Bob è pure un fervente cattolico.
        E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

        Alice - How long is forever?
        White Rabbit - Sometimes, just one second.

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        • Alberto84
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          #5
          Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
          Il grasso tradizionale della cucina è lo strutto, non l'olio né il burro. La storia dell'olio tipicamente mediterraneo e del burro montanaro non ha alcuna base storica. Burro e olio d'oliva sono sempre presenti nella nostra cucina ma non sono mai stati i veri protagonisti. La retorica dell'olio d'oliva italiano serve a nobilitare il prodotto. La ristorazione tradizionale/casalinga/regionale oggi si adegua a questo stereotipo e i cuochi stessi sono convinti, seguendo questa mistificazione, di compiere un'operazione filologicamente corretta.

          Attenzione anche alla mistica dei prodotti locali. La cucina tradizionale è fatta di prodotti locali e di prodotti conservati d'importazione; il cibo conservato è un elemento fondamentale del commercio e la cucina regionale insegna molto su quali fossero le rotte commerciali più battute. La presenza diffusa di acciughe sotto sale e di olio extravergine di oliva nella cucina piemontese, per esempio, ci fa pensare agli scambi con la Liguria; il piatto più tipico del Piemonte, la bagna caoda, è un bagnetto di acciughe dissalate, olio e aglio. La cucina veneta usa lo stoccafisso nordico (che lì viene chiamato baccalà); il baccalà vero e proprio fa parte di svariate cucine regionali. La cucina del sudtirolo condivide l'uso delle spezie orientali con l'area mitteleuropea, quella milanese usa lo zafferano del centro e sud Italia. Le arance dell'Italia meridionale entrano nella cucina del nord sotto forma di canditi (si pensi al panettone e allo Zelten) ma anche tali quali; già nel XIX secolo esse erano così diffuse ed economiche da essere sprecate nella battaglia delle arance del carnevale di Ivrea.
          La polenta poi è un piatto diffuso in buona parte d'Italia, ma la "tradizione" la vuole come piatto tipico del nord. Se vai in un ristorante laziale o abruzzese è difficile trovare la tradizionalissima polenta, perché lo stereotipo della polenta "del nord" ha portato i ristoratori a cancellare il piatto dai menù turistici.

          Un'altra mistificazione è quella del prodotto fresco. Il disciplinare della pizza napoletana stg riporta correttamente tra gli ingrediaenti i pomodori pelati e non quelli freschi. Oggi vivamo un po' l'ossessione degli ingredienti di stagione dimenticando che la cucina tradizionale faceva fronte alla rotazione stagionale dei prodotti utilizzando varie tecniche di conservazione. Per esempio lo scapece/scabeccio/saor/carpione, termini locali per definire la stessa modalità di conservazione tramite frittura e bagno d'aceto. Il prodotto fresco viene sempre considerato migliore e più sano, e si perde del tutto la nozione (per esempio) che il pomodoro cotto della cucina tradizionale contiene principi attivi antitumorali che sono assenti nel pomodoro crudo.

          Un tema interessante potrebbe essere quindi questa evoluzione più o meno recente della nostra cucina e i suoi risvolti culturali.
          Argomenti sicuramente interessanti... grazie. Pero' li vedo piu' adatti a un incontro in Italia....non credo siano adatti all' audience della mia presentazione.

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          • Alberto84
            Bodyweb Senior
            • May 2004
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            #6
            Andata!! Grazie Liam per l' input. Il capitolo food l' ho iniziato come consigliato da te,"italian food is the result of diversity". Intesa come diversita' geografiche, storiche e quindi culturali. Poi il cibo come cultura, tradizione e gathering, poi i diversi tipi di ristorante: trattoria, pizzeria, osteria etc., poi i vari errori che vengono commessi quando si cucina la pasta. Poi Italian vs american pizza e poi delle simpatiche somiglianze fra i cibi arabi e quelli italiani. Ero abbastanza nervoso, perche' non e' stato facile combinare un argomento cosi' leggero e triviale in maniera un minimo professionale. Pero' qui l' Italia e' vista come l' Elodardo, mi ascoltavano come fossi un profeta...e' andata abbastanza bene tutto sommato.

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            • brosgym
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              #7
              Poi se vuoi si può collaborare
              Ingegnere biochimico
              Tecnologo alimentare
              Nutrizionista sportivo
              Zone Consultant
              Personal trainer
              Membro ACSM, SiNSEB, ISSN, SINU
              Consulente sviluppo e caratterizzazione integratori
              Docente di nutrizione ed integrazione nello sport presso SaNIS, ACS, 4MOVE ed EdiErmes
              Consulente FIT, FIGC e WKF
              Nutrizionista Benetton Treviso Rugby
              CONSULENZE ONLINE PERSONALIZZATE
              RICEVO IN STUDIO A IVREA, TRENTO, MONZA, MILANO, PADOVA, FIRENZE, ROMA, COSENZA E REGGIO CALABRIA

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              • Liam & Me
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                #8
                Originariamente Scritto da Alberto84 Visualizza Messaggio
                Andata!! Grazie Liam per l' input. Il capitolo food l' ho iniziato come consigliato da te,"italian food is the result of diversity". Intesa come diversita' geografiche, storiche e quindi culturali. Poi il cibo come cultura, tradizione e gathering, poi i diversi tipi di ristorante: trattoria, pizzeria, osteria etc., poi i vari errori che vengono commessi quando si cucina la pasta. Poi Italian vs american pizza e poi delle simpatiche somiglianze fra i cibi arabi e quelli italiani. Ero abbastanza nervoso, perche' non e' stato facile combinare un argomento cosi' leggero e triviale in maniera un minimo professionale. Pero' qui l' Italia e' vista come l' Elodardo, mi ascoltavano come fossi un profeta...e' andata abbastanza bene tutto sommato.
                Bravo!
                B & B with a little weed










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