"... e' solo dal silenzio che salgono le parole che narrano l'esistenza e mettono un uomo contro la sua esistenza. Ed e' solo il dolore che fa tacere l'esperienza comune e ordinaria; senza la sofferenza che viene vissuta sotto il peso dell'esistenza non ci sarebbe nemmeno quel silenzio che e' l'unica condizione per pensare; senza la sofferenza dell'esistenza noi saremmo destinati a vivere unicamente nello strepito dell'esistenza; senza dolore nell'esistenza non c'e' silenzio e poi allora non c'e' la possibilita' di pensare... ... invece grazie alla circostanza che noi non ci sottraiamo all'esistenza sopravviene la solitudine in mezzo agli altri uomini che e' il silenzio che ci fa pensare.
SOlo chi si immerge nello strepito dell'esistenza, soltanto chi si espone ai discorsi arroganti o deliranti degli uomini che fanno strepito "per uccidere quel tempo che poi finira' per uccidere loro", solo chi si espone all'insulto dell'esistenza puo' riconoscere la minaccia che lo fa tacere e che e' il presupposto per pensare. Solo chi si espone fino al margine estremo del pericolo e del rumore nel quale infuriano gli insulti dell'arroganza e la disperazione degli uomini, solo costui puo' essere lambito dal silenzio come da un pensiero echeggiante da lontano.
SOlo l'uomo che sa ridursi nello stato dell'estrema debolezza, solo l'uomo che sa riconoscere l'esistenza come un insulto e non come un errore o una imperfezione o una semplice casualita', solo luomo che e' la completa remissione di se' stesso alla ferite di una esistenza non fraintesa per un errore o un incidente, soltanto quest'uomo viene raggiunto dal silenzio che lo fa pensare e lo fa narrare.
Un uomo puo' pensare solo dalla distanza estrema da cio' a cui, piu' di ogni altro, si trova nell'estrema vicinanza, come un tempo lontano che precipita sull'istante del presente, come l'infanzia del dolore che negli adulti diventa pensiero.... "
Aldo Gargani in "Sguardo e destino".
SOlo chi si immerge nello strepito dell'esistenza, soltanto chi si espone ai discorsi arroganti o deliranti degli uomini che fanno strepito "per uccidere quel tempo che poi finira' per uccidere loro", solo chi si espone all'insulto dell'esistenza puo' riconoscere la minaccia che lo fa tacere e che e' il presupposto per pensare. Solo chi si espone fino al margine estremo del pericolo e del rumore nel quale infuriano gli insulti dell'arroganza e la disperazione degli uomini, solo costui puo' essere lambito dal silenzio come da un pensiero echeggiante da lontano.
SOlo l'uomo che sa ridursi nello stato dell'estrema debolezza, solo l'uomo che sa riconoscere l'esistenza come un insulto e non come un errore o una imperfezione o una semplice casualita', solo luomo che e' la completa remissione di se' stesso alla ferite di una esistenza non fraintesa per un errore o un incidente, soltanto quest'uomo viene raggiunto dal silenzio che lo fa pensare e lo fa narrare.
Un uomo puo' pensare solo dalla distanza estrema da cio' a cui, piu' di ogni altro, si trova nell'estrema vicinanza, come un tempo lontano che precipita sull'istante del presente, come l'infanzia del dolore che negli adulti diventa pensiero.... "
Aldo Gargani in "Sguardo e destino".
Commenta