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Il dramma delle università italiane
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Il dramma delle università italiane
Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggiomha..quest'estate l'intelligence di bw ha guidato un utente alla riceca di un lavoro qualsiasi, e ne è uscita solo roba in nero tra i 2-3 euro l'ora
insomma, facile fare i Brunetta con i figli degli altri...io ad un giovane consiglierei di studiare e di impegnarsiIn un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Le questioni che ponete richiedono profonde riforme nel mondo del lavoro e dell'istruzione. Anche rimandandole la realtà del mondo esterno imporrà dei cambiamenti, irromperà nella nostra vita quotidiana, che ci piaccia o no.
E'un problema di supporti e resistenze. Il cambiamento si scontra con le ingerenze di chi una posizione se l'è già ritagliata e punta a difenderla, me compreso.
Partiamo da alcuni presupposti: la laurea sarà il nuovo diploma, i ragazzini del futuro prossimo venturo anche solo per osmosi (esperienze estere, utilizzo massivo della rete, genitori meglio istruiti) avranno competenze superiori a quelle delle generazioni passate. Poi è fisiologico che i vecchi tenderanno a sminuire i traguardi raggiunti dai più giovani, come è avvenuto in ogni epoca, salvo soccombere inevitabilmente al nuovo che avanza. In Italia questo processo è sempre stato più lento che altrove, qui abbiamo giovani premier di 50anni, e capitani futuro di 30 (questo è un omaggio al buon Françis).
Viviamo un pesante shift tecnologico: anche fare la segretaria, la commessa, o l'idraulico, richiederà capacità che prima non servivano, il mondo del lavoro non si potrà più scindere da quello educativo, sarà necessaria una formazione continua, e non sarà insolito cominciare o tornare all'università molto avanti negli anni.
Questi sono i supporti. Ora parliamo delle resistenze: il mondo del lavoro nostrano è fondato sull'economia di rendita, in ogni fronte e settore.
L'operaio farà bene a garantirsi un posto in aziende con parecchi dipendenti, che potranno godere dell'aiuto statale in caso di difficoltà (Fiat, Ilva, Finmeccanica, Telecom). I laureati, specialmente quelli di lauree più inflazionate (comunicazione, lettere, lingue, psicologia) faranno bene a cercare di vincere un concorso pubblico, nella scuola, od in qualche ministero. I professionisti cercheranno di fare lobbying, trincerandosi all'interno dei propri ordini professionali (avvocati, farmacisti, notai, medici, ingegneri), ostacolando l'ingresso sul mercato di nuovi interpreti. Il non plus ultra della rendita è avere successo in politica, non c'è bisogno di arrivare in parlamento, ma è necessario almeno diventare assessore di qualcosa, il consiglio comunale non basta.
In questo contesto i giovani hanno il dovere di diventare piccole iene, nessuno gli regalerà nulla, e dovranno fare il giro largo, accumulando esperienze e competenze lì dove gli sarà consentito. Lo scopo ultimo è tornare con le spalle larghe e rimpiazzare per manifesta superiorità il gerontoscemo di turno. E'il paradigma renziano della rottamazione applicato su larga scala. L'importante è sbrigarsi, essere inappuntabili, non concedersi indulgenze. Il colpo finale all'attuale stato di cose sarà l'abbandono del contratto a tempo indeterminato nel privato e nel pubblico impiego; diventerà più simile al permanent job europeo, con l'unica garanzia di un sufficiente preavviso prima del licenziamento.
Un consiglio per i neodiplomati: laurearsi presto è più importante che laurearsi bene, ma dovete sfruttare adeguatamente questo vantaggio temporale, i casini veri cominciano dopo l'università, e laurearsi presto per diventare carne da macello del sistema non ha senso. Il tempo passa veloce e voi non sarete giovani a lungo, vi sfrutteranno con apprendistati/stage/contratti farsa, sfruttando i vari incentivi sulle assunzioni. Finiti quegli incentivi sarete inservibili. Mollate stage che si protraggono per più di sei mesi, reinventatevi se necessario, guardatevi intorno, imparate lingue, non legatevi troppo a posti, persone, e stili di vita. Rifiutate i contratti da dipendente mascherati con le p.iva al 5%, se vi promettono che sarete assunti una volta finita la crisi non credeteci, sfruttate conoscenze e influenza dei vostri genitori, se ne hanno. Procuratevi un buon avvocato per ogni evenienzaOriginariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza MessaggioLe questioni che ponete richiedono profonde riforme nel mondo del lavoro e dell'istruzione. Anche rimandandole la realtà del mondo esterno imporrà dei cambiamenti, irromperà nella nostra vita quotidiana, che ci piaccia o no.
E'un problema di supporti e resistenze. Il cambiamento si scontra con le ingerenze di chi una posizione se l'è già ritagliata e punta a difenderla, me compreso.
Partiamo da alcuni presupposti: la laurea sarà il nuovo diploma, i ragazzini del futuro prossimo venturo anche solo per osmosi (esperienze estere, utilizzo massivo della rete, genitori meglio istruiti) avranno competenze superiori a quelle delle generazioni passate. Poi è fisiologico che i vecchi tenderanno a sminuire i traguardi raggiunti dai più giovani, come è avvenuto in ogni epoca, salvo soccombere inevitabilmente al nuovo che avanza. In Italia questo processo è sempre stato più lento che altrove, qui abbiamo giovani premier di 50anni, e capitani futuro di 30 (questo è un omaggio al buon Françis).
Viviamo un pesante shift tecnologico: anche fare la segretaria, la commessa, o l'idraulico, richiederà capacità che prima non servivano, il mondo del lavoro non si potrà più scindere da quello educativo, sarà necessaria una formazione continua, e non sarà insolito cominciare o tornare all'università molto avanti negli anni.
Questi sono i supporti. Ora parliamo delle resistenze: il mondo del lavoro nostrano è fondato sull'economia di rendita, in ogni fronte e settore.
L'operaio farà bene a garantirsi un posto in aziende con parecchi dipendenti, che potranno godere dell'aiuto statale in caso di difficoltà (Fiat, Ilva, Finmeccanica, Telecom). I laureati, specialmente quelli di lauree più inflazionate (comunicazione, lettere, lingue, psicologia) faranno bene a cercare di vincere un concorso pubblico, nella scuola, od in qualche ministero. I professionisti cercheranno di fare lobbying, trincerandosi all'interno dei propri ordini professionali (avvocati, farmacisti, notai, medici, ingegneri), ostacolando l'ingresso sul mercato di nuovi interpreti. Il non plus ultra della rendita è avere successo in politica, non c'è bisogno di arrivare in parlamento, ma è necessario almeno diventare assessore di qualcosa, il consiglio comunale non basta.
In questo contesto i giovani hanno il dovere di diventare piccole iene, nessuno gli regalerà nulla, e dovranno fare il giro largo, accumulando esperienze e competenze lì dove gli sarà consentito. Lo scopo ultimo è tornare con le spalle larghe e rimpiazzare per manifesta superiorità il gerontoscemo di turno. E'il paradigma renziano della rottamazione applicato su larga scala. L'importante è sbrigarsi, essere inappuntabili, non concedersi indulgenze. Il colpo finale all'attuale stato di cose sarà l'abbandono del contratto a tempo indeterminato nel privato e nel pubblico impiego; diventerà più simile al permanent job europeo, con l'unica garanzia di un sufficiente preavviso prima del licenziamento.
Un consiglio per i neodiplomati: laurearsi presto è più importante che laurearsi bene, ma dovete sfruttare adeguatamente questo vantaggio temporale, i casini veri cominciano dopo l'università, e laurearsi presto per diventare carne da macello del sistema non ha senso. Il tempo passa veloce e voi non sarete giovani a lungo, vi sfrutteranno con apprendistati/stage/contratti farsa, sfruttando i vari incentivi sulle assunzioni. Finiti quegli incentivi sarete inservibili. Mollate stage che si protraggono per più di sei mesi, reinventatevi se necessario, guardatevi intorno, imparate lingue, non legatevi troppo a posti, persone, e stili di vita. Rifiutate i contratti da dipendente mascherati con le p.iva al 5%, se vi promettono che sarete assunti una volta finita la crisi non credeteci, sfruttate conoscenze e influenza dei vostri genitori, se ne hanno. Procuratevi un buon avvocato per ogni evenienza
Secondo te fare esperienze all'estero dopo la magistrale può essere un ostacolo se si decide di tornare in Italia intorno ai 30 ? mi rifaccio al discorso che fai qua, ovvero delle resistenze della vecchia generazione e "la paura" di assumere qualcuno con troppe qualifiche
Tessera N° 7
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Dai 23 ai 30 significa che avrai 7 anni di esperienza internazionale dopo la specialistica, se continuano a rimbalzarti insisti e fregatene, al massimo torni fuori da qualche altra parte, riprendendo il discorso che facevamo prima nessuno potrà impedirti di andare via e tornare per poi trascorrere un altro periodo estero, l'Europa unita torna utile proprio a questo fine. Le comodità del posto fisso garantito sono destinate ad estinguersi perfino qui, i diritti acquisiti cadranno, ed i sindacati pur di evitare il tracollo firmeranno qualsiasi cosa. Non fatico ad immaginare gli anni a venire, sarà pieno di quarantenni-cinquantenni che si troveranno in mezzo ad una strada e proveranno a riciclarsi, dopo aver lavorato 20 anni per la stessa azienda che nel frattempo avrà chiuso i battenti non potendo reggere la competizione globale.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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R: Il dramma delle università italiane
Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggioè così, c'è poco da fare. hanno fatto credere ai nostri genitori che, siccome in passato chi prendeva quel pezzo di carta aveva un lavoro certo e più pagato del resto, anche loro, ora che ne avevano la possibilità "tecnica" avrebbero ottenuto gli stessi benefici, trascurando totalmente la questione di saturazione del sistema.
un mio ex professore mi disse che lui nella sua impresa ha praticamente smesso di assumere laureati. assume 10 magazzinieri sotto i 20 anni, fa crescere quei 2-3 più in gamba e ha risultati migliori che assumendo 2 laureati che escono vecchi, ignoranti, incapaci e spocchiosi, che necessitano di anni di esperienza per poter fare il lavoro, ma che vogliono saltare la gavetta perché hanno un pezzo di carta.
Io avrò avuto culo ma con un misero diploma ho subito trovato un buon lavoro ben retribuito...
Facendo due conti il laureato che esce a 25 26 anni dagli studi se prende meno di 2000 euro in meno circa al mese è in perdita rispetto al diplomato
Inviato dal mio HTC One con Tapatalk 2Originariamente Scritto da Pescalei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
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Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggiol'unica differenza è che da laureato (per una serie di fattori, non solo quello del pezzo di carta) la probabilità di fare "carriera" è un po' più elevata; ma un neolaureato medio dovrebbe guadagnare meno di uno bravo che lavora da quando ha 18 anni (o addirittura 14)Tessera N°0
Originariamente Scritto da fede1990Inoltre, Marco mi ha concesso di stare insieme a lui mentre si allenava.. Questo denota la gentilezza di Marco nei nostri confronti!Originariamente Scritto da PonnoSegnate: Vinales campioneOriginariamente Scritto da SeanCe pijamo tutto.
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Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza MessaggioPure il mio titolare evita al massimo i laureati... Ora lo sto convincendo ad assumerne uno ed è durissima... Lo assumerà solo xke è da un anno che collabora con noi e si è dimostrato capace...
Io avrò avuto culo ma con un misero diploma ho subito trovato un buon lavoro ben retribuito...
Facendo due conti il laureato che esce a 25 26 anni dagli studi se prende meno di 2000 euro in meno circa al mese è in perdita rispetto al diplomato
Inviato dal mio HTC One con Tapatalk 2
L'85% dei laureati sono in condizione dei <2000€ al mese fino ai 30 anni.
2000€ io li percepisco solo quando faccio una trasferta sostanziosa.....
E lavoro da 4 anni...(laureato in Economia e Gestione Az.)sigpic
Originariamente Scritto da GalDregonse tu mi ammazzi il cane ne prendi il posto, fidatiOriginariamente Scritto da FantasmaDiabolico3e poi ti azzanno e tu prendi il posto di lui, fidati.Originariamente Scritto da FantasmaDiabolico3gallo dragone, io e i miei fratelli a te ti cuociamo, fidatiOriginariamente Scritto da GalDregonvi beccate tante di quelle mazzate che forse tornate sani
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Ma avete presente quanti sono 2000 euro al mese (netti) per un impiegato?Tessera N°0
Originariamente Scritto da fede1990Inoltre, Marco mi ha concesso di stare insieme a lui mentre si allenava.. Questo denota la gentilezza di Marco nei nostri confronti!Originariamente Scritto da PonnoSegnate: Vinales campioneOriginariamente Scritto da SeanCe pijamo tutto.
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Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza MessaggioPrendo spunto dal topic di carredds per fare una riflessione: ultimamente sento sempre parlare di disoccupazione, di mancanza di impiego, di lavori non adatti al neolaureato. Per carità, non lo metto in dubbio, ma non sento dire così frequentemente che l'età in cui ci si laurea è alta, molto alta. Preso atto che all'estero hanno un anno in meno di superiori ed un anno in più di bachelor, possiamo fare dei confronti: beh, dove studiavo io, Alla Carlos III di Madrid, gente pensantemente indietro non c'era tant'è che quasi tutte le persone del quarto anno (ultimo) stavano iniziando stages(come ultimo step prima della laurea). Va detto, ad onor del vero, che i corsi erano più facili e più a misura di stundente ( tante lezioni pratiche, tanti midterm exams) ma va anche detto che non c'erano 50 appelli per superare un esame: appello del semestre, appello straordinario, STOP. Se non si passa, si ripete il corso. In Italia, con la scusante che ci sono corsi difficili, c'è moltissima teoria (non vedo dove sia il problema ma vabbè), non si fanno esoneri (io sono stato fortunato e li ho sempre fatti), si ha, come dicevo prima, 7,8 appelli per fare un esame, come si fa ad andare 4-5 anni fuoricorso ? Il giorno della mia laurea, a parte me, non c'era nessuno in corso. E se consideriamo tutto il dipartimento di statistica, a laurearsi in tempo eravamo in 4. Gli altri laureandi erano del 90 (ma ci sta eh, un anno fuori corso è cosa normalissima),88,87 e 85. E non credete che molti altri prenderanno la laurea fino alla fine dell'anno: massimo altre 30 persone, includendo tutti gli studenti fuori corso, meno del 15%.
Il problema vero, per me , è che anche in facoltà classiche si assiste a questo fenomeno e un neolaureato 30enne a Storia non so quanto possa essere appetibilie per il mercato. Io credo che prima di inveire contro la disoccupazione ci si dovrebbe fare un esame di coscienza, tutti insieme.
bisogna vedere questo 30 enne quando si iscrive io mi sono iscritto in infermieristica a 27 anni e mi sto laureando a 30, in regola... mica ho dormito... e prima ho lavorato, problema di lavoro non ce ne x infermieri ci sono le cliniche che hanno i promoter davanti l'università per accaparrarsi quando esce un infermiere laureato e reparti chiusi per mancanza di infermieri, quindi il tutto è soggettivo a seconda la laurea a seconda quando ti sei iscritto ecc...
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Leggete questo articolo:
Miojob - scopri le offerte di lavoro. Tanti annunci in linea con le tue esigenze e notizie utili sulle tendenze del mercato.
Molto sinteticamente dice che la laurea è vantaggiosa sia a livello occupazionale, che a livello retributivo. Nei primi anni la differenza tra laureato e diplomato è sottile, in seguito aumenta.
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un neolaureato DEVE percepire meno di un non laureato che ha parecchia esperienza lavorativa: uscito dall'università non si hanno competenze pratiche, non si sa risolvere un problema, vuoi perchè è un problema delle nostre uni, vuoi perchè non si ha alcuna esperienza "reale".
@ribosio non so dove vivi, ma dove sono io gli infermieri sono tutti precari
Tessera N° 7
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Originariamente Scritto da modgallagher Visualizza MessaggioMa avete presente quanti sono 2000 euro al mese (netti) per un impiegato?
---------- Post added at 13:34:56 ---------- Previous post was at 13:32:22 ----------
Originariamente Scritto da The_machine Visualizza MessaggioLeggete questo articolo:
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Molto sinteticamente dice che la laurea è vantaggiosa sia a livello occupazionale, che a livello retributivo. Nei primi anni la differenza tra laureato e diplomato è sottile, in seguito aumenta.
Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza Messaggioun neolaureato DEVE percepire meno di un non laureato che ha parecchia esperienza lavorativa: uscito dall'università non si hanno competenze pratiche, non si sa risolvere un problema, vuoi perchè è un problema delle nostre uni, vuoi perchè non si ha alcuna esperienza "reale".
@ribosio non so dove vivi, ma dove sono io gli infermieri sono tutti precarisigpic
Originariamente Scritto da GalDregonse tu mi ammazzi il cane ne prendi il posto, fidatiOriginariamente Scritto da FantasmaDiabolico3e poi ti azzanno e tu prendi il posto di lui, fidati.Originariamente Scritto da FantasmaDiabolico3gallo dragone, io e i miei fratelli a te ti cuociamo, fidatiOriginariamente Scritto da GalDregonvi beccate tante di quelle mazzate che forse tornate sani
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