Prendo spunto dal topic di carredds per fare una riflessione: ultimamente sento sempre parlare di disoccupazione, di mancanza di impiego, di lavori non adatti al neolaureato. Per carità, non lo metto in dubbio, ma non sento dire così frequentemente che l'età in cui ci si laurea è alta, molto alta. Preso atto che all'estero hanno un anno in meno di superiori ed un anno in più di bachelor, possiamo fare dei confronti: beh, dove studiavo io, Alla Carlos III di Madrid, gente pensantemente indietro non c'era tant'è che quasi tutte le persone del quarto anno (ultimo) stavano iniziando stages(come ultimo step prima della laurea). Va detto, ad onor del vero, che i corsi erano più facili e più a misura di stundente ( tante lezioni pratiche, tanti midterm exams) ma va anche detto che non c'erano 50 appelli per superare un esame: appello del semestre, appello straordinario, STOP. Se non si passa, si ripete il corso. In Italia, con la scusante che ci sono corsi difficili, c'è moltissima teoria (non vedo dove sia il problema ma vabbè), non si fanno esoneri (io sono stato fortunato e li ho sempre fatti), si ha, come dicevo prima, 7,8 appelli per fare un esame, come si fa ad andare 4-5 anni fuoricorso ? Il giorno della mia laurea, a parte me, non c'era nessuno in corso. E se consideriamo tutto il dipartimento di statistica, a laurearsi in tempo eravamo in 4. Gli altri laureandi erano del 90 (ma ci sta eh, un anno fuori corso è cosa normalissima),88,87 e 85. E non credete che molti altri prenderanno la laurea fino alla fine dell'anno: massimo altre 30 persone, includendo tutti gli studenti fuori corso, meno del 15%.
Il problema vero, per me , è che anche in facoltà classiche si assiste a questo fenomeno e un neolaureato 30enne a Storia non so quanto possa essere appetibilie per il mercato. Io credo che prima di inveire contro la disoccupazione ci si dovrebbe fare un esame di coscienza, tutti insieme.
Il problema vero, per me , è che anche in facoltà classiche si assiste a questo fenomeno e un neolaureato 30enne a Storia non so quanto possa essere appetibilie per il mercato. Io credo che prima di inveire contro la disoccupazione ci si dovrebbe fare un esame di coscienza, tutti insieme.
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