Originariamente Scritto da gorgone
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qua mi costringi al post che non leggerà nessuno e che mi riprometto sempre di non fare, ma tant'è, devo ricordarmi di non intervinire fuori dalla trash e basta.
se siamo in ballo, balliamo.
il razzismo in sé non implica un giudizio si superiorità verso una o più razze, non organico almeno, questa impostazione è solamente quella della specifica esperienza nazionalsocialista, spesso assunta ad epitome di cosa sia (o di come dovrebbe essere inteso) il razzismo.
mentre, al contrario, questo senso di razzismo è soltanto un fenomeno di rilevanza storica ben precisa, che si sviluppa nel tessuto multiculturale dell'europa centro-orientale (cfr. mazower o kappeler): è il noto progetto basato sulla programmatica assimilazione di determinate componenti etniche alla condizione di razze culturalmente e biologicamente inferiori, da assoggettare od eliminare a beneficio della nuova herrenrasse.
l'antenato di questo significato di razzsiamo è il razzismo biologico, che ha variamente animato i progetti imperialistici europei fra otto e novecento (pur con significative sfumature, ma prendiamo grosso modo per buona questa rappresentazione di carattere più astratto).
l'attenzione che si presta nei libri di scuola o nella retorica a questa interpretazione di razzismo o forse banalmente perché sono traumi recenti, oscura numerosissimi e significativi esempi in cui il concetto di razza risulta tangente rispetto allo scontro, presunto od artatamente sollecitato, fra due o più nazioni (intese al modo ottocentesco) senza che sia postulata una radicale inferiorità dell'uno o dell'altro.
es: l'acceso contrasto fra francia e germania, inteso anche come scontro fra civilizzazione francese e cultura germanica, fra razza latina e razza teutonica. l'idea di una sonderweg tedesca fondata sulla dicotomia fra kultur e zivilisation: il concetto ripreso variamente da mann già prima della guerra, da spengler dopo, della necessità da parte della germania di opporsi al resto dell'occidente perché latrice di una civiltà non superiore a quella delle democrazie francese od anglosassone, ma semplicemente più vitale, ancora attiva e propositiva, fertile; in contrapposizione, quindi, al resto della cultura europea un tempo grande ma oramai degenerata in zivilisation, sterile ed immobile formalizzazione della cultura. non c'è affatto l'assioma dell'assoluta superiorità dell'uno rispetto all'assoluta inferiorità dell'altro, ma ha comunque generato feroci dinamiche esclusiviste ed intensi fenomeni di odio reciproco che potrebbero essere pienamente definiti solo come razzistici. giusto per rendersi conto basterebbe gettare un occhio sulla propaganda durante la Grande guerra, quando tali sentimenti giunsero all'acme. e potrei continuare citando altri esempi.
sottolineo, perché è forse il paradosso più intrigante della belle époque, che tali spinte razzistiche si contemperavano con istanze di carattere opposto: la reciproca ammirazioni per determinati tratti culturali l'uno dell'altro.
qualcosa di molto simile avviene oggi in cina, la cina è animata da fortissime spinte razzistiche, e, la popolazione han è convinta di essere la razza superiore, destinata a dominare il mondo, per ora sterminano entro il loro territorio, le altre etnie, ma il loro sogno bagnato è di sterminarci o, almeno, assoggettarci, tutti, questo non impedisce loro di ammirare la nostra opera lirica o l'insegnamento della logica ad eton.
la concezione di una incolmabile inferiorità culturale o biologica non è conditio sine qua non del razzismo, che si nutre anche di altri sentimenti e si basa anche su altre categorizzazioni: sempre rigidamente esclusiviste, ma che chiamano in ballo elementi di carattere di altro tipo.
in questo thread sono molti ad avere espresso, più o meno consapevolmente, posizioni di questo tipo.
questo però, non mi può far credere che, tu in particolar modo, si ignori la storia del fallimento della ricerca della razza e, non a caso, si è partiti a discutere dal mio quote sull'inesistenza della razza bianca e della razza negra, perché, per quanti sforzi si siano fatti (e se ne sono fatti) poi ci si scontra sempre con il fatto che gruppi ***** hanno caratteristiche più simile a gruppi bianchi che ad altri gruppi *****.
l'esempio tombale che si fa è sempre quello dei watussi, un patrimonio genetico quasi identico a quello di un normanno eppure indiscutibilmente *****.
ma sono, ovviamente, infiniti i casi. ci hanno provato, ma non ci sono riusciti, per questo si è poi spostato il concetto di razza come dicevo sopra ed è un concetto, appunto, ancora non inciso sulle tavole della legge, perché se è ovvio, come è ovvio che esistano differenze, più problematica è la sistematizzazione, la definizione e tutto il resto su cui un pensiero scientifico dovrebbe basarsi, ma, se una cosa sappiamo, ecco sappiamo che la categorizzazione *****/bianchi non sta in piedi su basi genetiche (perché pochissimi sono i geni che determinano il colore) e ci troviamo dannatamente simili ad alcuni *****, eppure il watusso così geneticamente simile a me mi è distante per cultura, ed ecco - ripeto - perché si è spostato il concetto di razza da una piano biologico e genetico ad uno culturale.
un concetto, ancora, in divenire. insisto.
se siamo in ballo, balliamo.
il razzismo in sé non implica un giudizio si superiorità verso una o più razze, non organico almeno, questa impostazione è solamente quella della specifica esperienza nazionalsocialista, spesso assunta ad epitome di cosa sia (o di come dovrebbe essere inteso) il razzismo.
mentre, al contrario, questo senso di razzismo è soltanto un fenomeno di rilevanza storica ben precisa, che si sviluppa nel tessuto multiculturale dell'europa centro-orientale (cfr. mazower o kappeler): è il noto progetto basato sulla programmatica assimilazione di determinate componenti etniche alla condizione di razze culturalmente e biologicamente inferiori, da assoggettare od eliminare a beneficio della nuova herrenrasse.
l'antenato di questo significato di razzsiamo è il razzismo biologico, che ha variamente animato i progetti imperialistici europei fra otto e novecento (pur con significative sfumature, ma prendiamo grosso modo per buona questa rappresentazione di carattere più astratto).
l'attenzione che si presta nei libri di scuola o nella retorica a questa interpretazione di razzismo o forse banalmente perché sono traumi recenti, oscura numerosissimi e significativi esempi in cui il concetto di razza risulta tangente rispetto allo scontro, presunto od artatamente sollecitato, fra due o più nazioni (intese al modo ottocentesco) senza che sia postulata una radicale inferiorità dell'uno o dell'altro.
es: l'acceso contrasto fra francia e germania, inteso anche come scontro fra civilizzazione francese e cultura germanica, fra razza latina e razza teutonica. l'idea di una sonderweg tedesca fondata sulla dicotomia fra kultur e zivilisation: il concetto ripreso variamente da mann già prima della guerra, da spengler dopo, della necessità da parte della germania di opporsi al resto dell'occidente perché latrice di una civiltà non superiore a quella delle democrazie francese od anglosassone, ma semplicemente più vitale, ancora attiva e propositiva, fertile; in contrapposizione, quindi, al resto della cultura europea un tempo grande ma oramai degenerata in zivilisation, sterile ed immobile formalizzazione della cultura. non c'è affatto l'assioma dell'assoluta superiorità dell'uno rispetto all'assoluta inferiorità dell'altro, ma ha comunque generato feroci dinamiche esclusiviste ed intensi fenomeni di odio reciproco che potrebbero essere pienamente definiti solo come razzistici. giusto per rendersi conto basterebbe gettare un occhio sulla propaganda durante la Grande guerra, quando tali sentimenti giunsero all'acme. e potrei continuare citando altri esempi.
sottolineo, perché è forse il paradosso più intrigante della belle époque, che tali spinte razzistiche si contemperavano con istanze di carattere opposto: la reciproca ammirazioni per determinati tratti culturali l'uno dell'altro.
qualcosa di molto simile avviene oggi in cina, la cina è animata da fortissime spinte razzistiche, e, la popolazione han è convinta di essere la razza superiore, destinata a dominare il mondo, per ora sterminano entro il loro territorio, le altre etnie, ma il loro sogno bagnato è di sterminarci o, almeno, assoggettarci, tutti, questo non impedisce loro di ammirare la nostra opera lirica o l'insegnamento della logica ad eton.
la concezione di una incolmabile inferiorità culturale o biologica non è conditio sine qua non del razzismo, che si nutre anche di altri sentimenti e si basa anche su altre categorizzazioni: sempre rigidamente esclusiviste, ma che chiamano in ballo elementi di carattere di altro tipo.
in questo thread sono molti ad avere espresso, più o meno consapevolmente, posizioni di questo tipo.
questo però, non mi può far credere che, tu in particolar modo, si ignori la storia del fallimento della ricerca della razza e, non a caso, si è partiti a discutere dal mio quote sull'inesistenza della razza bianca e della razza negra, perché, per quanti sforzi si siano fatti (e se ne sono fatti) poi ci si scontra sempre con il fatto che gruppi ***** hanno caratteristiche più simile a gruppi bianchi che ad altri gruppi *****.
l'esempio tombale che si fa è sempre quello dei watussi, un patrimonio genetico quasi identico a quello di un normanno eppure indiscutibilmente *****.
ma sono, ovviamente, infiniti i casi. ci hanno provato, ma non ci sono riusciti, per questo si è poi spostato il concetto di razza come dicevo sopra ed è un concetto, appunto, ancora non inciso sulle tavole della legge, perché se è ovvio, come è ovvio che esistano differenze, più problematica è la sistematizzazione, la definizione e tutto il resto su cui un pensiero scientifico dovrebbe basarsi, ma, se una cosa sappiamo, ecco sappiamo che la categorizzazione *****/bianchi non sta in piedi su basi genetiche (perché pochissimi sono i geni che determinano il colore) e ci troviamo dannatamente simili ad alcuni *****, eppure il watusso così geneticamente simile a me mi è distante per cultura, ed ecco - ripeto - perché si è spostato il concetto di razza da una piano biologico e genetico ad uno culturale.
un concetto, ancora, in divenire. insisto.
Ad ogni modo il fatto che si sia finiti a parlare di razzismo in un 3D sulla difesa personale fa riflettere.
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