mah anche quello di razza non è un concetto univoco e non esiste formulazione incisa sulle tavole della legge, eccetto su bw dove tutto è facile. prima delle teorie neodarwiniste e della ricerca disperata e disperante di un qualsivoglia fondamento prima somatico e poi genetico al concetto di razza questa è stata declinata in termini culturali (legandola spesso a doppio filo al concetto di nazione); tale declinazione, individua un gruppo culturale chiamato razza sulla base di comunanze od affinità (spesso stiracchiate se non inventate ex novo) linguistiche, comportamentali e di costume.
eccesso di legittima difesa
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggiose non fosse che l ' intelletto un concetto estramamente vago...Originariamente Scritto da laplaceIo che sono innocente, il più innocente di tutti maledetti bastardi che mi avete concepito per poi farmi passare serate come questaOriginariamente Scritto da Pescavuole disperatamente scoprire se scopo, bevo, mi faccio inculare. cose che non saprà mai.
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Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggiomah anche quello di razza non è un concetto univoco e non esiste formulazione incisa sulle tavole della legge, eccetto su bw dove tutto è facile. prima delle teorie neodarwiniste e della ricerca disperata e disperante di un qualsivoglia fondamento prima somatico e poi genetico al concetto di razza questa è stata declinata in termini culturali (legandola spesso a doppio filo al concetto di nazione); tale declinazione, individua un gruppo culturale chiamato razza sulla base di comunanze od affinità (spesso stiracchiate se non inventate ex novo) linguistiche, comportamentali e di costume.
Che poi l'esistenza di razze diverse non necessariamente significherebbe superiorità ed inferiorità l'una circa l'altra, neh...
*Non cominciate a chiedermi ''ah si? Postali, Google l'avete anche voi''.Last edited by Ospite; 05-07-2013, 21:19:40.
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Ma in effetti non ci vedo niente di male ad affermare che una parte del mondo (o più parti.. hanno dominato e portato la tecnologia/cultura/scienza etc.. dove sono adesso).
poi se vogliamo dire che la culla della matematica (esempio) è stata nell'antichità in ghana piuttosto che in grecia, ma che non sono riusciti ad esprimersi, adesso fuori sta nevicando.Originariamente Scritto da zajkail buco del culo è stato programmato a senso unico, siete voi che avete inventato che debba fungere anche da entrata, quindi dovete subire e stare zitti.
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza Messaggiotrovo sinceramente ridicolo negare l'evidenza solo per mera faziosità politica (o, peggio ancora, per il ''politically correct'').
Che poi l'esistenza di razze diverse non necessariamente significherebbe superiorità ed inferiorità l'una circa l'altra, neh...
se siamo in ballo, balliamo.
il razzismo in sé non implica un giudizio si superiorità verso una o più razze, non organico almeno, questa impostazione è solamente quella della specifica esperienza nazionalsocialista, spesso assunta ad epitome di cosa sia (o di come dovrebbe essere inteso) il razzismo.
mentre, al contrario, questo senso di razzismo è soltanto un fenomeno di rilevanza storica ben precisa, che si sviluppa nel tessuto multiculturale dell'europa centro-orientale (cfr. mazower o kappeler): è il noto progetto basato sulla programmatica assimilazione di determinate componenti etniche alla condizione di razze culturalmente e biologicamente inferiori, da assoggettare od eliminare a beneficio della nuova herrenrasse.
l'antenato di questo significato di razzsiamo è il razzismo biologico, che ha variamente animato i progetti imperialistici europei fra otto e novecento (pur con significative sfumature, ma prendiamo grosso modo per buona questa rappresentazione di carattere più astratto).
l'attenzione che si presta nei libri di scuola o nella retorica a questa interpretazione di razzismo o forse banalmente perché sono traumi recenti, oscura numerosissimi e significativi esempi in cui il concetto di razza risulta tangente rispetto allo scontro, presunto od artatamente sollecitato, fra due o più nazioni (intese al modo ottocentesco) senza che sia postulata una radicale inferiorità dell'uno o dell'altro.
es: l'acceso contrasto fra francia e germania, inteso anche come scontro fra civilizzazione francese e cultura germanica, fra razza latina e razza teutonica. l'idea di una sonderweg tedesca fondata sulla dicotomia fra kultur e zivilisation: il concetto ripreso variamente da mann già prima della guerra, da spengler dopo, della necessità da parte della germania di opporsi al resto dell'occidente perché latrice di una civiltà non superiore a quella delle democrazie francese od anglosassone, ma semplicemente più vitale, ancora attiva e propositiva, fertile; in contrapposizione, quindi, al resto della cultura europea un tempo grande ma oramai degenerata in zivilisation, sterile ed immobile formalizzazione della cultura. non c'è affatto l'assioma dell'assoluta superiorità dell'uno rispetto all'assoluta inferiorità dell'altro, ma ha comunque generato feroci dinamiche esclusiviste ed intensi fenomeni di odio reciproco che potrebbero essere pienamente definiti solo come razzistici. giusto per rendersi conto basterebbe gettare un occhio sulla propaganda durante la Grande guerra, quando tali sentimenti giunsero all'acme. e potrei continuare citando altri esempi.
sottolineo, perché è forse il paradosso più intrigante della belle époque, che tali spinte razzistiche si contemperavano con istanze di carattere opposto: la reciproca ammirazioni per determinati tratti culturali l'uno dell'altro.
qualcosa di molto simile avviene oggi in cina, la cina è animata da fortissime spinte razzistiche, e, la popolazione han è convinta di essere la razza superiore, destinata a dominare il mondo, per ora sterminano entro il loro territorio, le altre etnie, ma il loro sogno bagnato è di sterminarci o, almeno, assoggettarci, tutti, questo non impedisce loro di ammirare la nostra opera lirica o l'insegnamento della logica ad eton.
la concezione di una incolmabile inferiorità culturale o biologica non è conditio sine qua non del razzismo, che si nutre anche di altri sentimenti e si basa anche su altre categorizzazioni: sempre rigidamente esclusiviste, ma che chiamano in ballo elementi di carattere di altro tipo.
in questo thread sono molti ad avere espresso, più o meno consapevolmente, posizioni di questo tipo.
questo però, non mi può far credere che, tu in particolar modo, si ignori la storia del fallimento della ricerca della razza e, non a caso, si è partiti a discutere dal mio quote sull'inesistenza della razza bianca e della razza negra, perché, per quanti sforzi si siano fatti (e se ne sono fatti) poi ci si scontra sempre con il fatto che gruppi ***** hanno caratteristiche più simile a gruppi bianchi che ad altri gruppi *****.
l'esempio tombale che si fa è sempre quello dei watussi, un patrimonio genetico quasi identico a quello di un normanno eppure indiscutibilmente *****.
ma sono, ovviamente, infiniti i casi. ci hanno provato, ma non ci sono riusciti, per questo si è poi spostato il concetto di razza come dicevo sopra ed è un concetto, appunto, ancora non inciso sulle tavole della legge, perché se è ovvio, come è ovvio che esistano differenze, più problematica è la sistematizzazione, la definizione e tutto il resto su cui un pensiero scientifico dovrebbe basarsi, ma, se una cosa sappiamo, ecco sappiamo che la categorizzazione *****/bianchi non sta in piedi su basi genetiche (perché pochissimi sono i geni che determinano il colore) e ci troviamo dannatamente simili ad alcuni *****, eppure il watusso così geneticamente simile a me mi è distante per cultura, ed ecco - ripeto - perché si è spostato il concetto di razza da una piano biologico e genetico ad uno culturale.
un concetto, ancora, in divenire. insisto.Last edited by gorgone; 06-07-2013, 09:04:01.
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Gorghy..porca miseria. Almeno in due puntate tipo la partita italia argentina di epicoE se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!
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Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggioqua mi costringi al post che non leggerà nessuno e che mi riprometto sempre di non fare, ma tant'è, devo ricordarmi di non intervinire fuori dalla trash e basta.
se siamo in ballo, balliamo.
il razzismo in sé non implica un giudizio si superiorità verso una o più razze, non organico almeno, questa impostazione è solamente quella della specifica esperienza nazionalsocialista, spesso assunta ad epitome di cosa sia (o di come dovrebbe essere inteso) il razzismo.
mentre, al contrario, questo senso di razzismo è soltanto un fenomeno di rilevanza storica ben precisa, che si sviluppa nel tessuto multiculturale dell'europa centro-orientale (cfr. mazower o kappeler): è il noto progetto basato sulla programmatica assimilazione di determinate componenti etniche alla condizione di razze culturalmente e biologicamente inferiori, da assoggettare od eliminare a beneficio della nuova herrenrasse.
l'antenato di questo significato di razzsiamo è il razzismo biologico, che ha variamente animato i progetti imperialistici europei fra otto e novecento (pur con significative sfumature, ma prendiamo grosso modo per buona questa rappresentazione di carattere più astratto).
l'attenzione che si presta nei libri di scuola o nella retorica a questa interpretazione di razzismo o forse banalmente perché sono traumi recenti, oscura numerosissimi e significativi esempi in cui il concetto di razza risulta tangente rispetto allo scontro, presunto od artatamente sollecitato, fra due o più nazioni (intese al modo ottocentesco) senza che sia postulata una radicale inferiorità dell'uno o dell'altro.
es: l'acceso contrasto fra francia e germania, inteso anche come scontro fra civilizzazione francese e cultura germanica, fra razza latina e razza teutonica. l'idea di una sonderweg tedesca fondata sulla dicotomia fra kultur e zivilisation: il concetto ripreso variamente da mann già prima della guerra, da spengler dopo, della necessità da parte della germania di opporsi al resto dell'occidente perché latrice di una civiltà non superiore a quella delle democrazie francese od anglosassone, ma semplicemente più vitale, ancora attiva e propositiva, fertile; in contrapposizione, quindi, al resto della cultura europea un tempo grande ma oramai degenerata in zivilisation, sterile ed immobile formalizzazione della cultura. non c'è affatto l'assioma dell'assoluta superiorità dell'uno rispetto all'assoluta inferiorità dell'altro, ma ha comunque generato feroci dinamiche esclusiviste ed intensi fenomeni di odio reciproco che potrebbero essere pienamente definiti solo come razzistici. giusto per rendersi conto basterebbe gettare un occhio sulla propaganda durante la Grande guerra, quando tali sentimenti giunsero all'acme. e potrei continuare citando altri esempi.
sottolineo, perché è forse il paradosso più intrigante della belle époque, che tali spinte razzistiche si contemperavano con istanze di carattere opposto: la reciproca ammirazioni per determinati tratti culturali l'uno dell'altro.
qualcosa di molto simile avviene oggi in cina, la cina è animata da fortissime spinte razzistiche, e, la popolazione han è convinta di essere la razza superiore, destinata a dominare il mondo, per ora sterminano entro il loro territorio, le altre etnie, ma il loro sogno bagnato è di sterminarci o, almeno, assoggettarci, tutti, questo non impedisce loro di ammirare la nostra opera lirica o l'insegnamento della logica ad eton.
la concezione di una incolmabile inferiorità culturale o biologica non è conditio sine qua non del razzismo, che si nutre anche di altri sentimenti e si basa anche su altre categorizzazioni: sempre rigidamente esclusiviste, ma che chiamano in ballo elementi di carattere di altro tipo.
in questo thread sono molti ad avere espresso, più o meno consapevolmente, posizioni di questo tipo.
questo però, non mi può far credere che, tu in particolar modo, si ignori la storia del fallimento della ricerca della razza e, non a caso, si è partiti a discutere dal mio quote sull'inesistenza della razza bianca e della razza negra, perché, per quanti sforzi si siano fatti (e se ne sono fatti) poi ci si scontra sempre con il fatto che gruppi ***** hanno caratteristiche più simile a gruppi bianchi che ad altri gruppi *****.
l'esempio tombale che si fa è sempre quello dei watussi, un patrimonio genetico quasi identico a quello di un normanno eppure indiscutibilmente *****.
ma sono, ovviamente, infiniti i casi. ci hanno provato, ma non ci sono riusciti, per questo si è poi spostato il concetto di razza come dicevo sopra ed è un concetto, appunto, ancora non inciso sulle tavole della legge, perché se è ovvio, come è ovvio che esistano differenze, più problematica è la sistematizzazione, la definizione e tutto il resto su cui un pensiero scientifico dovrebbe basarsi, ma, se una cosa sappiamo, ecco sappiamo che la categorizzazione *****/bianchi non sta in piedi su basi genetiche (perché pochissimi sono i geni che determinano il colore) e ci troviamo dannatamente simili ad alcuni *****, eppure il watusso così geneticamente simile a me mi è distante per cultura, ed ecco - ripeto - perché si è spostato il concetto di razza da una piano biologico e genetico ad uno culturale.
un concetto, ancora, in divenire. insisto.
Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggiosgorga, life is too short for that
Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza MessaggioBodyweb non giova alla teoria della superiorità razziale
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Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggioqua mi costringi al post che non leggerà nessuno e che mi riprometto sempre di non fare, ma tant'è, devo ricordarmi di non intervinire fuori dalla trash e basta.
se siamo in ballo, balliamo.
il razzismo in sé non implica un giudizio si superiorità verso una o più razze, non organico almeno, questa impostazione è solamente quella della specifica esperienza nazionalsocialista, spesso assunta ad epitome di cosa sia (o di come dovrebbe essere inteso) il razzismo.
mentre, al contrario, questo senso di razzismo è soltanto un fenomeno di rilevanza storica ben precisa, che si sviluppa nel tessuto multiculturale dell'europa centro-orientale (cfr. mazower o kappeler): è il noto progetto basato sulla programmatica assimilazione di determinate componenti etniche alla condizione di razze culturalmente e biologicamente inferiori, da assoggettare od eliminare a beneficio della nuova herrenrasse.
l'antenato di questo significato di razzsiamo è il razzismo biologico, che ha variamente animato i progetti imperialistici europei fra otto e novecento (pur con significative sfumature, ma prendiamo grosso modo per buona questa rappresentazione di carattere più astratto).
l'attenzione che si presta nei libri di scuola o nella retorica a questa interpretazione di razzismo o forse banalmente perché sono traumi recenti, oscura numerosissimi e significativi esempi in cui il concetto di razza risulta tangente rispetto allo scontro, presunto od artatamente sollecitato, fra due o più nazioni (intese al modo ottocentesco) senza che sia postulata una radicale inferiorità dell'uno o dell'altro.
es: l'acceso contrasto fra francia e germania, inteso anche come scontro fra civilizzazione francese e cultura germanica, fra razza latina e razza teutonica. l'idea di una sonderweg tedesca fondata sulla dicotomia fra kultur e zivilisation: il concetto ripreso variamente da mann già prima della guerra, da spengler dopo, della necessità da parte della germania di opporsi al resto dell'occidente perché latrice di una civiltà non superiore a quella delle democrazie francese od anglosassone, ma semplicemente più vitale, ancora attiva e propositiva, fertile; in contrapposizione, quindi, al resto della cultura europea un tempo grande ma oramai degenerata in zivilisation, sterile ed immobile formalizzazione della cultura. non c'è affatto l'assioma dell'assoluta superiorità dell'uno rispetto all'assoluta inferiorità dell'altro, ma ha comunque generato feroci dinamiche esclusiviste ed intensi fenomeni di odio reciproco che potrebbero essere pienamente definiti solo come razzistici. giusto per rendersi conto basterebbe gettare un occhio sulla propaganda durante la Grande guerra, quando tali sentimenti giunsero all'acme. e potrei continuare citando altri esempi.
sottolineo, perché è forse il paradosso più intrigante della belle époque, che tali spinte razzistiche si contemperavano con istanze di carattere opposto: la reciproca ammirazioni per determinati tratti culturali l'uno dell'altro.
qualcosa di molto simile avviene oggi in cina, la cina è animata da fortissime spinte razzistiche, e, la popolazione han è convinta di essere la razza superiore, destinata a dominare il mondo, per ora sterminano entro il loro territorio, le altre etnie, ma il loro sogno bagnato è di sterminarci o, almeno, assoggettarci, tutti, questo non impedisce loro di ammirare la nostra opera lirica o l'insegnamento della logica ad eton.
la concezione di una incolmabile inferiorità culturale o biologica non è conditio sine qua non del razzismo, che si nutre anche di altri sentimenti e si basa anche su altre categorizzazioni: sempre rigidamente esclusiviste, ma che chiamano in ballo elementi di carattere di altro tipo.
in questo thread sono molti ad avere espresso, più o meno consapevolmente, posizioni di questo tipo.
questo però, non mi può far credere che, tu in particolar modo, si ignori la storia del fallimento della ricerca della razza e, non a caso, si è partiti a discutere dal mio quote sull'inesistenza della razza bianca e della razza negra, perché, per quanti sforzi si siano fatti (e se ne sono fatti) poi ci si scontra sempre con il fatto che gruppi ***** hanno caratteristiche più simile a gruppi bianchi che ad altri gruppi *****.
l'esempio tombale che si fa è sempre quello dei watussi, un patrimonio genetico quasi identico a quello di un normanno eppure indiscutibilmente *****.
ma sono, ovviamente, infiniti i casi. ci hanno provato, ma non ci sono riusciti, per questo si è poi spostato il concetto di razza come dicevo sopra ed è un concetto, appunto, ancora non inciso sulle tavole della legge, perché se è ovvio, come è ovvio che esistano differenze, più problematica è la sistematizzazione, la definizione e tutto il resto su cui un pensiero scientifico dovrebbe basarsi, ma, se una cosa sappiamo, ecco sappiamo che la categorizzazione *****/bianchi non sta in piedi su basi genetiche (perché pochissimi sono i geni che determinano il colore) e ci troviamo dannatamente simili ad alcuni *****, eppure il watusso così geneticamente simile a me mi è distante per cultura, ed ecco - ripeto - perché si è spostato il concetto di razza da una piano biologico e genetico ad uno culturale.
un concetto, ancora, in divenire. insisto.
Il concetto di razza è invece meno chiaro perchè dipende dalla definizione che si vuole dare a questa parola. Dire che le razze esistono o meno dipende dalla definizione che si vuole dare: se (molto terra terra) definisco i "bianchi" come razza e i "neri" come razza allora già due razze esistono: in fondo non nascono biondi dai ***** e ***** dai biondi, basterebbe una semplice definizione di questo tipo per dire che le razze esistono (indipendentemente dal fatto che geneticamente la differenza sia poi minima, però ho dato una definizione ho descritto qualcosa di definibile). Ovviamente se cambio la definizione di razza potrei anche dire che non esistono.
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Originariamente Scritto da violacs Visualizza MessaggioAlla Camera hanno appena fatto le dichiarazioni di voto sul disegno di legge in materia di pene detentive non carcerarie e, mi duole ammetterlo (non sai quanto), mi ritrovo a condividere il pensiero di Lega e Fratelli di Italia.
Il testo prevede l'applicazione (a discrezione del giudice) dei domiciliari per i reati puniti con la reclusione fino a sei anni.
Buonanno nel suo intervento elencava:
- pedofilia
- stalking (nb. abbiamo da poco ratificato la Convezione di Istanbul contro la violenza sulle donne)
- terrorismo
- truffa aggravata
- maltrattamenti
e altra roba che non ricordo.
Sicuramente, il problema del sovraffollamento delle carceri esiste e deve essere risolto, ma non in questo modo assurdo.
Come ha rilevato la Commissione Giustizia basterebbe semplicemente:
1. investire sull'edilizia carceraria
2. far scontare la pena agli stranieri nei loro paesi di origine attraverso la negoziazione di accordi.sigpic
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