Un altro lutto colpisce la musica italiana. E' morto Franco Califano, il cantante e l'autore di tanti successi scritti per sè e per gli altri.
È morto Franco Califano
Poeta e cantore di donne e borgate
ROMA - All'età di 74 anni, Franco Califano è morto nella sua casa ad Acilia. Malato da tempo, era nato nel 1938. Solo pochi giorni fa, il 18 marzo, si era esibito al Teatro Sistina di Roma. Originario di Pagani, in provincia di salerno, Califano era nato su un aereo in volo su Tripoli, allora colonia italiana. Ed era anche un insospettabile tifoso dell'Inter. Eppure Franco Califano resterà per sempre tra le espressioni più genuine di Roma e delle sue tante anime. Per i giornali, Franco Califano era il playboy venuto dalle borgate, che alimentava le cronache con uscite galanti e ambigue frequentazioni. Eppure, dietro il machismo e il ghigno del Califfo, si celava una persona di straordinaria sensibilità. Un'anima capace di esprime, soprattutto in età avanzata, un candore e una tenerezza quasi infantili. E' la tv dei reality a rivelarli, mentre chi era andato oltre i giornali scandalistici e si era immerso nelle canzoni del "Califfo", sapeva quanto il personaggio fosse ben più profondo delle prime impressioni.
Canzoni a cui spesso erano stati altri a dare voce. Quella di Mia Martini, ad esempio, in Minuetto (scritta con Dario Baldan Bembo) e La nevicata del '56 (testo a quattro mani con Carla Vistarini). Quella di Ornella Vanoni, interprete di La musica è finita (su musica di Umberto Bindi, scritta con Nisa), Una ragione di più (scritta con Mino Reitano). E ancora Peppino di Capri, che con Un grande amore e niente più vince il Festival di Sanremo 1973). Come dimenticare E la chiamano estate, scritta con Bruno Martino che ne fu l'interprete. E l'inno in romanesco Semo gente de borgata, affidata alle voci di Edoardo Vianello e Wilma Goich. Per la più grande voce italiana, quella di Mina, Califano scrisse un intero album, Amanti di valore, nel 1974).
Altre sono le canzoni per le quali il giovane Califano ci mette la faccia e l'ugola, credebdo finalmente nel suo timbro cavernoso e insospettabilmente sexy. Due su tutte. Lo rappresenterà per l'intera carriera Tutto il resto è noia, su musica di Frank Del Giudice. Quasi un autoritratto La mia libertà. Inevitabile, per uno così, incrociare anche le strade di Sanremo. Califano vi partecipa la prima volta nel 1988 con Io per le strade di quartiere scritta insieme a Toto Cutugno, di cui si ricorda l'interpretazione vigorosa e teatrale, da musical delle borgate. Bisogna aspettare il 1994 per rivedere Califano all'Arisotn con Napoli. Infine, l'ultima apparizione nel 2005 con Non escludo il ritorno, scritta assieme ai Tiromancino.
È morto Franco Califano
Poeta e cantore di donne e borgate
ROMA - All'età di 74 anni, Franco Califano è morto nella sua casa ad Acilia. Malato da tempo, era nato nel 1938. Solo pochi giorni fa, il 18 marzo, si era esibito al Teatro Sistina di Roma. Originario di Pagani, in provincia di salerno, Califano era nato su un aereo in volo su Tripoli, allora colonia italiana. Ed era anche un insospettabile tifoso dell'Inter. Eppure Franco Califano resterà per sempre tra le espressioni più genuine di Roma e delle sue tante anime. Per i giornali, Franco Califano era il playboy venuto dalle borgate, che alimentava le cronache con uscite galanti e ambigue frequentazioni. Eppure, dietro il machismo e il ghigno del Califfo, si celava una persona di straordinaria sensibilità. Un'anima capace di esprime, soprattutto in età avanzata, un candore e una tenerezza quasi infantili. E' la tv dei reality a rivelarli, mentre chi era andato oltre i giornali scandalistici e si era immerso nelle canzoni del "Califfo", sapeva quanto il personaggio fosse ben più profondo delle prime impressioni.
Canzoni a cui spesso erano stati altri a dare voce. Quella di Mia Martini, ad esempio, in Minuetto (scritta con Dario Baldan Bembo) e La nevicata del '56 (testo a quattro mani con Carla Vistarini). Quella di Ornella Vanoni, interprete di La musica è finita (su musica di Umberto Bindi, scritta con Nisa), Una ragione di più (scritta con Mino Reitano). E ancora Peppino di Capri, che con Un grande amore e niente più vince il Festival di Sanremo 1973). Come dimenticare E la chiamano estate, scritta con Bruno Martino che ne fu l'interprete. E l'inno in romanesco Semo gente de borgata, affidata alle voci di Edoardo Vianello e Wilma Goich. Per la più grande voce italiana, quella di Mina, Califano scrisse un intero album, Amanti di valore, nel 1974).
Altre sono le canzoni per le quali il giovane Califano ci mette la faccia e l'ugola, credebdo finalmente nel suo timbro cavernoso e insospettabilmente sexy. Due su tutte. Lo rappresenterà per l'intera carriera Tutto il resto è noia, su musica di Frank Del Giudice. Quasi un autoritratto La mia libertà. Inevitabile, per uno così, incrociare anche le strade di Sanremo. Califano vi partecipa la prima volta nel 1988 con Io per le strade di quartiere scritta insieme a Toto Cutugno, di cui si ricorda l'interpretazione vigorosa e teatrale, da musical delle borgate. Bisogna aspettare il 1994 per rivedere Califano all'Arisotn con Napoli. Infine, l'ultima apparizione nel 2005 con Non escludo il ritorno, scritta assieme ai Tiromancino.
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