Originariamente Scritto da INUMIDISCILO
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L'attentato alla scuola "Morvillo-Falcone" di Brindisi.
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Bombe a Brindisi, svolta in arrivo
Manganelli: "Né mafia, né anarchici
In arrivo una svolta sull'attentato di Brindisi. Nelle prossime ore potrebbero arrivare novità decisive sulla soluzione del giallo che il 19 maggio scorso è costato la vita alla studentessa sedicenne Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque ragazze per l'esplosione di tre bombole del gas davanti alla scuola Morvillo Falcone. Secondo indiscrezioni, ci sarebbero accertamenti in corso su una persona sospettata di aver avuto un ruolo nell'attentato: si tratterebbe di un uomo residente nella provincia di Lecce. Al momento, non sarebbero stati adottati provvedimenti nei suoi confronti. Il procuratore di Lecce Cataldo Motta getta acqua sul fuoco: "Quando ci saranno novità, le diremo. Per il momento non ce ne sono".
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Pare che l'uomo interrogato oggi abbia confessato. Speriamo non si riveli un bluff come la volta scorsa e si chiarisca quel movente "vendetta personale".
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Pare che ci siamo. Movente oscuro e comunque assurdo....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Attentato di Brindisi: la procura conferma Fermato il presunto colpevole
Si chiama Giovanni Vantaggiato, ha 68 anni
Avrebbe confessato di essersi costruito da solo la bomba
MILANO - La svolta è arrivata poco dopo le 22. La conferma poco dopo l'1.30 della notte: avrebbe finalmente un volto e un nome il responsabile dell'attentato alla scuola «Morvillo» di Brindisi in cui è morta la 16enne Melissa Bassi ed altre cinque studentesse sono rimaste ferite. Il procuratore di Lecce Cataldo Motta ha confermato ai giornalisti le voci che si inseguivano da tempo: è stato fermato Giovanni Vantaggiato, un benzinaio di 68 anni di Copertino in provincia di Lecce. A quante pare il benzinaio avrebbe anche confessato, dicendo: «Sì, quella bomba l'ho fatta io da solo. L'ho pensata e l'ho costruita». Sembra anche che l'uomo abbia alternato momenti di lucidità a stati confusionali.
L'AUTO - La sua auto, una Fiat Punto, sarebbe stata ripresa dalle telecamere nei pressi della scuola Morvillo poco prima dell'esplosione. Una circostanza alla quale gli inquirenti attribuiscono grande importanza. Ma le telecamere della zona avrebbero ripreso anche un'altra automobile di un familiare del sospettato. L'uomo è accusato di strage aggravata alla finalità di terrorismo.
IL MOVENTE - L'uomo avrebbe fatto tutto da solo e il movente sarebbe una vendetta privata. Si parla di rancori non nei confronti degli studenti o di loro familiari ma contro il preside della scuola «Morvillo» Angelo Rampino. Non ci sarebbe dunque alcun coinvolgimento della criminalità organizzata nè di terroristi. Ma il sua il preside della scuola, parlando a Corriere.it, afferma: «Non ho nemici e di sicuro non ho come nemico nessun titolare di pompe della benzina». Ma ci potrebbe essere anche un'altra ipotesi di movente secondo la quale l'uomo ce l'aveva con la giustizia per un torto subito in occasione di un processo. Avrebbe dunque deciso di colpire la scuola «Morvillo» perché intitolata alla coppia di magistrati. Al momento si tratta solo di ipotesi perché in procura il riserbo è massimo.
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Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza MessaggioMalato mentale..."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Ha ammesso di aver fabbricato l'ordigno. Di averlo posizionato. E di averlo fatto esplodere. Di giorno perché la notte non c'era nessuno». Proprio l'ammissione di Giovanni Vantaggiato, accusato dell'attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi, di aver fatto esplodere il 19 maggio scorso l'ordigno che ha ucciso Melissa Bassi «in orario diurno perché di notte non c'era nessuno» configura il reato di strage, aggravato da finalità di terrorismo. È quanto ha affermato il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta. Niente mafia, niente criminalità organizzata. «Non un criminale incallito» ha detto il titolare delle indagini, Cataldo Motta, nel corso della conferenza stampa di Brindisi all'indomani del decreto di fermo di Gianni Vantaggiato.
IL MOVENTE - Dopo 18 giorni il colpevole è stato acciuffato grazie all'individuazione di due automobili di Vantaggiato, riprese dalle telecamere di sicurezza. Il filmato del chiosco dell'edicola, diffuso dopo l'attentato, è stato solo la conferma. Ancora da chiarire il movente dell'attentato compiuto facendo detonare un ordigno composto da bombole di gas. «Il movente è uno degli aspetti che non convince, non lo sa dire. Mentalmente sta bene. Ha ammesso la propria partecipazione, ma per il resto non è convincente». Il procuratore Cataldo Motta ha svelato che Vantaggiato, del quale è stato deciso di non diffondere alcuna immagine, ha dato risposte generiche prive di credibilità. «A mio avviso il contenuto di quell'interrogatorio non è soddisfacente» ha detto più volte il magistrato. «Ha parlato di generici problemi economici. Ha detto di avercela con il mondo. Ha reso un interrogatorio che non ha carattere di completezza. Non sappiamo perché l'ha fatto» ripete Cataldo Motta dopo aver spiegato che alle indagini hanno lavorato «un centinaio di uomini divisi in più squadre». Adesso cercheranno di scoprirlo gli inquirenti il motivo di tanta violenza, altrimenti «l'indagine sarebbe zoppa se ci fermassimo qui...» ha detto Cataldo Motta che ha aggiunto che «sono ancora in corso perquisizioni iniziate stanotte». Poi l'assalto dei cronisti: «Ha competenze elettroniche?». «Elettro-tecniche più che elettroniche», la risposta. «Questo riguarda le indagini», oppure «chiedetelo all'interessato» la maggior parte delle risposte. «L'indagine. Ha aggiunto il procuratore - è a un punto di partenza, cosa che ci permette di andare in una determinata direzione. Ora abbiamo una pista privilegiata e continuiamo su questa strada». La vendetta? «Oggi non possiamo dire nulla su questo. Volete provare a interrogarlo voi?». Fine del discorso.
Il procuratore Cataldo Motta: «Vantaggiato è accusato di strage in concorso. Individuato grazie alle auto»
Movente misterioso. Una qualche intenzione lo ha mosso, perchè ha ammesso di aver colpito di giorno perchè la notte "non c'era nessuno", quindi voleva la strage dei giovani e degli innocenti. Non si sarebbe accontentato di un botto dimostrativo....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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cristo santissimo.....
rancori personali contro il preside ? rancori contro il sistema giudiziario italiano?
Se davvero è stato lui questo va messo in carcere e le chiavi della sua cella vanno lanciate nel TevereOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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temo che ancora ci saranno notizie piuttosto macabre da scoprire..
assurdo..Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Il papà di Melissa: "Non so come chiamarlo
ha rovinato la mia e la sua famiglia"
"Comincio da un grazie". Ha la voce che trema, non ce la fa ad andare avanti. Non trova le parole, gli restano in gola. "Non lo so, non lo so", ripete. E' confuso, è addolorato. Papà Massimo, il padre di Melissa Bassi, la 16enne uccisa nell'esplosione della scuola Morvillo Falcone di Brindisi parla davanti ai giornalisti dopo il fermo di Giovanni Vantaggiato, l'autore dell'attentato del 19 maggio in carcere con l'accusa di strage con finalità terroristica. Con lui, nella sala consiliare del Comune di Mesagne, c'è anche la moglie. E' da poco uscita dall'ospedale, dove è stata ricoverata una decina di giorni, incapace di riprendersi dallo shock della perdita della figlia.
"Non capisco come questa persona, se così la possiamo chiamare, possa aver fatto una cosa del genere", dice il marito, cercando dentro di sé la forza per pronunciare poche parole per la stampa. "Non è un padre - continua Massimo Bassi - ha spezzato la mia famiglia e la sua. E quelle di tutti gli altri ragazzi coinvolti in questa brutta esperienza". Poi si ferma, come se avesse finito il fiato, con occhi di chi ha finito le lacrime. "Non riesco a dire niente". Un pensiero, o un incubo, che forse gli è balenato più volte davanti durante queste settimane: "Immagino che cosa abbia fatto in questi 20 giorni, lo immagino mentre sta con la sua famiglia, con le figlie, magari hanno parlato anche di quello che è successo".
"Non ho mai pensato che potesse
esserci la mafia dietro cose del genere", ha detto il padre di Melissa davanti alle telecamere e ai flash. "C'è sempre uno squilibrato in fatti così. Mia moglie mi ha dato la forza, e mia figlia. Melissa voleva che ci volessimo bene. Era solare, piena di vita, educata". "Per me questo uomo non esiste - dice dell'assassino - se lo incontrassi lo ignorerei. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia, ho sempre creduto nel lavoro degli inquirenti. Gli stessi che ha ringraziato tanto. "Che pena mi aspetto? Che dire, ha già 68 anni. Giustizia è fatta".
Massimo Bassi dopo il fermo dell'attentatore che ha causato la morte della figlia: "Giustizia è fatta". Accanto a lui anche la moglie, uscita …
Come sempre, la dignità delle vittime stride con l'abisso di male che scaturisce da Caino. La vita è terminata anche per quel padre e quella madre, per un dolore senza senso che neppure l'assassino sa o vuole spiegare. Seguendo quel povero padre, è stata fatta giustizia? O, meglio ancora, c'è una pena commisurabile con quanto accaduto? Non c'è. La giustizia umana manca proprio nel punto fondamentale: quello di restituire una ragione, un perchè, un significato al fatto sommamente tragico che la vittima - una ragazzina di soli sedici anni, appena apparsa alla vita - non ci sia più, figlia unica di una famiglia annientata. Guardiamo l'intreccio della storia, viviamo entro la storia in maniera parziale, limitati dal tempo, dallo spazio, dal nostro essere solo di passaggio, dalle nostre deficienze. E' per questo che non possiamo riposare, non troviamo requie in nessuna certezza: non darebbe l'autentica pace neppure il mettere a morte l'omicida. Non avremmo davanti il quadro ricomposto dei perchè che ci fanno monca la coscienza e la ragione. Può giudicare solo chi vede l'intero mosaico ora, nel suo divenire dal principio alla fine e nella sua interezza rivelatrice del senso, per ciascuno e per tutti. Se questo Giudice c'è, sarà lui ad avere l'ultima parola su Abele e Caino....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioCome sempre, la dignità delle vittime stride con l'abisso di male che scaturisce da Caino. La vita è terminata anche per quel padre e quella madre, per un dolore senza senso che neppure l'assassino sa o vuole spiegare. Seguendo quel povero padre, è stata fatta giustizia? O, meglio ancora, c'è una pena commisurabile con quanto accaduto? Non c'è. La giustizia umana manca proprio nel punto fondamentale: quello di restituire una ragione, un perchè, un significato al fatto sommamente tragico che la vittima - una ragazzina di soli sedici anni, appena apparsa alla vita - non ci sia più, figlia unica di una famiglia annientata. Guardiamo l'intreccio della storia, viviamo entro la storia in maniera parziale, limitati dal tempo, dallo spazio, dal nostro essere solo di passaggio, dalle nostre deficienze. E' per questo che non possiamo riposare, non troviamo requie in nessuna certezza: non darebbe l'autentica pace neppure il mettere a morte l'omicida. Non avremmo davanti il quadro ricomposto dei perchè che ci fanno monca la coscienza e la ragione. Può giudicare solo chi vede l'intero mosaico ora, nel suo divenire dal principio alla fine e nella sua interezza rivelatrice del senso, per ciascuno e per tutti. Se questo Giudice c'è, sarà lui ad avere l'ultima parola su Abele e Caino.
in questi casi, è sempre disprezzabile l'accanimento mediatico nei confronti dei familiari delle vittime, ma entro questa misura, in quanto dichiarazione spontanea e lucida, per quanto possibile, del padre, le sue parole riescono per un attimo a tirarci davvero dentro la tristezza della vicenda, una tristezza che come giustamente fai notare va oltre la vicenda in sé - per quanto cruda, inspiegabile essa sia, tirando in ballo quella che è la nostra umana condizione.
- "Che pena mi aspetto? Che dire, ha già 68 anni. Giustizia è fatta"
è la tristezza di chi, in queste frasi, sa amaramente che no, che giustizia non è fatta, né mai lo sarà. che la bilancia qui pende unilateralmente e non esiste pentimento né pena che possano risarcire il cuore di un innocente, possano ridare alla vita chi alla vita fu tolto.
ma in parte sean ti invidio, laddove concludi con la speranza che giustizia, e la più alta, sia ancora possibile.
qui, il mio pessimismo va oltre: nulla, mai, risarcirà quella bambina e quel padre, né chi per loro nella storia e, quelle volte come questa in cui gli eventi impongono una riflessione diretta, mi accorgo di quanto ciò sia terribilmente angosciante.
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Era chiaro, come vi dissi che era colpa di un pazzo, uno squilibrato.
E da quello che leggo l'aveva intuito anche il padre, non era una cosa difficile da capire.Originariamente Scritto da Ecatombeda oggi hal verrà chiamato Libano!sia messo agli atti!Originariamente Scritto da rasmiochegandhi, lo sappiamo tutti che il tuo wo è composto da un riscaldamento del polso per 5 minuti, poi 20 minuti di smanettamento
Originariamente Scritto da MaRcO-RoMaNoti taglio la gola
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