Un breve aggiornamento per quanto riguarda Finale Emilia.
La citta' e' stata divisa in zone. Il centro, zona rossa, e' chiuso e isolato, col divieto assoluto di ingresso ai residenti.
I tecnici stanno andando casa per casa per valutare l'agibilita' di ogni edificio. Quando ogni area verra' analizzata da cima a fondo verranno rilasciate le autorizzazioni al rientro a chi ha la casa ancora agibile.
I danni piu' consistenti si sono riscontrati negli edifici storici. Torri, chiese e castello sono stati tutti rasi al suolo o pesantemente lesionati. Per le funzioni religiose e' stato montato un tendone in una frazione.
Scuole elementari e materne sono inagibili, per le medie e superiori ancora non si sa.
A livello di abitazioni i danni maggiori sono a carico di case ultracentenarie, le altre sembrano aver retto abbastanza bene. Per dire, mia sorella abita a 100 metri dalla torre del XIII secolo la cui foto ha fatto il giro del mondo (vedi sotto), la sua casa sembra non abbia riportato danni. La casa dei miei e' a 5 min dal centro, anche quella sembra a posto, tutti nella zona hanno fatto ritorno nelle proprie abitazioni anche se per la notte dormiranno tutti all'aperto in auto, a causa delle numerose scosse che continuano a susseguirsi. La piu' forte di queste, 5.1 richter, ieri ha tirato giu' buona parte degli edifici gravemente lesionati, compresa l'altra meta' della torre di prima e si dice un'altra torre della rocca (la piu' grande era venuta giu' con la prima scossa).
La popolazione sta tenendo un atteggiamento positivo, certo e' che le continue scosse - anche forti -, la forte pioggia e il vento cominciano a minare i nervi della gente. Nelle tendopoli sembra ci siano andati in pochi, la gente si e' arrangiata in altri modi.
Una buona cosa e' che mi dicono che al polo industriale gia' oggi le fabbriche hanno ricominciato a popolarsi. Dobbiamo rimetterci in moto velocemente perche' se aspettiamo che lo facciano gli altri stiamo freschi.
![](http://s4.reutersmedia.net/resources/r/?m=02&d=20120520&t=2&i=609316900&w=&fh=&fw=&ll=600&pl=390&r=2012-05-20T085458Z_1_CBRE84J0ORO00_RTROPTP_0_QUAKE-ITALY)
![](http://www.canada.com/news/6652322.bin?size=620x400)
La citta' e' stata divisa in zone. Il centro, zona rossa, e' chiuso e isolato, col divieto assoluto di ingresso ai residenti.
I tecnici stanno andando casa per casa per valutare l'agibilita' di ogni edificio. Quando ogni area verra' analizzata da cima a fondo verranno rilasciate le autorizzazioni al rientro a chi ha la casa ancora agibile.
I danni piu' consistenti si sono riscontrati negli edifici storici. Torri, chiese e castello sono stati tutti rasi al suolo o pesantemente lesionati. Per le funzioni religiose e' stato montato un tendone in una frazione.
Scuole elementari e materne sono inagibili, per le medie e superiori ancora non si sa.
A livello di abitazioni i danni maggiori sono a carico di case ultracentenarie, le altre sembrano aver retto abbastanza bene. Per dire, mia sorella abita a 100 metri dalla torre del XIII secolo la cui foto ha fatto il giro del mondo (vedi sotto), la sua casa sembra non abbia riportato danni. La casa dei miei e' a 5 min dal centro, anche quella sembra a posto, tutti nella zona hanno fatto ritorno nelle proprie abitazioni anche se per la notte dormiranno tutti all'aperto in auto, a causa delle numerose scosse che continuano a susseguirsi. La piu' forte di queste, 5.1 richter, ieri ha tirato giu' buona parte degli edifici gravemente lesionati, compresa l'altra meta' della torre di prima e si dice un'altra torre della rocca (la piu' grande era venuta giu' con la prima scossa).
La popolazione sta tenendo un atteggiamento positivo, certo e' che le continue scosse - anche forti -, la forte pioggia e il vento cominciano a minare i nervi della gente. Nelle tendopoli sembra ci siano andati in pochi, la gente si e' arrangiata in altri modi.
Una buona cosa e' che mi dicono che al polo industriale gia' oggi le fabbriche hanno ricominciato a popolarsi. Dobbiamo rimetterci in moto velocemente perche' se aspettiamo che lo facciano gli altri stiamo freschi.
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