Originariamente Scritto da ma_75
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Alvaro si è messo a piangere.... niente firma quindi!
Originariamente Scritto da Steel77però quando la moderazione ti fa comodo segnali come un pazzo eh? vergognati, buffone.
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Originariamente Scritto da zajka Visualizza MessaggioSei un provocatore professionista Seguendo questa linea di pensiero, non importerebbe nemmeno aspirare a nulla, né migliorarsi, né fare carriera. Basterebbe raggiungere un livello di vita decente che ti permetta di campare. Tanto, dopo la morte tutto si annulla e i soldi, il lavoro, la fama non servono più, soprattutto se non si ha figli Dai, tongue, ma cosa dici?
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Margherita Hack: Con la morte si spenge il nostro cervello, che è quello che io considero l'anima; dopo la morte non ci siamo più; le nostre molecole, gli atomi che costituivano il nostro corpo sopravviveranno e serviranno a formare altri esseri o semplicemente altri oggetti
4) Cos’è per lei la morte?Con la morte si spenge il nostro cervello, che è quello che io considero l'anima; dopo la morte non ci siamo più; le nostre molecole, gli atomi che costituivano il nostro corpo sopravviveranno e serviranno a formare altri esseri o semplicemente altri oggetti.
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Originariamente Scritto da Socio Visualizza MessaggioIl quid che ci distingue dagli animali è solo l'evoluzione dell'encefalo.
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Originariamente Scritto da raspa Visualizza Messaggiohttp://www.riflessioni.it/senso-dell...erita-hack.htm
il effetti la Hack non parla del Nulla.. pensavo di prenderla in castagna adducendo l'irrazionalità del concetto "nulla".. ma lei reinserisce l'uomo nella materia, da dove è stato originato all'alba dei tempi. Mi viene in mente il passo della Genesi in cui, in barba alla Margherita, Dio plasmava l'uomo con il fango.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioSi va per intuizioni. D'altronde, siamo nella pura speculazione.Originariamente Scritto da Dropkick
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioDifatti nel post di Ma_ si lascia aperta la questione finale, ovvero se l'anima umana sopravviverà alla morte fisica, mentre non mi pare dica che è destinata a sopravvivere. Poi è chiaro che l'anima umana (mortale o meno) è superiore a quella animale, tanto che per la nostra si parla di anima spirituale (e non vegetativa o senziente), ovvero l'uomo ha la capacità (unica) di immettere nel mondo ciò che nel mondo non c'è, lo spirito, la creazione spirituale (le creazioni artistiche, etiche, morali, tutto questo il mondo e la natura in sè non li contengono: appaiono con l'uomo). Lungi dall'essere presunzione, questo è un dato di fatto.
Che poi la morte ci livelli, ci riduca al pari di un babbuino o di ogni altra specie può essere, nessuno ne ha la certezza: Leopardi la pensava esattamente così.
Potremmo essere un complicatissimo sasso che cade dalla montagna seguendo solo la forza di gravità, urta qui e si sposta a sinistra, per poi urtare la e spostarsi a destra mentre la forza di gravità lo attira a terra.
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza MessaggioDove dico " Raspa e................ la Hack.......mmhh..... " ?Alvaro si è messo a piangere.... niente firma quindi!
Originariamente Scritto da Steel77però quando la moderazione ti fa comodo segnali come un pazzo eh? vergognati, buffone.
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza MessaggioSai Sean, quando si parla di morte, di fisicità e/o di anima, di animale/uomo a me viene in mente un altro concetto, la coscienza. Ma siamo veramente coscienti o i nostri pensieri sono solo un movimento predefinito di chimica e fisica? Pensiamo e siamo coscienti (ovvero influenziamo il pensiero stesso) o il corpo dell'uomo risponde ad una una serie di stimoli ( in modo complesso, senza meno) che seguono le leggi della fisica?
Potremmo essere un complicatissimo sasso che cade dalla montagna seguendo solo la forza di gravità, urta qui e si sposta a sinistra, per poi urtare la e spostarsi a destra mentre la forza di gravità lo attira a terra.
La domanda è: questo "di più" di energia (che usualmente l'uomo ha sempre definito come "anima"), slegato dalla necessità materiale e fisica, capace di creazione spirituale (la musica, l'arte, l'etica, la giustizia, il male addirittura - o il bene...) muore con la materia che è il suo supporto fisico o qualcosa resta? C'è chi "sente" che tutto finirà insieme al corpo, tornando questa energia nella più ampia energia cosmica, in un riciclo continuo; e chi "sente" che qualcosa di personale sopravviverà. Una cosa come diceva Ma_ è certa: la morte produrrà in noi un cambio di stato e di dimensione.
Io di che fine faremo non ne ho idea: ho un gigantesco punto interrogativo davanti. Ci sono tradizioni che dicono una cosa (la fine della materia è la fine di tutto), altre che dicono l'opposto (solo la materia finisce, non la sua componente spirituale e personale), altre ancora che sono una via di mezzo (la materia finisce e la parte spirituale si ricongiunge ad un essere impersonale, chiamiamolo il Cosmo o il Tutto delle tradizioni orientali, e l'illuminazione per l'uomo è accettarlo).
Tra le tre scarto solo l'ultima e mi tengo le prime due, che hanno gli argomenti più convincenti: la materia finisce e con essa finisce anche lo spririto che distingue l'uomo dagli altri essere viventi; la materia finisce ma la parte spirituale sopravvive in una qualche dimensione e in una qualche maniera che non conosciamo, e sopravvive in modo personale, perchè la vita qua nel suo vertice non ha prodotto l'impersonalità (della materia, delle piante, degli animali) ma la persona, la possibilità di poter dire "io". Dobbiamo "giocare", a mio modo di vedere, su questi due poli estremi, ciascuno dei quali può produrre argomenti persuasivi (ma non conclusivi) a suo favore. A decidere per l'uno o per l'altro può essere solo la sensibilità, l'impostazione, l'istinto o la visione del mondo che ha il soggetto chiamato in causa, il suo proprio personale "sentire".
Un ultima cosa è però certa: nel momento della morte, non è l'uomo a decidere. La libertà cessa, l'Eterno (qualunque volto abbia, quello del Nulla o quello della Persona) viene a prendere possesso di noi, a mutarci in ciò che non sappiamo. In un caso o nell'altro non potremo farci niente: questo pensiero dovrebbe già bastare per farci assumere un atteggiamento di umiltà e di attenzione nei confronti della Fine e delle sue questioni, livellando parecchie certezze di tutte le parti in gioco. E' comunque qualcosa di molto più grande di noi e che noi non governiamo nè possediamo.Last edited by Sean; 20-03-2012, 14:54:28....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Ti giuro che alle volte la cosa mi mette l'ansia, siamo pensiero cosciente o siamo solo acqua che bolle? Ecco, guarda come sto bollendo bene, ho appena composto una bellissima canzone o fatto un quadro favoloso, sono un gran figo... o sono solo la reazione del fuoco sulle molecole d'acqua, si riscaldano, si muovono, saltano a destra e sinistra.
Qui mi tireranno in testa tonnellate e tonnellate di libri sul sapere, intere biblioteche di filosofia, scienza, letteratura, me le sbatteranno sul coppino dicendo : "E questoooo? L'uomo ha fatto tutto questo".
Si, anche le formichina quando costruisce il formicaio forse pensa "ammazza che ganza che sono"
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza MessaggioTi giuro che alle volte la cosa mi mette l'ansia, siamo pensiero cosciente o siamo solo acqua che bolle? Ecco, guarda come sto bollendo bene, ho appena composto una bellissima canzone o fatto un quadro favoloso, sono un gran figo... o sono solo la reazione del fuoco sulle molecole d'acqua, si riscaldano, si muovono, saltano a destra e sinistra.
Qui mi tireranno in testa tonnellate e tonnellate di libri sul sapere, intere biblioteche di filosofia, scienza, letteratura, me le sbatteranno sul coppino dicendo : "E questoooo? L'uomo ha fatto tutto questo".
Si, anche le formichina quando costruisce il formicaio forse pensa "ammazza che ganza che sono"...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
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nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioRitengo di no, perchè non siamo completamente esseri determinati dalle contingenze naturali (come gli animali o la materia) potendo immettere nel mondo un quid che non fa parte del mondo stesso (la libertà, il senso del bene e del male, lo stesso decidere cosa fare della mia vita, il creare, il pensare la storia etc...). Non soggiaciamo completamente alle leggi della fisica, abbiamo un surplus di energia che è solo nostro e che ci distingue da tutto il resto del creato (almeno in questa parte di universo).
La domanda è: questo "di più" di energia (che usualmente l'uomo ha sempre definito come "anima"), slegato dalla necessità materiale e fisica, capace di creazione spirituale (la musica, l'arte, l'etica, la giustizia, il male addirittura - o il bene...) muore con la materia che è il suo supporto fisico o qualcosa resta? C'è chi "sente" che tutto finirà insieme al corpo, tornando questa energia nella più ampia energia cosmica, in un riciclo continuo; e chi "sente" che qualcosa di personale sopravviverà. Una cosa come diceva Ma_ è certa: la morte produrrà in noi un cambio di stato e di dimensione.
Io di che fine faremo non ne ho idea: ho un gigantesco punto interrogativo davanti. Ci sono tradizioni che dicono una cosa (la fine della materia è la fine di tutto), altre che dicono l'opposto (solo la materia finisce, non la sua componente spirituale e personale), altre ancora che sono una via di mezzo (la materia finisce e la parte spirituale si ricongiunge ad un essere impersonale, chiamiamolo il Cosmo o il Tutto delle tradizioni orientali, e l'illuminazione per l'uomo è accettarlo).
Tra le tre scarto solo l'ultima e mi tengo le prime due, che hanno gli argomenti più convincenti: la materia finisce e con essa finisce anche lo spririto che distingue l'uomo dagli altri essere viventi; la materia finisce ma la parte spirituale sopravvive in una qualche dimensione e in una qualche maniera che non conosciamo, e sopravvive in modo personale, perchè la vita qua nel suo vertice non ha prodotto l'impersonalità (della materia, delle piante, degli animali) ma la persona, la possibilità di poter dire "io". Dobbiamo "giocare", a mio modo di vedere, su questi due poli estremi, ciascuno dei quali può produrre argomenti persuasivi (ma non conclusivi) a suo favore. A decidere per l'uno o per l'altro può essere solo la sensibilità, l'impostazione, l'istinto o la visione del mondo che ha il soggetto chiamato in causa, il suo proprio personale "sentire".
Un ultima cosa è però certa: nel momento della morte, non è l'uomo a decidere. La libertà cessa, l'Eterno (qualunque volto abbia, quello del Nulla o quello della Persona) viene a prendere possesso di noi, a mutarci in ciò che non sappiamo. In un caso o nell'altro non potremo farci niente: questo pensiero dovrebbe già bastare per farci assumere un atteggiamento di umiltà e di attenzione nei confronti della Fine e delle sue questioni, livellando parecchie certezze di tutte le parti in gioco. E' comunque qualcosa di molto più grande di noi e che noi non governeremo nè possediamo.
Ma se tu dici, abbiamo un energia che è l'anima allora prendi in considerazione un dogma
Se mi parli di energia io potrei risponderti con il metabolismo, il cibo, le calorie, prova a non mangiare e poi vedi l'anima quanta energia produce
Io credo che dovremo lasciare l'interrogativo e fermarci un attimo prima dell'anima, perchè con l'anima siamo già alla narrativa, alla filosofia o (mi ci metto anche io) alla speranza.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioLa formica non può non costruire il formicaio, è necessitata a quello. Tu potresti non continuare più ad allargare e mantenere nell'ordine la tua attività o la tua casa: non sei naturalmente necessitato, puoi scegliere
Potrei portarti degli altri esempi, dalla comunicazione dei delfini, a quella dei cani della prateria (hanno definito fino a 60 ed oltre "parole"), all'amore che prova un cane per il proprio padrone, a quello degli animali per i propri figli, se mi chiami istinti quelli anche gli altri nobili sentimenti umani possono essere tranquillamente catalogati come istinti.
Partendo da questi animali puoi poi scendere via via fino all'ameba.
Quello che differenzia veramente l'uomo è ancora una volta nella sua fisicità, l'encefalo, la corteccia celebrale capace di memoria, capace di linguaggio complesso, l'anima rimane sempre una chimera, una speranza.
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