Tra l'altro l'interrogativo iniziale, per come formulato, sembra dare per assodato il significato di morte per concentrarsi giustamente sul "dopo". In realtà i problemi sulla questione, come accennavo, nascono proprio nella stessa definizione di morte che non è formulata una volta per tutte né dal punto di vista scientifico, né da quello filosofico, né infine da quello religioso. Ciò che infatti è possibile applicare è solo un criterio di morte, non una definizione; possiamo ciò solo decidere che "se accade X c'è morte" (X rappresenta appunto il criterio). Questo "vuoto" di definizione è difatti alla radice dei maggiori temi etici, come lo è, d'altra parte, il "vuoto" sul significato di vita.
Sembra quasi che, nonostante millenni di storia, l'uomo non sia stato in grado di fissare propriamente i confini del proprio esistere, come se questi, intrinsecamente, non possano essere semplicemente incastonati nel tessuto della temporalità.
Sembra quasi che, nonostante millenni di storia, l'uomo non sia stato in grado di fissare propriamente i confini del proprio esistere, come se questi, intrinsecamente, non possano essere semplicemente incastonati nel tessuto della temporalità.
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