Pensate mai.. ?

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  • richard
    scientific mode
    • May 2006
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    #46
    Tra l'altro l'interrogativo iniziale, per come formulato, sembra dare per assodato il significato di morte per concentrarsi giustamente sul "dopo". In realtà i problemi sulla questione, come accennavo, nascono proprio nella stessa definizione di morte che non è formulata una volta per tutte né dal punto di vista scientifico, né da quello filosofico, né infine da quello religioso. Ciò che infatti è possibile applicare è solo un criterio di morte, non una definizione; possiamo ciò solo decidere che "se accade X c'è morte" (X rappresenta appunto il criterio). Questo "vuoto" di definizione è difatti alla radice dei maggiori temi etici, come lo è, d'altra parte, il "vuoto" sul significato di vita.

    Sembra quasi che, nonostante millenni di storia, l'uomo non sia stato in grado di fissare propriamente i confini del proprio esistere, come se questi, intrinsecamente, non possano essere semplicemente incastonati nel tessuto della temporalità.
    Last edited by richard; 20-03-2012, 00:46:28.

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    • zajka
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      #47
      Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
      si ma se non esisterai piu' che te frega? non ha senso
      Sei un provocatore professionista Seguendo questa linea di pensiero, non importerebbe nemmeno aspirare a nulla, né migliorarsi, né fare carriera. Basterebbe raggiungere un livello di vita decente che ti permetta di campare. Tanto, dopo la morte tutto si annulla e i soldi, il lavoro, la fama non servono più, soprattutto se non si ha figli Dai, tongue, ma cosa dici?
      Originariamente Scritto da Dropkick

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        #48
        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
        Poeti, filosofi, scienziati hanno discusso di questo che è l'interrogativo per eccellenza dell'uomo e, come è naturale che sia per un problema al quale non possiamo applicare il metodo scientifico, non hanno potuto fare altro che formulare ipotesi. In casi in cui non esiste la prova non rimane che la fede, non intesa in senso religioso, ma come fiducia in una opinione. Da cosa nasca questa fiducia è difficile dire; per alcuni è frutto dell'educazione ricevuta, per altri delle letture fatte ma tenderei a diffidare di chiunque sia sicuro di possedere la risposta esatta. E' vero che nessuno è tornato per raccontarci cosa vi fosse (salvo Dante, ovvio) ma questo, cioè la non tangibilità del post mortem, non è certo una prova. Non lo sono scientificamente tutti gli argumenta ex silentio, specie quando pensiamo a quante cose esistono senza che noi le vediamo. Vedere è diverso da percepire, e tutto ciò che è spirituale, ossia che riguarda lo spirito, è percepito, non visto. Negare l'esistenza di un post mortem sulla base di questo implica negare in radice l'esistenza dell'anima, legare l'uomo alla sua sola dimensione terrena e, vorrei dire, animale. Questo sarebbe il più grave torto che noi possiamo arrecare all'uomo: abbassarlo al livello bestiale. E, sebbene la nostra società sia una società sempre più materialistica e sempre meno metafisica, non credo nessuno di noi si consideri poco più di un babbuino (per quanto la trash di bodyweb inclini questa sicurezza).
        E' evidente, per contro, che l'idea di una dimensione ultraterrena sia strettamente collegata al sorgere del pensiero magico-religioso, probabilmente per la stessa convinzione dell'uomo di misurarsi con una dimensione che non era in grado di comprendere e che, quindi, richiedeva un'autorità superiore ma, qui, veramente, lascerei da parte le diatribe credenti/atei: sarebbe una banalizzazione e una mortificazione di un interrogativo che chiunque, credo, si sia sempre posto.
        Quel che è certo è che in quell'attimo preciso la nostra dimensione cambierà: se per unirci al nulla eterno (alla suggestiva immagine della polvere di stelle) o per ricongiungerci all'essere supremo nessuno lo saprà mai.

        ἀλλὰ γὰρ ἤδη ὥρα ἀπιέναι, ἐμοὶ μὲν ἀποθανουμένῳ, ὑμῖν δὲ βιωσομένοις: ὁπότεροι δὲ ἡμῶν ἔρχονται ἐπὶ ἄμεινον πρᾶγμα, ἄδηλον παντὶ πλὴν τῷ θεῷ.

        (ma vedo che è tempo ormai di andar via, io a morire, voi a vivere. Chi di noi avrà sorte migliore, occulto è a ognuno, tranne che al dio....)
        Dissento.
        Se per anima intendi quell'insieme di pensieri, sentimenti, emozioni, paure, ecc.. che compongono "l'essenza" di un individuo, perchè concepisci la loro nascita, ma non la loro morte?
        Concordo con te nel pensare che nessuno può avere certezze, perchè obiettivamente non ce ne sono, ma non abbassare l'uomo al livello "bestiale" ritenendolo superiore non è forse una certezza, unita ad un po di presunzione?
        Considerarsi poco più che babbuino a mio modo di vedere può essere considerato nell'accezione negativa solo se si paragona il livello raggiunto dall'uomo e dalla sua mente (anima coscienza grandezza cognitiva) rispetto al resto del mondo animale (ma anche qui pecchiamo di presunzione se sottovalutiamo "l'anima" di una bestia solo perchè meno evidente).
        Secondo me nella morte, come nella vita, siamo tutti uguali; l'essenza dell'uomo come quella della bestia, terminano cosi' come sono nate.

        Se concepiamo la nascita di qualcosa perchè non possiamo concepirne la morte?

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        • Theycallmechobo
          Il Pontificatore misericordioso
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          • Savana
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          #49
          Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
          A me hanno lasciato un segno sull'auto, forse era uno che era morto.

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          • Sean
            Csar
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            #50
            Originariamente Scritto da Viewer Visualizza Messaggio
            Dissento.
            Se per anima intendi quell'insieme di pensieri, sentimenti, emozioni, paure, ecc.. che compongono "l'essenza" di un individuo, perchè concepisci la loro nascita, ma non la loro morte?
            Concordo con te nel pensare che nessuno può avere certezze, perchè obiettivamente non ce ne sono, ma non abbassare l'uomo al livello "bestiale" ritenendolo superiore non è forse una certezza, unita ad un po di presunzione?
            Considerarsi poco più che babbuino a mio modo di vedere può essere considerato nell'accezione negativa solo se si paragona il livello raggiunto dall'uomo e dalla sua mente (anima coscienza grandezza cognitiva) rispetto al resto del mondo animale (ma anche qui pecchiamo di presunzione se sottovalutiamo "l'anima" di una bestia solo perchè meno evidente).
            Secondo me nella morte, come nella vita, siamo tutti uguali; l'essenza dell'uomo come quella della bestia, terminano cosi' come sono nate.

            Se concepiamo la nascita di qualcosa perchè non possiamo concepirne la morte?
            Difatti nel post di Ma_ si lascia aperta la questione finale, ovvero se l'anima umana sopravviverà alla morte fisica, mentre non mi pare dica che è destinata a sopravvivere. Poi è chiaro che l'anima umana (mortale o meno) è superiore a quella animale, tanto che per la nostra si parla di anima spirituale (e non vegetativa o senziente), ovvero l'uomo ha la capacità (unica) di immettere nel mondo ciò che nel mondo non c'è, lo spirito, la creazione spirituale (le creazioni artistiche, etiche, morali, tutto questo il mondo e la natura in sè non li contengono: appaiono con l'uomo). Lungi dall'essere presunzione, questo è un dato di fatto.

            Che poi la morte ci livelli, ci riduca al pari di un babbuino o di ogni altra specie può essere, nessuno ne ha la certezza: Leopardi la pensava esattamente così.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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              #51
              Originariamente Scritto da Viewer Visualizza Messaggio
              Se concepiamo la nascita di qualcosa perchè non possiamo concepirne la morte?
              Su questo punto la risposta è semplice: perchè noi concepiamo l'essere e non il non-essere. Abbiamo esperienza dell'essere, e non del nulla. Per questo, come anche diceva Richard, è così difficile lo stesso definire la morte.
              ...ma di noi
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              popoli studiosi scriveranno
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                #52
                Ma se dopo la morte c'è il non-essere, il nulla, che precedeva la nascita, possiamo intuire vagamente, se non concepire pienamente, di cosa si tratta. Conosciamo le epoche passate attraverso una Storia tramandata unita al nostro potere immaginativo, ma non le abbiano mai vissute, non ne abbiamo mai sofferto direttamente, non ce ne siamo mai preoccupati prima di nascere. Miliardi di anni alle nostre spalle e noi concepiamo solo la dimensione temporale della nostra piccola vita. Viviamo virtualmente i momenti antecedenti alla nascita grazie alle esperienze sensoriali acquisite durante la vita e grazie alla memoria. Ma le sensazioni e la memoria si annulleranno insieme a noi, al momento della morte, e noi saremo ciò che eravamo prima di nascere, quando né l'immaginazione, né la memoria, appunto, non c'erano ancora: il nulla.
                Originariamente Scritto da Dropkick

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                • WhiteP
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                  #53
                  Originariamente Scritto da Caredds Visualizza Messaggio
                  A cosa ci sia dopo la morte
                  vediti il film martyrs

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                    #54
                    Originariamente Scritto da zajka Visualizza Messaggio
                    Ma se dopo la morte c'è il non-essere, il nulla, che precedeva la nascita, possiamo intuire vagamente, se non concepire pienamente, di cosa si tratta. Ma le sensazioni e la memoria si annulleranno insieme a noi, al momento della morte, e noi saremo ciò che eravamo prima di nascere, quando né l'immaginazione, né la memoria, appunto, non c'erano ancora: il nulla.
                    Qua si potrebbe facilmente obiettare che il Nulla non è capace di concepire l'essere e di porlo dunque all'esistenza, e che il Nulla conosce e può conoscere solo se stesso, il Nulla appunto. Se a fondamento ci fosse il Nulla, tutto lo stesso universo sarebbe inconcepibile. Noi spalanchiamo gli occhi sulla vita e sull'essere: non sappiamo niente del prima, non sappiamo niente del dopo, questo è tutto ciò che afferriamo. Siamo immersi in un mistero, del quale abbiamo una visione monca e parziale. Una cosa è certa: noi facciamo parte della vita e dell'essere, non ne siamo noi la causa, che dunque sta fuori di noi. Impossibile dunque, per una infinitesimale parte del tutto, certificare chi e cosa sia quel tutto. E' l'eterno scorno dell'uomo.
                    ...ma di noi
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                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
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                      #55
                      Originariamente Scritto da zajka Visualizza Messaggio
                      Ma se dopo la morte c'è il non-essere, il nulla, che precedeva la nascita, possiamo intuire vagamente, se non concepire pienamente, di cosa si tratta. Conosciamo le epoche passate attraverso una Storia tramandata unita al nostro potere immaginativo, ma non le abbiano mai vissute, non ne abbiamo mai sofferto direttamente, non ce ne siamo mai preoccupati prima di nascere. Miliardi di anni alle nostre spalle e noi concepiamo solo la dimensione temporale della nostra piccola vita. Viviamo virtualmente i momenti antecedenti alla nascita grazie alle esperienze sensoriali acquisite durante la vita e grazie alla memoria. Ma le sensazioni e la memoria si annulleranno insieme a noi, al momento della morte, e noi saremo ciò che eravamo prima di nascere, quando né l'immaginazione, né la memoria, appunto, non c'erano ancora: il nulla.
                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      Qua si potrebbe facilmente obiettare che il Nulla non è capace di concepire l'essere e di porlo dunque all'esistenza, e che il Nulla conosce e può conoscere solo se stesso, il Nulla appunto. Se a fondamento ci fosse il Nulla, tutto lo stesso universo sarebbe inconcepibile. Noi spalanchiamo gli occhi sulla vita e sull'essere: non sappiamo niente del prima, non sappiamo niente del dopo, questo è tutto ciò che afferriamo. Siamo immersi in un mistero, del quale abbiamo una visione monca e parziale. Una cosa è certa: noi facciamo parte della vita e dell'essere, non ne siamo noi la causa, che dunque sta fuori di noi. Impossibile dunque, per una infinitesimale parte del tutto, certificare chi e cosa sia quel tutto. E' l'eterno scorno dell'uomo.
                      sono d'accordo con zaika, immaginare il non-essere è impossibile per definizione, ma intuirlo no, quello è abbastanza "facile", l'accettarlo, quello si che può essere contro la natura dell'uomo pensante

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                        #56
                        Si va per intuizioni. D'altronde, siamo nella pura speculazione.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
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                          #57
                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          Si va per intuizioni. D'altronde, siamo nella pura speculazione.
                          Per fortuna direi

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                            #58
                            Anima..? Quale anima..?
                            Alvaro si è messo a piangere.... niente firma quindi!

                            Originariamente Scritto da Steel77
                            però quando la moderazione ti fa comodo segnali come un pazzo eh? vergognati, buffone.

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                            • ma_75
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                              #59
                              Originariamente Scritto da Viewer Visualizza Messaggio
                              Dissento.
                              Se per anima intendi quell'insieme di pensieri, sentimenti, emozioni, paure, ecc.. che compongono "l'essenza" di un individuo, perchè concepisci la loro nascita, ma non la loro morte?
                              Concordo con te nel pensare che nessuno può avere certezze, perchè obiettivamente non ce ne sono, ma non abbassare l'uomo al livello "bestiale" ritenendolo superiore non è forse una certezza, unita ad un po di presunzione?
                              Considerarsi poco più che babbuino a mio modo di vedere può essere considerato nell'accezione negativa solo se si paragona il livello raggiunto dall'uomo e dalla sua mente (anima coscienza grandezza cognitiva) rispetto al resto del mondo animale (ma anche qui pecchiamo di presunzione se sottovalutiamo "l'anima" di una bestia solo perchè meno evidente).
                              Secondo me nella morte, come nella vita, siamo tutti uguali; l'essenza dell'uomo come quella della bestia, terminano cosi' come sono nate.

                              Se concepiamo la nascita di qualcosa perchè non possiamo concepirne la morte?

                              C'è da dire che vi sono millenni di speculazione filosofica alle spalle della dottrina dell'anima, si discusse a lungo, ad esempio, se gli indios l'avessero e, come tali, fossero meritevoli di essere salvarti tramite la conversione. Questo per dire che un quid che ci differenzia dagli animali esiste: il punto è come vogliamo trattarlo, se come composto di pura materia e quindi destinato a soggiacere alle regole di nascita e morte che la regolano o composto di una sostanza diversa non necessariamente destinata alla consunzione. Credo che il punto sia tutto qui.
                              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                              ma_75@bodyweb.com

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                                • Sep 2010
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                                #60
                                Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                                C'è da dire che vi sono millenni di speculazione filosofica alle spalle della dottrina dell'anima, si discusse a lungo, ad esempio, se gli indios l'avessero e, come tali, fossero meritevoli di essere salvarti tramite la conversione. Questo per dire che un quid che ci differenzia dagli animali esiste: il punto è come vogliamo trattarlo, se come composto di pura materia e quindi destinato a soggiacere alle regole di nascita e morte che la regolano o composto di una sostanza diversa non necessariamente destinata alla consunzione. Credo che il punto sia tutto qui.
                                Si, potrebbe essere un'interpretazione, anche se il quid di cui parli potrebbe essere solo di tipo quantitativo/qualitativo (noi siamo "più" degli animali) e non per forza assente negli uni e presente negli altri.

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