Sono quasi 7 anni che vivo in Germania e ho notato che anche nei piccoli centri (forse un po' a differenza dell'Italia? Non saprei rispondere) avviene una vera e propria sovrapposizione e prevaricazione (economica, soprattutto) dell'elemento "estraneo", "immigrato", sulla realtà nazionale e locale.
Qui a Mainz c'è una via centrale, ma aperta al traffico, che percorro almeno 5 volte alla settimana per andare in palestra. E' lunga circa 400 metri ed è piena di piccole attività commerciali..."straniere". Le elenco:
4 fruttivendoli/alimentari di turchi/nordafricani (con tanto di A8 e Jaguar...come vettura di "servizio"), 2 macellerie con carne halal, 4 parrucchierie di cui 2 turche, un centro vodafone solo per turchi con personale turco, insegne e pubblicità in turco, un negozio enorme di narghilé gestito da egiziani (vedi foto), due kebabberie, due bar (uno di un turco, l'altro di portoghesi) e un bordello/night (non so chi lo gestisce ), infine un negozio di abbigliamento femminile e di abiti da sposa iraniano, che vendono abiti appunto tipici, quindi un centro servizi di traduzione per le lingue arabe.
La via è sempre un via vai rumoroso e alla luce del sole di turchi, nord-africani e simili, donne con il burka (quello vero...non il "semplice" velo), bambini che giocano e che si esprimono in turco o arabo ecc... fumatori di narghilé seduti ai tavolini degli alimentari/empori.
Sono riuscito a fare solo due foto...del negozio di narghilé(saranno oltre 100 metri quadri)...poiché non appena stavo per fotografare gli empori e alimentari...ho destato subito l'attenzione di qualche "guappo" medio-orientale...
Ecco le foto "rubate"
Mi domando...chi è che si deve integrare, loro o "noi" (intendo l'europeo in generale)? Credo che una situazione simile o del tutto uguale sia presente anche nei grossi centri italiani.
Dite.
Qui a Mainz c'è una via centrale, ma aperta al traffico, che percorro almeno 5 volte alla settimana per andare in palestra. E' lunga circa 400 metri ed è piena di piccole attività commerciali..."straniere". Le elenco:
4 fruttivendoli/alimentari di turchi/nordafricani (con tanto di A8 e Jaguar...come vettura di "servizio"), 2 macellerie con carne halal, 4 parrucchierie di cui 2 turche, un centro vodafone solo per turchi con personale turco, insegne e pubblicità in turco, un negozio enorme di narghilé gestito da egiziani (vedi foto), due kebabberie, due bar (uno di un turco, l'altro di portoghesi) e un bordello/night (non so chi lo gestisce ), infine un negozio di abbigliamento femminile e di abiti da sposa iraniano, che vendono abiti appunto tipici, quindi un centro servizi di traduzione per le lingue arabe.
La via è sempre un via vai rumoroso e alla luce del sole di turchi, nord-africani e simili, donne con il burka (quello vero...non il "semplice" velo), bambini che giocano e che si esprimono in turco o arabo ecc... fumatori di narghilé seduti ai tavolini degli alimentari/empori.
Sono riuscito a fare solo due foto...del negozio di narghilé(saranno oltre 100 metri quadri)...poiché non appena stavo per fotografare gli empori e alimentari...ho destato subito l'attenzione di qualche "guappo" medio-orientale...
Ecco le foto "rubate"
Mi domando...chi è che si deve integrare, loro o "noi" (intendo l'europeo in generale)? Credo che una situazione simile o del tutto uguale sia presente anche nei grossi centri italiani.
Dite.
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