Non ci sono più i Marcinkus di una volta
Guerra in Vaticano
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l'articolo di Socci per intero :
Cosa c’è di vero nel «rapporto segreto» sul presunto complotto contro il Papa che sarebbe stato «rivelato» in Cina dal cardinal Romeo, arcivescovo di Palermo? Cosa pensare dello scoop del Fatto che paventa un attentato mortale al Pontefice entro novembre 2012? E come va interpretata tutta questa vicenda? A quanto pare quel rapporto in tedesco sul viaggio in Cina del cardinale Romeo, arrivato al cardinale Dario Castrillòn Hoyos, è stato effettivamente da lui “girato” alla Santa Sede (sebbene Il Fatto non riproduca i timbri che autenticherebbero il testo). Ma a rendere tutto molto confuso sono alcune cose surreali: la natura sconclusionata del documento, la singolarità del luogo e delle circostanze in cui l’arcivescovo di Palermo avrebbe fatto queste «rivelazioni» (da lui smentite, ieri), il fatto che un altro cardinale trasmetta al Papa un «sentito dire» di quinta mano (l’ascoltatore «cinese» passa ciò che ha capito da Romeo a un anonimo il quale, tramite ambienti della Chiesa tedesca, in tedesco gira quei «rumor» al cardinale Castrillòn, il quale a sua volta li gira al Papa). Infine c’è pure il pasticcio del Fatto che accredita un evidente malinteso sull’attentato (come vedremo).di Antonio Socci
Tuttavia, nonostante queste assurdità, dietro questa vicenda ci sono cose interessanti. Anzitutto vediamo il testo. Sfrondato di assurdità, sciocchezze e pettegolezzi, la sostanza starebbe nelle dichiarazioni che l’arcivescovo Romeo avrebbe fatto in Cina sulla morte del Papa (e che - ripeto - l’interessato ha smentito di aver fatto). Ebbene, nel testo del documento il cardinale non parla affatto di complotto per uccidere il papa: afferma semplicemente che il Pontefice avrebbe un anno di vita. Sono stati i suoi ascoltatori cinesi a concludere erroneamente che era la previsione di un attentato. E Il Fatto rilancia questa impressione trasformandola in notizia: «Complotto di morte». Pare evidente che se Romeo avesse notizie di un tale complotto non andrebbe certamente a spifferarle in Cina a destra e a manca, ma le comunicherebbe anzitutto al Santo Padre (di cui afferma di essere uno dei più stretti collaboratori) e/o agli organi competenti. Cosa c’è allora dietro questa assurdità?
C’è probabilmente uno dei tanti boatos che da qualche mese circolano in Curia (luogo di spifferi e pettegolezzi). La voce, che era giunta anche al sottoscritto, secondo cui il Papa Ratzinger sarebbe malato di tumore e avrebbe pochi mesi di vita. Potrebbe essere questa chiacchiera - rimbalzata da una tonaca all’altra - che ha ingenerato in qualcuno l’equivoco sull’«attentato». Ma si tratta di chiacchiere (oltretutto sgradevoli).
L’unico fatto vero, che ieri è stato confermato, è il viaggio privato di cinque giorni a Pechino del cardinale Romeo, nel novembre scorso. Ma - per quanto possa apparire strano un tale viaggio (oltretutto così breve), da parte dell’arcivescovo di Palermo, a Pechino (dove è in corso una dura persecuzione dei cattolici) - sarebbe assai singolare che un prelato che viene dalla carriera diplomatica si lasciasse andare, in Cina, a tali discorsi.
È semmai ipotizzabile che un viaggio del genere - di cui finora nessuno era a conoscenza (se non il Vaticano) - sia stato in realtà una missione diplomatica riservata. E può darsi che qualcuno abbia voluto portarlo alla luce. Anche perché è noto - specie dopo la polemica dei giorni scorsi del cardinale Zen su Asianews - che sull’atteggiamento da avere nei confronti del regime cinese e della persecuzione dei cattolici fedeli al Papa, vi siano posizioni diverse e anche molto conflittuali.
Quello che stupisce del resto è proprio lo stillicidio di documenti riservati che dalla Segreteria di Stato, ormai di continuo, filtrano all’esterno, verso i mass media. Segno di una situazione ormai fuori controllo e di una guerra aperta, mai vista prima. Anche perché, appena il 28 gennaio scorso, il Segretario di Stato Bertone aveva riunito i capi dicastero intimando a tutti il massimo riserbo e la massima sorveglianza su tutti i documenti. Come non detto...
Un vaticanista attento, Andrea Tornielli sostiene che «l’unica vera notizia sta nel fatto che un appunto - autentico, seppure così palesemente sconclusionato - inviato da un cardinale al Papa e transitato per la Segreteria di Stato poco più di un mese fa, sia a disposizione dei media. Segno che la pubblicazione delle lettere di monsignor Viganò al Papa e al cardinale Bertone, come pure gli appunti e i «memo» sullo Ior e altri documenti dei quali si è discusso in questi giorni, fanno parte di una strategia e s’inseriscono in una evidente lotta interna al Vaticano, dagli esiti incerti e comunque devastanti. Una lotta che ha sullo sfondo non soltanto la successione al cardinale Bertone, ma anche il conclave».
Ovviamente l’idea di un attentato al Papa è il classico tema che accende tutto un immaginario complottistico, tanto collaudato da aver fatto versare fiumi di inchiostro e da fornire materia per gialli e per scandalismi di ogni tipo. D’altronde un evento del genere si è effettivamente verificato sotto i nostri occhi quando Alì Agca sparò a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro. L’argomento suscita una certa inquietudine anche perché ha dietro di sé eventi mistici assolutamente seri e affidabili, come la visione del Terzo Segreto di Fatima, nella quale effettivamente la Madonna mostra ai tre pastorelli un Papa che viene ucciso. Ma ad alimentare le fantasie c’è poi tutto un contorno di vaticini e di baggianate prive di credibilità e serietà. Come le famose profezie di Malachia, un testo del Cinquecento che fa un elenco di 112 papi con definizioni enigmatiche e bislacche, l’ultimo dei quali sarebbe proprio Benedetto XVI, seguito da un certo «Petrus Romanus» sotto il quale vi sarebbero grandi tribolazioni della Chiesa, la distruzione di Roma e forse perfino la fine del mondo.
Su Wikipedia, alla voce «Profezia di Malachia» si arriva addirittura a fantasticare sul nome «Pietro Romano» in relazione all’attualità: «Un’ipotesi recente lascia pensare che Pietro Romano non sia riferito a un Papa, bensì al Cardinal Camerlengo che, alla morte del pontefice regnante, siede sul trono di Pietro in attesa dell’elezione del successivo.
Da notare che l’attuale Camerlengo è il Card. Tarcisio Pietro Evasio Bertone, nato a Romano Canavese nel 1934. Dunque la strana coincidenza che nel suo nome completo sia contenuta la parola Pietro e nella sua località di nascita ci sia la parola Romano».È stupefacente che simili sciocchezze si leggano su quella che vorrebbe accreditarsi come un’enciclopedia telematica. Grazie al cielo la cosiddetta «profezia di Malachia» è una ridicola balla. Solo che, in questi tempi di insicurezza e ansia, purtroppo le balle e le fantasie suggestionano più dei fatti veri. Basti notare quanta strada ha fatto nell’immaginario l’assurda «profezia dei Maya» sull’anno 2012. Così accade pure che un pettegolezzo di quinta mano sulla salute del Papa arrivi in Vaticano e da lì rimbalzi come «profezia» di un prossimo attentato sui media di tutto il mondo. Mentre resta praticamente silenziato (o sconosciuto) lo straordinario magistero di questo Pontefice."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Sono sostanzialmente d'accordo con Socci. La notizia vera qua sta nel fatto che ultimamente escano dal Vaticano - con singolare puntualità - documenti riservati, sconclusionati o meno che siano. Là dentro qualcuno vuole la testa di Bertone, e sta facendo di tutto per ottenerla....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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- liguria, west coast, dal verdummaro a parlare di giustizia.
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A Roma nevica una volta ogni morte di Papa, per questo se l'è vista brutta.
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Sante legnate/ Rumors dal Vaticano: i colpevoli della Vatileaks sono tra le alte sfere della Segreteria di Stato. Saranno spediti da Bertone in esilio in Estremo Oriente
Mercoledì, 15 febbraio 2012 - 20:13:00
"Posso dire che quelli che hanno diffuso i documenti saranno i prossimi nunzi in Africa e nelle isole asiatiche, molto lontano da Roma, dove non possono fare danno. Questa è la punizione che riceveranno per le fughe di notizie da qua". Stavolta la voce della fonte diAffaritaliani.it e' molto, molto inacidita e seccata, ma tant'è: a tempo debito, calmatesi le acque il VIS, il mitico Vatican Information Service, il bollettino che riporta le notizie della Sala Stampa vaticana, potrebbe annunziare ai suoi lettori la nomina di "almeno due" ex appartenenti alle alte sfere della Segreteria di Stato. I quali saranno in partenza per Africa ed Estremo, molto estremo, Oriente. In qualità di nunzi, ossia di ambasciatori del Papa. Promoveatur ut amoveatur, in perfetto stile. Una cacciata senza remissione di peccato."Parliamoci chiaro", continua la fonte, "se li mandano nunzi non sono certo minutanti, ossia impiegati. Se si parla di prossimi nunzi e' chiaro che si tratta di gente che lavora ai piani alti, molto alti, vicini insomma all'ufficio di Bertone. Vescovi, Arcivescovi e comunque gente in carriera", dice la fonte.
Che si sfoga: "Stavolta hanno impegnato a fondo la Gendarmeria, hanno scatenato la polizia vaticana con un mandato prioritario: scoprire chi spiffera in tempi rapidi per arginare le fughe".
E i risultati sarebbero quindi arrivati, con conseguente punizione. "Bertone stavolta ha perso la pazienza, il Papa e' stato avvisato e l'operazione e' scattata. Adesso la punizione sarà questa: l'esilio e la fine di possibili promettenti carriere".
Chi sono i mandanti? "Non c'e molto da credere. Erano monsignori molto critici con Bertone che ha no iniziato a distribuire documenti per colpirlo. E' stato un attacco venuto dall'interno, non ci sono mandanti stavolta". Ed evoca i Millenari, il famoso (fantomatico?) gruppo che scrisse il libro scandalo "Via col vento in Vaticano".
Antonino D'Anna
http://affaritaliani.libero.it/polit...aks150512.html
"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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http://affaritaliani.libero.it/polit...usa240212.html
Wikileaks, i cablogrammi choc: "Gli Usa vogliono Scola Papa"
Di Antonino D'Anna
Il cardinale Angelo Scola "E' cosmopolita, affabile, intelligente, ha un carattere caldo e amichevole. È fortemente legato e leale al Papa (…) ed ai principi del cattolicesimo ma senza essere un demagogo". E soprattutto: "E' già indicato come candidato al prossimo papato". Ma i detrattori lo indicano come uno che trasforma le visite parrocchiali "in lezioni magistrali su sofisticati temi filosofici e teologici". Parola dei funzionari dell'Ambasciata USA in Vaticano, solo che lo pensano già da 10 anni. E' infatti questo il contenuto del cablogramma - pubblicato a fine 2011 da Wikileaks - e riportato qui da Affaritaliani, datato lunedì, 7 gennaio 2002. Il documento è partito da Roma per l'America alle 14.33 di quel giorno. È un dossier riservato che la diplomazia yankee ha compilato poco dopo la nomina di Scola a Patriarca di Venezia ad opera di Giovanni Paolo II
IL CONTESTO- Già dieci anni fa, quindi, gli americani puntavano su Scola come possibile papabile. Riassumiamo un momento: nel 2002 Giovanni Paolo II, oggi beato, è ancora saldamente al suo posto, sebbene la sua salute non sia in ottime condizioni. Ha già il Parkinson, cammina con un bastone (e gradualmente passerà alla pedana e sedia mobile), comincerà di lì a poco ad avere problemi con la parola. Lo scandalo dei preti pedofili americani non è ancora scoppiato (ma esploderà di lì a poco). Scola è stato nominato Patriarca di Venezia il 5 gennaio di quell'anno, due giorni prima del cablo. Che si apre con questo oggetto: "Angelo Scola: nuovo Patriarca e ora papabile?".
GLI AMERICANI TIFAVANO SCOLA- L'autore del dossier ricorda la nomina di Wojtyla (scola sarà poi creato e pubblicato cardinale nell'ottobre 2003): "Il vescovo 60enne Angelo Scola è già indicato come candidato peri l prossimo papato. Venezia ha già dato tre Papi nell'ultimo secolo che sono stati Patriarchi prima dell'elezione: Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I". Quindi sottolinea: "La nomina di Scola a Venezia è un segno della grande stima dell'attuale pontefice verso il nuovo patriarca", e non solo: "Rappresenta un consolidamento del blocco conservatore all'interno della CEI e aumenta le possibilità che un italiano possa in futuro rimpiazzare Giovanni Paolo II".
CARATTERE CALDO E AMICHEVOLE- Poi l'estensore del cablo traccia una breve biografia di Scola: "Nato a Malgrate, Italia, il 7 novembre 1941. Dopo aver conseguito la laurea in filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha iniziato i suoi studi teologici ai seminari di Saronno e Venegono, conseguendo in seguito un dottorato in teologia dall'Università di Friburgo, Svizzera". Che cosa si da della sua personalità "Accademicamente brillante"? Il cablo, dopo aver ricordato la carriera iniziale del neopatriarca, sottolinea: "Ha prestato servizio come advisor al Cardinale Joseph Ratzinger presso la Congregazione per la Dottrina della Fede (veramente viene tradotto in inglese come "Ufficio Vaticano per l'Ortodossia dottrinale")". Ed ecco il profilo psicologico: "Scola è cosmopolita, affabile, intelligente, ed ha una personalità calda e amichevole. È strettamente e orgogliosamente leale a Papa Giovanni Paolo II ed ai principi del cattolicesimo, ma senza l'handicap di essere un demagogo - preferisce trattare con le altre persone sulla base di ragionamenti e dialoghi".
ALLA CORTE DELLO "ZAR" RATZINGER- Ed ecco infine il commento dell'estensore del cablo: "La nomina di Scola a Venezia è un altro passo di quella che sembra essere una carriera attentamente orchestrata". E continua: "Il fatto che sia teologicamente e politicamente linkato a tali colonne vaticane quali il Segretario di Stato Sodano (Angelo, che poi nel 2006 sarà sostituito dall'attuale, Tarcisio Bertone, N.d.R.), lo Zar dell'Ortodossia Ratzinger, e il vicario papale per la Diocesi di Roma, Ruini (Camillo, che in quel momento p ancora presidente della CEI, oggi c'è Angelo Bagnasco, N.d.R.), è di buon augurio per i centristi nel prossimo conclave papale". Quindi Scola è comunque indicato come un moderato. Il diplomatico osserva poi: "Le radici di Scola in Comunione e Liberazione lo hanno reso interessante agli occhi dell'establishment politico secolare conservatore a livelli internazionali". In altre parole: "In quest'era crepuscolare del pontificato di Giovanni Paolo II il Patriarca Scola, il poliglotta con una brillante reputazione teologica, sarà un soggetto da tenere d'occhio. Fine del commento".
2005: SCOLA IN CORSA- Nell'aprile 2005 è tempo di conclave. Solerti come sempre, i funzionari USA stendono i loro cablo. Ecco che cosa scrivono il 15 aprile, poco prima del Conclave. Stanno facendo un giro d'orizzonte sui vari schieramenti e, parlando degli europei, sottolineano la necessità di evitare la crisi di fede del Vecchio Continente. Anche se per loro questo non significa l'elezione di un Papa europeo, "Ciononostante, alcuni candidati europei, incluso il cardinale Joseph Ratzinger, hanno detto chiaramente che considerano la ripresa della Chiesa europea come la loro priorità numero uno. Un'altra scuola di pensiero tra i cardinali suggerisce che la Chiesa debba accettare un ruolo ridimensionato in Europa, per concentrarsi sul rafforzamento degli 'spiccioli' di fedeli europei per preparare il futuro". Ed ecco i nomi di questa seconda scuola: "Molti di questi 'spiccioli' possono essere rinvenuti in movimenti religiosi laicali come Comunione e Liberazione, l'opus Dei e i Focolari, e un candidato con forti legami con tali gruppi quali il cardinale Dionigi Tettamanzi di Milano o il Cardinale di Venezia Angelo Scola potrebbe beneficiarne (per essere eletto, N.d.R.) se questa scuola di pensiero dovesse trovare ampio seguito".
FAMIGLIA E ISLAM- Scola viene nuovamente nominato insieme al brasiliano Hummes e il messicano Rivera come un possibile continuatore della linea wojtyliana della difesa della famiglia e dei suoi valori (guarda caso, a giugno 2012 sarà lui a guidare insieme a Benedetto XVI il VII incontro mondiale delle Famiglie, che si terrà a Milano. Una prova generale di papato?), e indicato - a proposito di Africa e Islam - come dotato di "esperienza sull'Islam e capacità acclarata di incontrare varie comunità religiose pur difendendo il credo cattolico".
I DETRATTORI: SCOLA E' TROPPO SOFISTICATO- Il 18 aprile, proprio il giorno prima della fatidica elezione di Ratzinger, le tastiere in ambasciata riprendono a ticchettare. E che cosa raccontano? Il cablo dice che al momento non c'è ancora un candidato ben definito, anche se Ratzinger sembra essere andato in testa nelle previsioni della stampa ma di fatto avrebbe trovato un temibile avversario nel gruppo coagulatosi attorno al cardinale Carlo Maria Martini, già emerito di Milano. Dopo aver bollato Ratzinger come "troppo rigido" e scartato, i diplomatici prevedono che i cardinali "sposteranno il voto su altri candidati che riflettano la linea Ratzinger oppure la linea Martini, oppure su chi offre la migliore possibilità di ottenere appoggio da entrambi i gruppi. I cardinali italiani Ruini o Scola e l'argentino Bergoglio potrebbero essere riferibili alla linea Ratzinger, mentre Tettamanzi o il brasiliano Hummes potrebbero trainare il supporto dei gruppi anti-Ratzinger. Nelle biografie dei candidati, di Scola si scrive a grandi linee quanto indicato nel cablo del 2002 e si precisa che: "Parla tedesco, inglese e francese bene come l'italiano, sua lingua madre. È un forte difensore della dottrina cattolica, ma non ha l'handicap di essere un demagogo. Preferisce discutere con gli altri ragionando e dialogando". E riportano le parole dei detrattori, che si concentrano sulla "sua pratica di trasformare semplici eventi pastorali - quali le visite nelle parrocchie - in lezioni magistrali su temi teologici e filosofici molto sofisticati". Poi aggiungono: "Con l'appoggio di movimenti ecclesiali conservatori come l'Opus Dei e Comunione e Liberazione, Scola ha aperto una scuola teologica a Venezia (l'istituto Marcianum, fondato nel 2003, N.d.R.). ha anche iniziato la pubblicazione di un magazine per la promozione del dialogo tra cristiani e musulmani". Infine: "Strettamente leale al papa Giovanni Paolo II, Scola era un favorito del passato pontefice e ci viene riferito che è stato formato in quel periodo (cioè nel periodo del patriarcato a Venezia, N.d.R) in preparazione di 'cose più grandi'".
CHE COSA E' ACCADUTO DOPO- Naturalmente Scola non sarà eletto Papa nel conclave del 2005, che invece vedrà a sorpresa l'elezione di Ratzinger (gli stessi funzionari americani resteranno esterrefatti). Perché? Scola nel 2005 ha quasi 64 anni, troppo pochi per essere eletto dopo un papato durato quasi 30 anni come quello di Karol Wojtyla. E, come sappiamo da ricostruzioni a posteriori, il 2005 è l'anno in cui i sudamericani per la prima volta provano a fare blocco per spingere un loro candidato, Jorge Mario Bergoglio. Bergoglio però si ritira quasi subito e il blocco sudamericano si spacca, non riuscendo a fermare il sopravvento dei curiali che, come poi scriveranno nei cablo i funzionari americani, "hanno puntato su Ratzinger per un papato di transizione". Benedetto XVI infatti viene eletto anche in virtù della sua età (78 anni al momento dell'elezione), dunque tagliando fuori il ben più giovane Scola. Ma è interessante notare, mentre si accende l'attenzione sull'attuale Arcivescovo di Milano, che già 10 anni fa era un nome spendibile per un papato. E che a dirlo era proprio la diplomazia americana messa in piazza da Julian Assange. Siamo sicuri che questo dossier non possa essere aggiornato al 2012?I CABLO:Il cablo del 2002 con il dossier Scola: http://www.cablegatesearch.net/cable.php?id=02VATICAN76Il cablo del 15 aprile 2005 http://wikileaks.org/cable/2005/04/05VATICAN465.htmlIl cablo del 18 aprile 2005 http://wikileaks.org/cable/2005/04/05VATICAN466.html
la prova che non si possono fare pronostici"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Incredibile, senza precedenti. Un tradimento dal cuore stesso della casa del Papa. Si attendono altri arresti, perchè le carte passate all'esterno non riguardavano la sola corrispondenza del Papa ma anche documenti della Segreteria di Stato, dove Gabriele non aveva accesso. Il maggiordomo rischia trenta anni di carcere: http://www.agi.it/in-primo-piano/not...nni_di_carcere A memoria, ricordo solo le foto dell'agonia di Pio XII scattate di nascosto dal suo archiatra Galeazzi Lisi e girate ai giornalisti dell'epoca, ma siamo su altri e diversi livelli di gravità. La vicenda è solo all'inizio....ma di noi
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Retroscena vaticani: http://www.repubblica.it/esteri/2012...0/?ref=HRER3-1
C'è chiaramente una guerra di potere in atto all'interno della più antica istituzione del mondo. Così antica (più di ogni impero o stato che la storia abbia visto su questa terra) da far pensare che non è il solo svolgersi delle vicende umane a guidarla. E' questa fede in una missione più alta, che si esaurirà solo con la fine del mondo e della storia, a farla andare avanti e che le farà superare anche questo episodio sconcertante....ma di noi
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come si dice, il colpevole è sempre il maggiordomo
Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioRetroscena vaticani: http://www.repubblica.it/esteri/2012...0/?ref=HRER3-1
C'è chiaramente una guerra di potere in atto all'interno della più antica istituzione del mondo. Così antica (più di ogni impero o stato che la storia abbia visto su questa terra) da far pensare che non è il solo svolgersi delle vicende umane a guidarla. E' questa fede in una missione più alta, che si esaurirà solo con la fine del mondo e della storia, a farla andare avanti e che le farà superare anche questo episodio sconcertante.Originariamente Scritto da laplaceIo che sono innocente, il più innocente di tutti maledetti bastardi che mi avete concepito per poi farmi passare serate come questaOriginariamente Scritto da Pescavuole disperatamente scoprire se scopo, bevo, mi faccio inculare. cose che non saprà mai.
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Originariamente Scritto da huntermaster Visualizza Messaggiobeh le guerre interne al vaticano non sono certo roba nuova
La vicenda, lungi dal concludersi, vedrà probabilmente coinvolte altre persone (si parla con insistenza di altri arresti imminenti e persino di una donna implicata). Benedetto XVI è intenzionato ad andare sino in fondo a questo affaire, con l'aiuto di tre cardinali ultraottantenni che, a capo della commissione di indagine, hanno già sparato il primo colpo individuando Paolo Gabriele, il maggiordomo traditore. Staremo a vedere i tristissimi sviluppi....ma di noi
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Sul Vaticano l'ombra della massoneria
TARCISIO BERTONE La parola ufficialmente vietata, una sorta di arma finale contro la fronda interna contraria al cardinal Bertone, l'ha pronunciata quasi in lacrime uno dei tre funzionari vaticani che ora rischiano l'arresto: "massoneria". Interrogato nei giorni scorsi dalla commissione d'inchiesta sulle fughe di notizie, l'uomo ha ammesso di "essere al servizio di una loggia massonica della quale fanno parte anche dei cardinali", ansiosa di "mettere fine, per il bene della Chiesa, all'attuare situazione di anarchia".
JULIAN HERRANZ DELL OPUS DEI Anarchia che sarebbe colpa dell'attuale gestione della Segreteria di Stato, affidata a Tarcisio Bertone. Questo racconto è già stato prontamente riferito al Papa, con tanto di nomi dei possibili porporati con doppia - e incompatibile - "affiliazione". Visto che l'appartenere alla massoneria, anche se non è più esplicitamente sanzionato con la scomunica, è comunque un peccato mortale. E quindi impedisce al cattolico di accostarsi ai sacramenti.
E' ormai da un mese che lavora a ritmi serrati la commissione voluta da Benedetto XVI per scoprire chi c'è dietro il continuo esodo di documenti riservati fuori dalla Mura leonine. I tre cardinali incaricati sono lo spagnolo Juliàn Herranz, ex segretario del fondatore dell'Opus Dei Escrivà de Balaguer, il prefetto emerito di Propaganda Fide Jozef Tomko e l'ex arcivescovo di Palermo, Salvatore De Giorgi.
Monsignor Escrivá de Balaguer Ma negli ultimi giorni, di fronte alla gran mole di interrogatori che ha fatto seguito al fermo di Paolo Gabriele, il maggiordomo del pontefice accusato di essere uno dei cosiddetti corvi, i tre cardinali si sono spesso dovuti dividere e si sono avvalsi sempre più anche degli uomini di fiducia di Domenico Giani, il capo della gendarmeria vaticana.
Ebbene, proprio a cavallo del finesettimana, si sarebbe aggravata la posizione di tre laici che lavorano nella Segreteria di Stato, per i quali sono pronti altrettanti ordini d'arresto. Mandati non eseguiti perché, a differenza di Gabriele, si tratta di persone che hanno solo la cittadinanza italiana e vivono fuori dal Vaticano.
DOMENICO GIANI jpeg Uno di loro, durante l'interrogatorio, ha inquadrato la propria partecipazione alla fuga di notizie in uno scenario ancora più romanzesco di quanto già non appaia la vicenda del maggiordomo-corvo. Il funzionario ha aperto uno squarcio sui mandanti e, quasi piangendo, ha dichiarato: "Mi sono messo al servizio di una loggia massonica che opera dentro il Vaticano e della quale fanno parte anche dei cardinali. Scopo della nostra azione, portata avanti nella convinzione di fare il bene della Chiesa, è quello di mettere fine all'attuale situazione di anarchia che mette a rischio la cristianità".
E nell'immediato, ha spiegato che il primo obiettivo "era quello di arrivare alla sostituzione del cardinale Tarcisio Bertone, alla guida della Segreteria di Stato", il cui mandato scade a dicembre.
PAOLO GABRIELE Una confessione da prendere con le dovute cautele, anche perché filtra dalle Mura leonine proprio mentre è in discussione la conferma di Bertone, che da queste rivelazioni ottiene due indubbi vantaggi. Il primo è che viene così trovata una giustificazione particolarmente diabolica al fatto che parte della documentazione riservata, oggettivamente, sia uscita proprio dalla "sua" Segreteria di Stato.
Il secondo è che questo presunto complotto massonico contro il papa avrebbe un primo, precisissimo obiettivo personale: far fuori il cardinal Bertone dal governo della Chiesa. Quanto basta a ‘blindarlo" nel suo incarico con una proroga.
Non è da trascurare, però, il fatto che quella di una presunta loggia massonica infiltrata nel cuore del Vaticano è più che una semplice diceria. Anzi, da oltre trent'anni è una ferita ancora aperta la storia della fantomatica "Loggia Ecclesia" raccontata dal giornalista Mino Pecorelli sul suo "Op", poco prima di essere ucciso.
Mino Pecorelli Non solo, ma la presenza di un buon numero di massoni nello scandalo Ior-Sindona traccia suggestivi parallelismi con uno scontro di potere come quello odierno che, ancora una volta, sembra nascere dai segreti della banca vaticana.
Pur sospese tra leggenda e realtà, rivelazioni tanto gravi non potevano essere taciute al pontefice e gli sono quindi state immediatamente riferite dai tre cardinali che egli stesso ha scelto per la pre-inchiesta personale. L'inchiesta giudiziaria vera e propria, infatti, arriverà in una seconda fase. Non solo, ma a Benedetto XVI sono stati riportati anche i nomi di alcuni cardinali in odore di "grembiulino e compasso", sempre riferiti dal funzionario pentito, sui quali sarebbero in corso accertamenti assai "discreti".
JOSEPH RATZINGER PAPA BENEDETTO XVI Indagare sui prìncipi della Chiesa, del resto, non è semplice e non è neppure previsto dalle norme canoniche. Di sicuro, i porporati non possono essere pedinati o intercettati, come invece pare sia avvenuto in queste settimane anche fuori dal Vaticano nei confronti di un buon numero di funzionari sospettati.
Ma chi ha voluto tutti questi interrogatori di massa ritiene probabilmente che sia in gioco la sopravvivenza stessa della Chiesa, e allora sono ammesse un po' di eccezioni. Anche di segno diverso. Così, a coloro che stanno collaborando con l'inchiesta è stata prospettata addirittura l'ipotesi di "una grazia concordata". Che tradotta in termini profani sarebbe una sorta di amnistia per chi aiuterà il Vaticano "a fare pulizia al proprio interno". Sempre che i cosiddetti corvi siano "lo sporco" della Chiesa, e non una semplice fronda o resistenza interna.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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l'appartenenza alla massoneria è un peccato mortale ahah ma ne inventano di ogni tipoOriginariamente Scritto da laplaceIo che sono innocente, il più innocente di tutti maledetti bastardi che mi avete concepito per poi farmi passare serate come questaOriginariamente Scritto da Pescavuole disperatamente scoprire se scopo, bevo, mi faccio inculare. cose che non saprà mai.
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