Su 100 persone che leggerranno ciò che io sto per dire,
99 avranno una reazione rabbiosa, una forse comincerà ad aprire gli occhi, a tentare almeno di alzare le palpebre e forse approfondirà.Quello che dico non sono io a dirlo, né è il frutto di mie personali riflessioni, ma è semplicemente il portato culturale e spirituale di una Tradizione millenaria di cui io e altri uomini come me siamo seguaci.
Il problema che pongo è a livello di civiltà, società e cultura.
Secondo i Veda (tradiz. Filosofica indiana) ma anche secondo l’antica teoria pagana dei cicli storici e secondo molti filosofi occidentali del Tradizionalismo (vd Evola, Guenon, Spengler) , attualmente l'uomo si trova nel Kali-Yuga l'attuale epoca oscura in cui prevale la vita passionale e l'uomo rischia di allontanarsi sempre di più dalla propria natura divina, dal proprio sé e vive, a causa di ciò, grandi angosce e sofferenze.Tali angosce e sofferenze sono causate da una vita puramente materiale, basata su rapporti sociali contrattualistici e dominata dalla dimensione economica, fisica, vegetativa e femminea (spiego dopo perché il principio femminile è sempre sintomo di decadenza e materialità). Spaventiamoci! E’ un ciclo epocale, secolare di decadenza spirituale e morale di cui molti non sanno, o non vogliono sapere.Il mito è morto, la filosofia è morta.E con essa la religione! La scienza che almeno manteneva pur nel suo eccesso razionalistico un barlume di spiritualità è morta ! Ora domina solo la mera tecnica, la tecnologia, ossia il sapere più intrinsecamente legato agli aspetti materiali del vivere.
E’ l’uomo ad una dimensione! Mentre l’uomo è composto di corpo, anima e spirito.L’armoniosa integrazione tra i tre livelli costituisce l’ideale.Ma è lo spirito che lancia un ponte tra la bestia e Dio (Umani, siamo sempre troppo umani!).Ma veniamo con ordine.E’ vero, il deserto intorno a noi cresce, ma guai a chi fa crescere dentro di sé il deserto (Cfr Nietzsche” Così parlo Zarathustra”). Ogni passo verso la “liberazione” (dei costumi, della donna, del lavoro) porta la società vicino all’alienazione, e gli eccessi( sesso, droghe, lo stesso lavoro, il consumismo) sono tentativi di colmare vuoti interiori.Valori, comportamenti, istituzioni (la famiglia, la comunità) sono ovunque corrotti e sradicati o basati su relazioni puramente materiali o contrattualistiche.E’ questa la fine del ciclo storico, Il Kali-yuga di cui sopra.Questa però non vuole essere una requisitoria acrimoniosa contro lo stato di cose presente.La mia tradizione culturale vede la storia come un processo di decadenza che ha condotto l’umanità da stati superiori originari in stati sempre più condizionati dall’elemento umano, materiale e contingente.Un qualsiasi uomo del XXI secolo, se paragonato ad un greco del V sec. A.C. o ad un antico romano dell’Età Repubblicana o del primo-impero, nella sostanza e forza spirituale, è una completa nullità.Tuttavia non tutto nella storia è regressione; argine alla decadenza e tentativi di ripristino di una gerarchia di valori spirituali e trascendenti superiori sono stati: Sparta , L’impero Romano d’occidente, Il Sacro Romano Impero, L’Impero Ghibellino e più vicino a noi nel tempo il II ed il III Reich germanici, il Fascismo italiano, e L’impero del Sole nascente Giapponese.
L’aberrazione capitalista e marxista -che ci trasciniamo come una pesante zavorra- di considerare “l’economia come nostro destino” e la società civile identificata come sistema dei bisogni, sono nell’ottica di una Civiltà superiore e trascendente due disvalori assoluti.L’economia ed i bisogni materiali rappresentano un mezzo non un fine, poiché appartengono alla dimensione fisica, vegetativa, femminea di una comunità. La sostanza femminile, come ho detto sopra, di per sé rappresenta l’irruzione dei puri aspetti materiali all’interno di una comunità politica, è una sostanza instabile, ambigua ed oscura legata dalla necessità genetica della procreazione e dell’accrescimento fisico della prole.Un ruolo puramente materiale assegnatogli dalla natura e dalla storia. In questa ottica il femminismo o qualsiasi movimento di “liberazione” della donna altro non è che “la rinuncia della donna al suo diritto di essere donna“.Il principio femmineo nella storia prevale sempre nei momenti di più evidente decadenza spirituale e morale, così nel tardo Impero Romano spazzato via dalla ferocia guerriera di popoli più virili, così nell’Europa delle ciprie e delle parrucche del XVIII secolo spazzata via dalla rivoluzione francese.
Una Civiltà superiore e degna di questo nome concepisce i rapporti sociali in maniera personale e gerarchica basati su vincoli trascendenti di onore e fedeltà; essa si incarna in uno Stato informato da principi virili che “agiscono senza agire” e guidano,dandogli una forma, la dimensione economica, materiale e femminea della società.Le radici di una comunità di Uomini (la terminologia sessista in questo caso è giustificata) non possono venire dal basso, dalla materia, ma devono affondare in una sfera di valori gerarchici, eroici ed ideali, antiedonistici che staccano la dimensione politica dall’esistenza naturalistica e vegetativa e la spingono verso la trascendenza. Solo in questo modo si ha una rinascita ed un’ ascesa verso una più alta tensione ideale e morale che si concreta in uno Stato guidato da una comunalità maschile accumunata non da legami naturalistici ma da valori ideali e spirituali, un Ordine, una società di uomini a ranghi serrati che nella Storia si concreta nei mirabili modelli del Bund o del Mannerbund guerriero germanico, ma anche negli ordini cavallereschi medievali, come i cavalieri Teutonici e i Templari, e nei tempi più vicini a noi nella Guardia di ferro Rumena,nella X Mas italiana, e nelle SS del Terzo Reich.
Forza e Onore!
99 avranno una reazione rabbiosa, una forse comincerà ad aprire gli occhi, a tentare almeno di alzare le palpebre e forse approfondirà.Quello che dico non sono io a dirlo, né è il frutto di mie personali riflessioni, ma è semplicemente il portato culturale e spirituale di una Tradizione millenaria di cui io e altri uomini come me siamo seguaci.
Il problema che pongo è a livello di civiltà, società e cultura.
Secondo i Veda (tradiz. Filosofica indiana) ma anche secondo l’antica teoria pagana dei cicli storici e secondo molti filosofi occidentali del Tradizionalismo (vd Evola, Guenon, Spengler) , attualmente l'uomo si trova nel Kali-Yuga l'attuale epoca oscura in cui prevale la vita passionale e l'uomo rischia di allontanarsi sempre di più dalla propria natura divina, dal proprio sé e vive, a causa di ciò, grandi angosce e sofferenze.Tali angosce e sofferenze sono causate da una vita puramente materiale, basata su rapporti sociali contrattualistici e dominata dalla dimensione economica, fisica, vegetativa e femminea (spiego dopo perché il principio femminile è sempre sintomo di decadenza e materialità). Spaventiamoci! E’ un ciclo epocale, secolare di decadenza spirituale e morale di cui molti non sanno, o non vogliono sapere.Il mito è morto, la filosofia è morta.E con essa la religione! La scienza che almeno manteneva pur nel suo eccesso razionalistico un barlume di spiritualità è morta ! Ora domina solo la mera tecnica, la tecnologia, ossia il sapere più intrinsecamente legato agli aspetti materiali del vivere.
E’ l’uomo ad una dimensione! Mentre l’uomo è composto di corpo, anima e spirito.L’armoniosa integrazione tra i tre livelli costituisce l’ideale.Ma è lo spirito che lancia un ponte tra la bestia e Dio (Umani, siamo sempre troppo umani!).Ma veniamo con ordine.E’ vero, il deserto intorno a noi cresce, ma guai a chi fa crescere dentro di sé il deserto (Cfr Nietzsche” Così parlo Zarathustra”). Ogni passo verso la “liberazione” (dei costumi, della donna, del lavoro) porta la società vicino all’alienazione, e gli eccessi( sesso, droghe, lo stesso lavoro, il consumismo) sono tentativi di colmare vuoti interiori.Valori, comportamenti, istituzioni (la famiglia, la comunità) sono ovunque corrotti e sradicati o basati su relazioni puramente materiali o contrattualistiche.E’ questa la fine del ciclo storico, Il Kali-yuga di cui sopra.Questa però non vuole essere una requisitoria acrimoniosa contro lo stato di cose presente.La mia tradizione culturale vede la storia come un processo di decadenza che ha condotto l’umanità da stati superiori originari in stati sempre più condizionati dall’elemento umano, materiale e contingente.Un qualsiasi uomo del XXI secolo, se paragonato ad un greco del V sec. A.C. o ad un antico romano dell’Età Repubblicana o del primo-impero, nella sostanza e forza spirituale, è una completa nullità.Tuttavia non tutto nella storia è regressione; argine alla decadenza e tentativi di ripristino di una gerarchia di valori spirituali e trascendenti superiori sono stati: Sparta , L’impero Romano d’occidente, Il Sacro Romano Impero, L’Impero Ghibellino e più vicino a noi nel tempo il II ed il III Reich germanici, il Fascismo italiano, e L’impero del Sole nascente Giapponese.
L’aberrazione capitalista e marxista -che ci trasciniamo come una pesante zavorra- di considerare “l’economia come nostro destino” e la società civile identificata come sistema dei bisogni, sono nell’ottica di una Civiltà superiore e trascendente due disvalori assoluti.L’economia ed i bisogni materiali rappresentano un mezzo non un fine, poiché appartengono alla dimensione fisica, vegetativa, femminea di una comunità. La sostanza femminile, come ho detto sopra, di per sé rappresenta l’irruzione dei puri aspetti materiali all’interno di una comunità politica, è una sostanza instabile, ambigua ed oscura legata dalla necessità genetica della procreazione e dell’accrescimento fisico della prole.Un ruolo puramente materiale assegnatogli dalla natura e dalla storia. In questa ottica il femminismo o qualsiasi movimento di “liberazione” della donna altro non è che “la rinuncia della donna al suo diritto di essere donna“.Il principio femmineo nella storia prevale sempre nei momenti di più evidente decadenza spirituale e morale, così nel tardo Impero Romano spazzato via dalla ferocia guerriera di popoli più virili, così nell’Europa delle ciprie e delle parrucche del XVIII secolo spazzata via dalla rivoluzione francese.
Una Civiltà superiore e degna di questo nome concepisce i rapporti sociali in maniera personale e gerarchica basati su vincoli trascendenti di onore e fedeltà; essa si incarna in uno Stato informato da principi virili che “agiscono senza agire” e guidano,dandogli una forma, la dimensione economica, materiale e femminea della società.Le radici di una comunità di Uomini (la terminologia sessista in questo caso è giustificata) non possono venire dal basso, dalla materia, ma devono affondare in una sfera di valori gerarchici, eroici ed ideali, antiedonistici che staccano la dimensione politica dall’esistenza naturalistica e vegetativa e la spingono verso la trascendenza. Solo in questo modo si ha una rinascita ed un’ ascesa verso una più alta tensione ideale e morale che si concreta in uno Stato guidato da una comunalità maschile accumunata non da legami naturalistici ma da valori ideali e spirituali, un Ordine, una società di uomini a ranghi serrati che nella Storia si concreta nei mirabili modelli del Bund o del Mannerbund guerriero germanico, ma anche negli ordini cavallereschi medievali, come i cavalieri Teutonici e i Templari, e nei tempi più vicini a noi nella Guardia di ferro Rumena,nella X Mas italiana, e nelle SS del Terzo Reich.
Forza e Onore!
Commenta