A me piace molto quando i cantanti iniziano a parlare di guerra, pace, storia, razzismo. L'Apocalisse Mongola. Di Celentano apprezzo l'incredibile cultura. Vedrei bene un governo tecnico composto da lui e Jovanotti.
300.000 euro a puntata per celentano a san remo
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Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza MessaggioA me piace molto quando i cantanti iniziano a parlare di guerra, pace, storia, razzismo. L'Apocalisse Mongola. Di Celentano apprezzo l'incredibile cultura. Vedrei bene un governo tecnico composto da lui e Jovanotti.sigpic
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Celentano a Sanremo, compensi in beneficenza
Mazzi: «Non solo non si terrà un euro, ma pagherà di tasca propria le spese e le trattenute fiscali»
MILANO - «Noi il nostro Tevez lo abbiamo ingaggiato, a differenza di altri. Il Tevez di quest'anno è Adriano Celentano». Probabilmente Mauro Mazza, direttore di Raiuno, non ha pensato alla possibile associazione di idee che avrebbe potuto scatenare la sua battuta, il parallelo tra le quotazioni del fuoriclasse del Manchester City e il superingaggio che verrà corrisposto al «Molleggiato» per la sua partecipazione al Festival della Canzone italiana. Le polemiche che hanno accompagnato il ritorno del cantante a Sanremo sono riaffiorate anche nel corso della conferenza stampa. Ma è stato Gianmarco Mazzi, il direttore artistico della manifestazione, a sgombrare subito il campo da ogni dubbio: «Celentano distribuirà tutto il suo compenso in beneficenza». Non solo: «Si farà personalmente carico degli oneri fiscali legati ai compensi e saranno a carico suo anche tutte le spese di permanenza all'Ariston. Tanto per essere chiari: venire a Sanremo a lui costerà un sacco di soldi».
CIFRE E BENEFICENZA - Mazzi ha chiarito quali saranno le cifre in campo e come saranno poi redistribuite. Qualora partecipasse ad una sola serata, Celentano percepirà 350 mila euro. Nel caso di due serate, la somma salirà a 700 mila. E salirà ulteriormente a 750 mila qualora alla fine l'artista decidesse di partecipare a quattro o a tutte le serate. Quanto alla beneficenza, Celentano destinerà i compensi a uno o due ospedali di Emergency (a seconda di quanto sarà effettivamente il compenso finale, comunque si parla di 100 mila euro ciascuno) e a 20-25 famiglie bisognose che saranno indicate dai sindaci di Milano, Roma, Firenze, Napoli, Verona, Cagliari e Bari e a cui saranno corrisposti assegni da 20 mila euro. Mazzi ha parlato di i una polemica «scatenata in modo rabbioso», forse «perché c'è sempre la paura che Celentano parli anche e non si limiti a cantare».
...ma di noi
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Non c'è altro da aggiungere..Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Da Battisti a Mina la musica italiana per quanto mi riguarda è finita. e non venitemi a dire che Vasco/Ligabue et similia sono grandi cantanti.. al max grandi venditori di musica.. ma come talento in Italia se ne salvano praticamente zero.
Da qui l'odio verso il Festival che proponendo musica italiana (orrenda) non offre nulla di appetibile per me.Originariamente Scritto da zajkail buco del culo è stato programmato a senso unico, siete voi che avete inventato che debba fungere anche da entrata, quindi dovete subire e stare zitti.
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Non dirmi che baglioni, pezzali e biagio antonacci non sono bravi artisti però, dai..Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Di gente come Battisti o Mina (ma la mancanza si sente molto di più per una figura come Battisti, che era anche e soprattutto compositore) ne nasce una ogni secolo (forse), e devi pure avere la fortuna che nasca in Italia. La discografia ancora è alla ricerca del "santissimo graal" che rappresentava Battisti: il massimo della resa creativa coniugata col massimo del mercato. Oggi è impossibile, e il trono è vacante (e chissà per quanto tempo lo resterà ancora).
Di Battisti mi piace ricordare una cosa, per marcare un'altra differenza con l'oggi: quando cominciò (la storia è nota) portò alcune sue composizioni a Mogol, allora già famoso autore. Mogol gli disse subito che quelle canzoni non erano un granchè, e Battisti invece di prendersela rispose che sì, aveva ragione lui. Mogol, allora, favorevolmente impressionato dalla umiltà del giovane gli disse di ripassare: e così incominciò l'avventura del duo. Mi chiedo oggi: 1) quanti responsabili di case discogafiche siano disposti ad investire tempo e denaro sulla crescita libera di un artista che, al momento, mostra solo potenzialità ma che non rende nell'immediato e 2) quanti giovani siano disposti ad ammettere di stare scrivendo delle cose non eccelse, diciamo, perchè in giro c'è anche tanta, troppa presunzione.
Battisti deve essere un esempio per tutti, discografia e nuovi cantanti, perchè per tutta la vita ha solo e sempre lavorato, cercando di offrire al pubblico italiano il meglio di cui era capace; cercando sempre di spiazzarlo, di essere uno o più passi avanti; cercando di far crescere il pubblico insieme a lui; cercando di non perdere tempo dietro alle effimere glorie della televisione, ma semmai di perderlo in studio di registrazione; cercando di proporre nuove strade, nuove ricerche musicali, evitando di adagiarsi sugli allori (per lui sarebbe stato facile). Ma ci vuole, oltre al talento, un carattere non comune. Lui si è potuto imporre all'arcigno mondo della discografia perchè ogni cosa che scriveva andava dritta al primo posto. Deve essere stata una soddisfazione immensa per Lucio, molti anni dopo quei suoi inizi (siamo nel 1990), vedere i manager della CBS passeggiare con lui nel giardino di casa sua chiamandolo "maestro", tentando di strapparlo alla vecchia casa discografica (lo farà producendo "La Sposa Occidentale"). Così come rifiutare l'assegno in bianco ("metta lei la cifra", gli dissero) che alla fine degli anni '80 Berlusconi offrì a Lucio, per averlo per pochi attimi in una sua trasmissione: si sarebbe accontentato di un saluto dai suoi schermi, ma Battisti disse no.
No, e cioè no alle logiche del consumo, dell'apparire ad ogni costo, dell'artista che viene valutato "a peso" o ad audience; "l'artista non esiste, esiste la sua musica", così disse nella sua ultima intervista. Un rispetto per il pubblico raro oggi, quasi assente. Quanto siamo lontani dal mondo musical-televisivo dei gorni nostri. E ciò che dispiace è che questa sua lezione ultima è stata disattesa. Fino a che la musica sarà in mano alle De Filippi (piovra che mette i suoi tentacoli ovunque: fa accordi con la discografia, coi giornalisti, con i produttori, invitando tutti nelle sue trasmissioni: e quelli, ovviamente, non sanno dire di no...) fino a che la musica creerà piccoli mostri da spremere per un paio di stagioni e poi dimenticare, la musica italiana non rinascerà....ma di noi
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battisti.. il migliore... lo conobbi grazie a mia madre, che lo adorava, e tanto pianse quando morì, fatalità nel giorno del suo anniversario......ancora oggi la sua musica è dentro di me, come le sue parole, meravigliose .Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Battisti è nel cuore di tutti: l'Italia lo adottò come nessuno, lo elesse a suo cantore principe: quella voce, una delizia e una certezza per lo spirito, oggi come ieri. L'Italia gli ha voluto bene, il pubblico lo ha amato immensamente. Ci sarebbero da scrivere enciclopedie su Lucio. Tra i miei pochi ricordi nitidi ci sono tre prime volte. La prima volta che ho ascoltato "Il Mio Canto Libero"; la prima volta che ho ascoltato "Pensieri e Parole"; la prima volta che ho ascoltato "I Giardini Di Marzo". Ricordo perfettamente dove ero, con quale impressione accolsi quelle note e quel canto e che cosa hanno lasciato dentro di me: una magia che si ripete intatta le rare (di più non riesco, per una commozione interiore) volte che trovo il coraggio di mettere su quelle musiche: mi ricatapultano nella adolescenza, intatta, forte, viva, eppure così fragile, delicata e tenera, nel mondo interiore che ti fa capire come ancora, nel profondo, tu sia tu, e che solo lo specchio - apparenza - ti rimanda una immagine più vecchia. Il tempo scalfisce unicamente la superficie. E' per questo che parecchi adulti quel giorno di settembre avranno pianto. Per questo Battisti, come i classici, va al di là delle generazioni ed è contemporaneo di tutti. Per questo, come scrisse qualcuno, di lui si può dire che i giovani non li ha cantati, ma li ha formati.Last edited by Sean; 01-02-2012, 00:17:18....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio: il massimo della resa creativa coniugata col massimo del mercato. .
splendida definizione
Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioBattisti è nel cuore di tutti: l'Italia lo adottò come nessuno, lo elesse a suo cantore principe: quella voce, una delizia e una certezza per lo spirito, oggi come ieri. L'Italia gli ha voluto bene, il pubblico lo ha amato immensamente. Ci sarebbero da scrivere enciclopedie su Lucio. Tra i miei pochi ricordi nitidi ci sono tre prime volte. La prima volta che ho ascoltato "Il Mio Canto Libero"; la prima volta che ho ascoltato "Pensieri e Parole"; la prima volta che ho ascoltato "I Giardini Di Marzo". Ricordo perfettamente dove ero, con quale impressione accolsi quelle note e quel canto e che cosa hanno lasciato dentro di me: una magia che si ripete intatta le rare (di più non riesco, per una commozione interiore) volte che trovo il coraggio di mettere su quelle musiche: mi ricatapultano nella adolescenza, intatta, forte, viva, eppure così fragile, delicata e tenera, nel mondo interiore che ti fa capire come ancora, nel profondo, tu sia tu, e che solo lo specchio - apparenza - ti rimanda una immagine più vecchia. Il tempo scalfisce unicamente la superficie. E' per questo che parecchi adulti quel giorno di settembre avranno pianto. Per questo Battisti, come i classici, va al di là delle generazioni ed è contemporaneo di tutti. Per questo, come scrisse qualcuno, di lui si può dire che i giovani non li ha cantati, ma li ha formati.
I giardini di Marzo è una delle pochissime canzoni ( insieme a My Immortal degli Evanescence e pochisssimi altre) ad avermi fatto piangere...
Provoca un'emozione fortissima quella canzone, difficile da spiegare......Si viene pervasi da una sensazione di angoscia indescrivibile...che capolavoro.
ps sean puoi dare un'occhiata al mio intervento alla pagina precedente?
mi dici che ne pensiOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Solo a me Battisti non dice niente?
Credo che dipenda molto dal periodo in cui ha vissuto lui e chi è cresciuto ascoltandolo, come in molte altre cose si associa la musica a un determinato periodo e probabilmente il tutto acquista più valore.
Ascoltato criticamente, ora, senza averlo mai ascoltato in passato e senza averne mai sentito parlare, secondo la mia umile opinione, ne uscirebbe ridimensionato.Originariamente Scritto da Steel77equino ti metto in firma?Originariamente Scritto da L'EQUINOfai come ***** ti pare. basta che non me la metti in culo
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Originariamente Scritto da FARCISCILO Visualizza Messaggiops sean puoi dare un'occhiata al mio intervento alla pagina precedente?
mi dici che ne pensi
Originariamente Scritto da Reno Raines Visualizza MessaggioSolo a me Battisti non dice niente?
Credo che dipenda molto dal periodo in cui ha vissuto lui e chi è cresciuto ascoltandolo, come in molte altre cose si associa la musica a un determinato periodo e probabilmente il tutto acquista più valore.
Ascoltato criticamente, ora, senza averlo mai ascoltato in passato e senza averne mai sentito parlare, secondo la mia umile opinione, ne uscirebbe ridimensionato.
Un ragazzo che ha frequentato il CET di Mogol, e col quale ebbi occasione di parlare anni fa ascoltandolo in un piano-bar, mi raccontò che Mogol si presentava ai nuovi allievi con questa frase: "la musica italiana è come una pizza. Al centro c'è Battisti, e poi via via, a cerchi concentrici e sempre più distanti, tutti gli altri. L'ultimo cerchio sono le croste". Bisogna conoscere quell'artista a fondo, non limitandosi all'autore naif di "Acqua Azzurra" o di "Dieci Ragazze". Questo è colui che ha composto un album come "Il Mio Canto Libero"; che ha sfornato probabilmente il più grande album dei '70 ("Anima Latina", dove si mischiano pop, progressive, rock), che ha anticipato la disco music con "Ancora Tu", e che poi ha svoltato di 360 gradi andando a tirare fuori (e siamo negli anni '80, quando i cantautori storici hanno cominciato a ripetere loro stessi...) "Don Giovanni", stravolgendo completamente la forma-canzone italiana, tanto che sia De Gregori che Michele Serra parlarono di "punto imprescindibile per la canzone, col quale tutti dovranno fare i conti". Si ascolti per intero un album come Hegel, e lo si confronti con la musica che girava in Italia nel 1994: solo così si capisce la distanza incolmabile (e ancora oggi non colmata) col resto della canzonetta nostrana. I paragoni sono possibili solo con autori internazionali, e anche lì è difficile scovare chi abbia mantenuto - dopo 30 anni di carriera - quella forza melodica e quella inventiva rivoluzionaria. Come disse Arbore, qua parliamo di uno dei dieci massimi compositori al mondo, e certamente del massimo cantante italiano del Novecento. E' tutto il restante panorama italiano, semmai, a dover essere ridimensionato, a comiciare da nomi anche famosi ma dalla valenza artistica che, nell'insieme, non ha retto al tempo, ai confronti e alle promesse.Last edited by Sean; 01-02-2012, 13:53:40....ma di noi
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a me non piace battisti (a parte un paio di canzoni che nemmeno so il titolo) e i beatles non li capisco,mentre dalla,de gregori oserei dire che sono mostri sacri,de andrè che non mi piace più di tanto ma anche lui rientra nella storia x me,poi vasco rossi è colui che ha diviso i tempi,ha fatto da spalaneve negli anni 80 fino a oggi,ha fatto il rock italiano,che piaccia o no non lo si può negare,come del resto celentano è storia,sia come attore come cantante e show man,non lo si può negare via,pezzali.........?chi è?un cantante? boh mai sentito
---------- Post added at 22:33:09 ---------- Previous post was at 22:29:15 ----------
sulla storia della beneficenza non entro nel merito,ma ho sempre saputo che la beneficenza si fa in silenzio,almeno io così farei,poi dirlo dopo è facile,questo mi sconforta,certa gente non so cosa deve fare con tutti sti $$ che ha e continua a guadagnare ancora,bohAlboreto is nothing
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Piacere o non piacere, sono gusti personali. Capisci che Beatles o Battisti non vanno giudicati a "gusto", perchè "per gusto" allora un fan di Marco Carta (o di D'Alessio) direbbe che il suo protetto è il primo cantante al mondo. Un cantante va giudicato per il peso specifico entro la storia della canzone, e per l'apporto che ha dato alla canzone, al suo svilupparsi, al suo evolversi e alla qualità complessiva della sua opera. Vasco Rossi non ha diviso un bel nulla. Il peso di Vasco Rossi va giudicato ben sapendo che lui non è l'autore delle musiche che canta, ma solo dei versi, perchè si avvale di collaboratori quali Curreri, Ferro e tanti altri, dunque nel giudizio globale già entra una pregiudiziale. Ad essere "rock" sono semmai Curreri, Ferro ed altri, per dire. In secondo luogo, Vasco non sforna un album decente almeno da "Gli Spari Sopra": poi è stato un calando, mascherato dai "soliti" concerti sold out negli stadi, ma che di per se stessi non sono un metro di valore attendibile (anche la Pausini fa il tutto esaurito a San Siro, ma "vale" più di Mina?).
Detto questo, a Vasco va ovviamente dato il giusto posto nel panorama musicale italiano: è una star di prima grandezza, è un grande e contemporaneo autore di versi per canzoni, perchè ha saputo intercettare e raccontare il profondo di parecchi giovani, dunque è stato un interprete ed un catalizzatore del suo tempo, che però ha - come innovazione - un determinato inizio ed una fine altrettanto chiara. Il resto è replica di "rockstar" cinquanta-sessantenne che va ad aprire i Festival dedicati alla birra.
Su De Andrè ci sarebbe tutto un complesso discorso da fare, ma ci porterebbe lontano. Dalla non scrive più niente di apprezzabile da "Cambio" (primi anni '90, se non sbaglio), e le marcette alla "Attenti Al Lupo" vanno bene per lo zecchino d'oro. Siamo lontani da "Come E' Profondo Il Mare", per dire...De Gregori continua a campare di rendita e ha perso ogni spinta creativa, quella che gli ha permesso, ai suoi tempi, di essere un caposcuola del cantautorato.
Celentano è "storia", ma perchè? Perchè ci sta simpatico, perchè lo diciamo noi o perchè sappiamo contestualizzarlo nel panorama musicale nostrano? Celentano di suo ha scritto pochissime canzoni, e tutte negli anni '60 (epoca alla quale risalgono i suoi pezzi più importanti e incisivi): dopo, è stato più personaggio che cantante. Negli anni '70 e '80 (dunque per venti interi anni) non ha prodotto nulla di apprezzabile, dandosi invece al cinema. E' riemerso grazie al disco con Mina, e poi alla collaborazione con Mogol-Bella. La sua voce, invece, di grande interprete, resta una delle voci nazionali. Anche lui va incasellato tenendo conto della intera sua carriera.Last edited by Sean; 02-02-2012, 00:12:02....ma di noi
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