da un pezzo, nella prima pagina del thread c'è la notizia
Affaire Megaupload : MEGA, Un nuovo inizio
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Ho visto...più che una domanda era un'esclamazione la mia!! Comunque mi accontenterò di xvideos e youjizz...IL MIO DIARIO, TRA SOGNI E PROGETTI
http://www.bodyweb.com/forums/thread...-lungo-termine
"Ogni uomo deve fare della sua vita un'opera d'arte" - Oscar Wilde
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Il confronto sull'ACTA in sede UE è iniziato. Il Commissario UE per il Commercio Karel De Gucht sostiene che è lo scopo di lucro la discriminante nella pirateria digitale. Intanto il numero di cittadini UE contrario supera quota due milioni.
Ieri è iniziato in sede europea il dibattito sull'ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement), il nuovoaccordo internazionale sull'anti-pirateria e l'anti-contraffazione. L'esito non è scontato sia perchénumerosi paesi sembrano non condividerne le modalità operative, sia perché si ripropone il problema del bilanciamento tra i diritti delle imprese e quelli dei cittadini - soprattutto in area privacy. Non da meno la presunta incompatibilità del trattato con le normative vigenti europee: la Corte di Giustizia del Lussemburgo infatti è stata interpellata per un parere.
Nell'incontro con le associazioni di tutte le categorie, il Commissario UE per il Commercio Karel De Gucht ha cercato di difendere lo spirito dell'iniziativa indorando leggermente la pillola. Ha ricordato infatti che scaricare contenuti protetti dal diritto di copyright è illegale, ma anche che il raggio d'azione dell'ACTA è ben delimitato e riguarda esclusivamente le attività a scopo di lucro. In pratica pare che finché si parla di un ambito personale la questione non si pone.
"Non censurerà Internet, non richiederà un controllo delle e-mail, non consentirà ispezioni alle dogane dei computer portatili [...] e non comporterà restrizioni del commercio in generale", ha dichiarato De Gucht. "Chi condivide una canzone senza pagare i diritti compie un atto illegale a rigor di legge, ma non è un reato penale. L'azione punitiva scatta quando l'attività illegale è eseguita su scala commerciale, come chi si trova dietro siti simili a Megaupload".
Il problema però non è solo stabilire la soglia ma anche gli effetti collaterali su altri fronti. Ad esempio si teme per la censura in alcune aree del mondo o anche restrizioni (con la scusa della contraffazione) sull'accesso ai farmaci realizzati nei paesi in via di sviluppo. Com'è risaputo, ad esempio, in Africa e in India vi sono numerose produzioni farmacologiche a basso costo che infastidiscono il business delle grandi aziende di settore.
In ogni caso l'aspetto importante di questa vicenda è che sia attivato un positivo confronto sull'argomento. Le istituzioni, associazioni e aziende inoltre dovranno ricordare che la Commissione per le Petizioni ha già ricevuto più di 2,4 milioni di firme da cittadini europei contrari al trattato.
Se volete aderire all'iniziativa per fare sentire la vostra voce andate sul sito di Avaaz, l'organizzazione che si sta occupando della mobilitazione.
fonte : http://www.tomshw.it/cont/news/pirat...e/36237/1.html
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La Commissione Europea attende il parere della Corte di Giustizia del Lussemburgo sull'ACTA, ovvero l'accordo internazionale contro la contraffazione e la pirateria. Polonia, Cipro, Estonia, Olanda, Slovacchia e Germania si sono già sfilate: la ratifica rischia di saltare.
La Commissione Europea ha finalmente deciso di rivolgersi alla Corte di Giustizia del Lussemburgo per un parere sull'accordo internazionale contro la contraffazione e la pirateria (ACTA). Nel gennaio scorso a Tokyo, la UE ha sottoscritto il trattato ma senza un'analisi approfondita. Prova ne sia che a distanza di pochi giorni si è dimesso il relatore UE, e molti paesi hanno sostenuto l'incompletezza delle consultazioni. Insomma, Polonia, Cipro, Estonia, Olanda e Slovacchia hanno compiuto un passo indietro. Situazione a dir poco ridicola se si considera che per la ratifica dell'ACTA vi è bisogno dell'unanimità.
Quando la settimana scorsa anche la Germania si è sfilata, tutti hanno ben compreso il passo falso. "Abbiamo l'intenzione di chiedere alla più alta corte d'Europa se ACTA è incompatibile, in un modo o nell'altro, con i diritti fondamentali dell'Unione, come per esempio la protezione dei dati e il diritto alla proprietà intellettuale", ha spiegato ieri il commissario al Commercio, Karel De Gucht.
Il nodo della questione è proprio legato al rapporto tra le esigenze delle imprese e la violazione dei diritti fondamentali. La lotta alla contraffazione e alla pirateria digitale è più importante del rispetto della privacy? Secondo numerose associazioni digitali il trattato è impreciso e potrebbe consentire spiacevoli abusi soprattutto da parte dei detentori di copyright. Già, perché secondo il documento, agli intermediari (ad esempio gli ISP) non dovrebbe essere consentito di proteggere i presunti colpevoli di attività illecite online.
"La tutela del copyright non può mai essere una giustificazione per eliminare la libertà di espressione o la libertà di informazione. Per questo motivo, l’opzione di bloccare internet non è mai da prendere in considerazione", ha dichiarato il Commissario UE per la giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza, Viviane Reding.
"L'ACTA non deve cambiare assolutamente l'attuale accordo raggiunto col pacchetto europeo Telecom nel 2009 in cui è stata esclusa la three strikes law (come l'HADOPI, NdR.). La proprietà intellettuale è un diritto fondamentale riconosciuto nella carta europea dei diritti fondamentali, protegge gli autori di creazioni artistiche, ma questo non è un diritto fondamentale assoluto. L'UE è a favore della libertà d’accesso a Internet, per la libertà d'espressione e d'informazione".
De Gucht, che è il primo sostenitore del trattato, ha assicurato che sarà trovato un compromesso, anche se secondo numerosi osservatori al momento l'accordo appare lontano. In ogni caso il parere della Corte di Giustizia del Lussemburgo sarà un buon punto di partenza per il dibattito.
fonte : http://www.tomshw.it/cont/news/acta-spernacchiato-privacy-piu-importante-del-copyright/36054/1.html
articolo più vecchio di un giorno rispetto al post precedente
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è fondamentalmente da paraculi me ne rendo conto, ma mi sento di dare almeno parzialmente ragione all'articolo che si può leggere provando ad andare sull'ormai defunto gigapedia.
Per chi avesse voglia:
Always the beautiful answer who asks a more beautiful question
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fonte : http://www.tomshw.it/cont/news/legge...o/36372/1.html
Legge anti-pirateria a maggio: le poltrone AGCOM scottano
L'AGCOM tira dritto: entro maggio pubblicherà il nuovo regolamento anti-pirateria. Bisogna fare in fretta perché per quella data cambieranno i commissari. Rimangono invariate tutte le perplessità sul testo. Sarà chiave il parere dell'Unione Europea.
Il Garante delle Comunicazioni pubblicherà entro maggio il nuovo regolamento anti-pirateria, dopodiché saranno lasciate libere le poltrone per far spazio ai successori. Un tempismo perfetto, verrebbe da pensare. "In Italia c'è una situazione paradossale, le norme sul diritto d'autore sono ferme a quelle di 70 anni fa", ha dichiarato il segretario generale dell'AGCOM, Roberto Viola, durante un convengo romano.
"Faremo una nuova audizione in Parlamento sul tema, la terza, tra un paio di settimane, poi ci sarà un passaggio con l'Unione Europea. Auspichiamo che dai parlamentari ci sia un chiarimento sul quadro delle norme primarie. Se ciò non dovesse avvenire, l'autorità sarà lasciata un po' sola a decidere come calibrare questo testo e lo farà sulla base dei commenti della Commissione Europea".
AGCOM vuol fare in fretta
Qualcuno potrebbero chiamarlo un colpo di mano, perché le criticità di questo regolamento sono talmente tante che solo commissari dimissionari potrebbero proseguire i lavori senza preoccuparsi degli effetti. La prima nota dolente infatti riguarda la credibilità del collegio uscente: a maggio faranno i bagagli e in Parlamento c'è un Governo Tecnico che potrebbe avere un'opinione diversa sul da farsi. Ora, piacerebbe a tutti un'AGCOM indipendente, ma dato che non è così è evidente che la fretta è mossa da interessi esterni dal consistente peso specifico.
Non meno importanti tutte le perplessità generate dal testo della normativa. Viola parla di un "un giusto equilibrio tra le istanze del popolo della rete e quelle degli autori, entrambi meritevoli di attenzioni". Ma la verità è che tutte le associazioni per i diritti digitali e gli esperti del settore hanno già spiegato ampiamente che le "istanze del popolo della rete" non sono state ascoltate.
Gli Internet Service Provider rischiano di doversi piegare alle richieste (via mail) dei detentori di copyright: dovranno rimuovere ogni contenuto (presunto) pirata senza coinvolgere nella querelle chi l'ha condiviso. È chiaro che il mancato coinvolgimento della magistratura non garantisce agli ISP e agli utenti il rispetto del diritto alla difesa.
In ogni caso la mossa AGCOM appare decisamente fuori tempo massimo. La Commissione UE entro la fine dell'anno varerà una nuova legge sul tema e quindi non avrebbe senso legiferare oggi perpoi correggere domani. Perché non pazientare? Magari lo sapremo il 21 marzo quando il Presidente dell’Authority, Corrado Calabrò, riferirà in Parlamento sull'iter della nuova norma.
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fonte : http://www.tomshw.it/cont/news/l-agc...i/36402/1.html
L'AGCOM potrà oscurare i siti pirata? Probabilmente sì
L'ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida sostiene che il Garante delle Comunicazioni disponga di adeguato diritto per censurare i siti pirata. La Costituzione non contiene una disciplina per i mezzi di comunicazione come Internet.
L'AGCOM ha il potere di oscurare i siti Web che violano sistematicamente le norme sul diritto d'autore? Sì, secondo l'ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida. Il super-consulente messo in campo dal Garante ha individuato i fondamenti giuridici che possono sostenere questa tesi, a dimostrazione che il prossimo testo sull'anti-pirateria sarà particolarmente duro.
Valerio Onida
Onida sostiene che anche se l'AGCOM è di fatto un'autorità amministrativa, ha tutto il diritto di intervenire. Se si parte dal presupposto che l'urgenza è chiave è evidente che "data la natura diffusiva della Rete" bisogna agire immediatamente. Ecco quindi la possibilità, a suo parere, delconferimento di funzioni ispettive ai dipendenti. Poteri che deriverebbero anche dal Decreto Romani (il numero 44 del 2010), come riporta La Repubblica, che assegna al Garante il compito di rendere effettiva l'osservanza dei limiti e dei divieti".
Insomma, per Onida non c'è bisogno di scomodare il Parlamento anche se vengono tirati i ballo diritto fondamentali come la privacy e la libertà di espressione. La legge non sembra essere necessaria per i mezzi di diffusione come Internet "per i quali la Costituzione non contiene una disciplina". È sufficiente a suo parere un regolamento con successiva approvazione del Garante.
Eppure il commissario Nicola D'Angelo, ma anche l'associazione Agorà Digitale e giuristi IT, sostengono che tutto questo potrebbe mettere a rischio le libertà digitali. Anche a fronte dei decreti legislativi n. 68 e il n. 70 del 2003, il Testo unico dei media, la legge 43 del 2005 che proteggono il diritto d'autore, forse il dibattito andrebbe contestualizzato. Un diritto può evolversi con il tempo e mutare i suoi confini in relazione all'ambiente circostante.
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Attenzione, se fosse vero sarebbe una grande notizia !
fonte http://www.tomshw.it/cont/news/megaupload-forse-riaprira-perche-l-fbi-l-ha-fatta-grossa/37115/1.html
MegaUpload forse riaprirà perché l'FBI l'ha fatta grossa
MegaUpload e il fondatore Kim Dotcom scamperanno dalla morsa statunitense e probabilmente subiranno solo il processo civile neo-zelandese. Oggi si scopre che l'FBI ha tentato un escamotage per l'estradizione, ma non è andato a buon fine.
MegaUpload di questo passo potrebbe riaprire i batteri e il patron Kim Dotcom ritornare a dolce vita. A distanza di tre mesi dalla mega-operazione di polizia internazionale che ha portato alla carcerazione dei gestori e alla chiusura di Megaupload, Megavideo e Megaporn, tutto l'impianto accusatorio sembra sciogliersi come neve al Sole. Non tanto perché non vi siano prove contro la nota piattaforma di file hosting, ma perché gli inquirenti statunitensi e quelli neozelandesi hanno fatto un po' di confusione. "Non so proprio se riusciremo mai ad avere un processo", ha dichiarato il giudice della Virginia che si sta occupando del caso in terra statunitense, Liam O' Grady.
Kim DotCom
Andare con ordine su questa vicenda è davvero complicato, soprattutto perché bisogna guardare agli Stati Uniti per comprendere cosa stia succedendo. In pratica, quando il Dipartimento di Giustizia e l'FBI hanno fatto partire la macchina sapevano fin dall'inizio che l'estradizione dalla Nuova Zelanda di Kim Dotcom sarebbe stata possibile solo per un reato che avesse previsto una pena detentiva di almeno cinque anni. Il problema è che nella terra dei kiwi la pirateria nel civile ha una soglia massima di 4 anni, e così qualcuno a Washington ha "teorizzato" il reato penale di cospirazione a scopo riciclaggio di denaro sporco.
A oggi mancano ancora le carte dell'FBI, ma l'avvocato Ira Rothken ha spiegato che non potranno mai essere sottoposte perché il suo cliente "non si trova sotto la giurisdizione degli Stati Uniti".
Insomma, è probabile che Dotcom sarà processato in Nuova Zelanda solo per pirateria e non è detto neanche che in caso di condanna riceva il massimo, perché anche la polizia locale ha commesso qualche serio errore procedurale.
Quel che viene fuori probabilmente non è l'inettitudine statunitense o neo-zelandese - qualche incidente di percorso può succedere - bensì la brillante genialità di questo mago-pancione dell'informatica. Servizio basato su Hong Kong, piattaforma efficiente, server negli Stati Uniti... Aveva previsto tutto, creato fossati virtuali, fili spinati legali e ogni strategia di difesa.
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Ahi ahi ahi .... che badilata sui denti per l'fbi e tutte le autorità "competenti"....
Kim Dotcom è stato arrestato e perquisito illegalmente
Il giudice neozelandese che si sta occupando del caso Megaupload ha spiegato che l'intera operazione è stata condotta illegalmente. Gli ordini di cattura, perquisizione e sequestro erano confusionari e imprecisi. L'FBI ha trattato i poliziotti neozelandesi come facchini.
L'arresto di Kim Dotcom, il fondatore di Megaupload, è stato totalmente illegale. Un'azione di polizia che avrebbe messo in imbarazzo persino l'ispettore Callaghan - per sua natura piuttosto blando nel rispetto dei diritti costituzionali.
Sono entrati nella sua proprietà con armi in pugno, vestiti in borghese e non si sono neanche dichiarati poliziotti. Facile comprendere il motivo per cui il (mago)pancione più famoso del mondo sia corso (!) nella Panic Room con il timore di essere sequestrato o derubato. Sebbene l'Ispettore Grant Wormald abbia confermato la difficoltà di procedere con maggiore cautela, ieri il giudice dell'Alta Corte neozelandese che si sta occupando del caso è parso quasi in imbarazzo.
Helen Winkelmann, ha rilevato le monumentali stupidaggini compiute dalla Polizia. Tutto irregolare: dall'irruzione, all'ordine di cattura fino a quello di perquisizione e sequestro. Un manipolo di Maori imbufaliti avrebbe trattato Kim Dotcom con maggiore riguardo. E ora tutto il castello accusatorio ne pagherà le conseguenze.
La Difesa ha strappato un punto che sembra valere partita e incontro. In pratica nei giorni precedenti alla cattura l'FBI è entrata in contatto con gli inquirenti neozelandesi per fare il punto della situazione. In Virginia stava per partire il caso, ma senza l'arresto di Dotcom e la perquisizione della sua casa sarebbe stato troppo difficile raggiungere qualche risultato tangibile.
Kim Dotcom
E così si è avviata la macchina della Giustizia locale, ma qualcosa non ha funzionato a dovere perché l'ordine del giudice si è dimostrato impreciso e confuso. Non era chiaro ad esempio se Kim fosse accusato di aver violato leggi neozelandesi o statunitensi. Allo stesso tempo pare che la perquisizione fosse di carattere generico. Comprensibile considerato che tutto il materiale dell'indagine era nelle mani dell'FBI.
Si parlava di "violazione del copyright", così come può avvenire in un bar o in ascensore. Il giudice ha fatto giustamente notare che questo reato può esprimersi in moltissimi modi. Gli ordini di questo genere di solito dovrebbero essere molto specifici: la legge neozelandese prevede ad esempio che siano dettagliati i reati correlati. Non meno ridicola la richiesta di sequestrare "tutti i dispositivi digitali capaci di archiviare ed elaborare dati in forma digitale". Avrebbero dovuto circostanziare e invece hanno arraffato tutto e neanche restituito gli elementi inutili all'indagine.
L'FBI di fatto ha ingaggiato dei simpatici poliziotti neozelandesi a cui ha chiesto di comportarsi da facchini. Peccato che l'ordine sia stato firmato da un giudice locale, nel rispetto di leggi nazionali, nei confronti di un cittadino residente. Sarebbe bastato invitare gli statunitensi a collaborare al caso, ma la verità è che l'FBI puntava a un'estradizione facile, tenendo fuori dalla questione i cari cugini.
A questo punto è evidente che anche la copia di ogni dato effettuata dagli statunitensi è illegale. Winkelmann avrà un bel da fare la prossima udienza, fissata per il 4 luglio. Intanto Kim Dotcom si gode sicuramente il momento. E a Washington magari salterà qualche gran capo peracottaio - gran maestro cioccolataio.
fonte : http://www.tomshw.it/cont/news/kim-d...e/38330/1.html
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Ottimo. Quando gli americani impareranno a rispettare le procedure e le leggi, come tutti i popoli civili, qualcuno faccia un fischio....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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di bene in meglio http://www.tomshw.it/cont/news/megaupload-tornera-online-parola-di-kim-dotcom/38524/1.html
Megaupload tornerà online: parola di Kim Dotcom
Kim Dotcom è convinto che Megaupload possa risorgere ancora più forte e grande. Il processo sta prendendo una belle piega, sopratutto considerato le leggerezze commesse dalla Polizia. Adesso punta a ottenere anche i danni per la perquisizione e il sequestro illegale del sito.
Megaupload ritornerà online. La promessa è del fondatore Kim Dotcom, che dopo mesi di smarrimento sembra aver recuperato totalmente il suo tono sfacciato. "SOPA è morta. PIPA è morta. ACTA è morta. MEGA tornerà più grande. Migliore. Più veloce. Libero da accuse e schermato dagli attacchi", ha scritto su Twitter qualche giorno fa. Il (mago)pancione è uscito senza dubbio rinfrancato dall'ultima udienza. Il giudice Helen Winkelmann ha infatti sottolineato le numerose leggerezze compiute dalla Polizia: dall'irruzione, all'ordine di cattura fino a quello di perquisizione e sequestro.
E non è ancora finita perché questa settimana i suoi legali chiederanno i danni allo Stato per la perquisizione e il sequestro illegale del sito. La cifra non è ancora stata calcolata, ma c'è da credere che possa trattarsi di una richiesta milionaria.
Sul fronte statunitense invece sembra raffreddarsi la pista che vorrebbe la Casa Bianca come mandante del raid neozelandese. Kim Dotcom ha sostenuto fin dall'inizio di essere finito in trappola per colpa di Washington, e nello specifico delle lobby cinematografiche che presidiano Pennsylvania Avenue. Pare infatti che il vice-presidente Biden tempo fa sia stato fotografato con il gotha del settore e il direttore di Motion Picture Association Asia Pacific, Mike Ellis. Lo stesso Ellis avrebbe poi incontrato il Ministro della Giustizia neozelandese Simon Power.
Il Procuratore legale Neil MacBride che si sta occupando del caso ha negato però ogni coinvolgimento delle alte sfere. Il meeting con Biden ai tempi venne organizzato per discutere del suo viaggio in Cina e di contratti commerciali in ambito cinematografico. La difesa però continua a essere convinta del contrario.
In ogni caso l'eventuale estradizione verrà discussa ad agosto. Da rilevare poi che a Kim non è stato ancora concesso il permesso di accedere alle prove in possesso dell'FBI: potrà farlo solo quando metterà piede negli Stati Uniti, prima di allora se farà il bravo riceverà 40 pagine di documenti su 22 milioni di mail sequestrate.
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anzi..spero che ora proseguano per vie legali gli "ex" colpevoli..sti americani hanno rotto con la loro arroganza. Vai a casa loro e ti prendono il dna anche nei peli del chi' (per carita', stato loro, leggi loro)...peccato che poi loro non guardino in faccia nessuno quando hanno a che fare con altri stati e leggi
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una cosa è che mi ha sempre fatto sorridere è che le prove, pur ottenute illegalmente, perdono il loro valore nei processi, almeno mi pare di aver capito sia così. Fatto è che sono sempre prove non si può non considerarle
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Adesso punta a ottenere anche i danni per la perquisizione e il sequestro illegale del sito.il sequestro sarà anche stato illegale ma il sito conteneva materiale illegale, visto che era una miniera di file che violavano il famoso copyright. Io ero il primo a usufruirne eh è solo per ribadire la questioneOriginariamente Scritto da laplaceIo che sono innocente, il più innocente di tutti maledetti bastardi che mi avete concepito per poi farmi passare serate come questaOriginariamente Scritto da Pescavuole disperatamente scoprire se scopo, bevo, mi faccio inculare. cose che non saprà mai.
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Anche in russia ci provano... http://globalvoicesonline.org/2012/0...sor-the-runet/Always the beautiful answer who asks a more beautiful question
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