poco, locos y mal unidos [ma_75 richiesto assolutamente]

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    poco, locos y mal unidos [ma_75 richiesto assolutamente]

    con colpevole ritardo eccomi sull'annosa questione del sardo, dei sardi, della sardità.

    inizio, come peraltro inizia l'articolo di cui parlavo con ma_ appunto, con una glossa che farò piacere a richard per una certa ricorsione (cit.): il maggior studioso di lingua sarda nasce a monaco di baviera, e fa di nome max leopold wagner, autore, tra le altre pubblicazioni del "dizionario etimologico sardo".
    certo magari si potrebbe pronunciarlo wagnerau, chissà, per conferirgli l'autorevolezza che certo, non gli può venire dagli studi, mi pare ovvio.

    cioè detto..

    l'articolo parte da una premessa, questa: la lingua costruisce la storia, la lingua determina lo spazio della sardegna.
    uno spazio di isolamento.
    quindi il primo aspetto della lingua sarda è, esattamente, una lingua di difesa dell'identità, inclusa in quella "costanza resistenziale sarda" di cui parla giovanni liulli.
    (ho i riferimenti bibliografici, glisso finché qualcuno non li chiede, se li volete, mi rivolgo ai miei 3 lettori, li ho )

    l'isola, quindi, l'isola che, se da un lato è roccaforte, ecco la costante di difesa nella lingua sarda, dall'altra è, necessariamente, incontro, quantomeno nel tentativo di conquista esterno.

    questo secondo aspetto è quello su cui insiste di più giuseppe marci, che vede la costruzione del sardo in "presenza di tutte le lingue del mondo".

    il mito sardo contiene in sé la contraddizione dell'isolamento e dell'incontro.
    il linguaggio riprende o crea, in un circolo virtuoso, quella stessa contraddizione.

    collegato a questo c'è l'uso della lingua come affermazione sociale.
    il sardo si determina sull'italiano.
    qui la classificazione linguistica può avere un significato geopolitico: l'equiparazione del sardo al portoghese, all'occitano, al franco-provenzale come lingue romanze.
    la lingua e la cultura sarda possono, dunque, stare sullo stesso piano dell'italiano.

    bittese definisce il sardo il "continuatore più schietto del latino".

    qua ma_ veniamo al punto di cui ti parlavo, tra rotolar di forme di pecorino, mario segni dice, te lo riporto per intero:
    "da sassarese, cioè da cittadino di una comunità di grande storia e tradizione, dico che sento assai più minacciosa per la mia identità l'egemonia cagliaritana di quella romana o bruxellese"
    in pratica egli sostiene la cronica incapacità dei sardi di darsi una coesione, una forma unitaria, che si tratti di sovranità, che si tratti di lingua.

    la lingua sarda parlata è caratterizzata da numerose varianti locali.
    sullo scritto le due varianti principali sono il campidanese ed il logudorese.

    poi passa in rassegna i tentativi di creare la limba sarda unificada o la limba sarda comuna, come ti accennavo il primo su sovvenzione europea, il secondo progetto regionale.

    nessuno dei due è mai stato applicato.
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    #2
    interessante contributo, sicuramente da approfondire.

    p.s1 temo l'intervento di gandhi

    p.s2 le tue parole confermano quello che diceva giovanni interpretando Nico: il Sardo è una lingua...(e l'italiano un dialetto)

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    • ma_75
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      #3
      Il titolo dice tutto, in effetti, a partire da quello spagnolo che è, veramente, il marchio di fabbrica del sardo attuale. L'ottimo Wagner ha oggi un degno epigono in Eduardo Blasco Ferrer anche lui non allevato a pecorino e proceddu (e qualcuno scriverebbe porceddu) ma anche in schiere di glottologi e linguisti come Paulis. Il discorso, però, non si ferma ai linguisti, ma esonda in ambito storico, antropologico e perfino archeologico. Uno degli autori che citi, Lilliu, è considerato il padre dell'archeologia sarda, lo scopritore della reggia nuragica di Barumini, tra l'altro. Ecco, la preistoria sarda credo sia esemplare per il nostro discorso. Da Lilliu in poi si è diffusa una tradizione sarda di natura revanscista che, per rovesciare il supposto archetipo della cultura nuragica come cultura marginale rispetto ai grandi movimenti della storia, ha esaltato il nuraghe come simbolo di sardità e proposto una sorta di modello ideologico, quello del guerriero indomito che, lungi dall'apprendere l'uso della tholos dai micenei come per tanto tempo si era ipotizzato, avrebbe percorso la rotta inversa, sicchè avremmo una Micene tributaria della Sardegna e non viceversa. Questo si riflette anche nella diverse branche della ricerca archeologica, al punto tale che la centralità del momento preistorico, ideologicamente inteso come indipendenza dell'isola, riduce lo spazio di attività per il fenicio, il punico e il romano, simboli di culture allogene e, quindi, non sarde. Può sembrare eccessivo il discorso che faccio ma se cerchi su google "statue di Monti Prama", vedi come una querelle squisitamente archeologica (queste statue di guerrieri sono nuragiche, sono fenicie, sono prodotti di maestranze locali che hanno appreso la tecnica scultorea a contatto con gli orientali già stanziati nell'isola?) finisca per diventare un caso politico, fino a sostenere, nemmeno troppo velatamente, che qualcuno (forse qualche archeologo "continentale" o qualche sardo venduto allo straniero, altro topos questo frequentissimo) abbia svalutato, scientificamente ed espositivamente (ma sono sempre state in bella mostra al museo di Cagliari) le statue per non dare eccessivo credito alla cultura indigena. A questo si affiancano le più strampalate teorie pseudoarcheologiche che, di norma, ottengono più successo di quelle scientifiche: la Sardegna come Atlantide (Frau ci ha fatto un libro ed anche parecchi soldi) e i sardi identificati negli Shardana dei testi egizi, ovvero nei popoli del mare che avrebbero abbattuto i principali regni del vicino oriente e posto fine alla civiltà micenea, prima di essere abbattuti da Ramses II nel XIII secolo (e questo nonostante schiere di glottologi si fossero affannati a spiegare che quel SRDN, con grande probabilità, rimandasse a Sardi, in Anatolia). Cosa dimostra tutto questo? Dimostra che il sardismo, inteso come esaltazione di tutto ciò che è sardo e ridimensionamento dello straniero è, spesso, nient'altro che il rovescio della medaglia di secoli di denigrazione, di individuazione del sardo con lo stereotipo del pastore aduso a rapporti contro natura con le sue pecore. Come sempre in questi casi un eccesso non sana l'altro. La Sardegna è stata sempre terra di conquista, nell'antichità per le sue risorse minerarie, in seguito per la sua posizione strategica: le coste sono state regolarmente occupate da schiere di eserciti nemici, mentre l'interno, anche perchè meno appetibile economicamente, ha resistito di più (ma anche qui sfatiamo degli stereotipi...chi si aspetterebbe di trovare della ceramica attica del V secolo in un nuraghe di Orgosolo, ovvero del paese simbolo della costante resistenziale sarda?). Da questa partizione storica deriva, ancora oggi, l'idea che, ad esempio, il cagliaritano sia un mezzo sangue, gran parlatore, venditore di fumo, doppio, bastardo perfino nella sua lingua spagnoleggiante. Di contro il nuorese, o, meglio, il barbaricino è schietto, silenzioso perchè vuole studiare l'interlocutore prima di concerdergli la sua amicizia, detentore della vera tradizione sarda e, ovviamente, dotato dell'unica, vera, lingua sarda. Per dire, fino a non pochi anni fa, ma forse lo si fa ancora oggi, ai cagliaritani che andavano a caccia nel nuorese si consigliava di muoversi con macchine che avessere targa NU, onde evitare rappresaglie. E lascio fuori altre etnie, se mi passi il termine, come i galluresi, che sono, a tutti gli effetti, popolazione intruse, provenienti, in epoche evidentemente preistoriche, dalla Corsica, di cui continuano a parlare un dialetto affatto imparentato con le altre parlate sarde.
      Ovviamente potremmo sviluppare il discorso su tanti altri binari ma , prima, bisogna mettere bene a fuoco il punto che ci interessa, onde evitare divagazioni su territori che interessano marginalmente come, temo, il lungo sermone di cui sopra
      Last edited by ma_75; 05-09-2011, 17:00:47.
      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
      ma_75@bodyweb.com

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      • gorgone
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        #4
        ma_ per pietà, prossima volta crea dei capoversi spaziati.

        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
        Dimostra che il sardismo, inteso come esaltazione di tutto ciò che è sardo e ridimensionamento dello straniero è, spesso, nient'altro che il rovescio della medaglia di secoli di denigrazione, di individuazione del sardo con lo stereotipo del pastore aduso a rapporti contro natura con le sue pecore.
        leggo, non so se sia una conferma a quello che dici, che già nel 1921 lussu esordì in una seduta parlamentare, con un "noi non siamo separatisti" , parlò poi di "italianità spirituale" dei sardi.
        per questo alcuni indipendentisti (perché persino le istanze indipendentiste, e poi i partiti nati da esse, sono molteplici) parlano di tradimento, come se ai sardi fosse richiesto di anelare ad essere italiani..
        ma lussu parla anche di sardegna come nazione incompiuta.

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        • ma_75
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          #5
          Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggio
          ma_ per pietà, prossima volta crea dei capoversi spaziati.



          leggo, non so se sia una conferma a quello che dici, che già nel 1921 lussu esordì in una seduta parlamentare, con un "noi non siamo separatisti" , parlò poi di "italianità spirituale" dei sardi.
          per questo alcuni indipendentisti (perché persino le istanze indipendentiste, e poi i partiti nati da esse, sono molteplici) parlano di tradimento, come se ai sardi fosse richiesto di anelare ad essere italiani..
          ma lussu parla anche di sardegna come nazione incompiuta.

          Lussu ha scritto quello che, secondo me, è in assoluto il libro più bello sulla grande guerra. Ma era un intellettuale e questo fa tutta la differenza del mondo rispetto al sardo medio. Per dire, ancora oggi la IGM viene vista nell'isola come una sorta di tradimento dell'Italia matrigna: i sardi, specie la brigata sassari, autori di epiche imprese sulle Alpi e poi dimenticati subito dopo. Vittimismo e revanscismo sono inestricabilmente legati. I movimenti indipendentisti sono ancora attivi, anzi direi più oggi che negli anni scorsi, seppure sotto vesti diverse, visto che il PSD'AZ tradizionalmente espressione di queste istanze è da alcuni anni un appendice del PDL. Si tratta, però, di movimenti velleitari, basta pensare che propugnano una risibile indipendenza economica della Sardegna. E per loro vale lo stesso discorso della Padania: non siamo nell'epoca delle piccole patrie. Una differenza, però, c'è, almeno la Sardegna ha una sua effettiva, autonoma, realtà geografica e, in parte, anche storica. Non è un caso che molti sardi si sentano prima sardi che italiani.
          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
          ma_75@bodyweb.com

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          • gorgone
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            #6
            Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
            visto che il PSD'AZ tradizionalmente espressione di queste istanze è da alcuni anni un appendice del PDL.

            rossomori è nato dalla scissione, giusto?
            soru ---> sardegna democratica.


            questo per avere un quadro, scopro, invece, che si è quasi abbandonata la parola "autonomia" depauperata di significvato da anni di accordi con lo stato italiano che in materia di entrate fiscali e uso del territorio a fini militari non hanno portato benefici.
            leggo che si preferisce parlare ora di sovranità e la richiesta di indennizzi.

            senza contare il problema della vera e propria "estinzione" del popolo sardo. ma_ riproduciti!

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            • ma_75
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              #7
              Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggio
              rossomori è nato dalla scissione, giusto?
              soru ---> sardegna democratica.


              questo per avere un quadro, scopro, invece, che si è quasi abbandonata la parola "autonomia" depauperata di significvato da anni di accordi con lo stato italiano che in materia di entrate fiscali e uso del territorio a fini militari non hanno portato benefici.
              leggo che si preferisce parlare ora di sovranità e la richiesta di indennizzi.

              senza contare il problema della vera e propria "estinzione" del popolo sardo. ma_ riproduciti!
              Non solo rossomori, ma anche Sardigna Natzione e IRS, oltre a qualche altro che certo dimentico. Tutti assieme, peraltro, varranno non oltre il 5-7%.
              Soru è un caso a parte, nasce all'interno del PD ma, di fatto, non è mai andato a genio alla nomenclatura locale del partito. Però ha fatto alcune battaglie, quella sull'abusivismo costiero, sulla tassa di soggiorno, sulla tutela del patrimonio, che sono state percepite come battaglie identitarie. Se le cose fossero così semplici, però, alle elezioni avrebbe vinto lui, invece di un modesto galoppino del signorotto di Arcore.
              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
              ma_75@bodyweb.com

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              • gorgone
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                #8
                perché glissi sulla tua riproduzione? vedi che i cagliaritani, grandi oratori..

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                • ma_75
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                  #9
                  Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggio
                  perché glissi sulla tua riproduzione? vedi che i cagliaritani, grandi oratori..
                  Pondero.
                  In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                  ma_75@bodyweb.com

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                    #10
                    Perdonate il mio intervento mongolo, credevo fossimo in trash
                    Alvaro si è messo a piangere.... niente firma quindi!

                    Originariamente Scritto da Steel77
                    però quando la moderazione ti fa comodo segnali come un pazzo eh? vergognati, buffone.

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