"Ho sempre detto che sarebbe venuto il giorno in cui non avrei più potuto rispettare i miei impegni come Ceo di Apple. Sfortunatamente quel giorno è arrivato. Credo che i più brillanti e innovativi giorni di Apple siano davanti a noi e io guardo avanti per contribuire al successo in un nuovo ruolo».
on queste parole Steve Jobs, al secolo Ceo e fondatore di Apple, si è dimesso dalla sua carica. Rimarrà come presidente ma la società verrà di fatto affidata a Tim Cook, 50 anni, che dal 2004 ha preso in mani le redini dell'azienda a causa del prolungarsi della malattia di Steve Jobs. Il nuovo CEO di Apple, molto apprezzato dallo stesso Steve che lo ha nominato suo successore, ha la fama di duro. A lui si devono gran parte delle delocalizzazioni nella produzione e la chiusura di alcune fabbriche del gruppo che hanno portato a guadagni record. Inflessibile e spietato, pare abbia una passione smisurata per il fitness e le corse in bicicletta, un po' come il Visconte Kobram di fantozziana memoria, anche se le sue capacità non sono mai state messe in discussione.
Certo, con l'addio di Steve Jobs si chiude di fatto un'epoca. Il 56 americano era ormai diventato il simbolo di Apple e un'icona mondiale della tecnologia. Le sue presentazioni erano attese dai fan come concerti, dove lui in uniforme d'ordinanza (Jeans e maglietta nera) dispensava battute e tirate di orecchie alla concorrenza. Ironico, mai banale e dotato di un carisma naturale, era in grado di ammaliare il pubblico per ore, mantenendo sempre alta l'attenzione sui suoi nuovi gioielli tecnologici. Tutti particolari che non sono sfuggiti agli analisti economici. Non a caso alla notizia delle sue dimissione il titolo della casa di Cupertino è arrivato a perdere fino a 7 punti percentuali.
Adesso bisognerà capire se quest'uscita di scena era prevista entro questi termini o se le sue condizioni di salute sono drasticamente peggiorate. Rimane un'incognita anche la sua partecipazione alla presentazione del nuovo iPhone attesa per settembre o al più tardi a ottobre. La Grande Rete gli ha già tributato applausi e riconoscimenti, milioni di fan auspicano un suo ritorno e una veloce guarigione. Quello che è certo è che questo genio dell'informatico ha rivoluzionato il mondo della tecnologia, fino a portare l'azienda da lui fondata nel 1976 a scalare l classifica di Borsa fino a issarsi al primo posto assoluto, superando non solo altri giganti hi-tech come Microsoft e Google ma perfino un big del petrolio come Exxon.
I detrattori lo hanno accusato di non proporre mai nulla di veramente innovativo, limitandosi a trasformare e rendere accattivanti prodotti già esistenti. Un'accusa infondata, ma che suona anche come un vanto per un uomo che ha saputo trasformare anche il modo di "comunicare" i prodotti della sua azienda. Il "marketing della privazione" (che per anni ha obbligato i fan di Apple a file interminabili per aggiudicarsi prodotti scarsamente disponibili al lancio) ha fatto scuola ed è stato in seguito imitato da moltissime società.
Senza contare che il suo primo iPhone ha di fatto consacrato l'avvento del touchscreen, un cambiamento radicale che ha modificato per sempre il nostro modo di interagire con il telefonino. Un salto epocale che ha stravolto le gerarchie della telefonia mobile, favorendo di fatto il sorpasso di Samsung nei confronti di Nokia e la scalata del nuovo sistema operativo Android di Google.
Insomma, risultati eccezionali per un uomo ambizioso che di certo non è simpatico a tutti. Quasi sicuramente per via della sua lingua tagliente che di rado viene intrappolata dalle sue labbra sottili, sempre pronte a suscitare polemiche e a stuzzicare il "nemico". Forse è un po' spaccone, diciamocelo, ma di certo non è un ipocrita e di questo lo ringraziamo.
Speriamo che questo non sia un addio ma un arrivederci...
In Bocca al lupo Steve!
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