LE RIVOLTE DI LONDRA: GIUSTIZIA DIVINA? Scritto da Gianluca Freda Giovedì 11 Agosto 2011 13:47
di Timothy Bancroft-Hinchey
dal sito della Pravda (edizione inglese)
traduzione di Gianluca Freda
Ciò che è accaduto ieri notte a Londra – proprietà private date alle fiamme, distruzione senza freni, saccheggi e violenze generalizzate – è deprecabile ed inaccettabile. Ma non rappresenta forse una perfetta risposta inviata da Dio, a sottolineare l’ottusa ipocrisia con la quale i governi occidentali intendono e praticano la politica, soprattutto se dovessimo tracciare una linea di paragone con la Libia?
Proviamo dunque a tracciare un parallelismo e vediamo in che modo ne vengono fuori le autorità inglesi. Giovedì, la polizia britannica ha ucciso un uomo su una strada cittadina. C’è stata un’escalation della tensione per tutto il venerdì e poi, sabato sera, 300 giovani si sono radunati fuori da una stazione di polizia della zona di Tottenham per una manifestazione pacifica, la quale è però sfuggita di mano nel momento in cui alcuni membri del gruppo provenienti da altre zone di Londra e da altre città hanno iniziato a imperversare per le strade, appiccando il fuoco ad edifici ed autoveicoli mentre si scatenavano nel saccheggio.
Ora immaginiamo che per alcuni mesi – no, meglio anni, ripeto, anni – alcune potenze straniere avessero armato e finanziato non 300, ma almeno 30.000 (trentamila) fanatici islamisti, i quali, equipaggiati con mitragliatrici, carri armati, artiglieria e munizioni antiaeree, avessero scatenato il caos a Londra, Manchester, Liverpool e Bristol. Se la polizia britannica ha ammazzato un ragazzo a Tottenham, se nel 2007 ha ammazzato il brasiliano Jean Charles De Menezes soltanto perché, ehm… “aveva un aspetto asiatico”, che cosa avrebbe fatto di fronte a 30.000 delinquenti scatenati? Beh, secondo i criteri del governo britannico, praticamente nulla: sarebbe semplicemente rimasta a guardare, perché “il popolo stava compiendo le sue scelte”.
Quindi, perché fare tanto baccano per i fatti di Tottenham? Però un momento: la polizia ha invece reagito contro civili disarmati! E se l’omicidio di un civile è il risultato di due giorni di scontri che hanno coinvolto 300 persone, allora possiamo estrapolare la cifra di almeno 100 morti tra i civili fin dalle prime ore di un’ipotetica rivolta generalizzata, più o meno le stesse cifre che vengono adesso stimate per Bengasi, e nelle quali sono compresi anche i sostenitori di Gheddafi. Interessante.
Ora immaginiamo che questi “civili disarmati” attaccati dalla polizia britannica fossero in realtà pesantemente armati, avessero legami con Al Qaeda, fossero guidati da un terrorista condannato, andassero in giro per le strade a tagliare la gola alla gente, dessero fuoco ad edifici del governo e devastassero gli uffici pubblici. Immaginiamo che qualcuno piazzasse un po’ di tavolette di Viagra sul pavimento di una stazione di polizia e un po’ di profilattici nelle celle del quartier generale di Scotland Yard, in modo da consentire a qualche congressista americana di strillare che vi è la prova di stupri di massa compiuti dalle autorità inglesi.
Poi lasciamo che qualcuno richieda all’ONU di bombardare a manetta l’Inghilterra per cinque mesi per impedire la strage di civili disarmati, bombardiamo anche le forze armate britanniche che cercano di fermare questa feccia, in modo che i fanatici islamisti possano guadagnare terreno, immaginiamo che i media internazionali conducano una campagna orchestrata di disinformazione, stendendo il silenzio sulla verità e disseminando menzogne, incolpando le autorità britanniche di atrocità che non ha mai commesso, attribuendo alla RAF raid aerei che non ha compiuto…
Immaginiamo che i leader di quella cricca di codardi che è l’ONU bombardino i civili britannici da 30.000 piedi di altezza per 5 (cinque) lunghi mesi, dichiarando che non è loro intenzione estromettere Cameron e Hague, poi affermando che forse sarebbe meglio se se ne andassero, infine proclamando “Devono andarsene!”. Dopodichè il popolo inglese potrebbe decidere se vuole consentirgli di restare in Inghilterra, anche se naturalmente l’esilio in Burkina Faso sarebbe più appropriato (o magari anche no, adesso sto insultando la brava gente burkinese…).
Immaginiamo che le Forze Armate Britanniche oppongano resistenza e che Cameron, Hague e la Regina appaiano alla TV di stato (i cui ripetitori vengono sistematicamente bombardati), immaginiamo che l’equivalente di 20 milioni di inglesi scenda per le strade in appoggio ai propri beneamati leader (e che solo un pugno di estremisti islamici fosse realmente contro di loro) e immaginiamo che il coraggio di questi ultimi goda del sostegno dell’intero popolo inglese, il quale giuri di combattere sulle spiagge, sulle riviere, nelle città, sulle colline e nei villaggi, promettendo solennemente di non arrendersi mai…
Immaginiamo che dinanzi a questa sfida, la coalizione di codardi dell’ONU iniziasse a macerarsi nella frustrazione, ordinando la distruzione di strutture civili per fiaccare la volontà del popolo britannico, e che iniziasse a bombardare i sistemi idrici, a bombardare gli ospedali, a bombardare i centri d’assistenza per bambini handicappati, a bombardare le scuole elementari; e in un autentico impeto criminale, compiendo un vero e proprio omicidio premeditato, prendesse di mira la casa di David Cameron, uccidendo a sangue freddo la sua famiglia nella convinzione che anche lui si trovi lì. Come si sentirebbe David Cameron?
In effetti, visto il modo in cui i cristiani-timorati-di-Dio si sono comportati in Libia, io tendo a sentirmi dalla parte di Allah e dei buoni musulmani che tentano di celebrare il Ramadan mentre i crociati cristiani tentano vigliaccamente di assassinarli, di distruggere le loro infrastrutture e di imporre valori estranei alla loro cultura con un approccio top-down. Spero e prego soltanto che la cricca delle nazioni coinvolte in quest’oscenità raccolga ciò che ha seminato, moltiplicato per dieci.
Intendo dire, con questo, che desidero che ciò che hanno sperato e predisposto contro gli altri gli torni addosso moltiplicato per dieci. Dopo tutto, affermano di stare agendo per motivi umanitari. Perciò… Allaaaaaaaaaaaaaaah Akhbar!
di Timothy Bancroft-Hinchey
dal sito della Pravda (edizione inglese)
traduzione di Gianluca Freda
Ciò che è accaduto ieri notte a Londra – proprietà private date alle fiamme, distruzione senza freni, saccheggi e violenze generalizzate – è deprecabile ed inaccettabile. Ma non rappresenta forse una perfetta risposta inviata da Dio, a sottolineare l’ottusa ipocrisia con la quale i governi occidentali intendono e praticano la politica, soprattutto se dovessimo tracciare una linea di paragone con la Libia?
Proviamo dunque a tracciare un parallelismo e vediamo in che modo ne vengono fuori le autorità inglesi. Giovedì, la polizia britannica ha ucciso un uomo su una strada cittadina. C’è stata un’escalation della tensione per tutto il venerdì e poi, sabato sera, 300 giovani si sono radunati fuori da una stazione di polizia della zona di Tottenham per una manifestazione pacifica, la quale è però sfuggita di mano nel momento in cui alcuni membri del gruppo provenienti da altre zone di Londra e da altre città hanno iniziato a imperversare per le strade, appiccando il fuoco ad edifici ed autoveicoli mentre si scatenavano nel saccheggio.
Ora immaginiamo che per alcuni mesi – no, meglio anni, ripeto, anni – alcune potenze straniere avessero armato e finanziato non 300, ma almeno 30.000 (trentamila) fanatici islamisti, i quali, equipaggiati con mitragliatrici, carri armati, artiglieria e munizioni antiaeree, avessero scatenato il caos a Londra, Manchester, Liverpool e Bristol. Se la polizia britannica ha ammazzato un ragazzo a Tottenham, se nel 2007 ha ammazzato il brasiliano Jean Charles De Menezes soltanto perché, ehm… “aveva un aspetto asiatico”, che cosa avrebbe fatto di fronte a 30.000 delinquenti scatenati? Beh, secondo i criteri del governo britannico, praticamente nulla: sarebbe semplicemente rimasta a guardare, perché “il popolo stava compiendo le sue scelte”.
Quindi, perché fare tanto baccano per i fatti di Tottenham? Però un momento: la polizia ha invece reagito contro civili disarmati! E se l’omicidio di un civile è il risultato di due giorni di scontri che hanno coinvolto 300 persone, allora possiamo estrapolare la cifra di almeno 100 morti tra i civili fin dalle prime ore di un’ipotetica rivolta generalizzata, più o meno le stesse cifre che vengono adesso stimate per Bengasi, e nelle quali sono compresi anche i sostenitori di Gheddafi. Interessante.
Ora immaginiamo che questi “civili disarmati” attaccati dalla polizia britannica fossero in realtà pesantemente armati, avessero legami con Al Qaeda, fossero guidati da un terrorista condannato, andassero in giro per le strade a tagliare la gola alla gente, dessero fuoco ad edifici del governo e devastassero gli uffici pubblici. Immaginiamo che qualcuno piazzasse un po’ di tavolette di Viagra sul pavimento di una stazione di polizia e un po’ di profilattici nelle celle del quartier generale di Scotland Yard, in modo da consentire a qualche congressista americana di strillare che vi è la prova di stupri di massa compiuti dalle autorità inglesi.
Poi lasciamo che qualcuno richieda all’ONU di bombardare a manetta l’Inghilterra per cinque mesi per impedire la strage di civili disarmati, bombardiamo anche le forze armate britanniche che cercano di fermare questa feccia, in modo che i fanatici islamisti possano guadagnare terreno, immaginiamo che i media internazionali conducano una campagna orchestrata di disinformazione, stendendo il silenzio sulla verità e disseminando menzogne, incolpando le autorità britanniche di atrocità che non ha mai commesso, attribuendo alla RAF raid aerei che non ha compiuto…
Immaginiamo che i leader di quella cricca di codardi che è l’ONU bombardino i civili britannici da 30.000 piedi di altezza per 5 (cinque) lunghi mesi, dichiarando che non è loro intenzione estromettere Cameron e Hague, poi affermando che forse sarebbe meglio se se ne andassero, infine proclamando “Devono andarsene!”. Dopodichè il popolo inglese potrebbe decidere se vuole consentirgli di restare in Inghilterra, anche se naturalmente l’esilio in Burkina Faso sarebbe più appropriato (o magari anche no, adesso sto insultando la brava gente burkinese…).
Immaginiamo che le Forze Armate Britanniche oppongano resistenza e che Cameron, Hague e la Regina appaiano alla TV di stato (i cui ripetitori vengono sistematicamente bombardati), immaginiamo che l’equivalente di 20 milioni di inglesi scenda per le strade in appoggio ai propri beneamati leader (e che solo un pugno di estremisti islamici fosse realmente contro di loro) e immaginiamo che il coraggio di questi ultimi goda del sostegno dell’intero popolo inglese, il quale giuri di combattere sulle spiagge, sulle riviere, nelle città, sulle colline e nei villaggi, promettendo solennemente di non arrendersi mai…
Immaginiamo che dinanzi a questa sfida, la coalizione di codardi dell’ONU iniziasse a macerarsi nella frustrazione, ordinando la distruzione di strutture civili per fiaccare la volontà del popolo britannico, e che iniziasse a bombardare i sistemi idrici, a bombardare gli ospedali, a bombardare i centri d’assistenza per bambini handicappati, a bombardare le scuole elementari; e in un autentico impeto criminale, compiendo un vero e proprio omicidio premeditato, prendesse di mira la casa di David Cameron, uccidendo a sangue freddo la sua famiglia nella convinzione che anche lui si trovi lì. Come si sentirebbe David Cameron?
In effetti, visto il modo in cui i cristiani-timorati-di-Dio si sono comportati in Libia, io tendo a sentirmi dalla parte di Allah e dei buoni musulmani che tentano di celebrare il Ramadan mentre i crociati cristiani tentano vigliaccamente di assassinarli, di distruggere le loro infrastrutture e di imporre valori estranei alla loro cultura con un approccio top-down. Spero e prego soltanto che la cricca delle nazioni coinvolte in quest’oscenità raccolga ciò che ha seminato, moltiplicato per dieci.
Intendo dire, con questo, che desidero che ciò che hanno sperato e predisposto contro gli altri gli torni addosso moltiplicato per dieci. Dopo tutto, affermano di stare agendo per motivi umanitari. Perciò… Allaaaaaaaaaaaaaaah Akhbar!
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