Auto blu, le spese del Comune di Roma
226 vetture costano 17 milioni ogni anno
di Davide Desario
ROMA - L’auto blu? A Roma non si rifiuta a nessuno. In Campidoglio ce l’hanno davvero tutti: assessori, capo di Gabinetto e il suo staff, il capo del cerimoniale, presidente dell’Assemblea capitolina, i vicepresidenti, i due segretari d’Aula, tutti i capigruppo (dalla Destra a Sinistra e Libertà). Ma anche l’ufficio stampa del sindaco, il Segretario generale e i suoi vice, i direttori e i segretari dei Dipartimenti, i 19 presidenti di Municipio e i 19 direttori di Municipio. Una super flotta guidata da un esercito di dipendenti del Comune. A conti fatti tra noleggio, carburante e stipendi ogni anno costano 17 milioni di euro.
Diciotto anni di delibere. Il regolamento che stabilisce a chi spetta e a chi no l’auto di servizio del Comune di Roma risale al 1993. E non lo ha emanato nemmeno un sindaco. La firma, infatti, è del commissario straordinario Aldo Camporota, una meteora che, dopo lo tsunami di Tangentopoli, ha guidato il Campidoglio per meno di un mese. Precisamente 27 giorni (dal 9 novembre al 6 dicembre del 1993). Eppure in quei 27 giorni è riuscito a stabilire a chi spettasse l’autoblu. Da allora, in questi 18 anni, ci sono stati altri tre sindaci e tutti e tre hanno allargato la cerchia dei fortunati.
Prima Francesco Rutelli (ordinanza 864 del 23 ottobre 1996) che ha concesso l’auto e l’autista anche ai vicepresidenti del consiglio comunale. Non gli è stato da meno Walter Veltroni (ordinanza 240 del 17 ottobre 2003) che ha regalato l’auto (con autista ovviamente) addirittura ai due segretari del Consiglio comunale «ai fini dell’espletamento dei compiti istituzionali».
E poi è arrivato Gianni Alemanno che a giugno del 2008 ha rinunciato alle berline di lusso ereditate da Veltroni (due Lancia Thesis full optional compresi vetri scuri e blindati e televisore) e viaggia solo con una Lancia Delta messagli a disposizione dal Viminale per la sua scorta. Un mese dopo, però, il Comune ha concesso l’auto di servizio (con autista) anche ai due vice capi di gabinetto che, poverini, erano quasi gli unici ad essere rimasti senza in tutto Palazzo Senatorio.
Dalla berlina all’utilitaria. L’unica vera riduzione in questi anni è stata fatta lo scorso anno quando la Giunta Alemanno ha approvato una delibera per rinunciare alle lussuose Alfa Romeo 159 e alle Alfa 147 a benzina per passare all’affitto delle più discrete Fiat Grande Punto 1,3 diesel. La delibera, inoltre, ha portato anche alla riduzione del parco auto che da 339 é diventato di 226 con una riduzione di spesa totale di 4 milioni di euro.
«Siamo la prima amministrazione, a livello nazionale, che abolisce definitivamente le auto di rappresentanza - disse Gianni Alemanno - I nostri assessori, i nostri dirigenti andranno con auto normali, di servizio, senza alcuno status particolare». E, aveva promesso, che la rivoluzione avrebbe riguardato anche tutte le aziende della Holding Campidoglio.
La situazione attuale. Oggi, escludendo il capitolo a parte della polizia municipale di Roma Capitale, il parco auto del Comune conta 226 auto a noleggio. Di queste 117 sono per funzioni operative (la maggior parte consegnano la posta interna e il protocollo) e 109 sono di rappresentanza. Per affittare questa flotta il Comune ha stanziato nell’ultimo bilancio 5 milioni di euro. E per farle camminare ha previsto di spendere 3,5 milioni di euro di carburante e lubrificanti e anche 5.000 euro per il lavaggio degli autoveicoli. Ma non solo: per guidarle il Comune impegna molti dei suoi dipendenti, 226 per l’esattezza. E per pagarli sborsa mediamente 8milioni e 225mila euro l’anno ai quali si deve aggiungere almeno un altro milione di euro di retribuzione straordinaria (gli autisti guarda caso sono quelli che lavorano più di tutti gli altri oltre l’orario normale). Insomma un totale di 17 milioni di euro l’anno. Mica pochi.
Lunedì 01 Agosto 2011 - 14:48
Il Messaggero
226 vetture costano 17 milioni ogni anno
di Davide Desario
ROMA - L’auto blu? A Roma non si rifiuta a nessuno. In Campidoglio ce l’hanno davvero tutti: assessori, capo di Gabinetto e il suo staff, il capo del cerimoniale, presidente dell’Assemblea capitolina, i vicepresidenti, i due segretari d’Aula, tutti i capigruppo (dalla Destra a Sinistra e Libertà). Ma anche l’ufficio stampa del sindaco, il Segretario generale e i suoi vice, i direttori e i segretari dei Dipartimenti, i 19 presidenti di Municipio e i 19 direttori di Municipio. Una super flotta guidata da un esercito di dipendenti del Comune. A conti fatti tra noleggio, carburante e stipendi ogni anno costano 17 milioni di euro.
Diciotto anni di delibere. Il regolamento che stabilisce a chi spetta e a chi no l’auto di servizio del Comune di Roma risale al 1993. E non lo ha emanato nemmeno un sindaco. La firma, infatti, è del commissario straordinario Aldo Camporota, una meteora che, dopo lo tsunami di Tangentopoli, ha guidato il Campidoglio per meno di un mese. Precisamente 27 giorni (dal 9 novembre al 6 dicembre del 1993). Eppure in quei 27 giorni è riuscito a stabilire a chi spettasse l’autoblu. Da allora, in questi 18 anni, ci sono stati altri tre sindaci e tutti e tre hanno allargato la cerchia dei fortunati.
Prima Francesco Rutelli (ordinanza 864 del 23 ottobre 1996) che ha concesso l’auto e l’autista anche ai vicepresidenti del consiglio comunale. Non gli è stato da meno Walter Veltroni (ordinanza 240 del 17 ottobre 2003) che ha regalato l’auto (con autista ovviamente) addirittura ai due segretari del Consiglio comunale «ai fini dell’espletamento dei compiti istituzionali».
E poi è arrivato Gianni Alemanno che a giugno del 2008 ha rinunciato alle berline di lusso ereditate da Veltroni (due Lancia Thesis full optional compresi vetri scuri e blindati e televisore) e viaggia solo con una Lancia Delta messagli a disposizione dal Viminale per la sua scorta. Un mese dopo, però, il Comune ha concesso l’auto di servizio (con autista) anche ai due vice capi di gabinetto che, poverini, erano quasi gli unici ad essere rimasti senza in tutto Palazzo Senatorio.
Dalla berlina all’utilitaria. L’unica vera riduzione in questi anni è stata fatta lo scorso anno quando la Giunta Alemanno ha approvato una delibera per rinunciare alle lussuose Alfa Romeo 159 e alle Alfa 147 a benzina per passare all’affitto delle più discrete Fiat Grande Punto 1,3 diesel. La delibera, inoltre, ha portato anche alla riduzione del parco auto che da 339 é diventato di 226 con una riduzione di spesa totale di 4 milioni di euro.
«Siamo la prima amministrazione, a livello nazionale, che abolisce definitivamente le auto di rappresentanza - disse Gianni Alemanno - I nostri assessori, i nostri dirigenti andranno con auto normali, di servizio, senza alcuno status particolare». E, aveva promesso, che la rivoluzione avrebbe riguardato anche tutte le aziende della Holding Campidoglio.
La situazione attuale. Oggi, escludendo il capitolo a parte della polizia municipale di Roma Capitale, il parco auto del Comune conta 226 auto a noleggio. Di queste 117 sono per funzioni operative (la maggior parte consegnano la posta interna e il protocollo) e 109 sono di rappresentanza. Per affittare questa flotta il Comune ha stanziato nell’ultimo bilancio 5 milioni di euro. E per farle camminare ha previsto di spendere 3,5 milioni di euro di carburante e lubrificanti e anche 5.000 euro per il lavaggio degli autoveicoli. Ma non solo: per guidarle il Comune impegna molti dei suoi dipendenti, 226 per l’esattezza. E per pagarli sborsa mediamente 8milioni e 225mila euro l’anno ai quali si deve aggiungere almeno un altro milione di euro di retribuzione straordinaria (gli autisti guarda caso sono quelli che lavorano più di tutti gli altri oltre l’orario normale). Insomma un totale di 17 milioni di euro l’anno. Mica pochi.
Lunedì 01 Agosto 2011 - 14:48
Il Messaggero
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