Il cerchio di Beppe non piace ai grillini
di Flavio Maiocco
Il "Non Statuto" del Movimento 5 Stelle lo spiega all'articolo 4: "Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi".
E' stato dunque grande lo stupore di eletti, elettori e semplici simpatizzanti quando si è scoperto che lo scorso sabato 18 giugno, durante una riunione a porte chiuse dei 135 tra consiglieri comunali e regionali eletti tra le file del Movimento, i fratelli Davide e Gianroberto Casaleggio - proprietari della Casaleggio&Associati e veri e propri deus ex machina dell'universo politico e di impegno civile creato negli ultimi anni da (e per) Beppe Grillo - hanno annunciato alla platea incredula la nomina di quattro figure dai contorni operativi alquanto sfumati. Responsabili, tecnici, incaricati: la terminologia non è chiara. Coordinatori, in sostanza, nominati “dall’alto” (pare dopo un colloquio privato con gli stessi Casaleggio) senza alcuna consultazione della base movimentista: tra questi anche il grillino reggiano Matteo Olivieri, consigliere comunale in Sala del Tricolore, che si affiancherà al trevigiano David Borrelli, al bresciano Vito Crimi e al torinese Vittorio Bertola, ex-candidato grillino a sindaco di Torino alle recenti elezioni amministrative, vinte poi dalla coalizione di centrosinistra guidata dal Partito Democratico del nuovo primo cittadino Piero Fassino.
La notizia, in una sorta di contrappasso dantesco, si è diffusa in breve tempo proprio su quella rete internet che il Movimento ha efficacemente usato finora per compattare l'elettorato deluso dai tradizionali partiti al grido dei vari "Vaffanculo Day" e delle proposte di iniziativa dal basso, come i referendum e le leggi popolari, della democrazia diretta, del limite dei due mandati, del concetto che "ognuno vale uno". La dinamica del ritrovo milanese, per altro, è piuttosto difficile da ricostruire nei dettagli dal momento che, contrariamente a quel principio di trasparenza che da sempre è stata una delle cinque stelle portanti del Movimento, la riunione si è svolta di fatto nel divieto assoluto di scattare fotografie, effettuare riprese video o registrare frammenti audio di quanto accaduto. Quasi inutile, poi, specificare l'assenza di qualsiasi diretta streaming dell'evento.
A specificare il ruolo dei 4 neo-nominati è stato lo stesso Vittorio Bertola, che nel forum piemontese del Movimento ha fornito un suo resoconto del meeting lombardo: a Matteo Olivieri è stato assegnato il compito di raccogliere e organizzare tutta la documentazione sui progetti realizzati dalle singole liste del Movimento nelle rispettive città; David Borrelli, invece, sarà il responsabile per la documentazione necessaria alla nascita e alla presentazione delle nuove liste a 5 stelle; Vito Crimi, invece, si dovrà occupare di analizzare i programmi di tutte le liste del Movimento e i metodi usati per la loro redazione; a Vittorio Bertola, infine, il compito di realizzare una piattaforma informatica per condividere interrogazioni, mozioni e tutti i documenti presentati dai consiglieri comunali o regionali nelle assemblee di pertinenza, allo scopo di permettere agli eletti di accedere a un database aggiornato sulle attività del Movimento nelle istituzioni italiane in cui è presente.
"Ognuno di noi ha parlato per trenta secondi di cosa intende fare - ha scritto Bertola - [...] infine Bono & Fico hanno fatto un po' di polemica sull'organizzazione dell'incontro e sulla condivisione delle scelte organizzative, beccandosi risposte piuttosto secche sia da Beppe che da Casaleggio". Bono è Davide Bono, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Piemonte ed ex candidato alla presidenza della Regione alle ultime elezioni regionali, quelle che hanno visto trionfare l'attuale governatore leghista Roberto Cota.
Il grillino risponde al collega di movimento sullo stesso forum piemontese: "Non ho fatto un po' di polemica - si difende - ma ho semplicemente fatto quelle critiche che avreste dovuto fare voi. Che 4 ruoli di coordinatori tecnico-politici andavano condivisi non dico neanche con la base, ma almeno con i 135 eletti. Solo voi potevate farlo dicendo che avreste accettato l'incarico solo dopo il consenso degli eletti. Sarebbe stato un plebiscito - non certo un voto, perchè un voto si fa su delle candidature spontanee e non spintanee - ma sarebbe stato molto diverso". Sempre sul forum, inoltre, Bono sostiene che alla domanda relativa ai 4 nominati (“Chi lo ha deciso?”) Beppe Grillo in persona avrebbe risposto: "Se qualcuno te lo chiede, digli di andare affanculo…".
Al centro dell'attacco, dunque, l'ennesimo caso di gestione verticistica del Movimento a dispetto dei proclami di trasparenza, democrazia e libertà che da sempre sono caratteristiche che il Movimento rivendica con forza per se. La novità, però, è che questa volta la protesta non è stata isolata, pur giungendo da un esponente certamente di spicco dell'organizzazione politica, ma è condivisa da una più ampia fetta della base elettorale; base che, non avendo altre modalità per esprimere il suo dissenso, sta letteralmente invadendo gli spazio web del Movimento, a partire dai forum locali fino allo stesso blog di Beppe Grillo.
In uno degli ultimi post in ordine di tempo sulla vicenda, dal titolo "Gli s*******tori", l'ex comico genovese prima minaccia provvedimento legali per chi sta diffondendo notizie sul ritrovo milanese ("I giornali si stanno occupando del Movimento con il solito, abituale obiettivo: s*******rlo. Questa volta però mi sono stancato e la settimana prossima i miei legali faranno partire le prime querele. In Rete, o fuori, si può scrivere tutto ciò che si vuole, ma bisogna assumersi le responsabilità e provare ciò che si afferma") e poi tenta la difesa d'ufficio, sostenendo che durante l'incontro sarebbero state invitate quattro persone "a illustrare un loro apporto tecnico al portale del M5S con l'obiettivo di mettere a fattor comune informazioni utili. Non si è parlato di nessun coordinatore nazionale, né di ruoli politici assegnati a chicchessia. Il M5S non è un partito e non può avere alcun tipo di strutture verticali sul territorio".
Una spiegazione che non convince i fan del Movimento, con le critiche che dilagano nei commenti - non filtrati - del sito. "Mi dispiace caro Beppe ma io di democratico in questo movimento ci vedo ben poco", accusa Marco Pompei, mentre Andrea Losi rincara la dose: "Secondo me un po' di sana autocritica, di tanto in tanto, non guasterebbe". M.R., da Napoli, si chiede invece perché "se non c'era nulla da nascondere non è stato mandato in diretta streaming sul blog? Parliamo di portare le telecamere nei consigli comunali, ma poi non le portiamo negli incontri del Movimento". Ancora più dura la posizione di Sergio Massaccesi, dalle Marche: "Ti seguo fin dagli albori, abbiamo creato la lista qui ad Ancona e sappiamo com'è andata a finire, eh Grillo? Uno conta uno? Col *****: ci abbiamo messo faccia, fatica e soldi per cosa? Le decisioni le prendi tu! Se c'è qualche problema te ne sbatti: senza regole ecco il risultato!".
di Flavio Maiocco
Il "Non Statuto" del Movimento 5 Stelle lo spiega all'articolo 4: "Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi".
E' stato dunque grande lo stupore di eletti, elettori e semplici simpatizzanti quando si è scoperto che lo scorso sabato 18 giugno, durante una riunione a porte chiuse dei 135 tra consiglieri comunali e regionali eletti tra le file del Movimento, i fratelli Davide e Gianroberto Casaleggio - proprietari della Casaleggio&Associati e veri e propri deus ex machina dell'universo politico e di impegno civile creato negli ultimi anni da (e per) Beppe Grillo - hanno annunciato alla platea incredula la nomina di quattro figure dai contorni operativi alquanto sfumati. Responsabili, tecnici, incaricati: la terminologia non è chiara. Coordinatori, in sostanza, nominati “dall’alto” (pare dopo un colloquio privato con gli stessi Casaleggio) senza alcuna consultazione della base movimentista: tra questi anche il grillino reggiano Matteo Olivieri, consigliere comunale in Sala del Tricolore, che si affiancherà al trevigiano David Borrelli, al bresciano Vito Crimi e al torinese Vittorio Bertola, ex-candidato grillino a sindaco di Torino alle recenti elezioni amministrative, vinte poi dalla coalizione di centrosinistra guidata dal Partito Democratico del nuovo primo cittadino Piero Fassino.
La notizia, in una sorta di contrappasso dantesco, si è diffusa in breve tempo proprio su quella rete internet che il Movimento ha efficacemente usato finora per compattare l'elettorato deluso dai tradizionali partiti al grido dei vari "Vaffanculo Day" e delle proposte di iniziativa dal basso, come i referendum e le leggi popolari, della democrazia diretta, del limite dei due mandati, del concetto che "ognuno vale uno". La dinamica del ritrovo milanese, per altro, è piuttosto difficile da ricostruire nei dettagli dal momento che, contrariamente a quel principio di trasparenza che da sempre è stata una delle cinque stelle portanti del Movimento, la riunione si è svolta di fatto nel divieto assoluto di scattare fotografie, effettuare riprese video o registrare frammenti audio di quanto accaduto. Quasi inutile, poi, specificare l'assenza di qualsiasi diretta streaming dell'evento.
A specificare il ruolo dei 4 neo-nominati è stato lo stesso Vittorio Bertola, che nel forum piemontese del Movimento ha fornito un suo resoconto del meeting lombardo: a Matteo Olivieri è stato assegnato il compito di raccogliere e organizzare tutta la documentazione sui progetti realizzati dalle singole liste del Movimento nelle rispettive città; David Borrelli, invece, sarà il responsabile per la documentazione necessaria alla nascita e alla presentazione delle nuove liste a 5 stelle; Vito Crimi, invece, si dovrà occupare di analizzare i programmi di tutte le liste del Movimento e i metodi usati per la loro redazione; a Vittorio Bertola, infine, il compito di realizzare una piattaforma informatica per condividere interrogazioni, mozioni e tutti i documenti presentati dai consiglieri comunali o regionali nelle assemblee di pertinenza, allo scopo di permettere agli eletti di accedere a un database aggiornato sulle attività del Movimento nelle istituzioni italiane in cui è presente.
"Ognuno di noi ha parlato per trenta secondi di cosa intende fare - ha scritto Bertola - [...] infine Bono & Fico hanno fatto un po' di polemica sull'organizzazione dell'incontro e sulla condivisione delle scelte organizzative, beccandosi risposte piuttosto secche sia da Beppe che da Casaleggio". Bono è Davide Bono, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Piemonte ed ex candidato alla presidenza della Regione alle ultime elezioni regionali, quelle che hanno visto trionfare l'attuale governatore leghista Roberto Cota.
Il grillino risponde al collega di movimento sullo stesso forum piemontese: "Non ho fatto un po' di polemica - si difende - ma ho semplicemente fatto quelle critiche che avreste dovuto fare voi. Che 4 ruoli di coordinatori tecnico-politici andavano condivisi non dico neanche con la base, ma almeno con i 135 eletti. Solo voi potevate farlo dicendo che avreste accettato l'incarico solo dopo il consenso degli eletti. Sarebbe stato un plebiscito - non certo un voto, perchè un voto si fa su delle candidature spontanee e non spintanee - ma sarebbe stato molto diverso". Sempre sul forum, inoltre, Bono sostiene che alla domanda relativa ai 4 nominati (“Chi lo ha deciso?”) Beppe Grillo in persona avrebbe risposto: "Se qualcuno te lo chiede, digli di andare affanculo…".
Al centro dell'attacco, dunque, l'ennesimo caso di gestione verticistica del Movimento a dispetto dei proclami di trasparenza, democrazia e libertà che da sempre sono caratteristiche che il Movimento rivendica con forza per se. La novità, però, è che questa volta la protesta non è stata isolata, pur giungendo da un esponente certamente di spicco dell'organizzazione politica, ma è condivisa da una più ampia fetta della base elettorale; base che, non avendo altre modalità per esprimere il suo dissenso, sta letteralmente invadendo gli spazio web del Movimento, a partire dai forum locali fino allo stesso blog di Beppe Grillo.
In uno degli ultimi post in ordine di tempo sulla vicenda, dal titolo "Gli s*******tori", l'ex comico genovese prima minaccia provvedimento legali per chi sta diffondendo notizie sul ritrovo milanese ("I giornali si stanno occupando del Movimento con il solito, abituale obiettivo: s*******rlo. Questa volta però mi sono stancato e la settimana prossima i miei legali faranno partire le prime querele. In Rete, o fuori, si può scrivere tutto ciò che si vuole, ma bisogna assumersi le responsabilità e provare ciò che si afferma") e poi tenta la difesa d'ufficio, sostenendo che durante l'incontro sarebbero state invitate quattro persone "a illustrare un loro apporto tecnico al portale del M5S con l'obiettivo di mettere a fattor comune informazioni utili. Non si è parlato di nessun coordinatore nazionale, né di ruoli politici assegnati a chicchessia. Il M5S non è un partito e non può avere alcun tipo di strutture verticali sul territorio".
Una spiegazione che non convince i fan del Movimento, con le critiche che dilagano nei commenti - non filtrati - del sito. "Mi dispiace caro Beppe ma io di democratico in questo movimento ci vedo ben poco", accusa Marco Pompei, mentre Andrea Losi rincara la dose: "Secondo me un po' di sana autocritica, di tanto in tanto, non guasterebbe". M.R., da Napoli, si chiede invece perché "se non c'era nulla da nascondere non è stato mandato in diretta streaming sul blog? Parliamo di portare le telecamere nei consigli comunali, ma poi non le portiamo negli incontri del Movimento". Ancora più dura la posizione di Sergio Massaccesi, dalle Marche: "Ti seguo fin dagli albori, abbiamo creato la lista qui ad Ancona e sappiamo com'è andata a finire, eh Grillo? Uno conta uno? Col *****: ci abbiamo messo faccia, fatica e soldi per cosa? Le decisioni le prendi tu! Se c'è qualche problema te ne sbatti: senza regole ecco il risultato!".
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