L'intento di questo thread è quello di spiegare in maniera molto spicciola le basi della fotografia. Un vademecum veloce e semplificato che dovrebbe permettere al neofita di comprendere quale set-up è il migliore nelle più svariate situazioni. Non troverete formule matematiche o leggi ottiche ma solamente frasi concise che gettano le basi per una fotografia ragionata.
Bando alle chiacchiere e passiamo subito al sodo.
L'OTTURATORE: è il dispositivo che regola quanto tempo il sensore verrà esposto alla luce. (Tempo di esposizione)
L'unità di misura del tempo di esposizione è espressa in secondi. Già il solo otturatore ci permette di creare effetti molto differenti. Partiamo dal presupposto che all'aumentare del tempo di esposizione aumenta anche il rischio di mosso, questo però può essere trasformato in un piacevole effetto se saputo utilizzare. di seguito un esempio di quello che sto cercando di farvi capire:
Esempio di foto con tempi differenti di esposizione, la prima immagine ha tempi più lunghi quindi l'acqua risulta strisciata, mentre la seconda ha tempi più brevi quindi il momento è stato "congelato" i maniera differente.
Esempio di panning, si focheggia sul soggetto seguendo il suo movimento con la fotocamera, quindi il centro di interesse è fermo mentre il resto risulta mosso, dando all'immagine una certa dinamicità.
IL DIAFRAMMA: è una serie di lamelle disposte in maniera circolare, incorporate nel barilotto dell'obiettivo che servono a regolare il passaggio di luce che raggiungerà il sensore. E' contraddistinto da numeri f che a seconda degli obiettivi parte da un numero minimo per arrivare ad uno massimo. A differenza di quello che si possa pensare, numeri piccoli indicano aperture maggiori e di conseguenza quantitativi di luce maggiori. Il diaframma però non regola solamente la luce ma anche la profondità di campo.
PROFONDITA' DI CAMPO: è la distanza davanti e dietro il soggetto che appare nitida. Questo valore è strettamente legato al diaframma e alla lunghezza focale. Più il diaframma è aperto, più la profondità di campo è limitata. L'effetto si accentua all'aumentare della lunghezza focale (anche se questa affermazione è vera solamente in parte), perchè per riprendere un soggetto con un tele ci si tiene ad una certa distanza dallo stesso, se lo stesso scatto venisse fatto con un obiettivo normale per aver lo stesso ingrandimento nel fotogramma dovremmo avvicinarci di molto, ed ecco che a parità di diaframma la differenza di profondità di campo sarebbe pressochè la stessa.
Nell'esempio sopra riportato, la prima foto è stata scattata con un diaframma molto aperto, mentre la seconda con un diaframma chiuso. La profondità di campo cambia notevolmente.
LA SENSIBILITA': indica quanto appunto è sensibile un sensore alla luce, Si misura in ISO. Al crescere del valore di questi ultimi, cresce la sensibilità. Cresce però anche il rumore o noise.
Dal link potete farvi un'idea di come, variando gli ISO, aumenta o diminuisce il rumore digitale. Potete anche spostare il riquadro per confrontare quanto cambia tra aree scure e aree chiare.
LUNGHEZZA FOCALE: indica la distanza tra l'obiettivo e il sensore. E' espressa in mm. La lunghezza focale è strettamente correlata all'angolo di campo. Più la focale è corta maggiore sarà il campo inquadrato e viceversa. (badate bene ho detto campo inquadrato e non profondità di campo)
L'immagine spiega perfettamente il concetto, un soggetto ripreso dallo stesso punto con obiettivi differenti viene inquadrato in maniera molto differente.
PROSPETTIVA: Un'altro fattore da tenere in cosiderazione è la differente prospettiva che gli obiettivi hanno. Per riprodurre un soggetto alla stessa dimensione sul fotogramma, con un grandangolare dovremo avvicinarci molto, mentre con un tele staremo molto più lontani. L'immagine sotto dimostra come il cambio di prospettiva sia evidente.
Notate come l'angolo del monumento è proteso verso la fotocamera nel grandangolare, e come la reggia alle sue spalle sia lontana. Man mano che si passa al tele i piani si avvicinano sempre più.
Mi riservo di continuare a scrivere in questo topic, modificandolo di volta in volta.
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Sergio, aggiungo altre risorse che ho trovato utili :
http://www.abfotografia.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Fotografia
Bando alle chiacchiere e passiamo subito al sodo.
L'OTTURATORE: è il dispositivo che regola quanto tempo il sensore verrà esposto alla luce. (Tempo di esposizione)
L'unità di misura del tempo di esposizione è espressa in secondi. Già il solo otturatore ci permette di creare effetti molto differenti. Partiamo dal presupposto che all'aumentare del tempo di esposizione aumenta anche il rischio di mosso, questo però può essere trasformato in un piacevole effetto se saputo utilizzare. di seguito un esempio di quello che sto cercando di farvi capire:
Esempio di foto con tempi differenti di esposizione, la prima immagine ha tempi più lunghi quindi l'acqua risulta strisciata, mentre la seconda ha tempi più brevi quindi il momento è stato "congelato" i maniera differente.
Esempio di panning, si focheggia sul soggetto seguendo il suo movimento con la fotocamera, quindi il centro di interesse è fermo mentre il resto risulta mosso, dando all'immagine una certa dinamicità.
IL DIAFRAMMA: è una serie di lamelle disposte in maniera circolare, incorporate nel barilotto dell'obiettivo che servono a regolare il passaggio di luce che raggiungerà il sensore. E' contraddistinto da numeri f che a seconda degli obiettivi parte da un numero minimo per arrivare ad uno massimo. A differenza di quello che si possa pensare, numeri piccoli indicano aperture maggiori e di conseguenza quantitativi di luce maggiori. Il diaframma però non regola solamente la luce ma anche la profondità di campo.
PROFONDITA' DI CAMPO: è la distanza davanti e dietro il soggetto che appare nitida. Questo valore è strettamente legato al diaframma e alla lunghezza focale. Più il diaframma è aperto, più la profondità di campo è limitata. L'effetto si accentua all'aumentare della lunghezza focale (anche se questa affermazione è vera solamente in parte), perchè per riprendere un soggetto con un tele ci si tiene ad una certa distanza dallo stesso, se lo stesso scatto venisse fatto con un obiettivo normale per aver lo stesso ingrandimento nel fotogramma dovremmo avvicinarci di molto, ed ecco che a parità di diaframma la differenza di profondità di campo sarebbe pressochè la stessa.
Nell'esempio sopra riportato, la prima foto è stata scattata con un diaframma molto aperto, mentre la seconda con un diaframma chiuso. La profondità di campo cambia notevolmente.
LA SENSIBILITA': indica quanto appunto è sensibile un sensore alla luce, Si misura in ISO. Al crescere del valore di questi ultimi, cresce la sensibilità. Cresce però anche il rumore o noise.
Dal link potete farvi un'idea di come, variando gli ISO, aumenta o diminuisce il rumore digitale. Potete anche spostare il riquadro per confrontare quanto cambia tra aree scure e aree chiare.
LUNGHEZZA FOCALE: indica la distanza tra l'obiettivo e il sensore. E' espressa in mm. La lunghezza focale è strettamente correlata all'angolo di campo. Più la focale è corta maggiore sarà il campo inquadrato e viceversa. (badate bene ho detto campo inquadrato e non profondità di campo)
L'immagine spiega perfettamente il concetto, un soggetto ripreso dallo stesso punto con obiettivi differenti viene inquadrato in maniera molto differente.
PROSPETTIVA: Un'altro fattore da tenere in cosiderazione è la differente prospettiva che gli obiettivi hanno. Per riprodurre un soggetto alla stessa dimensione sul fotogramma, con un grandangolare dovremo avvicinarci molto, mentre con un tele staremo molto più lontani. L'immagine sotto dimostra come il cambio di prospettiva sia evidente.
Notate come l'angolo del monumento è proteso verso la fotocamera nel grandangolare, e come la reggia alle sue spalle sia lontana. Man mano che si passa al tele i piani si avvicinano sempre più.
Mi riservo di continuare a scrivere in questo topic, modificandolo di volta in volta.
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Sergio, aggiungo altre risorse che ho trovato utili :
http://www.abfotografia.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Fotografia
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