Il leader della seconda moschea italiana invita i suoi a non sostenere i candidati musulmani in lista
col governatore pugliese perché "la sua condotta non va d'accordo con la nostra etica". Ed è polemica
"I musulmani di Milano non devono votare i candidati della lista di Sinistra ecologia e libertà perché il suo leader Nichi Vendola, in quanto omosessuale, ha una condotta che non va d'accordo con l'etica islamica". E' il monito lanciato ai fedeli di Milano, che si accingono a partecipare alle prossime elezioni amministrative, dall'imam della moschea di Segrate (Mi), Ali Abu Shwaima. L'imam della seconda moschea in Italia per importanza, dopo quella di Roma, spiega che "in una riunione tra fedeli a Milano ho spiegato che ritengo sia giusto votare a sinistra perché è lì che troviamo posizioni più vicine ai nostri ideali. Ho però aggiunto che a sinistra ci sono diverse componenti e certamente quella di Sel, in cui sono candidati alcuni musulmani, non è la più consona perché la condotta del suo leader contrasta con l'etica islamica. Noi non possiamo condividere il loro comportamento".
I candidati nel mirino. Abu Shwaima aggiunge che "non chiedo ai fedeli di essere contro gli omosessuali, ma nemmeno di dare loro la propria preferenza nella cabina elettorale. Vendola vive in una società che non è musulmana, quindi può fare quello che vuole, ma io mi trovo in difficoltà a votare una persona cosi. Per questo ho chiesto ai musulmani milanesi di non votare nemmeno Davide Piccardo e gli altri candidati di Sel". L'esponente islamico ha chiesto ai musulmani non votare Piccardo al consiglio comunale, pur essendo musulmano, perché "come imam vi dico che è un peccato dare il voto a questo candidato. Votate pure a sinistra, ma non quella lista". Si calcola che siano circa 100mila i musulmani aventi diritto al voto a Milano. La lista di Sel ha candidato per il Comune anche Paolo Abdullah Gonzaga (consiglio di zona 2) e Omar el-Sayed (consiglio di zona 9).
La replica di Sel. La segreteria nazionale di Sel affida a una nota dell'ufficio stampa del partito la replica alle parole dell'imam di Segrate. "E' evidente che questa posizione è l'altra faccia dell'arretratezza culturale sui temi dei diritti civili e del rapporto tra religioni - si legge nel documento - "Da una parte Giovanardi e Borghezio, dall'altra l'imam di Segrate non fanno fare un passo in più al rispetto reciproco, alla civiltà nei rapporti tra mondi troppo spesso divisi da pregiudizi e da ottusità. Siamo comunque ottimisti e confidiamo nell'intelligenza degli elettori italiani, al di là dei loro orientamenti culturali, religiosi, sessuali. Verrà da loro una risposta matura a queste ennesime sciocchezze".
La comunità musulmana. Immediata anche la replica di Fouad Selim, componente del direttivo dell'Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia) e direttore del centro islamico di Monza: "Noi appoggiamo chi dimostra sensibilità per la nostra causa. Per questo alle amministrative di Milano sosteniamo Piccardo e diciamo che quella di Ali Abu Shwaima è una posizione isolata. Voglio rimarcare come, nell'ascoltare le sue parole, ho letto espressioni di disagio anche nei volti degli altri fondatori della moschea di Segrate. Va quindi ribadito che la fatwa da lui emessa non vale". E il candidato Piccardo ritiene "improprio emettere un verdetto giuridico di tipo islamico sostenendo che è un peccato votare per noi - spiega - perché i partiti vanno giudicati per i loro programmi e non per le scelte di alcuni singoli. Inoltre ritengo che la mia comunità non possa rimanere in questo stato di arretratezza culturale, ma debba andare avanti affinché si possano garantire i diritti di tutti".
col governatore pugliese perché "la sua condotta non va d'accordo con la nostra etica". Ed è polemica
"I musulmani di Milano non devono votare i candidati della lista di Sinistra ecologia e libertà perché il suo leader Nichi Vendola, in quanto omosessuale, ha una condotta che non va d'accordo con l'etica islamica". E' il monito lanciato ai fedeli di Milano, che si accingono a partecipare alle prossime elezioni amministrative, dall'imam della moschea di Segrate (Mi), Ali Abu Shwaima. L'imam della seconda moschea in Italia per importanza, dopo quella di Roma, spiega che "in una riunione tra fedeli a Milano ho spiegato che ritengo sia giusto votare a sinistra perché è lì che troviamo posizioni più vicine ai nostri ideali. Ho però aggiunto che a sinistra ci sono diverse componenti e certamente quella di Sel, in cui sono candidati alcuni musulmani, non è la più consona perché la condotta del suo leader contrasta con l'etica islamica. Noi non possiamo condividere il loro comportamento".
I candidati nel mirino. Abu Shwaima aggiunge che "non chiedo ai fedeli di essere contro gli omosessuali, ma nemmeno di dare loro la propria preferenza nella cabina elettorale. Vendola vive in una società che non è musulmana, quindi può fare quello che vuole, ma io mi trovo in difficoltà a votare una persona cosi. Per questo ho chiesto ai musulmani milanesi di non votare nemmeno Davide Piccardo e gli altri candidati di Sel". L'esponente islamico ha chiesto ai musulmani non votare Piccardo al consiglio comunale, pur essendo musulmano, perché "come imam vi dico che è un peccato dare il voto a questo candidato. Votate pure a sinistra, ma non quella lista". Si calcola che siano circa 100mila i musulmani aventi diritto al voto a Milano. La lista di Sel ha candidato per il Comune anche Paolo Abdullah Gonzaga (consiglio di zona 2) e Omar el-Sayed (consiglio di zona 9).
La replica di Sel. La segreteria nazionale di Sel affida a una nota dell'ufficio stampa del partito la replica alle parole dell'imam di Segrate. "E' evidente che questa posizione è l'altra faccia dell'arretratezza culturale sui temi dei diritti civili e del rapporto tra religioni - si legge nel documento - "Da una parte Giovanardi e Borghezio, dall'altra l'imam di Segrate non fanno fare un passo in più al rispetto reciproco, alla civiltà nei rapporti tra mondi troppo spesso divisi da pregiudizi e da ottusità. Siamo comunque ottimisti e confidiamo nell'intelligenza degli elettori italiani, al di là dei loro orientamenti culturali, religiosi, sessuali. Verrà da loro una risposta matura a queste ennesime sciocchezze".
La comunità musulmana. Immediata anche la replica di Fouad Selim, componente del direttivo dell'Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia) e direttore del centro islamico di Monza: "Noi appoggiamo chi dimostra sensibilità per la nostra causa. Per questo alle amministrative di Milano sosteniamo Piccardo e diciamo che quella di Ali Abu Shwaima è una posizione isolata. Voglio rimarcare come, nell'ascoltare le sue parole, ho letto espressioni di disagio anche nei volti degli altri fondatori della moschea di Segrate. Va quindi ribadito che la fatwa da lui emessa non vale". E il candidato Piccardo ritiene "improprio emettere un verdetto giuridico di tipo islamico sostenendo che è un peccato votare per noi - spiega - perché i partiti vanno giudicati per i loro programmi e non per le scelte di alcuni singoli. Inoltre ritengo che la mia comunità non possa rimanere in questo stato di arretratezza culturale, ma debba andare avanti affinché si possano garantire i diritti di tutti".
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