Thanks. Concordo. Anzi Concorde.
The Euro crisis
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ma no raffi, non è solo una questione di prezzi al mercato o di ricerca. un'azienda di 10 dipendenti avrà per forza inefficienze maggiori di un'azienda con 1000 dipendenti. potrà sopportare meno, potrà sbagliare meno, potrà innovare meno, potrà avere un potere di mercato inferiore, potrà gratificare meno i suoi dipendenti, etc. etc.
la flessibilità che era l'arma vincente negli anni 70-80 in italia (perché il just-in-time l'abbiamo inventato noi, poi i giappi l'hanno portato su larga scala con il keiretsu, cioè un agglomerato di imprese che come un alveare mantiene la flessibilità della piccola impresa con i vantaggi base della grande impresa) è nata malata e non si è più evoluta; è sopravvisuta solo grazie all'evasione tollerata, alle regole non rispettate e a vagonate di liquidità pubblica. sono finiti i soldi pubblici ed è collassato un sistema di potere.
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Personalmente facendo riferimento a quanto linkato ho questa idea: Spagna, Portogallo, Irlanda, Cipro etc sono un caso molto diverso da quello dell'Italia. Ora mi spiego: le loro economie hanno subito negli anni pre-crisi dei boost allucinanti grazie all'accesso a capitali e infatti crescevano a ritmi impressionanti (ricordo qualche anno fa quando sedicenti economisti di casa nostra additavano la Spagna come modello), ma era una crescita fatua "steroidata" e appena sono stati chiusi i rubinetti sono saltati per aria. Tuttavia i paesi (Germania in primis) che avevano fornito i capitali per questa crescita di carta pesta non potevano permettersi che questi paesi dichiarassero il default, mettendo in crisi le banche private tedesche o francesi e quindi via di ristrutturazione e austerity.
L'Italia godeva e gode di un'economia forte e della seconda produzione manifatturiera in Europa, ma non abbiamo colto una delle più grandi differenze tra Euro e Lira: la Lira potevi svalutarla (è così che siamo cresciuti per tutti gli anni 80 e 90) l'Euro No, questo comporta un drastico cambiamento di approccio nella gestione della spesa pubblica, che ovviamente non abbiamo fatto.
Un'indebitamento privato con l'estero non lo vedo come un grosso problema, nel senso che la priorità ora deve essere trovare nuovi capitali per l'italia senza vendere "l'argenteria" e se attualmente il sistema di credito italiano non ha la possibilità di erogare capitali a tassi sostenibili ma possono farlo le banche estere, ben venga (Deutsche BAnk grazie alla crisi del debito sovrano Italiano ha avuto una finestra di mercato nel retail italiano).
Va aggiunta una cosa, le aziende italiane sono troppo dipendenti dal debito bancario anche per la gestione ordinaria e questo le rende molto più sensibili al credit crunch,"It' better stand tall when they're calling you out, don't bend, don't break, don't back down"
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ma per forza, paghiamo anche a 180 giorni da fattura... è una cosa che aveva senso quando si compravano 100 salami a modena e li si andava a vendere a roma a cavallo.
se cominciassero a rendere esigibile una fattura nel momento dell'emissione, vedrai come cambia la storia. è che crollerebbe una quota sostanziale del business bancario italiano.
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ah ma è sempre la stessa minestra, purtroppo. io personalmente però giudico il debito consolidato come una valida alternativa, però non sicuramente gestita in condizioni emergenziali o di avviamento come mediamente succede, ma gestito come strutturale circolante garantito per attività ad alto rischio di dismissione o con elevata variabilità di utilizzo. (anche perché a stato patrimoniale ti permette di avere valori vincolati in quote decisamente inferiori...ma dipende sempre dai costi, è chiaro)
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Non sono nemico del debito anzi la leva finanziaria la trovo utile e indispensabile, dico solo che spesso in passato e qualcuno ancora ora utilizza la leva in modo improprio ed il debito consolidato non viene utilizzato per quello che dovrebbe, finendo con il diventare insostenibile.
Poi il problema del mercato dei capitali in Italia è enorme, le aziende un po per motivi dimensionali un po perchè abbiamo un mercato finanziario indegno non possono andare direttamente sul mercato ma devono passare quasi obbligatoriamente dalle banche."It' better stand tall when they're calling you out, don't bend, don't break, don't back down"
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Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggioma no raffi, non è solo una questione di prezzi al mercato o di ricerca. un'azienda di 10 dipendenti avrà per forza inefficienze maggiori di un'azienda con 1000 dipendenti. potrà sopportare meno, potrà sbagliare meno, potrà innovare meno, potrà avere un potere di mercato inferiore, potrà gratificare meno i suoi dipendenti, etc. etc.
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numericamente sicuramente sì, percentualmente sicuramente no. è un po' il discorso di stampare suole o tagliarle a mano: gli scarti industriali saranno enormemente più elevati, ma la produzione è così superiore che anche l'efficienza lo è perché i costi sono minori e i volumi maggiori, quindi si tende a raggiungere un livello di inefficienza strutturale decisamente inferiore.
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Originariamente Scritto da SonGohan Visualizza MessaggioMi trovi d'accordo su tutto quello che hai elencato tranne la parte che ti ho evidenziato. Ho notato che le aziende grandi hanno al loro interno molti più lavoratori svogliati/incapaci/gente che non si è aggiornata nel tempo diventando inutile de facto di aziende piccoline (meno di 15/30 dipendenti) dove il proprietario in prima persona ci pensa 1000 volte prima di assumere qualcuno e lo fa solo quando capisce che è una persona valida. Invece in aziende grandi chi "non fa un *****" può riuscire a "camuffarsi" meglio.E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!
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Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggionumericamente sicuramente sì, percentualmente sicuramente no. è un po' il discorso di stampare suole o tagliarle a mano: gli scarti industriali saranno enormemente più elevati, ma la produzione è così superiore che anche l'efficienza lo è perché i costi sono minori e i volumi maggiori, quindi si tende a raggiungere un livello di inefficienza strutturale decisamente inferiore.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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Per la sanità la realtà è che attualmente la spesa sanitaria rispetto al PIL in Italia è tra le più basse d'Europa.. tutto questo, nonostante i vari episodi di presunta o meno mala snaità, per una sanità che ancora funziona bene. Certo, gli sprechi ci sono ovunque, ed anche in sanità abbondano, ma al momento generalmente non è un problema di troppo personale, ma di situazioni di eccessiva tutela sindacale in certi casi che per appiattire tutti e dare garanzie a tutti arriva a mettere allo stesso livello fannulloni e lavoratori (in molti settori esiste questo problema in Italia,non solo in sanità, che le garanzie poi diventano delle non garanzie e motivo di inefficienza, ma è un ambito che è difficilmente districabile).Se si va a vedere il personale medico, però, siamo già a livelli, specie in prospettiva, nettamente al di sotto di quello che sarebbe il fabbisogno della popolazione. Basti pensare che molti ospedali assumono ormai personale senza concorso e quindi quasi "in nero", perché altrimenti non potrebbero tirare avanti (tutto ciò si ripercuote in scarsissime tutele dei "nuovi"- si parla di gente di almeno 40 anni spesso- arrivati, rispetto ai più anziani, che hanno tutt'altro tipo di tutele), ed ormai chi può emigrare ed ha le carte in regola per poterlo fare preferisce andarsene.
La "soluzione" se davvero la situazione continuerà così e finiremo sotto il controllo dell'FMI sarà privatizzare completamente la sanità. Sarà però certamente qualcosa di distruttivo, perché distruggerà un settore che ancora funziona e può funzionare, e consentirà di risparmiare alla fine sì, ma solo perché ci sarà una vasta fascia di persone che saranno escluse dall'accesso ai servizi sanitari, in sostanza si risparmierà ma a fronte di un generalizzato aumento della morbilità è mortalità (quando in teoria un maggiore benessere in termini di salute della popolazione dovrebbe essere uno dei fattori principali di un'economia produttiva).
Il vero problema dell'Italia è stato essere ostaggio di certe correnti politiche e di certe persone, ormai da molto tempo. Ma del resto è stato un qualcosa di non "estraneo", calato dall'alto, come a volte sembra quando si parla di "casta". Come si vede a tutte le elezioni, sono gli Italiani che sono così, sono loro che scelgono col loro voto, ed i politici attuali sono dunque una buona espressione della società attuale. Così come uno spirito di nazione e comunità non c'è mai stato, vige ancora la regola dell'opportunismo, egoismo personale e dell'egemonia del più furbo, molto di più di altri paesi. Così chi può arricchirsi per sé (in qualunque modo) non gli importa se poi il paese sprofonda, e chi avrebbe la volontà di avere una mentalità diversa deve comunque adeguarsi, pena il rischio di non sopravvivere dove tutti guardano solo al proprio tornaconto immediato. L'unica possibilità sarebbe un governo forte (così da poter andare contro le varie lobby) e fortemente motivato a cambiare le cose, ma alle condizioni attuali non può esserci né l'una né l'altra cosa. Probabilmente questo accadrà solo forzatamente, quando i nodi verranno realmente al pettine nella loro drammaticità, chissà se allora qualche elettore cambierà le proprie opinioni (non è nemmeno detto comunque)
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Ho letto il 3d...non tutto ma in buona parte ed ho visto scritte una marea di cazzate....sai quelle cazzate che ti insiegnano sui libri, all'università e chi le ha studiate è sicuro di essere sveglio e di avere studiato cose vere...in realtà sui libri scribvono cazzate per far credere cazzate a chi crede di esser furbo ma scirve, dice e pensa cazzate.
Allora parliamo della crisi economica europea....non serve avere un master in economia manageriale per capirla, basta usare il buon senso e non avere il prosciutto davanti agli occhi.
Se si ripete a pappagallo le michiate che ti insegnano all'univerista senza capacità di giudizio allora è meglio stracciarla la laurea o usarla in bagno quando finisce la scottex.
Dando un occhiata al mondo delle banche ed osservando i risvolti che le banche hanno sulla vita comune dei cittadini; si inizia a capire un pò sulla crisi economica.
1-Innanzitutto esiste una stranezza di fondo se facciamo caso a Banca italia e BCE. Il 95% circa di Bankitalia è in mano ai privati: Intesa San Paolo, Generali, etc etc...mi pare che San Paolo sia la quota più rilevante, quota che gli permette un controllo....
A questo punto direi che è molto strano: la moneta non è emessa dallo stato ma dai privati.
Il controllo idem è attuato dai privati e non dallo statao..per cui i privati si controllano da soli.
Questo è un altro grande problema....da ignorante direi che il mondo bancaria andrebbe controllato dallo stato...non certo da un'altra banca privata che è di proprietà delle altre banche private.
Dunque c'è una grande anomalia....
2-Facendo 2 + 2 per logica potrei anche dire che la politica dunque in italia non la fanno i politici ma le banche, visto che hanno il controllo del denaro che dovrebbe spettare allo Stato, poichè la banca di stato è privata delle varia banche.
3-Poi mi informo sulla BCE e scopro che i vertici della banca europea, gli amministratori della BCE, non dipendono dagli stati di appartenenza ma sono indipendenti e godono di immunità superiori a quelle dei parlamentari europei.
4-Poi mi accorgo che la banca di inghilterra ha il 20% circa della BCE....ma al tempo stesso loro non hanno l'euro ma la sterlina....è molto strano duqnue che una nazione che non adotta l'euro controlli una grande fetta di una banca che riguarda i paesi dell'area Euro....sono perplesso, molto perplesso.
5- ricapotoliamo un pò tutto allora....la Banca D'Italia è in mano alle banche private...quindi i soldi li stampano i privati ed i privati si fanno "controllo" da soli.
La Banca centrale Europe ha amministratori che non dipendono da alcuno stato, sono indipendenti...ma la cosa che fa clamore è che loro non sono responsabili ne penalmente, ne amministrativamente dinanzi al parlamento europe....
Io direi che la cosa è molto strana....uno che amministra una banca che ha un potere enorme su l'europa perchè ha l'immunità e non è perseguibile ne penalmente e ne civilmente??? mmmmhhh puzza la cosa, puzza molto.
e poi unostato che ha un'altra moneta perchè ha una larga fetta della banca che è responsabile dell'euro??? Strano vero?
6-Ma veniamo alla cosa più strana di tutte...un flusso enorme di denaro, di investimenti di banche italiane finisce in fondi di banche inglesi ed americane (Barclay's, Morgan stanley, etc)....ma così dico io è un rischio enorme ed un conflitto di interesse abnorme....le sorti delle nostre banche sono legate a quelle delle banche inglesi ed americane.
Ma questo è ancora più strano...perchè le manovre che rafforzano l'Euro, danneggiano le altre monete come dollaro e sterlina.
Il paradosso è che rafforzando l'Euro si indeboliscono le nostre banche...e questo lo capisco da me senza bisongo di fare economia all'università...
Ora capisco perchè la politica è assoggettata alle banche....non ci vuole tanto.sigpic"Ooh amore ooh amante
Che fai stasera ragazzo?
Tutto va bene, solo tienimi stretto
Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"
Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)
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