The Euro crisis

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  • richard
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    Che l'attuale sistema economico non sia perfetto è sotto gli occhi di tutti: queste "crisi", analizzate in dettaglio, ce lo insegnano. E' proprio questione di impostazione problematica. L'analisi economica dovrebbe sempre estendersi su tre livelli di indagine, distinti anche se interconnessi, che spaziano dal "mega" al "micro".

    1) Livello propriamente economico-naturale: questo livello dovrebbe preoccuparsi di individuare le risorse naturali che nell'attualità del momento storico sono le più significative dal punto di vista del benessere e dello sviluppo umano; quindi dovrebbe preoccuparsi di trattare tali risorse in maniera economica, costituendole la base del valore. Il concetto di denaro quindi, che codifica tale valore, è legato a tali risorse: esso vale in virtù della presenza delle risorse, e non viceversa.

    2) Livello propriamente macroeconomico: questo livello dovrebbe preoccuparsi, una volta fissato il significato di denaro come sopra, di individuare le leggi economiche più adatte affinché la risultante delle scelte individuali di massimo profitto dei singoli agenti economici siano corrispondenti al massimo profitto dell'umanità nel suo insieme (questa corrispondenza, per quanto Smith ne fosse convinto, non è affatto automatica: Nash ci vinse un nobel a tal proposito nel 1994).

    3) Livello propriamente microeconomico: questo livello dovrebbe occuparsi, una volta fissato il significato di denaro e fissate le leggi economiche come sopra, di indicare il modo in cui i singoli agenti economici, muovendosi nell'ambito delle leggi suddette e utilizzando il denaro come strumento di scambio, possono ottenere il massimo valore a parità di prezzo, cioè il massimo profitto.

    L'attuale impostazione economica ha totalmente fallito nel primo livello: al denaro non corrisponde nulla di reale valore per il progresso umano. Ha parzialmente fallito nel secondo: ovvero, pur riuscendo a riconoscere grazie anche al lavoro di Nash, che la ricerca del massimo profitto individuale non corrisponde necessariamente all'ottimo complessivo, non è stata in grado di modificare le regole economiche affinché ciò avvenga (nonostante sia stato provato che le leggi possono essere modificate in tal senso). Tuttavia invece, va riconosciuto, il terzo livello d'indagine è altamente produttivo e in fermento: quotidianamente vengono forniti nuovi strumenti per aumentare il profitto individuale e peso via via crescente in questa struttura stanno acquisendo i sistemi/meccanismi finanziari.
    Ne risulta una impostazione economica coerente (le scelte sono razionalmente attuate al fine del massimo profitto individuale), ma distorcente (le scelte non comportano il massimo profitto complessivo). In presenza di un adeguato substrato economico-naturale e macroeconomico invece tutti potrebbero fare/stare meglio, pur senza appiattire le inevitabili disuniformità nella distribuzione delle risorse (stavolta sì, visto che il denaro sarebbe davvero risorsa).

    L'apparato attuale reggerà soltanto finché le risorse realmente significative per il benessere e il progresso umano non mancheranno, ma il sistema economico, in preda alla distorsione, induce per lo più inconsapevolmente e inevitabilmente a sprechi consistenti in tal senso (la tanto auspicata "crescita", senza un solido livello 1) e 2) alla base, rappresenta un cieco darsi la zappa sui piedi).
    A quanto pare, a sentire molti autorevoli del settore, non ci resta che confidare e sperare (incrociando le dita) che le risorse (quelle che contano) non manchino mai. Ma, la domanda è d'obbligo, l'economia non doveva essere la scienza della gestione delle scarse risorse? Non sarà il caso di darsi da fare e spostarsi un po' dal livello 3) al livello 2) e 1) per capire cosa realmente conti per il nostro bene, in questo momento della nostra storia, e come fare in modo che tale benessere diventi un goal complessivo oltre che (cioè contemporaneamente) individuale?
    Last edited by richard; 17-08-2011, 17:20:31.

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    • PrinceRiky
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      la celeberrima teoria dei mercati efficienti ha ragion d'essere trattata con fiducia fino a quando non si tenta di ingannare i suoi "sensori di rilevamento".

      la crisi, la rigidità del mercato creditizio, la stagnazione.. non sono certo figlie della finanza creativa in sé o di chissà quale altra architettura finanziaria. si sono truccate le carte per decenni. possiamo parlare di un crack parmalat su scala globale.

      oggi ci resta una devastante sopravvalutazione del dollaro che nessuno ha il coraggio di piallare ai livelli efficienti.

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      • Sartorio
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        E'il punto due, tra quelli elencati da Richard, che necessita la rivisitazione più pesante, i mercati finanziari sono il campo di battaglia di una guerra che si decide nel macroeconomico, il paradigma della crescita infinita, per esempio, è una benemerita fesseria.
        Non soltanto perché le risorse naturali sono finite, ma anche perché gli esseri umani continuano a crescere, e la ricchezza non si distribuisce equamente, come una pioggiarellina portata dalla globalizzazione, ma si concentra attorno ad altra ricchezza, come un temporale. Gli Stati hanno accumulato tanto di quel debito nell'illusione che la crescita economica futura sarebbe stata tale da ripagare gli interessi e finanziare nuovo debito, quasi automaticamente.
        Originariamente Scritto da gorgone
        il capitalismo vive delle proprie crisi.

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        • richard
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          Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
          E'il punto due, tra quelli elencati da Richard, che necessita la rivisitazione più pesante, i mercati finanziari sono il campo di battaglia di una guerra che si decide nel macroeconomico, il paradigma della crescita infinita, per esempio, è una benemerita fesseria.
          Non soltanto perché le risorse naturali sono finite, ma anche perché gli esseri umani continuano a crescere, e la ricchezza non si distribuisce equamente, come una pioggiarellina portata dalla globalizzazione, ma si concentra attorno ad altra ricchezza, come un temporale. Gli Stati hanno accumulato tanto di quel debito nell'illusione che la crescita economica futura sarebbe stata tale da ripagare gli interessi e finanziare nuovo debito, quasi automaticamente.
          Io comunque non sottovaluterei affatto neanche il punto 1). In ambito economico è piuttosto trascurato, ma è davvero alla radice della questione: trascurandolo si induce il sistema a prestare attenzione ad un denaro-"risorsa" che in realtà non punta a nulla di significativo per il benessere e lo sviluppo. E mentre ci preoccupiamo a realizzare profitti in denaro (come attualmente concepito), i profitti in risorse (quelle reali che contano per il nostro progresso) languono e anzi quasi certamente si sprecano.
          Insomma vista la naturalità dello strumento denaro nella gestione economica è altrettanto immediato pensare in termini di profitti in denaro da parte dei singoli agenti economici (lavoratori, risparmiatori, aziende, ... che siano), ma sarebbe assai opportuno che questi profitti in denaro corrispondessero anche a profitti in termini di risorse reali. Un legame denaro-risorse risulta altamente auspicabile.

          D'altra parte la questione debito è un altro tasto dolente. Si tratta, la matematica non mente, di un complessivo e perenne segno meno generato dal nulla e ad hoc dal sistema che non può essere riequilibrato: se la somma è negativa, almeno un addendo sarà negativo. La speranza è non risultare il più debole e non sprofondare/soccombere in quell'addendo.
          Last edited by richard; 17-08-2011, 18:23:51.

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          • Sartorio
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            Il denaro vale per quante cose puoi comprarci, non ha un valore intrinseco come ai tempi dei talleri e dei sesterzi.
            Anche l'individuazione di queste risorse "naturali", a cui legarne il valore, sarebbe abbastanza iniquo, perché magari ci potrebbero essere delle nazioni che queste risorse non le hanno e che verrebbero definitivamente tagliate fuori dalla bilancia commerciale.
            Originariamente Scritto da gorgone
            il capitalismo vive delle proprie crisi.

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              Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
              Il denaro vale per quante cose puoi comprarci, non ha un valore intrinseco come ai tempi dei talleri e dei sesterzi.
              Anche l'individuazione di queste risorse "naturali", a cui legarne il valore, sarebbe abbastanza iniquo, perché magari ci potrebbero essere delle nazioni che queste risorse non le hanno e che verrebbero definitivamente tagliate fuori dalla bilancia commerciale.
              La frase in neretto è condivisibile, ma sottintende un possibile baco. E' sottinteso cioè che siano sempre disponibili le "cose da comprare", quando invece la loro presenza dipende non dal denaro in sé, bensì dalla risorsa innanzitutto. Il denaro è un mero strumento del mercato, ideato dall'uomo e che l'uomo può cambiare in qualsiasi momento.
              Anzi dovrebbe essere uno dei compiti dell'economia scegliere il significato opportuno di denaro affinché sia massimizzato il benessere complessivo, oltre che individuale, in una struttura di mercato concepita come realmente globale.
              Il rischio concreto e tangibile è invece che si inneschi un meccanismo per cui l'agente economico tenda a voler massimizzare il profitto in denaro poiché da questo "può comprare quello che vuole" e perda di vista che in realtà "quello che vuole" gli è garantito a monte da altro (la risorsa reale, appunto) ed è solo mediato dallo strumento del mercato che chiamiamo denaro.

              Quale sia la risorsa da legare al denaro è un problema proprio del piano economico-naturale. E il legame andrebbe attuato in modo che non si creino quelle "ingiustizie" che temi.
              L'oro non è una risorsa opportuna poiché il suo significato per il progresso umano è piuttosto relativo in questa fase della nostra storia. Inoltre la quantità di oro è pressocché costante sul pianeta. Questa circostanza può creare difficoltà.
              Last edited by richard; 17-08-2011, 19:04:05.

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              • PrinceRiky
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                l'accumulazione di ingenti patrimoni cash non circolanti (cioè che non sono impiegati con una velocità sufficiente al mantenimento dell'equilibrio) crea enormi distorsioni perché il sistema valutario si trova dei buchi nel proprio potere d'azione sul tessuto sociale e le iniezioni di liquidità sono solo un'aggiunta di benzina al serbatoio che perde. se a questo aggiungiamo i depositi esteri, la situazione risulta palesemente in disequilibrio.

                in teoria l'inflazione dovrebbe ridurre la convenienza al deposito.


                credo che la questione verta soprattutto su questo punto, più che sulla natura della moneta stessa che nella realtà bypassa il problema del valore intrinseco diventando un bene vero e proprio (ma con necessità di circolare in tempi ragionevoli per sortire l'effetto sperato).

                diverso è se si valuta la moltiplicazione del credito e del valore della moneta attraverso gli strumenti finanziari. lì il sottostante reale è ben più importante al mantenimento in vita della struttura. creare strumenti finanziari troppo complicati e derivati di derivati, moltiplica sì il valore, ma amplifica la distorsione originaria fisiologica e la fragilità dell'architettura.

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                • richard
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                  Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggio
                  l'accumulazione di ingenti patrimoni cash non circolanti (cioè che non sono impiegati con una velocità sufficiente al mantenimento dell'equilibrio) crea enormi distorsioni perché il sistema valutario si trova dei buchi nel proprio potere d'azione sul tessuto sociale e le iniezioni di liquidità sono solo un'aggiunta di benzina al serbatoio che perde. se a questo aggiungiamo i depositi esteri, la situazione risulta palesemente in disequilibrio.

                  in teoria l'inflazione dovrebbe ridurre la convenienza al deposito.


                  credo che la questione verta soprattutto su questo punto, più che sulla natura della moneta stessa che nella realtà bypassa il problema del valore intrinseco diventando un bene vero e proprio (ma con necessità di circolare in tempi ragionevoli per sortire l'effetto sperato).
                  Il neretto non mi trova d'accordo e penso che sia alla radice delle problematicità dell'attuale impianto economico: il denaro non è un bene vero e proprio (almeno non nell'attuale concezione autoreferenziale), lo è solo in funzione di "ciò che può acquistare". Ma la sussistenza di quel "ciò" non è garantita dal denaro, bensì da altro (la risorsa reale) ed è solo mediata dal denaro come strumento di mercato.
                  Ed è innanzitutto quest'altro che andrebbe trattato in maniera economica. Altrimenti torniamo al discorso di "fede" nel denaro con conseguente distacco dalla realtà che prima evidenziavo con greenday.
                  Last edited by richard; 17-08-2011, 19:32:14.

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                    Resta il problema dei servizi, il lavoro oggi non è una funzione nel dominio dei materiali e nel codominio dei prodotti, esistono più beni che risorse naturali.
                    L'industria è ancora legata alle materie prime, ma esiste tutto un settore economico (il terziario ed oggi si parla anche di terziario avanzato) che non produce qualcosa di tangibile e che consuma in forma aleatoria. Il denaro oggi come oggi può tranquillamente essere sostituito dal "credito", una dimensione del tutto virtuale con scambi in forma elettronica, qualcosa che avviene già con le carte di credito, con paypal e con i bonifici online, ma su una scala infinitamente superiore. Impedire alle banche centrali di stampare carta moneta potrebbe essere una soluzione non troppo fantascientifica, presto o tardi sarà inevitabile.
                    Originariamente Scritto da gorgone
                    il capitalismo vive delle proprie crisi.

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                      Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                      Resta il problema dei servizi, il lavoro oggi non è una funzione nel dominio dei materiali e nel codominio dei prodotti, esistono più beni che risorse naturali.
                      L'industria è ancora legata alle materie prime, ma esiste tutto un settore economico (il terziario ed oggi si parla anche di terziario avanzato) che non produce qualcosa di tangibile e che consuma in forma aleatoria. Il denaro oggi come oggi può tranquillamente essere sostituito dal "credito", una dimensione del tutto virtuale con scambi in forma elettronica, qualcosa che avviene già con le carte di credito, con paypal e con i bonifici online, ma su una scala infinitamente superiore. Impedire alle banche centrali di stampare carta moneta potrebbe essere una soluzione non troppo fantascientifica, presto o tardi sarà inevitabile.
                      Non dico che bisogna andare in giro con il sacchetto di risorse a comprare.
                      Un sistema di massima informatizzazione può essere utile e probabilmente inevitabile. L'importante è che il legame sia di tipo logico in modo che il prezzo della risorsa designata non sia modificabile dal mercato, ma solo eventualmente ed artificialmente dall'esterno (con una sorta di "inflazione artificiale"); e in modo che al denaro circolante corrisponda una reale risorsa immagazzinata sul pianeta.

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                      • Sartorio
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                        Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
                        Non dico che bisogna andare in giro con il sacchetto di risorse a comprare.


                        Il pianeta sta diventando troppo piccolo, le risorse di cui dispone sono finite, ma non sono tutte immediatamente quantificabili o spendibili, anche le stime sulle quantità di combustibile ancora da estrarre sono abbastanza spannometriche, diventa difficile legare un valore preciso a queste risorse circolanti o che circoleranno. Oltre un certo punto non sarà neppure conveniente continuare ad estrarle. Non sono mai stato un attento ecologista, ma la dimensione strettamente materiale dell'economia va legata al riciclaggio, ed a forme di energia sempre più rinnovabile. Il denaro è una cosa diversa, una convenzione che può perdere del tutto il legame con la carta moneta, e parliamoci chiaro, già adesso la banconota è un semplice pezzo di cellulosa su cui c'è scritta una fantasiosa fesseria.
                        Originariamente Scritto da gorgone
                        il capitalismo vive delle proprie crisi.

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                          Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                          Il pianeta sta diventando troppo piccolo, le risorse di cui dispone sono finite, ma non sono tutte immediatamente quantificabili o spendibili, anche le stime sulle quantità di combustibile ancora da estrarre sono abbastanza spannometriche, diventa difficile legare un valore preciso a queste risorse circolanti o che circoleranno. Oltre un certo punto non sarà neppure conveniente continuare ad estrarle.
                          Ma infatti le risorse da quantificare sarebbero quelle realmente prodotte, quindi computate una volta prodotte, non quelle potenzialmente producibili.
                          Riguardo invece il neretto, è chiaro che stai ragionando con l'impostazione attuale; con un sistema monetario legato alla risorsa la convenienza della produzione, convenienza non più legata alle dinamiche di mercato, ma fissata dall'esterno, dipenderebbe solo dalla spesa di altre quantità della stessa risorsa per ottenerla: se spendo risorse più di quante ne produco non conviene, altrimenti sì.


                          Non sono mai stato un attento ecologista, ma la dimensione strettamente materiale dell'economia va legata al riciclaggio, ed a forme di energia sempre più rinnovabile. Il denaro è una cosa diversa, una convenzione che può perdere del tutto il legame con la carta moneta, e parliamoci chiaro, già adesso la banconota è un semplice pezzo di cellulosa su cui c'è scritta una fantasiosa fesseria.
                          Qui, puntualizzo, non sto facendo un discorso ecologico, anche se le ripercussioni ecologiche sarebbero evidenti: se tratto economicamente la risorsa inquino, di conseguenza, il meno possibile. Ma si tratta di un risultato collaterale, non imposto dal sistema.
                          Ad ogni modo sulla carta-moneta posso anche concordare: non è quello il legame che intendo. Il legame, come dicevo, è di natura logica e si fonda su due punti:

                          1) il valore della risorsa legata al denaro non deve essere influenzabile dalle dinamiche di mercato, ma solo controllabile dall'esterno;
                          2) al denaro circolante (come carta-moneta, come credito, ecc.) deve corrispondere una quantità proporzionale di risorsa realmente immagazzinata.

                          Questo tipo di impostazione, con una adeguata revisione macroeconomica, può consentire di risolvere, a mio avviso, molti problemi dell'attuale sistema che risulta sempre più propenso a crisi indotte da un abuso delle dinamiche finanziarie e destinate a divenire più preoccupanti con la concomitante riduzione delle risorse energetiche del pianeta.

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                            Il neretto non mi trova d'accordo e penso che sia alla radice delle problematicità dell'attuale impianto economico: il denaro non è un bene vero e proprio (almeno non nell'attuale concezione autoreferenziale), lo è solo in funzione di "ciò che può acquistare". Ma la sussistenza di quel "ciò" non è garantita dal denaro, bensì da altro (la risorsa reale) ed è solo mediata dal denaro come strumento di mercato.
                            Ed è innanzitutto quest'altro che andrebbe trattato in maniera economica. Altrimenti torniamo al discorso di "fede" nel denaro con conseguente distacco dalla realtà che prima evidenziavo con greenday.
                            è una gestione estremizzata del denaro a rendere problematica la sua natura. il denaro è trattato come bene sempre più spesso: è commerciato al pari di qualsiasi altro bene, è prestato sotto canone, è assicurato, è immagazzinato e valutato, quotato in un mercato.

                            il fatto che la moneta circolante non sia attualmente rappresentativa del sistema economico reale è una questione legata a quando ho scritto sopra, cioè la drastica riduzione della % effettivamente circolante dello stock di moneta ufficialmente circolante e l'utilizzo di una leva finanziaria oramai slegata non solo dal valore economico reale (che di per sé non trova oramai una collocazione univoca e così distante dal concetto di denaro come tempo addietro), ma anche da quello strettamente monetario. si gioca comunque con i numeri (e questo non è di per sé un male), ma non si rispettano le regole e questo confonde e riduce l'attendibilità di tutti gli indicatori che il mercato usa per evolversi.

                            l'economia è una scienza sociale, le sue teorie discretizzano situazioni con ipotesi praticamente impossibili nella quotidiana realtà. ecco perché ha senso prendere ciò che ci sia di buono concettualmente e soprattutto valutare a quali condizioni si possa agire secondo tali modelli e con quale attendibilità. affidarsi ciecamente al fato - come è stato fatto - e tentare di sfruttare le falle del sistema, porta inevitabilmente al crollo del sistema economico e finanziario.
                            Last edited by PrinceRiky; 17-08-2011, 21:11:37.

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                            • richard
                              scientific mode
                              • May 2006
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                              Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggio
                              è una gestione estremizzata del denaro a rendere problematica la sua natura. il denaro è trattato come bene sempre più spesso: è commerciato al pari di qualsiasi altro bene, è prestato sotto canone, è assicurato, è immagazzinato e valutato, quotato in un mercato.
                              E' questo che intendevo infatti. Dici che "il denaro è trattato come bene sempre più spesso"? Bene, sono d'accordo, anche se purtoppo bene reale non è (ovvero è utile, come strumento di scambio e mercato, solo finché è sottintesa la risorsa che garantisca la producibilità di beni da scambiare).
                              E' evitabile questa cosa? A quanto pare no, vista l'indole umana a trarre il massimo profitto esclusivamente in termini di denaro.

                              Allora "facciamolo diventare", questo denaro, un bene reale: leghiamolo cioè ad un bene reale in modo che gli agenti economici, nell'attuare personale profitto, producano anche reale valore o utilità, che dir si voglia. E in modo che parimenti, decidendo di risparmiare denaro, risparmino anche beni reali.

                              Penso che l'economia dovrebbe imparare a ragionare sul denaro in termini più naturali e meno sociali (il famoso livello 1 che indicavo). Lo ritengo un requisito fondamentale per conferire, come detto in precedenza, un significato più propriamente scientifico alla gestione economica. Solo su questa base l'mpalcatura macroeconomica e microeconomica può poi seguire in modo davvero efficiente.

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                              • Leonida
                                Filosofo del *****
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                                richard, solo non riesco a capire come faccia a diventare un bene reale il denaro, che di per sé è un artifizio creato per lo scambio , cioè una misura di equivalenza.

                                un altra cosa, che magari non c' entra niente col discorso che non ho seguito bene: ma perché si dice che non sia reale il capitale accumulato con la speculazione o con la borsa? alla fine un impatto seppure indiretto sulla produzione materiale c'è o no? io suppongo di si.
                                Originariamente Scritto da gorgone
                                è plotino la chiave universale per le vagine
                                Originariamente Scritto da gorgone
                                secondo me sono pazzi.

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