The Euro crisis

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  • PrinceRiky
    Bodyweb Senior
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    #91
    Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
    come ha detto greenday bisogna tagliare di netto la nostra assurda spesa pubblica...ma proprio su tutto...
    cosa che purtroppo non verrà mai fatta, anche perchè manca il coraggio in tal senso, meglio mantenere i consensi e continuare a "galleggiare"
    in realtà per stabilizzare il nostro debito e addirittura fargli cambiare direzione di crescita è meno complicato che altrove (e per altrove parlo di che sta meglio di noi solo la germania e qualche paesetto del nord europa sotto questo punto di vista). le variabili che entrano in gioco non solo solo legate al deficit di bilancio (e quindi spesa ed entrate), ma in egual misura contribuiscono crescita e costo del debito: ci preoccupiamo tanto del debito, quando la crescita è addirittura un moltiplicatore più potente perché è possibile essere indebitati fino al collo, spendere tantissimo, ma avere una crescita alta ed essere sani. certo, maneggiare una bilancia con enormi pesi sui piatti è sempre più rischioso e gli effetti a catena sono difficilmente contenibili, una volta innescati.

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    • sotiris
      Urban Sheepboy
      • Sep 2010
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      #92
      Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggio
      se il signor rossi non è in grado di pagare le rate del mutuo e come lui qualche milione di persone, il sistema creditizio si blocca. se si blocca il sistema creditizio le imprese non lavorano più, perché si affidano agli istituti di credito non solo per la crescita, ma anche per la gestione operativa ordinaria (pensa ai costruttori edili: prima investono e poi dopo anni vedono i soldi). se il sistema creditizio si blocca, il macellaio fa più fatica a comprare la carne da vendere; l'elettricista le lampadine da cambiare; il fruttivendolo le mele per il mercato.

      il tutto in una situazione di crisi è amplificato e se non c'è il risparmio privato a sostenere una riduzione delle entrate serve il debito. ma il debito è razionato perché l'istituto di credito chiede maggiori garanzie rispetto ai periodi floridi. il circolo vizioso porta alla disfatta. ecco allora che interviene la pubblica amministrazione con iniezioni di liquidità a destra e a manca per dare la possibilità alla gente di lavorare.
      che però comporta inflazione e quindi perdita di valore del denaro, giusto?
      boh! da qualsiasi parte la si guardi, questa economia mi appare come un giocatolo mal costruito. Poniamo che la crescita, così come l'abbiamo conosciuta finora, non sia più realizzabile, che alternative abbiamo? direi il default o una lenta agonia da inflazione.
      sigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.

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      • PrinceRiky
        Bodyweb Senior
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        #93
        Originariamente Scritto da sotiris Visualizza Messaggio
        che però comporta inflazione e quindi perdita di valore del denaro, giusto?
        boh! da qualsiasi parte la si guardi, questa economia mi appare come un giocatolo mal costruito. Poniamo che la crescita, così come l'abbiamo conosciuta finora, non sia più realizzabile, che alternative abbiamo? direi il default o una lenta agonia da inflazione.
        non è detto che si crei inflazione, perché la crisi può portare a deflazione. poi l'inflazione non è necessariamente un evento negativo, se è controllata e accompagnata dalla crescita economica. l'inflazione deve sempre esserci perché un'economia funzioni. a inflazione zero ci sono problemi.

        per l'altra tua domanda non so risponderti perché non ho capito.

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        • PrinceRiky
          Bodyweb Senior
          • Apr 2008
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          #94
          (Afp) Una eventuale ristrutturazione del debito di Atene potrebbe costare alle banche europee (ad esclusione di quelle greche) fino a 41 miliardi di euro. Lo stima la banca d'affari Goldman Sachs ipotizzando un haircut (cioè il taglio del valore nominale dei titoli) da un minimo del 20 a un massimo del 60 per cento. Nella migliore delle ipotesi, la perdita che il sistema creditizio registrerebbe sarebbe di 13 miliardi. Nella peggiore di 41.
          Un anno fa l'impatto sarebbe stato peggiore
          Gli analisti segnalano tuttavia che questa cifra sarebbe stata decisamente superiore se la ristrutturazione del debito greco fosse avvenuta un anno fa. E questo per le via dei canali privilegiati di rifinanziamento che la Bce ha messo a disposizione prima alle banche greche (fino 91 miliardi di euro) e poi a quelle di Portogallo e Irlanda (altri 153 miliardi).

          Ridotta l'esposizione delle banche europee
          In sostanza l'Eurotower si è sostituita al mercato interbancario a cui le banche greche faticano ad avere accesso. Basti pensare che, ad ottobre dell'anno scorso, il 17,3% del totale dei finanziamenti erogati dalla Bce (le cosiddette lending facilities) è stato destinato alle banche greche. Questo fenomeno ha portato a una riduzione dell'esposizione del sistema creditizio europeo verso le banche greche.
          L'impatto sulla patrimonializzazione
          Queste ultime infatti sono le più esposte verso il debito di Atene e subirebbero inevitabilmente il peso maggiore di una ristrutturazione. Secondo Goldman, in caso di un "haircut" del 60%, le banche grece registrerebbero una riduzione fino all'80% del proprio tier one (coefficiente di patrimonializzazione che misura della solidità di un istituto di credito). Insomma conseguenze devastanti per il settore creditizio e, a cascata, per la già depressa economia greca.
          Decisamente più contenuto l'impatto sul capitale delle banche europee. Secondo gli analisti di Goldman Sachs, nella peggiore delle ipotesi (taglio del 60% del valore nominale dei titoli) queste vedrebbero calare del 3% il proprio tier one capital ratio. «Diverse banche - fa notare Angelo Drusiani gestore obbligazionario di banca Albertini Syz - hanno parzialmente assorbito il colpo della svalutazione dei titoli greci. Alcune li hanno venduti, altre li hanno contabilizzati a prezzo di mercato mettendo quindi a bilancio una svalutazione».
          Nuovi record per i rendimenti dei titoli greci
          Intanto continuano a salire vertiginosamente i rendimenti dei titoli di Stato della Grecia. L'interesse sui bond a due anni è schizzato al record storico del 22,41% mentre quello sui titoli a dieci anni è volato al 14,92%. La forbice tra il bond greco a dieci anni e il corrispettivo bund tedesco si è allargata a 1.159 punti base. Record anche per i premi di rendimento dei titoli decennali portoghesi. Lo spread col bund è salito a 600 punti base.



          Una eventuale ristrutturazione del debito di Atene potrebbe costare alle banche europee (ad esclusione di quelle greche) fino a 41 miliardi di euro.

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          • PrinceRiky
            Bodyweb Senior
            • Apr 2008
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            #95
            Tagli, tasse e stangate: il futuro dell’Italia
            passa dal maxi ripianamento del debito L’ultima relazione della Corte dei Conti smentisce definitivamente le rassicurazioni del governo. L’Italia deve ripianare il debito e i suoi interessi (il deficit). Lo impone l’Europa, lo pretendono gli investitori. Il futuro prossimo è fatto di tagli alla spesa per 40 miliardiIn fondo era stato tutto chiaro fin dall’inizio. Qualche giorno fa, nella surreale pausa dei lavori sul processo breve, Giulio Tremonti aveva aperto la presentazione del Def con parole inequivocabili. “L’unico messaggio responsabile e nell’interesse del Paese – aveva dichiarato il ministro – è che non esistono i presupposti per una crescita duratura ed equa senza stabilità dei conti pubblici”. Affermazioni chiare e semplici, capaci di individuare una volta per tutte l’unica strada percorribile dal governo a fronte di un contesto finanziario che non lascia alternative. Il futuro è scritto e la parola dominante è talmente “oscena” che nessuno, nell’esecutivo, ha il coraggio di pronunciarla se non di straforo e rigorosamente sottovoce: tagli. A tracciare il percorso ci ha pensato ieri la Corte dei Conti prefigurando, nel corso dell’audizione al Senato, la misura del piano di rientro. Un piano draconiano, ovviamente.

            “Il miglioramento del livello del disavanzo tendenziale (…) – spiega la Corte – discenderebbe, infatti, dal mantenimento della pressione fiscale sul livello elevato del 2010 (42,6 per cento), da una ulteriore forte caduta degli investimenti pubblici rispetto al livello minimo del 2010 e dal blocco temporaneo delle spese di personale delle amministrazioni pubbliche. Nel biennio successivo (2013-2014), l’obiettivo programmatico di sostanziale pareggio del bilancio richiederà una correzione strutturale dei conti pubblici di oltre due punti di prodotto interno lordo (poco meno di 40 miliardi di euro)”. Eccola dunque la cifra tanto temuta. Più del doppio rispetto alla quota fissata in precedenza da Tremonti (15 miliardi) per una stima che si pone in linea con quanto ipotizzato da Bankitalia (35 miliardi). Già nei giorni scorsi il sempre più probabile futuro presidente Bce Mario Draghi aveva chiarito la realtà dei fatti: “All’Italia serve una crescita attorno al 2 per cento e una riduzione del deficit dello 0,5 per cento” aveva dichiarato. E siccome un tale ritmo di crescita resta per il momento impensabile, ecco che la differenza dovrà essere compensata da una riduzione della spesa.

            La linea dura espressa da Draghi non passa certo inosservata. Da un lato il governatore ha tutto l’interesse a mostrare l’intransigenza necessaria per convincere gli scettici di Berlino e rimuovere gli ostacoli nella strada che dovrebbe condurlo al vertice dell’istituto centrale europeo. Dall’altro, le sue affermazioni sembrano rimarcare quella sentenza che i mercati hanno già emesso. Nei mesi scorsi, l’allarme sui conti italiani aveva scatenato una prima speculazione sui titoli pubblici: lo spread sul bund tedesco aveva raggiunto livelli da record, il valore dei credit default swaps sulle obbligazioni a cinque anni aveva toccato quote pericolose (238 punti base) attribuendo implicitamente all’Italia un rischio bancarotta quinquennale del 19,3%. Poi, improvvisamente, la quiete. I tassi sulle obbligazioni hanno ceduto in modo considerevole, il rischio sovrano calcolato sui derivati è crollato (12,5%). Un segnale evidente di come gli investitori abbiano deciso di dare fiducia all’Italia. E siccome gli operatori non ragionano certo in nome della misericordia, la spiegazione di una simile inversione di rotta (visto che le prospettive di crescita sono addirittura peggiorate per ammissione dello stesso governo) resta una sola: l’Italia, hanno capito in sede Ue e non solo, si è definitivamente arresa alla necessità di sistemare i suoi conti a colpi di prevedibili stangate.

            Una strategia che passa attraverso tagli e imposizioni fiscali. I primi preoccupano i titolari dei dicasteri (a cominciare, smentite a parte, da Mariastella Gelmini che alla vigilia della presentazione del Def aveva, si dice, espresso un forte risentimento circa le ipotesi di sforbiciate al bilancio), il capitolo tasse, nonostante la retorica pro impresa dello stesso Tremonti, porta ancora malcontento in quel di Confindustria. Secondo il direttore dell’associazione degli industriali Giampaolo Galli, le manovre di azzeramento deficit previste per il 2013-2014 costituirebbero un impegno “di gran lunga superiore a quello compiuto negli anni novanta per rispettare i parametri di Maastricht” e aderire alla moneta unica.

            E proprio Maastricht con la sua ideale continuazione rappresenta per il futuro il vero incubo sulla strada del risanamento. Se è vero che nei piani del governo ci si potrà concentrare sulla riduzione del debito quando il deficit non costituirà più un problema, è lecito aspettarsi a partire dal 2015 l’avvio di un percorso di ripianamento di proporzioni epiche. Il piano di stabilità prevede infatti l’obbligo per i Paesi caratterizzati da un rapporto debito/Pil superiore al 60% di tagliare l’eccesso del proprio debito di almeno un ventesimo all’anno. Alla fine di settembre, quando il dato italiano si attestava al 116% (oggi si sfiora il 120%) si parlò di circa 130 miliardi in tre anni. Una maxi manovra che potrebbe essere attenuata solo da una forte crescita economica. Ovvero da ciò che all’Italia manca da almeno vent’anni a fronte di problemi endemici mai risolti. Ma questa, ovviamente, è tutta un’altra storia.

            In fondo era stato tutto chiaro fin dall’inizio. Qualche giorno fa, nella surreale pausa dei lavori sul processo breve, Giulio Tremonti aveva aperto la presentazione del Def con parole inequivocabili. “L’unico messaggio responsabile e nell’interesse del Paese – aveva dichiarato il ministro – è che non esistono i presupposti per una crescita duratura ed equa …






            insomma proprio quelli messi meglio non siamo..

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            • Lucone
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              #96
              troppa gente che non fa un kaiser......troppi dipendenti in province comuni enti utili come la lectospirosi ad agosto....stipendi troppo bassi per la bastonata che ci ha dato l'euro, sicuramente chi ha un supermercato ha fatto tanti soldi.
              Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)

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              • greenday2
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                #97
                Originariamente Scritto da Lucone Visualizza Messaggio
                troppa gente che non fa un kaiser......troppi dipendenti in province comuni enti utili come la lectospirosi ad agosto....stipendi troppo bassi per la bastonata che ci ha dato l'euro, sicuramente chi ha un supermercato ha fatto tanti soldi.
                Un poco in contraddizione con il resto eh
                E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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                • ciccione80
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                  #98
                  Scusate ma avete studiato economia? Mamma mia ho letto i vostri messaggi e sinceramente una competenza così approfondita non ce la ho...nonostante legga comunque quotidiani economici. Parlate di politica economica, però a me sfuggono molti dei vostri ragionamenti. Talvolta mi sento un pò scemo....

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                  • ma_75
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                    #99
                    Non so se qualcuno ha letto il libro di Giordano sulle pensioni d'oro. Non è tanto rilevante il discorso sul fatto che paghiamo gente come i parlamentari con una pensione per 5 anni di lavoro o che ci siano circa 500.000 persone andate in pensione nei decenni scorsi anche a meno di 40 anni di età. E' rilevante, invece, il fatto che ci sia una intera generazione, dalla mia a scendere, che avrà grandissime difficoltà a percepire una pensione e, soprattutto, non avrà il rapporto economico pensione/stipendio che hanno i nostri genitori. Siamo seduti sopra una bomba di cui le vittime ignorano l'esistenza.
                    In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                    ma_75@bodyweb.com

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                    • greenday2
                      Bodyweb Senior
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                      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                      Non so se qualcuno ha letto il libro di Giordano sulle pensioni d'oro. Non è tanto rilevante il discorso sul fatto che paghiamo gente come i parlamentari con una pensione per 5 anni di lavoro o che ci siano circa 500.000 persone andate in pensione nei decenni scorsi anche a meno di 40 anni di età. E' rilevante, invece, il fatto che ci sia una intera generazione, dalla mia a scendere, che avrà grandissime difficoltà a percepire una pensione e, soprattutto, non avrà il rapporto economico pensione/stipendio che hanno i nostri genitori. Siamo seduti sopra una bomba di cui le vittime ignorano l'esistenza.

                      Ne avevo parlato in un altro post sulla previdenza complementare.

                      A dire il vero, in questa situazione ci saremmo arrivati cmq in ogni caso. E' un problema comune ad ogni paese evoluto.

                      Il problema però, oltre cmq ad una normativa ancora incompleta, e' insito nella natura inconcepibile dell'italiano.

                      Come spesso accade, vuole arrivare ai livelli "mittel europei" ma non fa nulla per arrivarci, anzi ADORA mantenere lo status quo.

                      Incredibile come la gente liquidi il foglio della destinazione del TFR come fossero gli auguri di natale dell'azienda, e appena sente parlare di previdenza complementare dice "ah ma chissenefrega ora..." nonostante i vari incentivi fiscali (che ci sono ora..domani non si sa).

                      Davvero..l'italiano medio e' una bestia strana
                      E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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                      • ikuape86
                        L' oristanese pizzaiolo
                        • Feb 2005
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                        si sa da anni ma la mia generazione(e anche un paio delle precedenti) sono ormai rassegnate...o forse si spera sempre che qualcosa cambi all'improvviso(dubito)

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                        • Lucone
                          Bodyweb Advanced
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                          Originariamente Scritto da greenday2 Visualizza Messaggio
                          Un poco in contraddizione con il resto eh
                          chi doveva controllare i prezzi non l'ha fatto ed aimè l'alimentare è dove si è lucrato di più....parliamoci chiaro con uno stipendio di 1000 euro cioè quasi 2 milioni delle vecchie lire prima dell'euro si viveva da signori...

                          ---------- Post added at 19:05:18 ---------- Previous post was at 19:03:53 ----------

                          Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                          Non so se qualcuno ha letto il libro di Giordano sulle pensioni d'oro. Non è tanto rilevante il discorso sul fatto che paghiamo gente come i parlamentari con una pensione per 5 anni di lavoro o che ci siano circa 500.000 persone andate in pensione nei decenni scorsi anche a meno di 40 anni di età. E' rilevante, invece, il fatto che ci sia una intera generazione, dalla mia a scendere, che avrà grandissime difficoltà a percepire una pensione e, soprattutto, non avrà il rapporto economico pensione/stipendio che hanno i nostri genitori. Siamo seduti sopra una bomba di cui le vittime ignorano l'esistenza.
                          Ecco questi sono i regali che dovremo pagare noi...
                          Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)

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                          • greenday2
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                            • Aug 2005
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                            Originariamente Scritto da Lucone Visualizza Messaggio
                            chi doveva controllare i prezzi non l'ha fatto ed aimè l'alimentare è dove si è lucrato di più....parliamoci chiaro con uno stipendio di 1000 euro cioè quasi 2 milioni delle vecchie lire prima dell'euro si viveva da signori...

                            ---------- Post added at 19:05:18 ---------- Previous post was at 19:03:53 ----------


                            Ecco questi sono i regali che dovremo pagare noi...
                            E chi doveva controllare sui prezzi scusa?

                            E' chiaro che l'euro ha portato costi maggiori, ma lo e' stato non solo per l'Italia ma per tutta l'europa. Gli errori caso mai, son in altri frangenti

                            Dico che e' in contrasto perchè, una riduzione della spesa carrozzone pubblico significherebbe anche una riduzione dei salari.
                            E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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                            • Lucone
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                              • Dec 2008
                              • 3133
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                              • Perugia
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                              Originariamente Scritto da greenday2 Visualizza Messaggio
                              E chi doveva controllare sui prezzi scusa?

                              E' chiaro che l'euro ha portato costi maggiori, ma lo e' stato non solo per l'Italia ma per tutta l'europa. Gli errori caso mai, son in altri frangenti

                              Dico che e' in contrasto perchè, una riduzione della spesa carrozzone pubblico significherebbe anche una riduzione dei salari.
                              Significherebbe eliminare sprechi che un poliziotto prenda meno di un'usciere comunale mi sembra un'onta all'intelletto, bisognerebbe colpire solo certi settori del pubblico i covi come li chiamo io.....levata l'inglilterra per gli alimenti siamo alla follia, prezzi da guerra
                              Non sono stati controllati i prezzi in certi settori e si è lucrato dove non si poteva sfuggire al lucro cioè l'alimentare..
                              Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)

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                              • PrinceRiky
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                                • Apr 2008
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                                probabilmente non avremo bisogno di una pensione, visto che moriremo ancora operativi con tutta probabilità (o quasi).

                                detto ciò, il problema delle pensione è enorme e soprattutto per la piccola/media borghesia che comunque non risparmia e/o non investe. nessuno sembra preoccuparsene più di tanto, tiriamo a campare come abbiamo sempre fatto, domani è un altro giorno, jamm bell

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