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Finché al sud non pagano le tasse sarà dura comunque..
Il reddito procapite è la metà di quelli del nord e del centro..
È inutile girarci attorno questo è uno dei nostri problemi più grandi
Richard non pensi che dare tutte queste responsabilità all'economia sia pericoloso?
I mercati sono solo un artificio tecnico per comprare e vendere, non possono sostituire le altre scienze umane, quella progettazione economica che tu metti in neretto, si chiama politica.
Esisteva l'economia del baratto quando l'uomo diventava coltivatore/allevatore, è esistita l'economia ai tempi del vapore, del fieno, e dei cavalli, esiste una economia ai tempi della benzina e delle automobili, esisterà una economia futura, sovrastante ad altre risorse.
Ma non è compito degli economisti trovare queste risorse, spetta alla società civile sedersi attorno ad un tavolo ed indirizzare il nostro progresso futuro, ci aspettiamo dalla scienza nuove fonti di energia che siano illimitate e realmente sostenibili, ci aspettiamo dai politici nuove strategie all'insegna del benessere condiviso. La crisi delle risorse è imputabile in primis alla smodata crescita demografica, non è stata devastante come l'abate Malthus prevedeva, perché abbiamo inventato fertilizzanti e tecnologie per migliorare la produzione alimentare, ma trovare un punto di equilibrio risulta sempre più difficile. Cina ed India attuano già sotto diverse forme il controllo delle nascite, consce del fatto che ogni nuovo nato ciuccia risorse, e con l'allungamento della vita media una sostenibilità di lungo corso diventa sempre più precaria, a prescindere dal sovrastante metodo economico.
La progettazione economica è ovviamente l'oggetto della politica economica (cioè un particolare sottinsieme della politica), ma tale politica non prescinde, inutile dirlo, dagli studi e dalle indicazioni delle scienze economiche stesse, altrimenti tali scienze sarebbero palesemente poco utili. Una concezione economica che si limiti ad osservare il mercato, ma che non riesca a trarre spunti per migliorarne l'efficienza e rinunciataria a massimizzare il benessere è ovviamente drasticamente fuorviante e la netta separazione tra politica ed economia che sembri porre è pertanto chiaramente non auspicabile nella realtà.
Allora ci chiediamo, cosa suggeriscono le scienze economiche per l'ottimizzazione del sistema economico, ovvero per una appropriata gestione delle scarse risorse?
(L'economia come studio della gestione delle scarse risorse è una definizione classica che si può trovare ad introduzione di ogni testo di principi economici, non è una mia invenzione.)
In passato le scienze economiche hanno vissuto uno sviluppo florido riusciendo fortemente a guidare le scelte di politica economica, oggi appaiono in fase di inquietante stagnazione. Sembrano intanto inabili a confrontarsi con il concetto di scarsità delegando, come puntualmente indichi, alla scienza la ricerca di risorse per il progresso e perdendo di vista che è loro compito far fronte alla gestione di tale scarsità (almeno finché la scienza non avrà sviluppato modi per ovviare) in modo da suggerire vie affinché il mercato sia comunque il più efficiente possibile, preservando al massimo le suddette risorse. Non solo, ma le scienze economiche sembrano aver fuorviato il concetto di risorsa stessa, appellativo per lo più assegnato al copitale monetario e assai raramente ai reali beni a disposizione per la produzione ed il progresso (come se, appunto, questi beni non possano, per assioma o per "fede", essere scarsi, mentre il denaro sì).
Ne risulta una incapacità o una ridotta volontà di indicare regole nuove, con i fallimenti che illustravo in precedenza. Assistiamo di conseguenza ad una impostazione di politiche economiche potenzialmente anarchica (cioè carente in regolamentazioni), estrema (con proposte di modelli di pura fantasia, come quello della "crescita infinita") e quindi pericolosamente instabile (cioè facilmente soggetta a speculazioni e crisi).
Finché al sud non pagano le tasse sarà dura comunque..
Il reddito procapite è la metà di quelli del nord e del centro..
È inutile girarci attorno questo è uno dei nostri problemi più grandi
Il problema del sud è la crescita, ridicola per un paese industrializzato, serve della politica seria, che non abbia come unico scopo quello di arricchirsi con i fondi destinati alle aree disagiate, è una politica che manca sia a livello locale che nazionale, l'unica differenza in termini di evasione fiscale sta nel diverso trattamento tra lavoratori dipendenti ed autonomi, i dipendenti pagano le tasse, non perché siano particolarmente onesti, ma perché sono costretti a farlo, con il prelievo a monte, questo vale sia a Crotone che a Varese.
---------- Post added 22-08-2011 at 00:02:17 ---------- Previous post was 21-08-2011 at 23:38:41 ----------
La progettazione economica è ovviamente l'oggetto della politica economica (cioè un particolare sottinsieme della politica), ma tale politica non prescinde, inutile dirlo, dagli studi e dalle indicazioni delle scienze economiche stesse, altrimenti tali scienze sarebbero palesemente poco utili. Una concezione economica che si limiti ad osservare il mercato, ma che non riesca a trarre spunti per migliorarne l'efficienza e rinunciataria a massimizzare il benessere è ovviamente drasticamente fuorviante e la netta separazione tra politica ed economia che sembri porre è pertanto chiaramente non auspicabile nella realtà.
Allora ci chiediamo, cosa suggeriscono le scienze economiche per l'ottimizzazione del sistema economico, ovvero per una appropriata gestione delle scarse risorse?
(L'economia come studio della gestione delle scarse risorse è una definizione classica che si può trovare ad introduzione di ogni testo di principi economici, non è una mia invenzione.)
In passato le scienze economiche hanno vissuto uno sviluppo florido riusciendo fortemente a guidare le scelte di politica economica, oggi appaiono in fase di inquietante stagnazione. Sembrano intanto inabili a confrontarsi con il concetto di scarsità delegando, come puntualmente indichi, alla scienza la ricerca di risorse per il progresso e perdendo di vista che è loro compito far fronte alla gestione di tale scarsità (almeno finché la scienza non avrà sviluppato modi per ovviare) in modo da suggerire vie affinché il mercato sia comunque il più efficiente possibile, preservando al massimo le suddette risorse. Non solo, ma le scienze economiche sembrano aver fuorviato il concetto di risorsa stessa, appellativo per lo più assegnato al copitale monetario e assai raramente ai reali beni a disposizione per la produzione ed il progresso (come se, appunto, questi beni non possano, per assioma o per "fede", essere scarsi, mentre il denaro sì).
Ne risulta una incapacità o una ridotta volontà di indicare regole nuove, con i fallimenti che illustravo in precedenza. Assistiamo di conseguenza ad una impostazione di politiche economiche potenzialmente anarchica (cioè carente in regolamentazioni), estrema (con proposte di modelli di pura fantasia, come quello della "crescita infinita") e quindi pericolosamente instabile (cioè facilmente soggetta a speculazioni e crisi).
Il florido sviluppo passato delle scienze economiche era guidato da un prepotente sviluppo tecnologico, la rivoluzione industriale e quella energetica hanno permesso la nascita del capitalismo, come lo conosciamo oggi. Ma la gestione delle scarse risorse non è mai stata equa o paritaria, ha garantito uno sviluppo spropositato a pochi gravando sulle spalle di molti, non ho motivo di credere che le cose cambieranno in futuro, non c'è etica nelle attività che comportano uno scambio di valori, con o senza moneta, l'economia alimenta se stessa, è strutturata per premiare il rischio. Io non seguirei regole nuove suggerite da un sistema simile, sarebbero scelte miopi, dettate da paradigmi che non valgono universalmente, che hanno una valenza solo all'interno del sistema stesso.
Per me le scienze umane devono riprendere la loro funzione guida: la filosofia, la psicologia, l'ingegneria sociale (nell'accezione positiva del termine) hanno ancora un ruolo da giocare in questa partita. Aspettiamo tutti un coniglio che spunti dal cilindro.
Appunto, il sud non cresceva nemmeno quando le cose andavano bene, figuriamoci ora..
Poi vorrei sapere che fine hanno fatto i soldi dei fondi europei...
È inutile girarci attorno, il sud è come una zavorra solo che nessuno ha mai il coraggio di dirlo senno ti danno del leghista... E lo dico da mezzo meridionale
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
Il florido sviluppo passato delle scienze economiche era guidato da un prepotente sviluppo tecnologico, la rivoluzione industriale e quella energetica hanno permesso la nascita del capitalismo, come lo conosciamo oggi. Ma la gestione delle scarse risorse non è mai stata equa o paritaria, ha garantito uno sviluppo spropositato a pochi gravando sulle spalle di molti, non ho motivo di credere che le cose cambieranno in futuro, non c'è etica nelle attività che comportano uno scambio di valori, con o senza moneta, l'economia alimenta se stessa, è strutturata per premiare il rischio. Io non seguirei regole nuove suggerite da un sistema simile, sarebbero scelte miopi, dettate da paradigmi che non valgono universalmente, che hanno una valenza solo all'interno del sistema stesso.
Per me le scienze umane devono riprendere la loro funzione guida: la filosofia, la psicologia, l'ingegneria sociale (nell'accezione positiva del termine) hanno ancora un ruolo da giocare in questa partita. Aspettiamo tutti un coniglio che spunti dal cilindro.
La questione di fondo è innanzitutto la mancanza di un'ottica globale. I singoli agenti economici ricercano esclusivamente il massimo profitto individuale, effettuano valutazioni e compiono scelte: all'eterogeneità di aspirazioni, informazione e ruoli corrisponde necessariamente una disuniforme (spesso non equa, certamente non paritaria) distribuzione delle risorse; nessuno può pretendere o imporre che, a livello di singole unità economiche, sia diversamente.
Tuttavia il significato di profitto e il modo di valutazione possono essere orientati ad una ottimizzazione in senso globale, ovvero si può fare in modo che l'agente economico, perseguendo il massimo profitto, spreschi la minor quantità di risorse naturali possibile (questo sarebbe un auspicabile obiettivo, eminentemente economico) oppure si può ricercare la minore distorsione nel modo di valutare. Simili obiettivi vanno perseguiti e dovrebbero essere oggetto di indagine delle scienze economiche. Si tratta di determinare (o almeno indagare) le regole del gioco (da proporre per la traduzione in leggi), anche in senso radicale (come la definizione stessa di denaro appunto).
L'atteggiamento economico (ovvero quello delle scienze economiche) attuale è poco propositivo in tal senso: sembra incapace di ricercare/suggerire regole; forse perché è entrato nella fuorviata ottica che il mercato sia governato da leggi naturali immodificabili. Ovviamente ciò è falso: il mercato è regolato da leggi e convenzioni umane che possono essere cambiate alla ricerca dell'ottimizzazione. L'uomo ha innata indole al profitto? l'economista dovrebbe allora pensare: bene, cerco, ad esempio, una definizione il denaro (termine ultimo in cui il profitto si traduce) in modo che egli, assecondando la propria indole, non faccia danni in senso globale, dissipando le risorse che il pianeta ci offre. Il denaro continua a rimanere strumento eminente di mercato, ma assume un significato stavolta sì propriamente economico. L'uomo opera valutazioni alla ricerca del profitto? l'economista dovrebbe pensare: bene, cerco un sistema di regole economiche che semplifichi al massimo queste valutazioni evitando che egli, a causa di distorsioni indotte dall'impianto legislativo, non faccia scelte sbagliate che portino ancora a spreco di risorse significative per il nostro benessere. Non dico che il problema sia di facile soluzione, anzi; ma è necessario che le scienze economiche intraprendano questa via per essere davvero tali (dalla tua osservazione trapela invece una sorta di "rassegnazione" che ha poco di scientifico e rende il pensare economico attuale pressocché inutile, insomma un altro spreco).
Il mercato è stato spesso paragonato, anche da influenti elementi di spicco del settore, ad un sistema termodinamico, come può essere un gas, in cui i singoli agenti economici sono rappresentati dalle molecole e il suo comportamento complessivo (di espansione, contrazione, riscaldamento, raffreddamento, ...) rappresenta la dinamica di mercato. Questo paragone, che vuole forse auspicare un ruolo scientifico al pensiero economico, cela invece l'errore verso cui le scienze economiche si stanno incamminado: infatti, mentre il gas è davvero soggetto a leggi naturali non modificabili e può solamente essere osservato e compreso nelle sue dinamiche macroscopiche, il mercato è orientato da convenzioni umane che non hanno nulla di naturale e possono essere modificate a fini economici.
Finché le regole sono considerate immodificabili perché "naturali" il mercato può essere solo lasciato a se stesso ed osservato mentre attua dinamiche non economiche, nella speranza che la scienza e la tecnologia sopperiscano presto all'irrazionalità globale (da distorsione) del sistema. Ma nel momento in cui l'economista entra nell'ottica che esse possono essere riviste alla radice, controllate, cambiate, e che quindi la "natura" del mercato, che NON coincide con la Natura Umana (poiché le mere convenzioni tra agenti economici non costituiscono l'uomo nel suo essere), può essere plasmata a prescindere da filosofia, psicologia, ecc., allora si apre un orizzonte nuovo di possibilità, ricerca e sviluppo.
E sarebbero? Ovvero perché il gold standard è stato ritenuto inutilizzabile?
il discorso è estremamente complesso. comunque un sottostante comune (qualunque esso sia) presuppone cambi fissi che a livello mondiale sono insostenibili.
questo per ribadire che il nostro problema è anche il sud... Se non il principale..
Il nord cresce per quello e nemmeno poco x essere in questo periodo..
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
il discorso è estremamente complesso. comunque un sottostante comune (qualunque esso sia) presuppone cambi fissi che a livello mondiale sono insostenibili.
questo indipendentemente da tutto.
Sarei curioso di capire perché dovrebbe presupporli. So che prima c'erano ma non vedo perché non possa essere cambiata questa regola...
Always the beautiful answer who asks a more beautiful question
ricordati che se il sud non fosse messo così male il nord non sarebbe a questo livello(che non è poi tanto elevatopurtroppo, visto che stiamo parlando della nostra stessa nazione che è UNA)
Infatti il nord sarebbe ancora meglio senza questa "zavorra"
Il sud è un problema grosso e in qualche modo va risolto..
Ma guai a toccare l'argomento a quanto vedo..
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
Sarei curioso di capire perché dovrebbe presupporli. So che prima c'erano ma non vedo perché non possa essere cambiata questa regola...
il paese A ha 100unità d'oro che corrispondono a 100unità di moneta. il paese B è nella stessa situazione: il cambio fra valute è 1:1 così come il cambio oro:moneta.
se i cambi fossero flessibili il giorno dopo il paese A potrebbe scambiare 1 sua moneta con 2 del paese B. ma il rapporto fra sottostante di B e valuta di B è sempre 1:1.
il paese A ha 100unità d'oro che corrispondono a 100unità di moneta. il paese B è nella stessa situazione: il cambio fra valute è 1:1 così come il cambio oro:moneta.
se i cambi fossero flessibili il giorno dopo il paese A potrebbe scambiare 1 sua moneta con 2 del paese B. ma il rapporto fra sottostante di B e valuta di B è sempre 1:1.
Come (credo) intendeva pure richard prima però dipende quali regole si vogliono applicare per stabilire il valore della moneta.
Se, in questo esempio, i cambi in questo caso fossero si flessibili, ma legati alla quantità d'oro posseduta il problema non si porrebbe.
Always the beautiful answer who asks a more beautiful question
per chi volesse approfondire la questione del problema del gold standard e dei cambi fissi, consiglio un attenta lettura sulla crisi degli accordi di bretton woods dopo lo shock del 73
E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!
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