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In realtà un parlamentare eletto non potrebbe mai ricoprire tale ruolo, fosse anche il più competente dell'universo, perché l'autorità sul controllo della borsa deve garantire trasparenza ed indipendenza, mentre in una nazione pagliaccia come la nostra crediamo si possano lottizzare autorità che hanno simili incombenze come se fossero una RAI qualsiasi.
I suoi predecessori Spaventa, Padoa Schioppa, Cardia, pur occupandosi di politica non avevano conflitti parlamentari durante il mandato.
Abbiamo un governatore di bankitalia, che quando i nostri titoli di stato erano nell'occhio del ciclone, ammise candidamente che passato il 7% non avremmo potuto pagare gli interessi.
******* eva... stiamo alla finanza come Provenzano sta al buddismo, siamo l'unica nazione al mondo che messa nelle mani di Ina Drew* andrebbe meglio invece di peggiorare.
Alessandro Politi, coautore del rapporto Nomisma 'Nomos & Khaos': "E' in atto una strategia per sminuire la moneta europea a vantaggio del dollaro". I responsabili?: "Oggi non ha più senso parlare di 'mercati'. Dieci companies controllano il 90% dei derivati". E la tecnologia gioca un ruolo decisivo: "E' come nei conflitti militari tradizionali. I sistemi informatizzati stanno soppiantando quelli più tradizionali. Così sta accadendo in finanza, con i nuovi strumenti ad alta frequenza". Armi micidiali incaricati di fare profitti "senza preoccuparsi delle vittime umane che lasciano sulla strada".
Ho letto signoraggio, divide et impera, skynet, terminator (giuro)
Diciamo che se voleva essere una guerra contro l'euro si sarebbe combattuta su un fronte diverso, stringendo legami privilegiati con i BRICS, e svalutando pesantemente il dollaro, escludendo di fatto l'unione dai principali scambi economici.
Puoi gestire i derivati a piacimento, ma i titoli di stato sono vecchia finanza, oltretutto l'Europa nel pieno della crisi vietò le vendite allo scoperto, e lo short selling che viene menzionato nell'articolo, risolvendo pressoché nulla, anzi fu proprio la Deutsche bank a liberarsi di titoli italiani, suscitando lo sdegno di Prodi. Chi vende titoli europei oggi lo fa per liberarsene sul serio, piuttosto che per guadagnarci su una differenza (diciamo che il problema è questo e l'articolo parla giustamente di crisi di fiducia), inoltre vendendo si concentra il debito nelle mani degli attori nazionali (le banche nostrane) che si ingolfano pericolosamente, e che devono farsi prestare soldi a tasso agevolato dalla BCE per superare gli stress test. Stiamo facendo tutto da soli, nel peggiore dei modi. L'articolo ha ragione anche sulle pessime condizioni degli USA, ma c'entra nulla il signoraggio, è anche lì un problema di debito pantagruelico combinato a pessimi indicatori macroeconomici (crescita, investimenti, occupazione), avrebbero poco da gioire nel caso di un crollo europeo, se per assurdo il dollaro si rivalutasse sarebbe peggio, le esportazioni americane (in dollari) andrebbero a picco.
Chi avrebbe qualcosa da guadagnarci dai fallimenti dei principali attori internazionali (USA ed UE) sarebbero proprio i BRICS
Penso che il termine sia stato usato non nel senso complottisticamente inteso, ma come sinonimo di privilegio derivante dall' avere il dollaro come moneta di riferimento
Per il resto, cercherò di argomentare qualcosa domani, chè adesso ho sonno, fermo restando che sulla materia ne so davvero poco e sono più curioso che altro
Nel senso di privilegio sarebbe un termine comunque usato male, perché il signoraggio è il guadagno derivante dall'emissione di moneta. Più ne stampi più generi inflazione, c'è poco da guadagnare, il dollaro è già moneta di riferimento (si dice valuta di riserva), e per questo la FED può stampare più moneta di quanto possiamo fare noi, perché l'inflazione derivante si spalma su tutte quelle nazioni che hanno gigantesche riserve in dollari, e non ricade solo sul consumatore americano, che vede il suo potere d'acquisto salvaguardato.
Per questi motivi, una supervalutazione del dollaro non gioverebbe agli stati uniti, gioverebbe alla cina ed a tutti quelle nazioni che possiedono le riserve in dollari menzionate sopra, o che possiedono i titoli del debito americano, che hanno valore nominale espresso in dollari.
Arriveremo finalmente a "noi"? Ora, immaginiamo un ex colletto blu del Minnesota...davvero vorrebbe il suo fondo pensione investire massicciamente su paesi che non riescono nemmeno a trovare un accordo fra di loro? Davvero un dentista dell'Ohio muore dalla voglia di investire i proventi della sua attività in Bonos spagnoli?
Alla fine spesso la risposta più semplice, è spesso anche quella più giusta.
Il problema è sempre quello, lo era nel 2010, lo è oggi..in realtà lo era anche nel 1999. Ma i parrucconi di Bruxelles rispondevano pernacchie mostrando 1.50 euro sul dollaro ai ricercatori di Yale o Darthmouth quando gli facevano notare che una unione UNICAMENTE monetaria non ha mai funzionato nella storia dell'umanità.
E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!
Dopo Madoff e Soros resta Rothschild, se fallisse pure il ramo giudaico-massonico-rettiliano, l'internazionale complottista andrà in crisi, gli resteranno Xiang Lu Wang e Prathiba Brahmaputra non riusciranno neppure a pronunciarli e gli verranno male i video su youtube.
Tempo fa mi fu chiesto (credo da Sartorio) dove lessi che un’uscita dall’euro ci costerebbe “solo” un 20% di svalutazione. Purtroppo non riuscì a ripescare il documento. Visto che gli argomenti trattati sono gli stessi, linko questo post del Prof. Bagnai dove affronta per l’ennesima volta la questione. Sono pure linkati studi di UBS e FMI che lascio volentieri a gli stomaci forti… io mi sono limitato a leggere il collegamento al sito di Sbilanciamoci
sigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
"Euro breakup the consequences" lo conosco già te lo riportai una precedente risposta, in quella occasione tu citasti lo studio dell'FMI, che fa un excursus sui metodi utilizzati per le previsioni economiche (forecast), comparandole a dei marker come la produttività e l'inflazione, però non si lanciano in previsioni vere e proprie sulla nostra situazione.
Per ora posso commentare solo alcune osservazioni contenute in quel blog:
1)
Attenzione che quelli dichiarati da Buenos Aires sono dati farlocchissimi, con crescite del Pil astronomiche, del tutto slegate dalla realtà, e la situazione argentina è in continua evoluzione, non si è affatto risolta per il meglio, ora c'è anche un contenzioso aperto con la Spagna riguardo l'affare Repsol, che porterà più grane che vantaggi agli argentini, con una fuga di capitali ed imprese estere dalla regione.
2)
Riguardo le cifre assurde (il doppio del pil tedesco) riguardanti una uscita dall'euro della Grecia, sono d'accordo, ma si passa da un eccesso all'altro, perché sento ancora propagandare l'abbandono dell'unione monetaria come panacea per i nostri problemi economici, non è così ovviamente, la vita continuerebbe, ma il nostro tenore di vita non sarebbe il medesimo, scopriremmo sul serio il significato del termine austerity, usato a sproposito oggi giorno dai media, svalutazione inflazionistica è diverso da perdita secca sul pil, anche se i due fenomeni sono collegati.
3)
Vi invito a diffidare di qualsiasi previsione fatta da professori o presunti tali riguardo il default di alcune nazioni europee, non perché ve lo dica io, ma perché storicamente non è mai accaduto che fallisse una nazione con un debito di quasi 2000 miliardi di euro (potete controllare), è un inedito economico, e qualsiasi stima sulle ripercussioni effettive dell'evento sarebbero opinioni del tutto personali, prive di qualsivoglia fondamento. Se è lecito paragonare un default greco al recente default argentino, fatte salve le considerazioni precedenti sulla inaffidabilità dei dati, non si possono riportare queste conclusioni all'effetto domino che scaturirebbe su larga scala.
Il debito greco era stimabile nell'ordine dei 200 miliardi, e ne abbiamo spesi quasi il doppio cercando di tenerli a galla, l'ultima tranche di aiuti è di quasi 130 miliardi. Non esiste fondo salvastati che possa coprire il buco eventualmente lasciato dall'Italia, con un debito superiore di dieci volte.
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