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sigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
La metamorfosi in “cantone” europeo non ne riduce il debito pubblico, ma lo sposta a livello europeo che sarà autorizzato a tassare Malgrado il freddo che da settimane attanaglia l’Europa, questi sono giorni molto caldi per il progetto politico europeo. Al di là della quotidiana retorica, parecchi indizi lasciano presagire che il caso greco rischi di fare da catalizzatore verso la creazione di un vero e proprio Stato sovrano europeo.
Ricordiamo che secondo la Commissione Europea un accordo con la Grecia va raggiunto in tempi rapidi per dare sufficiente tempo alla preparazione delle prossime misure di salvataggio. Il 20 marzo infatti, la Grecia dovrà ripagare ai suoi creditori 14 miliardi di euro. Finanziandosi presso la Banca Centrale Europea, negli scorsi anni molte banche commerciali europee hanno comprato in massa i titoli del tesoro greco e se questo dovesse rifiutarsi di ripagare i crediti si prospetterebbe una seconda crisi bancaria ancor peggiore del 2008. Per liberare i nuovi aiuti finanziari europei, Bruxelles chiede alla Grecia ulteriori sacrifici finanziari: un taglio del 22% dei salari minimi da 751 a 600 EUR/mese, una riduzione del 15% delle pensioni e la cancellazione di 15.000 posti di lavoro pubblici entro fine 2012. Le tensioni politiche in Grecia sono ben comprensibili pensando alle elezioni greche che si terranno in aprile.
Senza negare che la causa prima di tutto questo caos è lo statalismo selvaggio di uno Stato sociale cresciuto in Grecia oltre ogni limite del buon senso, ciò che dovrebbe far riflettere sono due trend. Da una parte si solidifica il principio già sperimentato negli USA e in Irlanda secondo cui la collettività (ovvero i cittadini contribuenti) e non gli azionisti devono sostenere le perdite finanziarie delle banche che hanno mancato di fare i dovuti controlli in sede d’investimento. Il secondo trend è usare la crisi greca come grimaldello per far saltare la sovranità dei paesi membri dell’UE. Entrambi queste tendenze sono coerenti con l’interesse politico di aumentare il potere statale europeo e molto negativi in un’ottica liberale classica di concorrenza dei sistemi.
Portato al suo estremo, il primo trend implica la nazionalizzazione del sistema bancario europeo: con la scusa di garantire la stabilità finanziaria, assisteremmo alla realizzazione del sogno politico di controllare ogni minima transazione (si pensi alla conseguente esplosione del prelievo fiscale). Tale tendenza è già osservabile in più Stati europei, tra i quali l’Italia.
Il secondo trend è invece meno palese. Fa riflettere la volontà di non ristrutturare il debito pubblico greco nella misura tollerabile dalle finanze pubbliche del paese e cancellando il resto del debito come fallimento vero e proprio, cosa storicamente sempre fatta in questi casi (gli interessati vedano 500 anni di fallimenti sovrani in This time is different di Reinhard e Rogoff). Se gli importi così cancellati fossero tanto grandi da rendere insolventi le banche creditrici, si potrebbe permettere loro di ammortizzare le perdite su più anni nella misura permessa dai loro profitti. In alternativa, la BCE potrebbe iniettare liquidità direttamente nelle banche anziché nello Stato greco come ora. Se questo ancora non bastasse, la BCE potrebbe rilevare i titoli spazzatura, come già fatto dalla FED o dalla BNS nel caso delle subprime. Tutte queste misure sarebbero molto più chiare e soprattutto diminuirebbero realmente il debito pubblico greco, che è il problema a monte di tutto, permettendo alla Grecia di risalire la china. La soluzione attuale invece sta imponendo miseria alla popolazione greca e toglie fonti stabili di finanziamento dello Stato greco, come la prevista cessione forzata della lotteria di Stato. La stabilità sociale greca peggiora di conseguenza ogni giorno. Si direbbe perciò che dietro la maschera del salvataggio greco si nasconda il tentativo di trasformare la Grecia in una “provincia” dell’UE. Accanto alla carota degli aiuti europei (a dire il vero indirizzati verso le banche francesi e tedesche) segue il bastone delle nuove regole imposte da Bruxelles ai greci, incapaci di gestirsi da sé. Secondo lo stesso schema, anche Italia, Spagna e Portogallo potrebbero subire la metamorfosi in “cantoni” europei. Si ricordi che questo schema non riduce il debito pubblico, ma lo sposta al livello europeo che sarà probabilmente autorizzato a tassare, che è il tratto distintivo di uno Stato sovrano.
Quale l’alternativa coerentemente liberale? Un vero fallimento sovrano “alla vecchia maniera” come descritto sopra metterebbe in riga la Grecia pur lasciandole tutta l’autonomia politica di oggi e sarebbe coerente con la visione cristiano-liberale di un’Europa che promuove libertà individuali, frontiere aperte e liberi mercati. Quell’idea di Europa che i padri fondatori Schuman, Adenauer e de Gasperi (tutti cattolici liberali di lingua tedesca) avevano ben presente quando nel 1957 firmarono il trattato di Roma. Inoltre, anche se forse non integralmente, un fallimento sovrano greco punirebbe le banche nella misura da loro tollerabile, servendo a futura memoria. In questa alternativa visione delle cose tuttavia c’è poco spazio per i grandi sogni politici europei.
sigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
sigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
Non è che sarebbe una passeggiata eh! però in prospettiva potrebbe essere un modo per limitare i danni. Ma non si farà essendo una cosa troppo dirompente.. è troppo contro gli attuali luoghi comuni. Non sapevo che Grillo ne stesse parlando. la cosa non mi fa molto piacere
sigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
Certo che si può fare, in Germania non aspettano altro, però poi non lamentatevi quando prenderete lo stipendio in "nuove lire", e per comprare lo smartphone evoluto ci vorrà l'intero reddito annuale. Altra cosa da fare sarebbe licenziare un milioncino di dipendenti pubblici, adeguare le pensioni retroattivamente al sistema contributivo, e ridurre lo stipendio di dirigenti/consiglieri/nullafacenti assortiti ad un massimo di 1.500 euro, o l'equivalente in nuova lira.
Vabbè… molte di queste cose (se non tutte) non sono forse nell’obiettivo dell’attuale governo? Naturalmente non usano termini così crudi, ci mancherebbe. Per esempio “moderazione salariale” suona più tranquillizzante di “ridurre gli/le stipendi/pensioni”
E poi.. siamo proprio sicuri che la Germania trarrebbe vantaggio dalla nostra uscita (volontaria) dall’euro? In termini di competitività non direi proprio.
sigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
nulla di particolarmente strano: le imprese che vanno bene, hanno un forte peso nel panorama internazionale. è che l'impresa media italiana non è all'altezza del nuovo contesto globale. tasse, leggi, costo del lavoro etc c'entrano molto meno di quanto si crede e si cerca di far credere per giustificare l'incapacità, l'inadeguatezza e la mancanza di innovazione dei nostri imprenditori.
comunque queste calssifiche vanno interpretate, perché sono indici relativi e hanno senso solo se accoppiati a quelli assoluti, a loro volta scomposti nei vari fattori. a quel punto temo che la situazione sia sensibilmente peggiore.
nulla di particolarmente strano: le imprese che vanno bene, hanno un forte peso nel panorama internazionale. è che l'impresa media italiana non è all'altezza del nuovo contesto globale. tasse, leggi, costo del lavoro etc c'entrano molto meno di quanto si crede e si cerca di far credere per giustificare l'incapacità, l'inadeguatezza e la mancanza di innovazione dei nostri imprenditori.
comunque queste calssifiche vanno interpretate, perché sono indici relativi e hanno senso solo se accoppiati a quelli assoluti, a loro volta scomposti nei vari fattori. a quel punto temo che la situazione sia sensibilmente peggiore.
Hai ragione e penso sia la diretta conseguenza della nostro filiera di industria medio-piccola, fatta da self-made imprenditori che non hanno poi grosse competenze a navigare in tempesta o a rinnovarsi..
C'è comunque da dire che i freni citati a inizio post influiscono moltissimo...burocrazia compresa...
Vabbè… molte di queste cose (se non tutte) non sono forse nell’obiettivo dell’attuale governo? Naturalmente non usano termini così crudi, ci mancherebbe. Per esempio “moderazione salariale” suona più tranquillizzante di “ridurre gli/le stipendi/pensioni”
E poi.. siamo proprio sicuri che la Germania trarrebbe vantaggio dalla nostra uscita (volontaria) dall’euro? In termini di competitività non direi proprio.
No, attualmente si va ancora in pensione con meno di 60 anni, e si prendono tranquillamente 1500 euro, grazie al retributivo, per non parlare di quelli che sono andati in pensione con 20 anni di lavoro. Andrebbe applicato il contributivo a tutti, anche ai vecchi pensionati, poiché non esistono diritti acquisiti, i diritti sono universali, se qualcuno ha più diritto di altri gode di un privilegio.
In base ai calcoli di qualche mese fa il PIL italiano espresso in nuove lire si dimezza, ne consegue che lo stipendio medio seguirebbe lo stesso andamento.
La moderazione salariale è un eufemismo in confronto a quello che ci aspetta se si concretizzasse il nostro fallimento. Una nazione che fallisce non paga i dipendenti pubblici, e non paga pensioni, a nessuno.
Certo che si può fare, in Germania non aspettano altro, però poi non lamentatevi quando prenderete lo stipendio in "nuove lire", e per comprare lo smartphone evoluto ci vorrà l'intero reddito annuale. Altra cosa da fare sarebbe licenziare un milioncino di dipendenti pubblici, adeguare le pensioni retroattivamente al sistema contributivo, e ridurre lo stipendio di dirigenti/consiglieri/nullafacenti assortiti ad un massimo di 1.500 euro, o l'equivalente in nuova lira.
Da non esperto di economia mi viene spontaneo un ragionamento.
Prendendo per buono il tuo discorso sulle conseguenze dell'uscita dall'euro abbiamo queste premesse:
1)Se usciamo dall'euro il nostro tenore di vita si abbassa
2)Se restiamo nell'euro il nostro tenore di vita è più alto che uscendone
Dato che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, com'è possibile che il semplice cambio di convenzione utilizzata (la moneta) ci renderebbe più poveri?
Tutto mi fa pensare allora che stando nell'euro siamo più ricchi perchè c'è qualcun'altro della zona euro che stando nell'euro è "meno ricco" ovvero in questo momento siamo i parattisiti di qualcun'altro.
boh, neanche io me ne intendo granché, ma essendo un paese povero di risorse energetiche (ad esempio) e materie prime varie, se poi dobbiamo importare le fonti primarie ed energetiche con le banconote del monopoli, poi ecco come diventiamo poveri..
No, attualmente si va ancora in pensione con meno di 60 anni, e si prendono tranquillamente 1500 euro, grazie al retributivo, per non parlare di quelli che sono andati in pensione con 20 anni di lavoro. Andrebbe applicato il contributivo a tutti, anche ai vecchi pensionati, poiché non esistono diritti acquisiti, i diritti sono universali, se qualcuno ha più diritto di altri gode di un privilegio.
In base ai calcoli di qualche mese fa il PIL italiano espresso in nuove lire si dimezza, ne consegue che lo stipendio medio seguirebbe lo stesso andamento.
La moderazione salariale è un eufemismo in confronto a quello che ci aspetta se si concretizzasse il nostro fallimento. Una nazione che fallisce non paga i dipendenti pubblici, e non paga pensioni, a nessuno.
E su questo non si può che essere daccordo.
Ci sono sacche di privilegio inaccettabili. Oggi più di ieri. Il male è quando non si vanno a colpire solo quelle, anzi la tendenza è togliere a chi ha già poco. La vecchia che si è suicidata ieri (giusto per citare un fatto credo pertinente) non lo ha fatto perchè non poteva permettersi l'ultimo grido in fatto di smartphone.
Se ho capito bene nelle elaborazioni da te citate la svalutazione con la nuova Lira sarebbe del 50%. Ho letto che il 20% sarebbe una stima più vicina alla realtà. Realtà per modo di dire... siamo nel campo delle ipotesi
sigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
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