Originariamente Scritto da Barone Bizzio
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Lavoro: problemi e prospettive.
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Vallo a dire all' indiano che lavora e studia 12 ore al giorno
Se una cosa non ti piace te la fai piacere e basta per come la vedo io
Manco a me prima non piaceva giurisprudenza, ma era solo una questione di voglia: adesso me la son fatta piacere e non sono frustrato mentalmente ed ho pure una media alta
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioVallo a dire all' indiano che lavora e studia 12 ore al giorno
Se una cosa non ti piace te la fai piacere e basta per come la vedo io
Manco a me prima non piaceva giurisprudenza, ma era solo una questione di voglia: adesso me la son fatta piacere e non sono frustrato mentalmente ed ho pure una media altaLonely roses slowly wither and die
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioA me sembrano discorsi normalissimi, seriamente
Poi magari puoi provare ad argomentare ma ammetto che puntare un indice virtuale da un pulpito virtuale dia più soddisfazioneLonely roses slowly wither and die
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mah...contento tu, ma certi interventi risparmiateli
---------- Post added at 17:45:05 ---------- Previous post was at 17:38:14 ----------
Ma parlando seriamente: dove sto io in sardegna c'è una percentuale di disoccupazione giovanile del 46%
In italia è del 30%
ora mi sembra che iscriversi a delle lauree esclusivamente per le preferenze personali e non per le possibilità di lavoro non sia una mossa furba. Poi giurisprudenza non è ingegneria, con un po' di curiosità intellettuale e buona volontà ci si riesce a farsela piacere
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Cerchiamo di restare in maniera tranquilla sul punto....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggiomah...contento tu, ma certi interventi risparmiateli
---------- Post added at 17:45:05 ---------- Previous post was at 17:38:14 ----------
Ma parlando seriamente: dove sto io in sardegna c'è una percentuale di disoccupazione giovanile del 46%
In italia è del 30%
ora mi sembra che iscriversi a delle lauree esclusivamente per le preferenze personali e non per le possibilità di lavoro non sia una mossa furba. Poi giurisprudenza non è ingegneria, con un po' di curiosità intellettuale e buona volontà ci si riesce a farsela piacere
Mettiamo il caso che io sia portato per le lingue o la letteratura o, che so, la storia. E decido di studiare Ingegneria solo perchè ci sarebbe un fantomatico posto di lavoro ad aspettarmi.
Prevedo il seguente decorso:
-1- se arrivo alla fine, ci metto non meno di 10 anni (in media anche coloro che studiano con costanza ed impegno, non ce ne mettono meno di 6-7).
-2- una tortura di materie da studiare ed esami che, a prescindere da tutto, non mi serviranno.
-3- sono un ingegnere. Ed ora? Che faccio? Il lavoro, potenzialmente, è "là". Ma come l'ottengo?
Insomma, stiamo parlando dell'ovvio.
L'Università dovrebbe essere una cosa seria, un percorso da intraprendere con passione e che dovrebbe farmi crescere come persona e non solo come futuro professionista.
Un laureato in Storia dell'Arte con una prospettiva in mente, un progetto da sviluppare, voglia di aggiornarsi e di far evolvere la propria professionalità (checchè se ne dica, la "professione" non è solo quella che va ad ungere gli ingranaggi della Grande Catena di Montaggio), vale molto di più, per un Paese, di 10 ingegneri od economisti o matematici, che si riciclano in misero modo o che si muovono bendati.
E, comunque, la frustrazione, la delusione e le aspettative deluse, in sede di studio, alla fine, pesano molto di più della disciplina impostasi.
Semplicemente, per me, non si arriva alla fine.
E lo Stato, vista l'organizzazione dell'Accademia italiana (libero accesso a quasi tutte le facoltà, migliaia di fuori corso che pagano tasse profumatissime) ha tutto l'interesse a tenerti ingabbiato a studiare codici civili che non ti piacciono od a memorizzare teoremi di Analisi che non ti serviranno, comunque, a nulla.
Credo di essere stato un po' più argomentativo, come chiedevi.
Forse.Lonely roses slowly wither and die
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Mah, che uno debba studiare una materia che proprio non gli interessa solo perchè, ipoteticamente, questa gli offrirebbe una migliore collocazione sul mercato mi pare folle. Innanzitutto perchè non esistono lauree che garantiscono un lavoro. Le lauree, purtroppo, vanno ad ondate: c'è stata l'ondata di giurisprudenza, quella di economia, quella di ingengneria, quella delle lauree nuove dal nome complesso e dalla sostanza impalpabile, tipo scienze della comunicazione, marketing della fava... Allora uno che dovrebbe fare, scegliere il must del momento, col rischio che poi, tra cinque anni, siccome tutti hanno fatto le pecore, quel settore sia intasato? Certo, un laureato in giurisprudenza che ottenga l'abilitazione può diventare un professionista ma, siamo seri, tra l'essere avvocato e il guadagnare da avvocato c'è una differenza che passa per le migliaia di avvocati che guadagnano meno di un bidello. Non credo si intenda questo per opportunità di lavoro offerte da una laurea in giurisprudenza.
C'è poi anche da dire che scegliere coscientemente una materia che non ci piace, che non ci interessa e per la quale, verosimilmente, non siamo portati, oltre a rendere il nostro percorso di studi una corsa ad ostacoli, molto difficilmente ci porrà in condizioni di competere con chi, quella stessa materia, la ama e la studia con questo approccio. Resta il fatto che ciascuno deve agire responsabilmente sapendo a cosa va incontro scegliendo un certo tipo di studi, in maniera tale, come dicevo prima, da non pensare di aver acquistato un biglietto vincente e trovarsi poi in mano un pugno di mosche.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da naoto Visualizza MessaggioParlando seriamente: com'è possibile affrontare un percorso di studi di 5 e più anni controvoglia?
Mettiamo il caso che io sia portato per le lingue o la letteratura o, che so, la storia. E decido di studiare Ingegneria solo perchè ci sarebbe un fantomatico posto di lavoro ad aspettarmi.
Prevedo il seguente decorso:
-1- se arrivo alla fine, ci metto non meno di 10 anni (in media anche coloro che studiano con costanza ed impegno, non ce ne mettono meno di 6-7).
-2- una tortura di materie da studiare ed esami che, a prescindere da tutto, non mi serviranno.
-3- sono un ingegnere. Ed ora? Che faccio? Il lavoro, potenzialmente, è "là". Ma come l'ottengo?
Insomma, stiamo parlando dell'ovvio.
L'Università dovrebbe essere una cosa seria, un percorso da intraprendere con passione e che dovrebbe farmi crescere come persona e non solo come futuro professionista.
Un laureato in Storia dell'Arte con una prospettiva in mente, un progetto da sviluppare, voglia di aggiornarsi e di far evolvere la propria professionalità (checchè se ne dica, la "professione" non è solo quella che va ad ungere gli ingranaggi della Grande Catena di Montaggio), vale molto di più, per un Paese, di 10 ingegneri od economisti o matematici, che si riciclano in misero modo o che si muovono bendati.
E, comunque, la frustrazione, la delusione e le aspettative deluse, in sede di studio, alla fine, pesano molto di più della disciplina impostasi.
Semplicemente, per me, non si arriva alla fine.
E lo Stato, vista l'organizzazione dell'Accademia italiana (libero accesso a quasi tutte le facoltà, migliaia di fuori corso che pagano tasse profumatissime) ha tutto l'interesse a tenerti ingabbiato a studiare codici civili che non ti piacciono od a memorizzare teoremi di Analisi che non ti serviranno, comunque, a nulla.
Credo di essere stato un po' più argomentativo, come chiedevi.
Forse.
Però credo che fra il bianco ed il nero ci siano diversissime tonalità di grigio decisamente valide.
Per fortuna non tutti dobbiamo nascere ingegneri, però e' anche vero che uno nella vita non può fare esclusivamente "quel che piu gli piace", altrimenti..chi andrebbe a lavorare?
Giustamente, se uno e' (almeno sembra) particolarmente portato per Storia dell'Arte, sceglierà di conseguenza, ma con la conseguenza che o e' fra la RISTRETTISIMA cerchia dei migliori (e in Italia, non sempre basta) oppure e' destinato a fare una vita da precario o cmq un percorso totalmente snodato dal piano di studi.
"Pensare al domani" e' un dovere di ogni diplomando e deve in ogni caso fare un analisi obiettiva.
Di certo il sistema italiano non agevola (e purtroppo nemmeno costringe) ad una scelta sensata, vuoi perchè cmq le tasse universitarie in Italia sono alla portata di quasi tutti, vuoi perchè in Italia di fronte alla mediocrità si chiude sempre un occhio (se non due), vuoi perchè "eh ma che ci vuoi fare"...ma la situazione e' questa.
Inoltre, lo studente SPESSO punta al posto ormai fisso/statale, senza casomai avere la "decenza" di fare "il garzone da bottega", senza dimenticare che in Italia l'inventiva non e' poi cosi comune (anzi, credo sia lo stato piu pachidermico d' Europa).E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!
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sono le università che non sanno formare.
prendete il mio caso. mi laurero in ingegneria e vengo assunto dopo un mese e mezzo.
con grande entusiasmo vado a lavorare ma dopo un solo giorno vedo che è tutto diverso da quello che ho studiato.
è colpa mia? io quello che mi hanno detto di fare l'ho fatto...i corsi di laurea vanno riformati e invece il governo pensa alle mignotte...
cmq se ti rimbocchi le maniche e hai le palle riesci a restare a galla....è dura ma ci riesci.
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioVallo a dire all' indiano che lavora e studia 12 ore al giorno
Se una cosa non ti piace te la fai piacere e basta per come la vedo io
Manco a me prima non piaceva giurisprudenza, ma era solo una questione di voglia: adesso me la son fatta piacere e non sono frustrato mentalmente ed ho pure una media alta
Originariamente Scritto da psicounoproprio non afferro il senso di integrarsi con le proteine....Originariamente Scritto da GandhiPosso avere la potestà di scrivere ciò che mi pare e mi piace? O devo cercare qualche articolo di legge (che non esiste) per affermare ciò summenzionato?
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- liguria, west coast, dal verdummaro a parlare di giustizia.
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Meglio un buon calzolaio che un pessimo avvocato.
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Originariamente Scritto da naoto Visualizza MessaggioParlando seriamente: com'è possibile affrontare un percorso di studi di 5 e più anni controvoglia?
Mettiamo il caso che io sia portato per le lingue o la letteratura o, che so, la storia. E decido di studiare Ingegneria solo perchè ci sarebbe un fantomatico posto di lavoro ad aspettarmi.
Prevedo il seguente decorso:
-1- se arrivo alla fine, ci metto non meno di 10 anni (in media anche coloro che studiano con costanza ed impegno, non ce ne mettono meno di 6-7).
-2- una tortura di materie da studiare ed esami che, a prescindere da tutto, non mi serviranno.
-3- sono un ingegnere. Ed ora? Che faccio? Il lavoro, potenzialmente, è "là". Ma come l'ottengo?
Insomma, stiamo parlando dell'ovvio.
L'Università dovrebbe essere una cosa seria, un percorso da intraprendere con passione e che dovrebbe farmi crescere come persona e non solo come futuro professionista.
Un laureato in Storia dell'Arte con una prospettiva in mente, un progetto da sviluppare, voglia di aggiornarsi e di far evolvere la propria professionalità (checchè se ne dica, la "professione" non è solo quella che va ad ungere gli ingranaggi della Grande Catena di Montaggio), vale molto di più, per un Paese, di 10 ingegneri od economisti o matematici, che si riciclano in misero modo o che si muovono bendati.
E, comunque, la frustrazione, la delusione e le aspettative deluse, in sede di studio, alla fine, pesano molto di più della disciplina impostasi.
Semplicemente, per me, non si arriva alla fine.
E lo Stato, vista l'organizzazione dell'Accademia italiana (libero accesso a quasi tutte le facoltà, migliaia di fuori corso che pagano tasse profumatissime) ha tutto l'interesse a tenerti ingabbiato a studiare codici civili che non ti piacciono od a memorizzare teoremi di Analisi che non ti serviranno, comunque, a nulla.
Credo di essere stato un po' più argomentativo, come chiedevi.
Forse.
Se gli piace la storia o la storia dell' arte dovrebbe iscriversi se e solo se:
- è già un ottimo studente
- è in grado di laurearsi in corso e con il massimo dei voti
- è in grado di laurearsi "meglio" degli altri, considerando anche il fatto che dopo la riforma gelmini molte università pubbliche tendono a diventare laureifici
A questo punto dovrebbe sapere, già prima, quali possibilità avrebbe di trovare lavoro: se non ha conoscenze la vedo già più difficile
A questo punto meglio ripiegare su un qualcosa che piace di meno, una seconda scelta, che sia ingegneria o giurisprudenza, dipende da quella che è più incline alle sue passioni. Se ad uno gli piace la storia quasi di sicuro gli piaceranno diverse materie giuridiche, poco ma sicuro ( costituzionale, diritto internazionale, storia del diritto e filosofia del diritto)
Ovviamente non dico che uno dovrebbe scegliere qualcosa che non gli piace e che non sa fare. Io ad esempio mai avrei scelto ingegneria, perchè sono totalmente incapace. Ma sono fermamente convinto che la perseveranza nel fare una cosa ce la faccia piacere: rimanendo a giurisprudenza, è un ambito conoscitivo talmente smisurato che è difficile ci sia qualcosa che non piaccia e per cui non valga la pena impegnarsi fino in fondo
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