...
Nord Africa e Medio Oriente. Crisi in Egitto. Venti di guerra in Siria.
Collapse
X
-
Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza MessaggioVanno tutti a Ventimiglia, e perdonatemi il cinismo, è meglio così.
Sono con Cecilia Malmstroem, commissario agli affari interni dell'UE:
La Francia "non puo' fare" i controlli alle frontiere con l'Italia, per bloccare al confine di Ventimiglia l'arrivo degli immigrati clandestini provenienti dalla Tunisia.
News dell'ultima ora dall'Italia e dal mondo. Notizie, video, rubriche e approfondimenti su Sport, Cronaca, Economia, Politica, Salute e tanto altro
Non possono fare la morale a noi sulle loro ex-colonie.
Gli piace la grandeur? Prendano anche gli effetti collaterali.
Originariamente Scritto da ikuape86 Visualizza Messaggionon difenderei mai la lega ma lo avrebbero fatto comunque,pure con la sinistra o con l'europeista prodi...l'italia(e la russia..) è sotto attacco(economicamente e non solo) e avere un governo immondo come questo certo non ci aiuta..il problema è che l'opposizione è venduta agli usa molto più del nano....insomma, non abbiamo la minima alternativa se non il ricambio totalesigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
Commenta
-
-
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011...l-caos/101563/
Immigrati, la truffa delle tendopoli. Ecco perché il governo preferisce il caos
Sul caso-migranti, il governo naviga a vista. E “lo tsunami umano difficile da gestire”, come è stato definito da Silvio Berlusconi, continua a creare problemi e imbarazzi all’esecutivo.
Da una parte Umberto Bossi e i suoi “fuori dalle palle”, dall’altra il suo compagno di partito Roberto Maroni, che, in aperta contraddizione con la politica della Lega in materia di immigrazione, chiude entrambi gli occhi di fronte alle continue fughe dai centri d’accoglienza.
Il simbolo di quello che accade è la tendopoli di Manduria. Qui, nel giro di due giorni, sono arrivate circa 3000 persone. Sono fuggite in 2500. Con il beneplacito dello Stato. Giovedì gli abitanti del paese pugliese si erano organizzati in ronde per riportare, con le buone o con le cattive, nel centro chi era uscito. In pulmino i cittadini caricavano i migranti e li trasportavano nelle tende. Venerdì, una volta capito che il centinaio di agenti posti di guardia al campo avevano l’ordine di non intervenire, ecco che le ronde si sono messe a trasferire gli immigrati nella vicina stazione ferroviaria.
Il servizio di Telerama
Insomma, è il caos. Sia dal punto di vista organizzativo che politico. Sì, perché sono bastate poco più di 15mila persone per mandare in tilt un paese da 60 milioni di abitanti. Non uno “tsunami”, e nemmeno un evento inatteso visto che già un mese fa il ministro Maroni parlava di 300mila sbarchi. Semplicemente qualcosa di previsto rispetto cui il governo non ha saputo (o voluto) attrezzarsi.
Così adesso c’è Berlusconi che annuncia il via libera delle regioni sull’istallazione di altre tendopoli per essere smentito subito dopo dal presidente della Conferenza delle regioni Vasco Errani.E dal centro di Manduria, teatro di una spettacolare fuga di massa, al Villaggio della solidarietà di Mineo, in provincia di Catania, è un continuo fuggi fuggi. Profughi, clandestini, immigrati economici, non fa differenza. Tutti verso nord. Spesso con il placet delle forze dell’ordine che dicono “non ci è stato detto di intervenire”.
Eppure una soluzione ci sarebbe. A proporla è il pool di legali dell’associazione Avvocati per niente. “Mentre il governo spacca il capello in quattro per cercare di capire che trattamento riservare ai profughi piuttosto che ai clandestini – dice Alberto Guariso, membro dell’associazione – fa finta di non sapere che la risoluzione del problema è a portata di mano”. Secondo Guariso, il governo dovrebbe fare un decreto d’urgenza sulla linea di quello che fece nel 1991 durante la crisi albanese. “L’esecutivo può e deve emanare una legge di protezione temporanea”, dice l’avvocato che sottolinea come la normativa non solo sia contemplata dalle disposizioni europee (articolo 78 del Trattato di Lisbona), ma soprattutto sia esplicitamente prevista anche dal Testo unico sull’immigrazione. “L’articolo 20 recita che in presenza di guerre, catastrofi o altri eventi di particolare gravità – sottolinea Guarino – ai migranti è consentito temporaneamente di stare in Italia e di girare nell’area Schengen”.
Il governo però un decreto del genere non lo vuole approvare. Non può farlo la Lega che ha timore di perdere la faccia nei confronti del suo elettorato. Non può farlo Berlusconi che teme di perdere l’appoggio del Carroccio. Quindi la soluzione è all’italiana: da una parte si dice “rispediamoli a casa”, dall’altra si ordina alle forze di Polizia di chiudere tutti e due gli occhi davanti ai migranti che evadono dai centri, occupano i treni verso nord e cercano in una maniera o nell’altra di raggiungere la Francia, il Belgio e la Germania.
Sono i numeri a parlare. I 3500 tunisini sbarcati a Lampedusa e trasferiti nelle strutture di accoglienza in continente sono fuggiti dai centri e ora si stanno accalcando alla frontiera di Ventimiglia, nel tentativo di raggiungere le città francesi. Ultima tappa di un viaggio iniziato su un barcone nei porti tunisini si Sfax o Zarzis.
Ma com’è possibile che le forze dell’ordine e soprattutto il Viminale tollerino questa continua emorragia di immigrati? Soprattutto alla luce del fatto che il ministro dell’Interno è la stessa persona che nel 2008 sottoscrisse gli accordi con la Libia per i respingimenti in alto mare. Quel trattato, che mandò su tutte le furie Europa e Nazioni unite, prevedeva che tutti i barconi che incrociavano nel Canale di Sicilia fossero respinti. Poco importava se sui natanti ci fossero immigrati economici o gente che scappava da guerre e carestie e quindi bisognosa (e soprattutto avente diritto) di protezione internazionale. Oggi le indicazioni del Viminale sono di segno opposto. “Maglie larghe”, come hanno riferito fonti qualificate del ministero a Repubblica.
“Dai nostri superiori abbiamo avuto indicazioni di fare finta di niente”, dice al fattoquotidiano.it un agente della Polfer in servizio sul treno interregionale che da Milano va a Ventimiglia. Sul convoglio, uno dei tanti, ci sono almeno una trentina di giovani tunisini che sperano di raggiungere la Francia attraversando, in un modo o nell’altro, il confine fra Ventimiglia e Menton. Forse non sanno ancora che non appena attraversata la frontiera, la polizia francese li arresterà per poi lasciarli nuovamente liberi, ma in Italia.
La situazione nella città ligure è paradossale e, assieme a Manduria, è un’altra istantanea su come è stata affrontata questa emergenza. Centinaia di giovani tunisini fanno la spola fra la stazione ferroviaria e il confine di Stato. “Non possiamo fare niente se non monitorare la situazione dal punto di vista dell’ordine pubblico. Speriamo semplicemente che nessuno si faccia male tentando di arginare i controlli francesi”, dicono gli agenti di polizia che controllano la città. E hanno ragione perché per arrivare in Francia, gli immigrati sono disposti a tutto. Anche a rischiare la vita camminando sui binari del treno, sui sentieri di montagna o in autostrada. Ma per molti Parigi è solo un miraggio. Appena passato il confine, la Gendarmerie li aspetta implacabile. Li blocca e li riporta in Italia. E dopo l’ennesima notte passata in stazione a dormire, la giostra ricomincia: un altro viaggio, un altro rimpatrio.
Anche “il tappo” francese potrebbe essere evitato se il governo si decidesse a emanare il decreto sulla protezione temporanea. “La legge consentirebbe agli immigrati non solo di rimanere temporaneamente in Italia, ma anche di transitare nei paesi europei – sottolinea Guariso – E se l’esecutivo decidesse di emanare un provvedimento del genere, a quel punto Parigi non avrebbe altra scelta se non di lasciarli passare”.
Nel frattempo un monito all’Eliseo è arrivato direttamente dall’Unione europea con la commissaria Ue agli affari interni Cecilia Malmstrom che ha condannato la Francia per la sua politica dei rimpatri coatti.
"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Commenta
-
-
Aerei e navi americane sospendono i bombardamenti in Libia. Forze dimezzate per la Nato.
Washington si appresta a ritirare le sue forze dalle operazioni contro la Libia e l'operazione Unified Protector della Nato rischia di ritrovarsi azzoppata nel bel mezzo della controffensiva di Gheddafi. Il Pentagono ha annunciato che aerei e navi statunitensi hanno sospeso da oggi i bombardamenti contro obiettivi in Libia nel quadro dell'operazione a comando Nato.
Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
Commenta
-
-
dal fatto quotidiano:
Caos migranti e Tunisi smentisce Roma: niente accordo sui rimpatri
Lite tra Tunisi e Roma. Con il governo nordafricano che in serata smentisce l’accordo annunciato dal nostro governo lo scorso 25 marzo. Allora, i ministri Frattini e Maroni erano rientrati in Italia annunciando di aver sigltao un tratto per il quale il Tunisi si impegnava a riprendersi tutti i migranti giusti sull’isola di Lampedusa. Questa sera scopriamo che quell’accordo non è mai esistito. Enorme l’imbarazzo del nostro governo che attraverso la Farnesina annuncia un no secco a un nuovo accordo. Insomma, si gioca con le parole per mascherare l’ennesima debacle diplomatica del governo Berlusconi
Dopo giorni di accuse e minacce di rimpatri forzati fonti ufficiali del ministero degli Esteri tunisino hanno fatto trapelare tutto il loro malumore. Roma piuttosto, è il senso dello sfogo tunisino, mostri “solidarietà” con un Paese che, malgrado le mille difficoltà che sta attraversando, “è stato in grado di accogliere oltre 150mila rifugiati in fuga dalla Libia”. Ben più quindi dei 20mila che nelle ultime settimane si sono abbattuti come “uno tsunami umano” (parole di Berlusconi) su Lampedusa. “Nella missione del 25 marzo scorso a Tunisi – fanno sapere infatti da Roma citando la stessa circostanza richiamata dai tunisini – i ministri dell’Interno e degli Esteri, Roberto Maroni e Franco Frattini, hanno concordato con le autorità tunisine il rimpatrio immediato e progressivo di tutti i cittadini del paese nordafricano arrivati a Lampedusa quest’anno, sulla base dell’accordo tra i due Paesi sottoscritto il 6 agosto 1998 e rinnovato nel gennaio del 2009. Ma quell’impegno – è l’accusa rivolta – non è stato rispettato”. Insomma, è vero che durante quella missione non è stato materialmente sottoscritto nessun pezzo di carta. Ma, puntualizza anche la Farnesina, “sono state definite intese politiche molto chiare”, finora disattese. Quali? Da Tunisi, sostengono fonti del governo, c’era stato ad esempio l’ok alla richiesta italiana di rimpatriare nel giro di un mese con navi e aerei tutti i tunisini giunti a Lampedusa fino a quel momento, sulla base dell’invio della richiesta da Roma. Nella nota fatta filtrare dalla Tap, l’agenzia tunisina, il ministero degli Esteri di Tunisi parlava di “alcune dichiarazioni” non veritiere su un non rispetto degli accordi fatte da “partiti politici italiani” e “riprese dai media italiani”. In realtà, è stato lo stesso Berlusconi, giovedì scorso, ad accusare il governo tunisino di non rispettare i patti: “Il governo tunisino aveva assicurato di fermare le barche degli immigrati ma questo non è avvenuto”, aveva denunciato il premier."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Commenta
-
-
Ahmadinejad, presto MO senza Israele
04 Aprile 2011 15:52 ESTERI
(ANSA) - TEHERAN - Le sollevazioni popolari in diversi Paesi della regione porteranno presto ad 'un nuovo Medio Oriente senza il regime sionista (Israele, ndr), senza la presenza degli Usa e dei loro fantocci'. Cosi' il presidente iraniano Ahmadinejad. Gli 'slogan di cambiamento' con cui Obama e' stato eletto presidente degli Stati Uniti - ha detto Ahmadinejad - erano solo un 'inganno' e quando se ne andra' dalla Casa Bianca 'lascera' una macchia ancora piu' nera' di George W. Bush nella storia degli Usa.
secondo me i suoi fratelli sciiti non sono tanto daccordo con lui.Last edited by odisseo; 04-04-2011, 17:45:52."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da odisseo Visualizza MessaggioAhmadinejad, presto MO senza Israele
04 Aprile 2011 15:52 ESTERI
(ANSA) - TEHERAN - Le sollevazioni popolari in diversi Paesi della regione porteranno presto ad 'un nuovo Medio Oriente senza il regime sionista (Israele, ndr), senza la presenza degli Usa e dei loro fantocci'. Cosi' il presidente iraniano Ahmadinejad. Gli 'slogan di cambiamento' con cui Obama e' stato eletto presidente degli Stati Uniti - ha detto Ahmadinejad - erano solo un 'inganno' e quando se ne andra' dalla Casa Bianca 'lascera' una macchia ancora piu' nera' di George W. Bush nella storia degli Usa.
secondo me i suoi fratelli sciiti non sono tanto daccordo con lui.
04 Aprile 2011 15:52 ESTERI
(ANSA) - TEL AVIV -Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da odisseo Visualizza MessaggioLa Francia comunque è intervenuta anche in Costa D'avorio
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza MessaggioA quanto sembra, e sentendo le parole di un mio conoscente franco-ivoriano, Laurent Gbagbo ha già fatto fare ai suoi "Tonton macoutes" qualcosa come 20.000 vittime accertate in pochi giorni, molte più della Libia dall'inizio ad oggi...eppure,chissà perchè, nella comunità internazionale la Costa D'Avorio non interessa a nessuno, Eliseo a parte.
Costa d'Avorio, Francia e Onu sferrano l'attacco Bombardamenti contro i militari fedeli a Gbagbo
Abidjan - Elicotteri delle Nazioni Unite e francesi hanno aperto il fuoco sul palazzo presidenziale e sulla residenza di Laurent Gbagbo e su due diversi basi delle truppe fedeli all’ex presidente ivoriano Laurent Gbagbo ad Abidjan. Due elicotteri MI-24 (di fabbricazione russa) della Unoci (la missione Onu in Costa d’Avorio) hanno sparare missili sulla base di Akouedo, che ospita tre battaglioni dell’esercito ivoriano. Un altro velivolo Onu ha sparato contro il palazzo presidenzialen e la residenza di Gbagbo. Nel mentre elicotteri francesi, autorizzati dall’Eliseo a sostenere le forze Onu, hanno colpito il campo di Abgan, sempre ad Abidjan.
Missili sul campo di Gbagbo Secondo quanto ricostruito da un giornalista dell’agenzia France Presse, alcuni elicotteri dell’esercito francese, integrati nella missione Onu (Onuci), hanno colpito il campo militare di Agban, in mano ai fedelissimi di Gbagbo. Un altro accampamento di Gbagbo, quello di Akouedo, è stato colpito da missili sparati da elicotteri delle Nazioni Unite. Oggi, la Francia si è unita alle operazioni dell’Onu in Costa d’Avorio per neutralizzare le armi pesanti in mano alle forze favorevoli a Gbagbo e per proteggere la popolazione civile."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Commenta
-
-
La popolazione civile può dormire sonni tranquilli da un po' di tempo a questa partesigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggioanche l'ONU è intervenuta
Costa d'Avorio, Francia e Onu sferrano l'attacco Bombardamenti contro i militari fedeli a Gbagbo
Abidjan - Elicotteri delle Nazioni Unite e francesi hanno aperto il fuoco sul palazzo presidenziale e sulla residenza di Laurent Gbagbo e su due diversi basi delle truppe fedeli all’ex presidente ivoriano Laurent Gbagbo ad Abidjan. Due elicotteri MI-24 (di fabbricazione russa) della Unoci (la missione Onu in Costa d’Avorio) hanno sparare missili sulla base di Akouedo, che ospita tre battaglioni dell’esercito ivoriano. Un altro velivolo Onu ha sparato contro il palazzo presidenzialen e la residenza di Gbagbo. Nel mentre elicotteri francesi, autorizzati dall’Eliseo a sostenere le forze Onu, hanno colpito il campo di Abgan, sempre ad Abidjan.
Missili sul campo di Gbagbo Secondo quanto ricostruito da un giornalista dell’agenzia France Presse, alcuni elicotteri dell’esercito francese, integrati nella missione Onu (Onuci), hanno colpito il campo militare di Agban, in mano ai fedelissimi di Gbagbo. Un altro accampamento di Gbagbo, quello di Akouedo, è stato colpito da missili sparati da elicotteri delle Nazioni Unite. Oggi, la Francia si è unita alle operazioni dell’Onu in Costa d’Avorio per neutralizzare le armi pesanti in mano alle forze favorevoli a Gbagbo e per proteggere la popolazione civile.
Commenta
-
-
Molto interessante ciò che dice il rappresentante degli studenti libico al minuto 3.00 nel video delle Iene:
Il pensiero libico, islamico, arabo, è diverso, quella che è democrazia per voi nel mio paese non vale niente.
Finché non si evolverà il loro modo di percepire le cose è inutile pretendere di più, pretendere libertà e rispetto dei diritti umani in certi luoghi è quantomeno azzardato, e sono cose che noi non possiamo insegnare. Spero che queste rivoluzioni contribuiscano a velocizzare il processo di secolarizzazione islamica e l'abbandono dei costumi medievali.
L'importante è non interferire.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
Commenta
-
Commenta