Ho sentito ora che La Russa ha detto che un militare italiano è rimasto lievemente ferito in una non meglio specificata città costiera libica....
Nord Africa e Medio Oriente. Crisi in Egitto. Venti di guerra in Siria.
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Un massacro. Una situazione insostenibile. Che riguarda anche l'Italia. "Se tutti siamo d'accordo possiamo mettere fine la bagno di sangue e sostenere il popolo libico. L'Europa e l'Italia non possono rimanere spettatori. Quello che sta succedendo in Libia è gravissimo. Dobbiamo intervenire. Gheddafi sta perdendo colpi, sembra non abbia più il controllo della situazione. Lo ha detto stamane Silvio Berlusconi intervenendo al congresso del Pri.
Eh, la riconoscenza non è di questo mondo. Un giorno gli baci le mani, quello dopo dici che sta perdendo colpi:nono2:In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Turchia contro sanzioni: "Occidente pensa solo al petrolio" 63 –Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan boccia la proposta di sanzioni contro la Libia, perché si tratta di misure per le quali soffrirebbe solo il popolo innocente e ha accusato le potenze occidentali di "ragionare" solo in termini di barili di petrolio. "Voi (potenze occidentali) non potente rendere il mondo un posto più sicuro ricorrendo sempre alle sanzioni in ogni caso", ha detto Erdogan in un discorso televisivo a Istanbul. Il premier si è quindi rivolto ai Paesi che nel pomeriggio (le 17 ora italiana) decideranno al Consiglio di Sicurezza Onu l'adozione di sanzioni: "Chiediamo alla comunità internazionale di non occuparsi della Libia preoccupandosi solo del petrolio ma anche (agendo) con coscienza, giustizia e (rispettando) valori umani universali. Basta fare calcoli sulla Libia e lavorate per trovare un rimedio che ponga fine alla sofferenza del popolo libico"."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Erdogan ha ragione, cosa minchia sanzioni, ora che il popolo si sta finalmente liberando di Gheddafi.
Devi punire quella vergogna delle umane genti, non il paese.
Gli vanno bloccati i beni, e bisogna agevolare la sua dipartita.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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Originariamente Scritto da odisseo Visualizza MessaggioTurchia contro sanzioni: "Occidente pensa solo al petrolio" 63 –Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan boccia la proposta di sanzioni contro la Libia, perché si tratta di misure per le quali soffrirebbe solo il popolo innocente e ha accusato le potenze occidentali di "ragionare" solo in termini di barili di petrolio. "Voi (potenze occidentali) non potente rendere il mondo un posto più sicuro ricorrendo sempre alle sanzioni in ogni caso", ha detto Erdogan in un discorso televisivo a Istanbul. Il premier si è quindi rivolto ai Paesi che nel pomeriggio (le 17 ora italiana) decideranno al Consiglio di Sicurezza Onu l'adozione di sanzioni: "Chiediamo alla comunità internazionale di non occuparsi della Libia preoccupandosi solo del petrolio ma anche (agendo) con coscienza, giustizia e (rispettando) valori umani universali. Basta fare calcoli sulla Libia e lavorate per trovare un rimedio che ponga fine alla sofferenza del popolo libico".
Prima vuole entrare nell'Ue e poi parla espressamente di "Occidente" inteso come "noi e voi"....si decida solo
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Originariamente Scritto da odisseo Visualizza MessaggioTurchia contro sanzioni: "Occidente pensa solo al petrolio" 63 –Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan boccia la proposta di sanzioni contro la Libia, perché si tratta di misure per le quali soffrirebbe solo il popolo innocente e ha accusato le potenze occidentali di "ragionare" solo in termini di barili di petrolio. "Voi (potenze occidentali) non potente rendere il mondo un posto più sicuro ricorrendo sempre alle sanzioni in ogni caso", ha detto Erdogan in un discorso televisivo a Istanbul. Il premier si è quindi rivolto ai Paesi che nel pomeriggio (le 17 ora italiana) decideranno al Consiglio di Sicurezza Onu l'adozione di sanzioni: "Chiediamo alla comunità internazionale di non occuparsi della Libia preoccupandosi solo del petrolio ma anche (agendo) con coscienza, giustizia e (rispettando) valori umani universali. Basta fare calcoli sulla Libia e lavorate per trovare un rimedio che ponga fine alla sofferenza del popolo libico".
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La Turchia è l'esempio perfetto di come un paese islamico possa dirsi progredito solo sotto rigido controllo militare, Libia, Egitto, Tunisia hanno bisogno dell'esercito se vogliono mantenere alcuni tra i più elementari diritti civili.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza MessaggioLa Turchia è l'esempio perfetto di come un paese islamico possa dirsi progredito solo sotto rigido controllo militare, Libia, Egitto, Tunisia hanno bisogno dell'esercito se vogliono mantenere alcuni tra i più elementari diritti civili.
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Saif Al Islam Gheddafi: "Un accordo deve essere raggiunto" 91 –"Un accordo deve essere raggiunto perchè il popolo non ha futuro se tutti non concordano un nuovo programma", ha aggiunto il figlio di Gheddafi. Nell'intervista Saif ha detto anche che nei tre quarti del paese "la situazione è normale, anzi eccellente". Il figlio del leader della Jamahiriya ha assicurato anche che nel paese c'è "un'autentica volontà di cambiamento"."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza MessaggioTecnicamente parlando la Turchia è stato laico per costituzione fin dalla caduta dell'Impero Ottomano.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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Articolo di M Fini
L’inizio della fine Le rivolte popolari in Tunisia, Egitto, Libia, Algeria, Marocco, Bahrein segnano l’inizio della fine dell’Impero americano, e occidentale, in quelle regioni. Da quando hanno vinto la Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti, nonostante tutte le loro belle parole di democrazia, hanno sostenuto i dittatori più infami, corrotti e sanguinari, purché gli facessero comodo, quando non hanno fomentato direttamente dei golpe militari. E questa realpolitik imperialista gli si è sempre ritorta contro o li ha messi in situazioni insostenibili.
Il sostegno al dittatore cubano Batista ha generato il castrismo. Il golpe militare organizzato da Henry Kissinger contro Salvador Allende, colpevole di esser socialista e non prono agli interessi yankee, ha portato il Cile, sia pur col tempo, nella “linea Chávez” di indipendenza di buona parte dell’America latina dall’ingombrante tutela di Washington. Il sostegno al patinato Scià di Persia che rappresentava sì e no il 2% della popolazione iraniana, una borghesia ricchissima mentre il resto del Paese moriva di fame, e che governava con la Savak, la più famigerata polizia segreta del Medio Oriente, il che è tutto dire, ha partorito il khomeinismo da cui ha origine la riscossa islamica. Il sostanziale sostegno ai “signori della guerra” somali ha aperto la strada alle Corti islamiche, molto simili ai talebani afghani, che avevano riportato in quel Paese, precipitato nel più pieno arbitrio, l’ordine e la legge, sia pur un duro ordine e una dura legge, la sharia.
Il sostegno ai “signori della guerra afghani”, Massud, Dostum, Ismail Khan, contro i talebani che avevano portato sei anni di pace in Afghanistan dopo tanti di guerra, li ha messi in una situazione insostenibile, avendo i guerriglieri ripreso il controllo dell’80% del Paese, per cui oggi vanno in giro col piattino pietendo dal Mullah Omar una mediazione. Ma l’invasione e l’occupazione dell’Afghanistan ha svegliato i talebani pachistani che all’inizio erano un movimento religioso, sia pur integralista, ma pacifico e per nulla eversivo, tanto è vero che sostenevano il governo di Benazir Bhutto, e che ora si sono armati, fanno guerriglia e puntano a conquistare il potere a Islamabad. Con la differenza che l’Afghanistan, armato com’è in modo antidiluviano, non costituisce pericolo per nessuno anche se al potere tornassero i talebani, il Pakistan invece ha l’atomica. Per inseguire un pericolo immaginario gli americani ne hanno creato uno reale.
Negli ultimi decenni gli Usa hanno sostenuto il dittatore tunisino Ben Alì, testé fuggito con la cassa di fronte al furore del suo popolo, il dittatore egiziano Mubarak cacciato a pedate e ora agonizzante nella sua villa di Sharm el Sheik, hanno sostenuto, nel 1991, i generali tagliagole algerini quando nelle prime elezioni libere di quel Paese il Fis (Fronte Islamico di Salvezza) ebbe la sventura di vincerle a redini basse, col 78% dei consensi, e allora quei generali in combutta con l’Occidente cancellarono le elezioni e col pretesto che il Fis avrebbe instaurato una dittatura ribadirono la legittimità di quella che c’era già.
Ora le rivolte nel Maghreb, in Egitto, nel Bahrein (dove c’è la solita base americana), in Libia (anche Gheddafi era diventato potabile da quando si era messo in affari con l’Occidente), cambiano tutti i termini della questione. È vero che gli americani sono già riusciti a mettere il cappello sulla rivoluzione popolare egiziana trasformandola in un golpe militare. Ma d’ora in poi gli sarà molto più difficile controllare le varie situazioni. Lo sbocco di queste rivolte, si dice, è imprevedibile. Non proprio. È molto probabile che questi popoli una volta liberatisi dei dittatori, finiscano, prima o poi, per rendersi indipendenti anche dal burattinaio che, per decenni, li ha manovrati a suo uso e consumo.Originariamente Scritto da gorgoneè plotino la chiave universale per le vagineOriginariamente Scritto da gorgonesecondo me sono pazzi.
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Stimo Fini, ma in effetti ha messo tutto nello stesso calderone, tra la situazione stessa dei tre stati nord africani ci sono differenze enormi.
Senza le ingerenze USA, l'Egitto neppure esisterebbe, sarebbe territorio israeliano, come il Libano probabilmente, va ricordato.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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Embargo armi e blocco dei beni 2 –La risoluzione approvata alle Naazioni Unite prevede in particolare il blocco dei beni di Muammar Gheddafi e di alcuni suoi familiari e dignitari del regime, l'embargo alle vendite di armi, oltre ad un possibile coinvolgimento della corte penale internazionale dell'Aja per i crimini di guerra o contro l'umanità commessi in Libia. Come ha indicato l'ambasciatrice degli Stati Uniti Susan Rice, le risoluzione fa riferimento all'articolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, che non esclude un intervento internazionale se necessario"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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