Nord Africa e Medio Oriente. Crisi in Egitto. Venti di guerra in Siria.

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  • PrinceRiky
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    bossi si dice al lavoro per un "piano"...

    frattini che fa la voce grossa non si può sentire, soprattutto con gli usa che stanno abbandonando la missione, come promesso oggi a mosca. mosca che sembra si voglia proporre come mediatrice. tutti che tentano di mangiare. forse l'oggetto conteso non è solo la libia, ma anche la famosa influenza sull'italia che citava wikileaks

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    • Sean
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      Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
      a fronte delle prese di posizione nell'opinione pubblica e del malcontento americano,forse in Italia hanno capito che possono anche tirarsi indietro se la Nato non prende il comando.
      a questo punto,visto che la concessione delle nostre basi è essenziale per imporre la no-fly zone,possono iporre la loro decisione come arma di "ricatto" con la Francia?
      La Francia, senza i "volenterosi" al fianco chiaramente sarebbe costretta allo stop, ma questo vorrebbe dire fermare quella missione che è stata definita "umanitaria": si tratterebbe di un tirarsi indietro non più possibile per nessuno dei chiamati in causa. Come in un gioco di scatole cinesi, si passerà tutti sotto alla NATO: più entità sovrastatali entrano in gioco (ONU, NATO, si è evocata l'UE per gli aiuti umanitari...) e più è facile per i governi entrare in un cono d'ombra che permetta loro di sottrarsi alle critiche pubbliche e mostrare coesione all'esterno (nobile unità di interessi generali, demandata ad enti extranazionali) e trattare con comodità gli affari assai meno nobili all'interno (mire e obiettivi economico-strategici cui ciascun governo aspira per sè). Si vede in queste ora quante dichiarazioni dei politici e dei militari ("non invaderemo", "non vogliamo colpire Gheddafi e rovesciare il governo", "vogliamo solo aiutare il popolo libico", etc...) si stiano inusualmente sprecando per non far passare la missione come intervento che mira ai beni del popolo libico e che offenda la sua autoderminazione (precedente giuridico delicato e pericoloso). Dare in mano la missione alla NATO, toglierebbe a molti le castagne dal fuoco e smorzerebbe diffusi imbarazzi.
      Last edited by Sean; 21-03-2011, 21:56:25.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • odisseo
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        LA MISSIONE

        "Lassù la guerra non è un gioco
        se me lo ordinano elimino il nemico"


        Parla un topgun italiano: "In cielo ho pochi secondi per decidere". "Sarà la prima volta che tirerò non contro droni, ma contro un altro essere umano. Ma la mia testa, la nostra testa di piloti di caccia, è educata a fare i conti con tutto questo" di CARLO BONINI



        ROMA -
        Tra la pace e la guerra, tra le coste italiane e quelle libiche, a una velocità di "mach 2", il doppio di quella del suono, ci sono 20 minuti di volo. Tra il cielo di Gioia del Colle e uno "scramble" con un mig nel canale di Sicilia, meno della metà. Il tenente colonnello Salvatore T. è un pilota italiano in guerra. E' nato a Pozzuoli. Ha 39 anni, una moglie, due bambine piccole e il suo caccia "Typhoon". Comanda il 12esimo gruppo di volo del 36esimo stormo. Gli "Strali". "Le mie figlie pensano che di mestiere io faccia il maghetto che se ne sta su per aria. La guerra è una parola che non conoscono e che è giusto che in questo momento non conoscano".

        Epperò la guerra è cominciata. E la riguarda.
        "Con i miei compagni, in queste ore, ne parliamo spesso. Anzi, a essere sinceri, è un mese che ne parliamo. Da quando la crisi libica è cominciata. Siamo stati addestrati per questo. Io posso dire che se e quando dovrò spingere il bottone di lancio dei miei missili sidewinder, io quel bottone lo spingerò. Sarà la prima volta che tirerò non contro droni di addestramento, ma contro un altro essere umano. Ma la mia testa, la nostra testa di piloti di caccia, è educata a fare i conti con tutto questo. Vede, vorrei essere chiaro. Qui non c'entra la retorica. Non siamo delle macchine, ma degli uomini consapevoli di quello che fanno per il loro Paese. Tenendo presente una cosa. Là
        su per aria, prendiamo decisioni e riceviamo ordini nello spazio di pochi secondi, mentre viaggiamo tra i 700 e gli 800 chilometri orari".

        Sparando su un bersaglio che non vedete.
        "Nella guerra aerea moderna, il nemico è un pixel luminoso su uno schermo. Un incrocio di coordinate numeriche, fissate dal lock di un missile armato. I radar dei nostri caccia vedono qualunque cosa si muova ben oltre i 50 chilometri dalla punta della nostra prua. E quando sei nel cockpit hai tempo soltanto per concentrarti su quelle operazioni che in addestramento non smetti mai di ripetere per essere pronto quando dovesse arrivare il momento. Lo ripeto: non c'è troppo tempo per pensare ad altro".

        Magari prima di decollare, il tempo di pensare a quello che si sta per andare a fare c'è.
        "No. Non c'è. Quando suona la sirena di allarme, abbiamo il tempo di infilare i pantaloni "anti G" e il giubbetto sulla tuta di volo, di afferrare il casco e fare di corsa i 20 metri che separano la nostra palazzina dallo shelter in cui saliamo sul caccia. Poi accendi i motori, ti premi la maschera dell'ossigeno sul volto e quando arrivi in testata pista per il decollo, solo allora, la torre prima, e il centro di comando e controllo, poi, ti autorizzano per una rotta, una quota e un bersaglio. E' quando sei in aria che sai cosa sei chiamato a fare".

        E lì su in aria, come dice lei, nella testa davvero non c'è spazio per altro?
        "Dopo tanti anni su un caccia, un pilota non avverte più neanche il rumore dell'aeroplano. Io mi sorprendo a non sentire più neppure il mio respiro nella maschera ad ossigeno, che pure mi arriva amplificato nelle cuffie del casco. Lì dentro esiste solo quello che mi dice il mio aereo e quello che ascolto sulle frequenze radio dal mio comando e dai miei compagni".

        Che hanno un nome o una sigla?
        "Una sigla. Noi siamo gli "strali". Il nostro logo è una saetta. Io, il comandante, sono "Strale 1". Gli altri ragazzi sono il numero che hanno scelto quando sono arrivati all'unità. Che poi è l'unica scaramanzia che abbiamo. Il numero che ci siamo scelti. Quello che pensiamo ci porti fortuna. Detto da un napoletano, potrà sembrarle strano, ma niente corni o zampe di coniglio nelle tasche".

        Torniamo a quel pulsante che potrebbe essere chiamato a spingere. Dove comincia e dove finisce la sua libertà di decidere?
        "Esistono delle regole di ingaggio che cambiano in ragione del contesto della missione di volo. Non posso entrare nel dettaglio, ma diciamo che prima di spingere quel bottone devo essere autorizzato dalla mia catena di comando e controllo che, a sua volta, deve essere autorizzata dall'autorità politica".

        E i pochi secondi e minuti di tempo per decidere, allora?
        "Ho pochi secondi quando vengo ingaggiato a fuoco o quando vengo illuminato come bersaglio da un aereo nemico. In questo caso, funziona come nella legittima difesa dei poliziotti e dei carabinieri. Decido io, perché, appunto, tempo non ce n'è".

        In questi giorni, come passa l'attesa a bordo pista?
        "Abbiamo turni di 24 ore. Abbiamo una bella palazzina. Dei bei letti dove riposarci vestiti, un televisore dove guardare i notiziari e le partite. Dei computer. E anche una playstation".

        Con cui giocare alla guerra?
        Salvatore ride: "Non amo la playstation. E la guerra non è un gioco"

        Parla un topgun italiano: "In cielo ho pochi secondi per decidere". "Sarà la prima volta che tirerò non contro droni, ma contro un…
        "
        Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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          Eccoli gli stati uniti, avevano più interesse che Gheddafi rimanesse al comando, altro che petrolio.
          Adesso mi domando e chiedo come mai, appurato che Sarkozy non è un paravento di Obama, al leader francese prudono così tanto le mani?
          Quale sarebbe questa influenza nella zona che i francesi temono di perdere? E parlo in soldoni.
          Non mi sembra una mera questione di reputazione.

          Scopri sul sito dell'Agenzia ANSA le ultime notizie su cronaca, politica, economia, sport, calcio e cultura dall'Italia e da tutto il mondo.


          SANTIAGO DEL CILE, 21 MAR - 'E' la politica degli Stati Uniti affermare che Gheddafi deve andarsene'. Lo ribadisce, da Santiago del Cile, il presidente degli Usa, Barack Obama, annunciando che la Nato sara' coinvolta nel coordinamento delle future operazione in Libia. Per Obama la leadership Usa 'garantisce la legittimita' internazionale' ma nella seconda fase militare, quella di transizione, gli Stati Uniti 'saranno uno dei partner tra i tanti della coalizione'.


          Scopri sul sito dell'Agenzia ANSA le ultime notizie su cronaca, politica, economia, sport, calcio e cultura dall'Italia e da tutto il mondo.

          Libia: Gates, errore eliminare Gheddafi

          (ANSA) - MOSCA, 21 MAR - Per il segretario di Stato alla Difesa degli Usa, Robert Gates, sarebbe un errore per la coalizione internazionale porsi l'obiettivo di eliminare il colonnello Gheddafi. Da Mosca, Gates annuncia anche che gli Stati Uniti ridurranno presto la loro partecipazione alle operazioni in Libia. Da New York il portavoce del Dipartimento di Stato, Mark Toner, ribadisce che 'l'obietto e' l'uscita di scena di Gheddafi' e che l'intervento 'e' per proteggere i civili, non per sostenere l'opposizione'.
          Originariamente Scritto da gorgone
          il capitalismo vive delle proprie crisi.

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          • odisseo
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            Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
            Eccoli gli stati uniti, avevano più interesse che Gheddafi rimanesse al comando, altro che petrolio.
            Adesso mi domando e chiedo come mai, appurato che Sarkozy non è un paravento di Obama, al leader francese prudono così tanto le mani?
            Quale sarebbe questa influenza nella zona che i francesi temono di perdere? E parlo in soldoni.
            Non mi sembra una mera questione di reputazione.
            dietro è stato postato un articolo de "Il Tempo" che spiega gli interessi dei Francesi
            "
            Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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            • Sartorio
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              Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
              dietro è stato postato un articolo de "Il Tempo" che spiega gli interessi dei Francesi
              L'ho letto, e riporto il messaggio per chi volesse leggerlo:

              Gli egiziani dopo la cacciata di Mubarak si godono la dittatura militare. Una giornalista americana nei giorni della protesta è stata violentata da un gruppo di uomini. Mubarak e Ben ali entrambi in coma (quest'ultimo pare sia passato a miglior vita) in Bahrein,Algeria,Yemen e Libia gli animi sono molto accesi. in Libia 84


              Ma ancora non mi convince, sembra una questione personale di Sarkozy.
              Originariamente Scritto da gorgone
              il capitalismo vive delle proprie crisi.

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              • greenday2
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                Si ma cioè i francesi sono la popolazione piu paracula della storia.

                Cioè noi italiani, in confronto, siamo tanti Ettore da Fieramosca.
                E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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                • Sean
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                  Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio

                  (ANSA) - MOSCA, 21 MAR - Per il segretario di Stato alla Difesa degli Usa, Robert Gates, sarebbe un errore per la coalizione internazionale porsi l'obiettivo di eliminare il colonnello Gheddafi. Da Mosca, Gates annuncia anche che gli Stati Uniti ridurranno presto la loro partecipazione alle operazioni in Libia. Da New York il portavoce del Dipartimento di Stato, Mark Toner, ribadisce che 'l'obietto e' l'uscita di scena di Gheddafi' e che l'intervento 'e' per proteggere i civili, non per sostenere l'opposizione'.
                  Piuttosto interessanti questi batti e ribatti americani, che mostrano quanto le idee siano chiarissime (...) ai più alti livelli: Gates afferma che "sarebbe un errore eliminare Gheddafi"; più sotto Toner dice che "l'obiettivo è l'uscita di scena di Gheddafi": ottima strategia di comunicazione, eccellente concordanza di intenti. L'obiettivo poi, viene ribadito, non è aiutare i ribelli ma proteggere i civili: dunque, se non si vuole aiutare questi ribelli, Gheddafi è considerato ancora legittimo dominus dello stato libico? Ma i ribelli (hanno dichiarato) con lui non ci vogliono trattare: chi è allora per i "volenterosi" il riferimento in Libia oggi, viene da chiedersi? E quello di domani? Tutto questo affastellarsi di dichiarazioni nebulose e contraddittorie nasconde il tentativo di legittimare qualcosa che viene sempre più avvertito come non legittimo: questa operazione è nata storta e viene condotta coi piedi. Un imbarazzo da andarsi a nascondere.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    Piuttosto interessanti questi batti e ribatti americani, che mostrano quanto le idee siano chiarissime (...) ai più alti livelli: Gates afferma che "sarebbe un errore eliminare Gheddafi"; più sotto Toner dice che "l'obiettivo è l'uscita di scena di Gheddafi": ottima strategia di comunicazione, eccellente concordanza di intenti. L'obiettivo poi, viene ribadito, non è aiutare i ribelli ma proteggere i civili: dunque, se non si vuole aiutare questi ribelli, Gheddafi è considerato ancora legittimo dominus dello stato libico? Ma i ribelli (hanno dichiarato) con lui non ci vogliono trattare: chi è allora per i "volenterosi" il riferimento in Libia oggi, viene da chiedersi? E quello di domani? Tutto questo affastellarsi di dichiarazioni nebulose e contraddittorie nasconde il tentativo di legittimare qualcosa che viene sempre più avvertito come non legittimo: questa operazione è nata storta e viene condotta coi piedi. Un imbarazzo da andarsi a nascondere.
                    Sean, stringendo stringendo di volenteroso ne vedo solo uno, e gira con la baguette sotto il braccio.
                    Mi chiedevo appunto da dove gli venisse tutta questa forza di volontà.
                    Originariamente Scritto da gorgone
                    il capitalismo vive delle proprie crisi.

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                    • Barone Bizzio
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                      Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                      L'ho letto, e riporto il messaggio per chi volesse leggerlo:

                      Gli egiziani dopo la cacciata di Mubarak si godono la dittatura militare. Una giornalista americana nei giorni della protesta è stata violentata da un gruppo di uomini. Mubarak e Ben ali entrambi in coma (quest'ultimo pare sia passato a miglior vita) in Bahrein,Algeria,Yemen e Libia gli animi sono molto accesi. in Libia 84


                      Ma ancora non mi convince, sembra una questione personale di Sarkozy.
                      Controllo della libia vorrebbe dire più facilità di accesso al niger - riserva di uranio - e possibilità di gasdotti

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                      • Sartorio
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                        Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                        Controllo della libia vorrebbe dire più facilità di accesso al niger - riserva di uranio - e possibilità di gasdotti
                        Secondo me il buon colonello è a conoscenza di cose che ignoriamo su Sarkozy.
                        E non mi riferisco solo alla questione dei finanziamenti.
                        Originariamente Scritto da gorgone
                        il capitalismo vive delle proprie crisi.

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                        • Sean
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                          Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                          Sean, stringendo stringendo di volenteroso ne vedo solo uno, e gira con la baguette sotto il braccio.
                          Mi chiedevo appunto da dove gli venisse tutta questa forza di volontà.
                          Le analisi che girano riguardo Sarkozy sottolineano due cose: la prima è la volontà di riaccreditarsi in patria e prendere l'abbrivio per la tornata elettorale che dovrà confermarlo all'Eliseo. La seconda è l'espandere gli interessi economici francesi in una regione del nord Africa che vede (ancora per quanto?) l'Italia come maggiore patner economico dello stato libico: che si prenda il posto dell'Italia è poi una ciliegina che ai francesi piace gustare, un soprammercato delizioso. Oggi il colonialismo non è più questione di Afrika Korps ma di stazionamenti economici e strategici. Sarkozy ha visto l'irripetibile occasione di fare una campagna di Libia sotto al cappello umanitario, con tanto di mandato vidimato dall' ONU: a differenza nostra la Francia non ha tentennato e si è buttata (sul perchè dei nostri tentennamenti rimando al post di Ma_ che spiega quale freno abbiano rappresentato i nostri rapporti storici con la Libia del pre e post colonialismo. I silenzi di Berlusconi sono indicativi di una fase di gravissimo imbarazzo e di diffusa incertezza). Invece di attendere che siano gli eventi a posizionarsi, la Francia ha pensato di dare una spinta direzionale agli stessi e di porre davanti agli occidentali il fatto compiuto. Stare a traino è sempre la più scomoda delle posizioni.
                          Last edited by Sean; 21-03-2011, 22:32:17.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            • In piedi tra le rovine
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                            Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                            Secondo me il buon colonello è a conoscenza di cose che ignoriamo su Sarkozy.
                            E non mi riferisco solo alla questione dei finanziamenti.
                            Dilla tutta ormai A che ti riferisci?
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Barone Bizzio
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                              Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                              Secondo me il buon colonello è a conoscenza di cose che ignoriamo su Sarkozy.
                              E non mi riferisco solo alla questione dei finanziamenti.
                              Si, potrebbe essere una concausa. Non credo che comunque possa muovere guerra solo per questo: lo stesso gheddafi ha perso credibilità nella stampa internazionale, quindi smontare le sue accuse sarebbe facile

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                              • Sartorio
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                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                Dilla tutta ormai A che ti riferisci?


                                Un Bunga bunga alla francese:

                                "I miei amici intimi Nicolas e Cecilia", li chiama.
                                E' un "profondo rincrescimento" dice, rammaricandosi che non abbiano dato "tempo ai loro amici", come lui, "di intervenire personalmente per riconciliarli".

                                Indovina chi pronunciò queste parole?
                                Originariamente Scritto da gorgone
                                il capitalismo vive delle proprie crisi.

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