Nord Africa e Medio Oriente. Crisi in Egitto. Venti di guerra in Siria.

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  • greenday2
    Bodyweb Senior
    • Aug 2005
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    • London
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    #16
    Ok a quanto pare il 3d era qua. Ma personalmente cambierei titolo...qualcosa di piu preciso che ne dite?

    Cmq a me sembra che questa cosa sia presa un po troppo marginalmente...ragazzi qua siamo di fronte ad una rivolta epocale.

    Sinceramente non riesco a dire se questo sia un bene o un male per l'europa (certo l'analisi storica non poggia a favore), però in ogni caso e' qualcosa di piuttosto sconvolgente.

    La transizione verso la democrazia o un maghreb (e non solo) in mano al fondamentalismo islamico?
    E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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    • odisseo
      Bodyweb Senior
      • Oct 2008
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      #17
      Originariamente Scritto da greenday2 Visualizza Messaggio

      La transizione verso la democrazia o un maghreb (e non solo) in mano al fondamentalismo islamico?
      a mio avviso,in paesi a maggioranza musulmana,ci sono tantissime probabilità che anche se si riuscisse a raggiungere un Stato il più democratico possibile (passatemi il termie) post rivoluzionario,con il tempo si passi ad uno stato fondamentalista.
      "
      Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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      • Leonida
        Filosofo del *****
        • Nov 2006
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        #18
        io ci vedo una forte incapacità dell' europa di gestire questo cambiamento. le interpretazioni che si danno riflettono i limiti della concezione occidentale del mondo arabo in generale, dalla gioventù plagiata dai media americani ( e relativo complotto internazionale) all' incubo apocalittico della Umma alla conquista del mondo.
        Originariamente Scritto da gorgone
        è plotino la chiave universale per le vagine
        Originariamente Scritto da gorgone
        secondo me sono pazzi.

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        • odisseo
          Bodyweb Senior
          • Oct 2008
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          #19
          Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggio
          io ci vedo una forte incapacità dell' europa di gestire questo cambiamento. le interpretazioni che si danno riflettono i limiti della concezione occidentale del mondo arabo in generale, dalla gioventù plagiata dai media americani ( e relativo complotto internazionale) all' incubo apocalittico della Umma alla conquista del mondo.
          sia l'UE che gli USA sono stati spiazzati dalla rapidità degli eventi

          ---------- Post added at 23:17:17 ---------- Previous post was at 22:33:50 ----------

          Una unità dell'esercito appoggia la rivolta. Verso sera, alcune truppe si sono schierate al fianco dei manifestanti. Sarebbero membri di un'unità dell'esercito libico, che hanno detto ai manifestanti di essere passati dalla parte dei rivoltosi, affermando che la città è stata "liberata" dalle forze filogovernative. Si tratterebbe
          delle prime crepe nei ranghi delle forze armate libiche: i comandanti hanno esortato l'opposizione a "liberare" Bengasi dalle forze pro-Gheddafi. Lo riferiscono fonti mediche, secondo cui alcuni soldati sono stati ricoverati per le ferite riportate negli scontri con la guardia personale di Gheddafi: "Ci hanno detto che hanno sopraffatto i pretoriani di Gheddafi, e si sono uniti alla rivolta", ha riferito l'avvocato Al-Mana.
          "
          Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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          • temete
            Bodyweb Senior
            • Jun 2005
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            • Treviso
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            #20
            Be' Gheddafi può sempre contare sulle sue zoccamazzoni...se non gli sono sufficienti può sempre chiamare Sivlio che gli invii un reparto del corpo scelto del puttaglione Orgettina
            Silvio Berlusconi:l'undicesima piaga d'Egitto, la prima d'Italia.

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            • 600
              been there, done that
              • Mar 2009
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              • Quel paese
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              #21
              Anche in Marocco parte la protesta.

              Thousands of Moroccans rally in the capital, Rabat, demanding political reform and an end to the current regime.
              Always the beautiful answer who asks a more beautiful question

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              • odisseo
                Bodyweb Senior
                • Oct 2008
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                #22
                TRIPOLI - "Il colonnello Muammar Gheddafi è fuggito in Venezuela". E' la voce, clamorosa ma ancora tutta da confermare, che dalle strade di Tripoli rimbalza sulle frequenze della tv panaraba Al Jazeera e in un attimo si diffonde in tutto il mondo
                "
                Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                • PrinceRiky
                  Bodyweb Senior
                  • Apr 2008
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                  #23
                  questa reazione a catena non può essere spontanea

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                  • diavolettoroma81
                    Bodyweb Senior
                    • Oct 2006
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                    • Vicino Roma
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                    #24
                    C'è sempre l'America dietro.......... si sà!
                    sigpic

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                    • odisseo
                      Bodyweb Senior
                      • Oct 2008
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                      #25
                      potrebbero almeno chiedere che non vengano usate le armi che gli sono state passate dall'italia contro i manifestanti.

                      è l'unica nazione dove sono stati lanciati razzi rpg sulla folla
                      "
                      Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                      • diavolettoroma81
                        Bodyweb Senior
                        • Oct 2006
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                        • Vicino Roma
                        • Send PM

                        #26
                        Gabriele81 ancora non è intevenuto in questo thread?
                        sigpic

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                        • Leonida
                          Filosofo del *****
                          • Nov 2006
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                          #27
                          Medio Oriente tra laicismo e fondamentalismo
                          di Enrico Beltramini
                          RUBRICA UNITED STATES INSIDER. Come tre anni fa in Turchia, le rivolte in Medio Oriente sono interpretabili secondo lo schema secolarizzazione/religione. Questa dicotomia può ancora spiegare gli avvenimenti attuali?



                          Nel 2007, dopo la vittoria del partito conservatore Akp alle elezioni generali in Turchia, successe qualcosa di storico.

                          Mentre si diffondevano i sospetti sulla deriva islamica del partito di Erdoğan (Akp) e su una possibile de-secolarizzazione del paese – che poi si concretizzarono con l’abolizione del divieto al velo per le donne nelle università (poi annullato dalla Corte costituzionale) e l’elezione a presidente di Abdullah Gül (in passato coinvolto con i partiti islamici) – centinaia di migliaia di turchi scesero in piazza in Istanbul e nel resto del paese in difesa del secolarismo.

                          Torneremo su questo punto. Nel frattempo, notiamo che questa dicotomia secolo/Islam sta alla base anche delle principali interpretazioni di quanto sta avvenendo oggi in Medio Oriente.

                          Gli eventi in Turchia hanno agito come anticipazione della rivolta che sta infiammando l’intero mondo islamico in queste settimane.

                          Un secolo fa, lo studio delle religioni in America coincideva con lo studio delle Scritture.

                          Le religioni oggetto di studio erano due, il cristianesimo, per quanto nelle sue diverse denominazioni, e il giudaismo. E lo studio del cristianesimo e del giudaismo era, in ultima analisi, lo studio dei testi sui quali le due religioni erano cresciute.

                          Se limitiamo il nostro discorso agli Stati Uniti, l’attenzione degli specialisti alle religioni non cristiano-giudaiche era praticamente nulla.

                          Soltanto nell’immediato secondo dopoguerra gli studiosi di religione cominciarono a interessarsi alle tradizioni religiose del Terzo Mondo (sic!): Islam, Buddhismo, Induismo.

                          Frotte di giovani accademici americani si lanciarono in viaggi avventurosi, sia intellettuali che reali, tra deserti e picchi innevati, per prendere nota di contesti religiosi e pratiche di culto; leggere testi e incontrare monaci.

                          L’American academy of religion fu istituita nel 1964 per facilitare lo studio delle religioni da parte delle istituzioni scientifiche e accademiche americane e per aiutare le analisi che il Pentagono e la segreteria di Stato periodicamente conducevano sullo stato degli affari nel mondo della guerra fredda.

                          Lo studio della religione diventava un ulteriore strumento a disposizione dei politici per strappare un paese dall’orbita comunista o mantenerlo in quella della Nato.

                          Dalla rivoluzione in Iran, passando per l’epopea di Solidarnosc, la guerra in Afghanistan, l’attivismo della chiesa cattolica sul palcoscenico mondiale, l’emergenza del terrorismo di marca islamica e, più in generale, del “fondamentalismo” islamico.

                          Lo studio delle religioni si è spostato dai libri e dalle comunità al conflitto sociale. È diventato strumentale alla comprensione delle principali dinamiche che interessano il mondo durante e dopo la Guerra Fredda.

                          Non più lo studio degli articoli di fede, ma dei valori religiosi alla base del substrato morale delle principali aggregazioni sociali che oggi costituiscono i grandi attori del mondo globalizzato.

                          Il famoso avvertimento sullo “scontro tra civilizzazioni” da parte di Samuel Huffington è stato il picco di questa fase di ri-orientamento dello studio delle religioni e della sua integrazione con altre discipline, in primis la politica e le relazioni internazionali.

                          L’avvertimento è suonato anche come monito – almeno alle orecchie più attente – a considerare obsolete le tradizionali narrative sul nazionalismo secolare e le posture terzo-mondiste e post-coloniali come fattori propulsivi della globalizzazione.

                          La cultura - e al cuore della cultura la religione - prendeva così il posto un tempo occupato dalla politica e, al suo cuore, dalla filosofia.

                          Inevitabilmente, il cambio di paradigma comportava la dismissione di un concetto ottocentesco caro alle scienze politiche: quello dello stato-nazione.

                          Il discorso ci porterebbe lontano. Gli studiosi si sono presto stancati di studiare le religioni come culture, e hanno preso a studiare la teologia, intesa non come espressione della trascendenza ma piuttosto come risposta alla percezione della trascendenza (Dietrich Bonhoffer).

                          Anche se si può parlare di trascendenza, è soltanto della percezione che ci si può occupare scientificamente. Ma non spingiamoci oltre.

                          Quello che qui si vuole evidenziare è che la religione (e la teologia) è stata secolarizzata, è stata cioè estratta dal suo ambito originario, collocata in un contesto “altro” e trasformata in una disciplina non religiosa.

                          In sintesi, lo studio delle religioni del mondo si è spostato sulle grandi culture mondiali.

                          Il punto è che un’analoga trasformazione ha interessato la cosiddetta secolarizzazione, considerata due secoli fa il territorio dell’uomo moderno, separato e distinto da quello della chiesa.

                          Ma come la religione è stata oggetto di un profondo ripensamento, lo stesso dovrebbe valere per la secolarizzazione.

                          Siamo sicuri che questa separazione abbia ancora un senso?

                          Potremmo spingere ancora più in là il ragionamento e arrischiarci a dire che la dicotomia secolo/religione non ha mai avuto senso al di là della realtà occidentale.

                          Essa è il prodotto di una certa età dell’Occidente che non soltanto è ormai obsoleta nell’attuale quadro degli affari globali, ma probabilmente è sempre stata niente più che un paio di occhiali con il quale l’Occidente ha guardato il mondo.

                          E così, dopo questo veloce e sintetico excursus, torniamo al nostro racconto su quello che avvenne tre anni fa in Turchia.

                          Siamo veramente sicuri che la distinzione secolo/islam sia la categoria giusta per comprendere quanto è successo allora? E siamo sicuri che sia la categoria giusta per interpretare quanto sta succedendo oggi in Medio Oriente?
                          (21/02/2011)
                          Originariamente Scritto da gorgone
                          è plotino la chiave universale per le vagine
                          Originariamente Scritto da gorgone
                          secondo me sono pazzi.

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                          • Djdo
                            Bodyweb Advanced
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                            #28
                            Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggio
                            questa reazione a catena non può essere spontanea
                            Senza ombra di dubbio.
                            Originariamente Scritto da Socio
                            sfigati smettetela che state diventando patetici
                            Originariamente Scritto da Socio
                            Bel 3D, peccato che l'abbia aperto Djdo
                            e 2...

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                            • Sean
                              Csar
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                              • Send PM

                              #29
                              Libia nel caos. E anche Gheddafi, dopo aver intascato 5 nostri miliardi di euro, se ne andrà in un esilio dorato (se non lo accopperanno prima, e speriamo assieme a quelle nullità dei figli).

                              Tripoli brucia tra saccheggi e scontri
                              L'Ue pensa a evacuazione degli europei


                              Il figlio dei rais: «Complotto di stranieri e separatisti che vogliono far tornare la Libia una colonia»



                              MILANO - In Libia è caos totale. Da Tripoli giungono notizie di palazzi governativi e Parlamento in fiamme, saccheggi di banche e negozi anche da parte delle forze dell'ordine mentre l'esercito si sarebbe unito ai dimostranti. Si susseguono le voci non confermate sul destino di Muhammar Gheddafi: tra chi lo dà in fuga e chi nell'opposizione assicura che si trovi ancora in Libia. Secondo fonti ospedaliere citate dalla televisione, ci sarebbero già 61 morti nella capitale nelle prime ore di lunedì.

                              FIAMME - Testimoni riferiscono che sono stati incendiati sia il Parlamento che la sede del governo. Secondo il sito informativo libico al-Manara, bande armate stanno circolando per il quartiere di al-Azizia, dove si trova la sede della tv pubblica e diversi palazzi istituzionali, oltre alla residenza di Gheddafi. Gruppi armati hanno anche attaccato la caserma di al-Baraim, a una decina di chilometri dal centro di Tripoli. Secondo testimoni cecchini appostati sui tetti hanno aperto il fuoco contro i manifestanti che tentavano di avanzare verso il centro di Tripoli. Altri testimoni parlano di spari con arma da fuoco da auto in corsa. Secondo Al-Arabiya l'esercito avrebbe rifiutato di dispiegarsi nella città di Bani Walid.


                              EVACUAZIONE - La situazione è grave, tanto che l'Ue sta considerando di evacuare i cittadini europei, in particolare da Bengasi, ma un aereo della Turkish Airlines inviato da Ankara per riportare in patria i cittadini turchi non è potuto atterrare nella città ed è dovuto tornare indietro. Finmeccanica ha già iniziato l'evacuazione dei propri dipendenti (meno di dieci), mentre l'Eni fa sapere che al momento le operazioni del gruppo in Libia procedono nella normalità. La Shell ha evacuato le famiglie dei propri dipendenti in Libia. La Bp ha avviato i preparativi per evacuare i dipendenti «non essenziali» e «alcuni familiari».
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                #30
                                se Gheddafi cadrà, i militari al 99% prenderanno il potere. Il trattato Italia-Libia sarà ancora valido?
                                "
                                Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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