Bush rischia arresto
L'ex presidente Usa, Bush, è stato costretto a cancellare una visita in Svizzera, dove avrebbe dovuto tenere un discorso a una serata di gala di una Ong ebraica. E il motivo è che rischia un'azione legale per delle presunte torture.
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TECNICA SPIETATA - Gli attivisti, che fanno parte di Human Rights Watch, con sede a New York, e l'International Federation of Human Rights (Fidh) hanno accusato Bush di essere responsabile di diverse torture, incluso il waterboarding, che consiste nell'immobilizzare un individuo e quindi immergergli la testa sott'acqua. Bush ha ammesso nella sua autobiografia e in interviste televisive di avere ordinato l'utilizzo di tecniche di interrogatorio che simulano l'annegamento. "Sta evitando le manette", ha dichiarato l'avvocato di Human Rights Watch, Brody.
BUSH COME PINOCHET? - Brody è un legale specializzato nel perseguire crimini di guerra. Si è occupato tra gli altri di Pinochet e del deposto presidente del Chad, Habre. "Il presidente Bush ha ammesso di avere ordinato il waterboarding che ciascuno considera una forma di tortura sotto le leggi internazionali. Secondo la Convenzione contro le torture, le autorità sarebbero state obbligate ad aprire un'inchiesta e a inquisirlo o estradarlo", ha affermato Brody.
BUSH CONFESSA LE SEVIZIE - I funzionari giudiziari della Svizzera hanno però chiarito che Bush godrebbe ancora di una certa immunità diplomatica in quanto ex capo di Stato. Tuttavia Dominique Baettig, membro del Parlamento svizzero eletto nelle liste di centrodestra del Partito popolare, aveva scritto al governo federale invitandolo ad arrestare Bush per presunti crimini di guerra, qualora fosse giunto nel Paese a statuto neutrale. Bush, nel suo libro autobiografico "Decision Points" dedicato al periodo 2001-2009 in cui è stato presidente Usa, ha difeso il ricorso al waterboarding come strumento chiave per prevenire il ripetersi degli attacchi dell'11 settembre contro gli Stati Uniti.
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- LE TORTURE A GUANTANAMO - Bush avrebbe dovuto essere il relatore più importante alla cena annuale dell'associazione Keren Hayesod prevista per il 12 febbraio a Ginevra. Ma sono state fatte diverse pressioni sul governo svizzero per arrestarlo e aprire un'inchiesta penale non appena fosse entrato nel Paese. Come rivelano i funzionari del tribunale, a Ginevra sono state presentate alcune denunce contro Bush in cui lo si accusa di essere responsabile di torture. I gruppi per i diritti umani hanno affermato che intendevano presentare un esposto da 2.500 pagine contro Bush nella città svizzera. E il motivo sono i presunti maltrattamenti a Guantanamo.
TECNICA SPIETATA - Gli attivisti, che fanno parte di Human Rights Watch, con sede a New York, e l'International Federation of Human Rights (Fidh) hanno accusato Bush di essere responsabile di diverse torture, incluso il waterboarding, che consiste nell'immobilizzare un individuo e quindi immergergli la testa sott'acqua. Bush ha ammesso nella sua autobiografia e in interviste televisive di avere ordinato l'utilizzo di tecniche di interrogatorio che simulano l'annegamento. "Sta evitando le manette", ha dichiarato l'avvocato di Human Rights Watch, Brody.
BUSH COME PINOCHET? - Brody è un legale specializzato nel perseguire crimini di guerra. Si è occupato tra gli altri di Pinochet e del deposto presidente del Chad, Habre. "Il presidente Bush ha ammesso di avere ordinato il waterboarding che ciascuno considera una forma di tortura sotto le leggi internazionali. Secondo la Convenzione contro le torture, le autorità sarebbero state obbligate ad aprire un'inchiesta e a inquisirlo o estradarlo", ha affermato Brody.
BUSH CONFESSA LE SEVIZIE - I funzionari giudiziari della Svizzera hanno però chiarito che Bush godrebbe ancora di una certa immunità diplomatica in quanto ex capo di Stato. Tuttavia Dominique Baettig, membro del Parlamento svizzero eletto nelle liste di centrodestra del Partito popolare, aveva scritto al governo federale invitandolo ad arrestare Bush per presunti crimini di guerra, qualora fosse giunto nel Paese a statuto neutrale. Bush, nel suo libro autobiografico "Decision Points" dedicato al periodo 2001-2009 in cui è stato presidente Usa, ha difeso il ricorso al waterboarding come strumento chiave per prevenire il ripetersi degli attacchi dell'11 settembre contro gli Stati Uniti.
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