La morte

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  • artemide
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    #61
    Originariamente Scritto da proxgis Visualizza Messaggio
    non esiste nessuno che non teme la morte,però deve succedere,si può morire in qualsiasi momento,e cosa fai??al momento della morte chiunque tu sia,anche il più forte e palestrato del mondo muori lo stesso l'unica cosa che puoi fare in quel momento è arrenderti,perchè tanto non ti risparmia,che tu ti arrendi o meno muori lo stesso,non mi spaventa però più di tanto, io sono un agnostico,non credo e non mi pongo il problema,per me la vita è un mezzo solo per aspettare la morte,e renderla in qualche modo più piacevole,a volte penso che fare un figlio sia anche un segno di egoismo,io ti dò la vita,ma in automatico ti dò anche la morte,dono leggermente meno buono rispetto alla nascita,siamo già segnati dal momento in cui veniamo concepiti,e non ce niente che possiamo fare per cambiare questa cosa............

    tempo fa perdevo ore a pensare su quale fosse il senso della vita. da dove veniamo? perché esistiamo? come ci siamo generati? domande retoriche, lo so, ma ugualmente ansiogene. il vivere non conoscendone lo scopo è, in effetti, più deleterio del vivere per la morte.

    ---------- Post added at 14:05:51 ---------- Previous post was at 14:02:04 ----------

    @dr vazzo: l'elemento della com-passione è di certo zuccherino, rispetto all'acredine della solitudine essenziale. ma non si tratta forse dell'ennesima costruzione umana attuabile, consapevolmente parlando, da una ristrettissima nicchia di eletti?

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    • proxgis
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      • dove arriva la morte e la desolazione
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      #62
      [QUOTE=artemide;6627638]tempo fa perdevo ore a pensare su quale fosse il senso della vita. da dove veniamo? perché esistiamo? come ci siamo generati? domande retoriche, lo so, ma ugualmente ansiogene. il vivere non conoscendone lo scopo è, in effetti, più deleterio del vivere per la morte.[COLOR="Silver"]
      [QUOTE]

      ma lo scopo lo scegli tu, mi spiego se tu vuoi vivere facendo l'assassino, il tuo scopo è uccidere,i cristiani direbbero che il tuo scopo è procreare e far continuare la razza,quelli che seguono scientology direbbero che siamo stati creati dagli alieni per un esperimento,in realtà io penso che siamo stati vittima dell'evoluzione,e che quindi è inevitabile nascere,vivere e morire, il senso della vita???sono sicuro che ognuno di noi ne avrebbe uno diverso,perchè è soggettivo e perchè per alcuni lo scopo e vivere in nome di qualcuno che promette di salvare la tua anima e di portarla in un posto migliore,per altri lo scopo è avere più ragazze possibili,per quanto mi riguarda il mio scopo..............bhe non si può dire..................
      http://www.bodyweb.com/forums/thread...DIARIO-Proxgis

      ficcarti le penne nel culo non fa di te una gallina..........

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      • artemide
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        #63
        [QUOTE=proxgis;6627680][QUOTE=artemide;6627638]tempo fa perdevo ore a pensare su quale fosse il senso della vita. da dove veniamo? perché esistiamo? come ci siamo generati? domande retoriche, lo so, ma ugualmente ansiogene. il vivere non conoscendone lo scopo è, in effetti, più deleterio del vivere per la morte.[COLOR="Silver"]

        ma lo scopo lo scegli tu, mi spiego se tu vuoi vivere facendo l'assassino, il tuo scopo è uccidere,i cristiani direbbero che il tuo scopo è procreare e far continuare la razza,quelli che seguono scientology direbbero che siamo stati creati dagli alieni per un esperimento,in realtà io penso che siamo stati vittima dell'evoluzione,e che quindi è inevitabile nascere,vivere e morire, il senso della vita???sono sicuro che ognuno di noi ne avrebbe uno diverso,perchè è soggettivo e perchè per alcuni lo scopo e vivere in nome di qualcuno che promette di salvare la tua anima e di portarla in un posto migliore,per altri lo scopo è avere più ragazze possibili,per quanto mi riguarda il mio scopo..............bhe non si può dire..................
        in ogni caso non è semplice da individuare tra trilioni di possibilità, ed è di certo influenzato dalla cultura di provenienza: il che implica una scelta non arbitraria, che potrebbe condurre a un'esistenza infelice (leggasi: senza senso).

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        • proxgis
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          • dove arriva la morte e la desolazione
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          #64
          [QUOTE=artemide;6627686][QUOTE=proxgis;6627680]
          Originariamente Scritto da artemide Visualizza Messaggio
          tempo fa perdevo ore a pensare su quale fosse il senso della vita. da dove veniamo? perché esistiamo? come ci siamo generati? domande retoriche, lo so, ma ugualmente ansiogene. il vivere non conoscendone lo scopo è, in effetti, più deleterio del vivere per la morte.[COLOR="Silver"]


          in ogni caso non è semplice da individuare tra trilioni di possibilità, ed è di certo influenzato dalla cultura di provenienza: il che implica una scelta non arbitraria, che potrebbe condurre a un'esistenza infelice (leggasi: senza senso).
          Vorreste conoscere il segreto della morte? Ma come scoprirlo se non cercandolo nel cuore della vita ! Il gufo dagli occhi notturni, ma ciechi di giorno, non può svelare il mistero della luce. Se davvero volete scorgere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita, giacché la vita e la morte sono una cosa sola, così come il fiume e il mare. In fondo alle vostre speranze ed ai vostri desideri sta la muta conoscenza di ciò che è oltre la vita.
          Come il seme che sogna sepolto sotto la neve, il vostro cuore sogna di sbocciare in una nuova primavera.

          La paura della morte non è che il fremito del suddito quando la mano del re gli si posa addosso in segno d'onore. Nel suo brivido il suddito non è forse felice perché è stato onorato di quel segno regale? Dopo di che non ricorda più il suo antico tremore.
          Poi, che cos'è morire, se non stare nudi nel vento e disciogliersi nella luce?
          E dare l'ultimo respiro, che cos'è se non liberarlo dal suo flusso inquieto, affinché possa involarsi finalmente libero, e spaziare disancorato alla ricerca di Dio?
          Solo se bevete al fiume del silenzio voi canterete veramente.
          E quando avrete raggiunto la vetta del monte, solo allora comincerete a salire davvero.
          E quando la terra chiederà le vostre ossa, solo allora danzerete veramente la danza della vita.
          Nisargadatta Maharaji
          Interrogante: La mia morte si avvicina.
          Risposta: Il tuo corpo è figlio del tempo, non tu. Tempo e spazio sono nella tua mente, non ti legano.
          I: Ma viene il giorno che lo spettacolo è finito; l'uomo e l'universo devono finire.
          R: Come il dormiente cade nell'oblio e si desta ad un nuovo mattino, o morendo si affaccia ad una nuova vita, così i mondi della paura e del desiderio si addensano e si dissolvono.
          Ma il testimone universale, il sommo “io”, non dorme e non muore. Il suo grande cuore batte in eterno, e ad ogni battito emerge un nuovo mondo.
          I: Non vi va nemmeno di vivere allora?
          R: Vivere, morire: parole vuote ! Quando mi vedi vivo sono morto. Quando mi pensi morto sono vivo. Bella confusione.
          I: Quando un uomo muore cosa accade esattamente?
          R: Niente. Qualcosa diventa niente. Niente era, niente resta.
          I: Perché spesso si muore volentieri?
          R: Questo succede solo quando l'alternativa è peggiore della morte. Ma questa disponibilità a morire promana da una fonte sana: la volontà di vivere che è più profonda della vita stessa. Essere vivi non è la condizione ultima; c'è qualche cosa al di là, molto più esaltante, che non è, ne l'essere, ne il non essere. È uno stato di pura consapevolezza, oltre i confini dello spazio e del tempo. Quando cessi di credere di essere il tuo corpo-mente, la morte perde la sua terribilità, e diventa parte della vita. La gente teme di morire perché non sa cos'è la morte.
          Il sapiente è già morto, e ha visto che non c'era d'avere paura. Non appena conosci il tuo essere non temi più niente.
          I: Cosa muore alla morte?
          R: L'idea "io sono il corpo". Il testimone, ossia lo spirito che è la nostra vera natura non muore.
          I: Ma per l'uomo comune la morte fa differenza.
          R: Ciò che egli pensava di essere prima della morte, continua dopo. La sua auto-immagine sopravvive.
          I: Invecchiamo. La vecchiaia non è piacevole: acciacchi, dolori, debolezza, e la fine che si approssima. Come si sente un saggio da vecchio?
          R: Più invecchia più crescono in lui felicità e pace, dopo tutto sta tornando a casa, come un viaggiatore che prossimo all'arrivo raccoglie il bagaglio, e lascia il treno senza rimpianti.
          I: Non avete dunque paura di morire?
          R: Ti racconterò come è morto il mio maestro. Dopo avere annunciato che la sua fine era prossima, smise di mangiare senza modificare il ritmo della vita quotidiana. All'undicesimo giorno, nell'ora della preghiera - stava cantando e batteva vigorosamente le mani - all'improvviso morì - tra un battere e un levare - come una candela subito spenta.
          Non temo la morte, perché non ho paura della vita. Vivo una vita felice e morirò una morte bella. È una disgrazia nascere, non lo è morire ! Tutto dipende da come guardi le cose.
          I: Supponiamo che vi giunga la notizia che sono morto. Come reagireste?
          R: Sarei molto felice che sei tornato a casa. Davvero contento dal saperti fuori da questo assurdo, che ci illudiamo di chiamare vita.
          I: Si ha molta paura della morte.
          R: Il saggio realizzato non teme nulla. Ma ha compassione dell'uomo che teme.
          Nascere, vivere e morire, è in fin dei conti naturale. Non aver paura della morte.
          I: Immaginate di essere ammalato: febbre alta, dolori, tremiti. Il medico vi dice che il vostro stato è serio e che vi restano pochi giorni di vita. Quale sarebbe la vostra prima reazione?
          R: Nessuna. Come il bastoncino di incenso si consuma, così il corpo muore. Davvero è una cosa di pochissima importanza. Quello che conta è che “io” non sono il corpo, ne la mente.
          I: I vostri famigliari sarebbero disperati. Che cosa direste loro?
          R:Ciò che si dice in questi casi: non temete, la vita continua, Dio avrà cura di voi, saremo presto di nuovo insieme, e cose del genere. Per me tutta la faccenda, con lo scompiglio che comporta, è priva di senso, perché non sono un’entità che si immagina viva o morta.
          “Io” non sono mai nato, e mai morirò. Io semplicemente esisto !
          I: Cosa ne pensate delle preghiere per i defunti.
          R: Prega sempre per loro. Lo gradiscono tanto. Ne sono lusingati. Ma il saggio realizzato non ha bisogno delle tue preghiere, perché egli è la risposta alle tue preghiere.
          I: La mia domanda all'inizio riguardava lo stato dell'uomo dopo la morte. Quando il corpo è dissolto che ne è della coscienza? I sensi restano o cessano? E se cessano cosa resta della coscienza.
          R: I sensi non sono che dei modi di percezione, grossolani e sottili. Alla morte i primi scompaiono e ne emergono altri più sottili. Dopo la morte la coscienza si assottiglia e si raffina. La gamma delle percezioni indotte dai sensi svanisce insieme ad essi.
          In certi casi la morte è la cura migliore. Una vita può essere peggiore della morte; infatti la vita solo di rado è un'esperienza piacevole, nonostante le apparenze. Quindi abbi pena del vivo, mai del morto.
          I: Quando il vostro corpo morirà, resterete?
          R: Nulla muore, ma tutto si trasforma. S’immagina che il corpo esista, in realtà non è.
          I: E la morte libera?
          R: Chi si crede nato teme molto la morte. Ma per chi si conosce veramente è un lieto evento. Per me la morte non è una calamità, così come la nascita di un bambino non è una gioia.
          Il bambino va verso i guai, il morto ne è fuori. L'attaccamento alla vita è attaccamento al dolore. Amiamo ciò che ci fa soffrire, tale è la nostra natura. Per me la morte sarà un momento di giubilo, non di paura. Piangevo quando nacqui, e morirò ridendo.
          I: Dunque non hai paura della morte!
          Immagino che sia una esperienza dolorosa e brutta.
          R: Che ne sai? Potrebbe anche essere bella e piacevole. Quando sai che la morte tocca al corpo e non a tè, ti limiti ad osservare come esso ti cada di dosso come un abito smesso.
          I: So molto bene che la mia paura della morte è legata ad una inquietudine estranea alla conoscenza, perché in realtà nulla si sa di certo della morte, ma tutto s’immagina…
          R: Gli uomini muoiono di momento in momento, le nostre cellule muoiono e si rinnovano continuamente nel perenne miracolo della vita. La paura e gli spasimi della morte, nonché la sua ineluttabilità incombono sul mondo come una spessa nuvola nera. Niente di strano che anche tu abbia paura della morte. Ma quando sai che solo il corpo muore e non la tua coscienza immortale, la paura svanisce…
          Sulla morte
          Il filosofo e psicologo francese Gonthier Maine De Biran spiega cristianamente il mistero della morte. Quale è mai la gioia che invade l'anima quando riposa in Dio!
          In verità, come può non abbandonarsi alla disperazione l'uomo che nega Dio? Come un uomo sospeso nello spazio per opera di una forza invisibile, non sentendosi appoggiato a nulla, avrebbe l'impressione di piombare in ogni istante in un abisso, così chi vive e pensa, e non si sostiene in Dio dev’essere percorso da un fremito perpetuo di stupore pauroso di sentirsi esistere senza un perché.
          Tutto è incerto nella vita, e tuttavia noi abbiamo un'idea della verità. Se Dio non esiste, se tutto finisce con il corpo, la verità è “il nulla”, e la vita solo un sogno effimero senza senso.
          E se Dio non c'è, perché mai siamo noi? Perché qualcosa esiste? La vita non può nascere dal nulla ! Dal nulla non nasce nulla ! Non credere in Dio significa credere nell’assurdo !
          Dubbi affannosi, dileguatevi alla luce della speranza nell'Essere eterno, fonte di vita e autore di tutte le esistenze. Quando questa speranza è viva in noi, lo spirito stanco si riposa gioiosamente in essa! E quanta commiserazione, però, suscita vedere un cuore infelice che è privo di questa speranza
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            #65
            Originariamente Scritto da artemide Visualizza Messaggio

            [/COLOR]@dr vazzo: l'elemento della com-passione è di certo zuccherino, rispetto all'acredine della solitudine essenziale. ma non si tratta forse dell'ennesima costruzione umana attuabile, consapevolmente parlando, da una ristrettissima nicchia di eletti?
            beh, io non pensavo propriamente alla compassione ma all'empatia in genere. Il piacere di stare in mezzo ad altri miei simili è per me inteso in senso generalissimo. ed in questo senso, l'altro è per me Freud, le cui opere ho adorato, ma anche Kubrik e poi la mia compagna che sento come parte essenziale della mia vita e alcuni amici di cui non potrei fare a meno, il caffè che prendo al bar ogni mattina con un signore di cui non conosco manco il nome e che mi parla della civiltà contadina in cui è cresciuto.

            poi per quanto riguarda la nicchia ristrettissima di eletti, credo sia connaturato al tema stesso di questo discorso. la maggioranza delle persone dedicano alla ricerca autentica di sè e del senso profondo del proprio essere, una quantità di tempo insignificante; questo perchè probabilmente non interessa loro particolarmente. la ricerca di una soluzione è rivolta solo a chi ne è interessato e cioè a pochi.

            poi diciamoci una cosa: la domanda sul senso dell'esistenza è davvero pesante e insostenibile per lunghi periodi di tempo. la media delle persone ha il mio quasi completo rispetto nel fregarsene di darvi una risposta. io ci ho dedicato 10 anni buoni della mia vita, una laurea (in filosofia) e tanti patimenti e comunque il quesito non è stato risolto, ma soltanto meglio definito e formulato.

            la vita precede la questione del senso, per la maggioranza degli individui. ecco perchè si tratta sempre dell'ennesima costruzione umana attuabile: trattandosi di vivere ( e quindi, in definitiva, di morire prossimamente) è necessario costruirsi un piano di lavoro, di esistenza insomma, un progetto per far quadrare, se non tutto, buona parte dei nostri intenti, bisogni e sogni.

            ma come ogni progetto, rischia il fallimento o l'inautenticità,come tutte le cose che si trovano alla mercè del mondo e quindi dell'impermanenza, del cambiamento.

            quindi anche la compassione, o la mia empatia, rischiano di essere delle sovrastrutture posticce rispetto al senso reale dell'esistenza: mezzucci di cui ci si avvale per vivere meglio, per sopravvivere meglio.

            mi piacerebbe avere la possibilità e non solo la pretesa di fondare una verità assolutamente certa e insindacabile sul senso autentico di questa esistenza, ma non è possibile visti i limiti insiti nella domanda stessa
            Last edited by Dr.Vazzo; 13-02-2011, 15:41:09.


            (Thomas Sankara)

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            • artemide
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              La risposta, forse, sta qui: Io semplicemente esisto.

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              • proxgis
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                #67
                Originariamente Scritto da Dr.Vazzo Visualizza Messaggio
                beh, io non pensavo propriamente alla compassione ma all'empatia in genere. Il piacere di stare in mezzo ad altri miei simili è per me inteso in senso generalissimo. ed in questo senso, l'altro è per me Freud, le cui opere ho adorato, ma anche Kubrik e poi la mia compagna che sento come parte essenziale della mia vita e alcuni amici di cui non potrei fare a meno, il caffè che prendo al bar ogni mattina con un signore di cui non conosco manco il nome e che mi parla della civiltà contadina in cui è cresciuto.

                poi per quanto riguarda la nicchia ristrettissima di eletti, credo sia connaturato al tema stesso di questo discorso. la maggioranza delle persone dedicano alla ricerca autentica di sè e del senso profondo del proprio essere, una quantità di tempo insignificante; questo perchè probabilmente non interessa loro particolarmente. la ricerca di una soluzione è rivolta solo a chi ne è interessato e cioè a pochi.

                poi diciamoci una cosa: la domanda sul senso dell'esistenza è davvero pesante e insostenibile per lunghi periodi di tempo. la media delle persone ha il mio quasi completo rispetto nel fregarsene di darvi una risposta. io ci ho dedicato 10 anni buoni della mia vita, una laurea (in filosofia) e tanti patimenti e comunque il quesito non è stato risolto, ma soltanto meglio definito e formulato.

                la vita precede la questione del senso, per la maggioranza degli individui. ecco perchè si tratta sempre dell'ennesima costruzione umana attuabile: trattandosi di vivere ( e quindi, in definitiva, di morire prossimamente) è necessario costruirsi un piano di lavoro, di esistenza insomma, un progetto per far quadrare, se non tutto, buona parte dei nostri intenti, bisogni e sogni.

                ma come ogni progetto, rischia il fallimento o l'inautenticità,come tutte le cose che si trovano alla mercè del mondo e quindi dell'impermanenza, del cambiamento.

                quindi anche la compassione, o la mia empatia, rischiano di essere delle sovrastrutture posticce rispetto al senso reale dell'esistenza: mezzucci di cui ci si avvale per vivere meglio, per sopravvivere meglio.

                mi piacerebbe avere la possibilità e non solo la pretesa di fondare una verità assolutamente certa e insindacabile sul senso autentico di questa esistenza

                mettiamo caso che tu hai la possibilità di risolvere il quesito sul senso dell'esistenza,cosa,hai risolto in realtà??assolutamente niente,se non che andrai incontro ad altri quesiti,altre domande,domande,la nostra esistenza è fondata sulle domande, e solo alcuni (ma neanche) possono avere la possibilità di rispondere a queste domande,io mi chiedo,cosa ne gioveresti a rispondere a queste domande se non un infinita tristezza e forse un piccolo piacere personale,niente paragonato ad avere la persona che si ama affianco,o la nascita del proprio figlio............anche per quel motivo noi esistiamo,ma la nostra esistenza è condizionata da una cosa,la morte,inesorabile e silente, come un amica aspetta che siamo noi ad invocarla (e succederà) la felicità di cui citi (il caffè con il senza nome,la tua compagna) secondo me sono tutti "mezzi" di cui disponiamo per rendere la nostra vita più piacevole per non pensare alla morte,per stare bene con noi stessi,ma non bisogna mai scordarsi che non ve ne niente di più certo che la morte stessa,e l'unica cosa che può rendere la morte invana e inesistente è il ricordo (nel cuore dei fans Michael Jackson non è morto,cosi come tanti altri personaggi famosi e non..)il ricordo è l'unica cosa che combatte la morte stessa...........
                http://www.bodyweb.com/forums/thread...DIARIO-Proxgis

                ficcarti le penne nel culo non fa di te una gallina..........

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                • artemide
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                  #68
                  Originariamente Scritto da proxgis Visualizza Messaggio
                  mettiamo caso che tu hai la possibilità di risolvere il quesito sul senso dell'esistenza,cosa,hai risolto in realtà??assolutamente niente,se non che andrai incontro ad altri quesiti,altre domande,domande,la nostra esistenza è fondata sulle domande, e solo alcuni (ma neanche) possono avere la possibilità di rispondere a queste domande,io mi chiedo,cosa ne gioveresti a rispondere a queste domande se non un infinita tristezza e forse un piccolo piacere personale,niente paragonato ad avere la persona che si ama affianco,o la nascita del proprio figlio............anche per quel motivo noi esistiamo,ma la nostra esistenza è condizionata da una cosa,la morte,inesorabile e silente, come un amica aspetta che siamo noi ad invocarla (e succederà) la felicità di cui citi (il caffè con il senza nome,la tua compagna) secondo me sono tutti "mezzi" di cui disponiamo per rendere la nostra vita più piacevole per non pensare alla morte,per stare bene con noi stessi,ma non bisogna mai scordarsi che non ve ne niente di più certo che la morte stessa,e l'unica cosa che può rendere la morte invana e inesistente è il ricordo (nel cuore dei fans Michael Jackson non è morto,cosi come tanti altri personaggi famosi e non..)il ricordo è l'unica cosa che combatte la morte stessa...........
                  ma anche il ricordo muore, perché insito in esseri mortali. quindi, il discorso è un circolo destinato a scomparire.

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                  • Dr.Vazzo
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                    #69
                    Originariamente Scritto da proxgis Visualizza Messaggio
                    anche per quel motivo noi esistiamo,ma la nostra esistenza è condizionata da una cosa,la morte,inesorabile e silente
                    io sono sicuro che solo la morte del corpo è certa.
                    francamente per quanto riguarda quell'agglomerato misterioso di vissuti che rappresenta la nostra coscienza (quella cosa cioè che, quando ti alzi la mattina, sai che delinea chiaramente il tuo io e nessun altro), non posso dire certamente che vi sia morte anche per esso.

                    il mio prof. di epistemologia mi ricordava spesso che "non è contraddittorio pensare che alla morte del corpo, la coscienza sopravviva"...

                    non è contraddittorio, quindi non è nè vero, nè falso, come non è contraddittorio pensare che in questo momento, da qualche parte nel cosmo, ci sia una civiltà aliena con una propria storia che prosegue il proprio cammino evolutivo.

                    il mio pensiero dunque, sulla morte, applica una bella parentesi di non-contradditorietà, sperando per se stesso, che per la coscienza essa non ci sia mai.


                    poi concordo su tutto quello che riguarda quel senso di tristezza che ci travolge quando riflettiamo sulla vanità dei nostri gesti, sulla fine che giungerà e inghottirà tutto, sul dolore che ci attende e su quella incertezza che pervade un po' tutta la nostra esistenza.

                    concordo su quel senso di malinconia che caratterizza le teste che ragionano più sull'essente che non sull'ente, ma non credo ci sia rimedio per quell'inquietudine. ce la dobbiamo tenere e al massimo, un po' ipocritamente, soffocare nelle distrazioni della quotidianità che tutto appiattiscono.
                    Last edited by Dr.Vazzo; 13-02-2011, 16:35:10.


                    (Thomas Sankara)

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                    • proxgis
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                      • dove arriva la morte e la desolazione
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                      #70
                      Originariamente Scritto da Dr.Vazzo Visualizza Messaggio
                      io sono sicuro che solo la morte del corpo è certa.
                      francamente per quanto riguarda quell'agglomerato misterioso di vissuti che rappresenta la nostra coscienza (quella cosa cioè che, quando ti alzi la mattina, sai che delinea chiaramente il tuo io e nessun altro), non posso dire certamente che vi sia morte anche per esso.

                      il mio prof. di epistemologia mi ricordava spesso che "non è contraddittorio pensare che alla morte del corpo, la coscienza sopravviva"...

                      non è contraddittorio, quindi non è nè vero, nè falso, come non è contraddittorio pensare che in questo momento, da qualche parte nel cosmo, ci sia una civiltà aliena con una propria storia che prosegue il proprio cammino evolutivo.

                      il mio pensiero dunque, sulla morte, applica una bella parentesi di non-contradditorietà, sperando per se stesso, che per la coscienza essa non ci sia mai.


                      poi concordo su tutto quello che riguarda quel senso di tristezza che ci travolge quando riflettiamo sulla vanità dei nostri gesti, sulla fine che giungerà e inghottirà tutto, sul dolore che ci attende e su quella incertezza che pervade un po' tutta la nostra esistenza.

                      concordo su quel senso di malinconia che caratterizza le teste che ragionano più sull'essente che non sull'ente, ma non credo ci sia rimedio per quell'inquietudine. ce la dobbiamo tenere e al massimo, un po' ipocritamente, soffocare nelle distrazioni della quotidianità che tutto appiattiscono.
                      si concordo, però bisognerebbe arrivare a considerare la morte come un amica,perchè comunque lei è li non devi niente a lei però lei deve tutto a te,fa parte del nostro processo evolutivo,penso che niente possa paragonarsi a lei in termini di grandezza e mistero,bisognerebbe essere "felici" della morte perchè lei ci toglie un peso, il nostro peso è vivere, togliamo dalla testa che vivere è bello perchè è un agonia pura, poi uno può avere quelle che io definisco "distrazioni" quali: mogli,figli,lavoro,e felicità, ma la felicità vera finisce quando una persona sa che un giorno tutto finirà e il buio ti inghiottirà,per quando riguarda della coscienza, mi sembra la stessa cosa che dire che l'anima è immortale,però mi viene da pensare, ok ma quando il cuore smette di battere l'anima dove va???domande senza senso forse ma che fanno riflettere......
                      http://www.bodyweb.com/forums/thread...DIARIO-Proxgis

                      ficcarti le penne nel culo non fa di te una gallina..........

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                        #71
                        ti sfugge, forse, perché anche la medesima definizione di anima e coscienza sono tanto immateriali quanto inafferrabili.

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                        • proxgis
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                          #72
                          Originariamente Scritto da artemide Visualizza Messaggio
                          ti sfugge, forse, perché anche la medesima definizione di anima e coscienza sono tanto immateriali quanto inafferrabili.
                          bha io credo solo che una persona cerca di fare il possibile per sfuggire alla morte o per renderla decorosa,quindi si inventa robe sull'anima,sul paradiso e sull'inferno sulle religioni per quanto mi riguarda alla morte polvere eravamo e polvere ritorneremo............................spero solo di essere indigesto ai vermi..........
                          http://www.bodyweb.com/forums/thread...DIARIO-Proxgis

                          ficcarti le penne nel culo non fa di te una gallina..........

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                          • artemide
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                            #73
                            Originariamente Scritto da proxgis Visualizza Messaggio
                            bha io credo solo che una persona cerca di fare il possibile per sfuggire alla morte o per renderla decorosa,quindi si inventa robe sull'anima,sul paradiso e sull'inferno sulle religioni per quanto mi riguarda alla morte polvere eravamo e polvere ritorneremo............................spero solo di essere indigesto ai vermi..........
                            inconsciamente, stai parlando anche tu attraverso riferimenti di matrice religiosa. non abbiamo scampo: siamo, inevitabilmente, troppo immersi in un ambiente socioculturale che (ahimè) ci impedisce in ogni caso di vivere serenamente il trapasso.

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                            • miketyson
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                              #74
                              inutile cercare risposte,chiamala come ti pare,morte,malattia,fine,iniziodi chissà che,tutti finiamo nel mondezzaio cmq della sconfitta,alla morte ci arrivi vivo
                              Alboreto is nothing

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                              • proxgis
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                                #75
                                Originariamente Scritto da miketyson Visualizza Messaggio
                                inutile cercare risposte,chiamala come ti pare,morte,malattia,fine,iniziodi chissà che,tutti finiamo nel mondezzaio cmq della sconfitta,alla morte ci arrivi vivo
                                ma non è una sconfitta,la morte io la considerò una vittoria,arrivi per primo...........e soprattutto non hai modo di fare il bis..........
                                http://www.bodyweb.com/forums/thread...DIARIO-Proxgis

                                ficcarti le penne nel culo non fa di te una gallina..........

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