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La cultura

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    #46
    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
    Più che la quantità di conoscenza, credo che la cultura sia la coerenza delle conoscenze. Ogni essere umano ha una quantità enorme di conoscenze, che si tratti di armonia dodecafonica o di come si prepara il soffritto perfetto. Alcuni ne hanno di più, altri di meno, ma in generale il sistema di memoria della mente umana e la varietà di esperienze che coinvolge ogni uomo danno a ciascuno un bagaglio di conoscenze che è, per la più ignorante delle persone, enorme.
    Il problema è che molto spesso non si cerca il minimo comune denominatore di queste conoscenze. Non si cerca il senso, ovvero lo schema profondo che, attraverso minuscoli e continui aggiustamenti, interfacci le conoscenze e ne trovi le relazioni e le regole. Regole che alla fin fine rispondono alla domanda "come funzioniamo" e "chi siamo". Non si tratta di fare scuole prestigiose, non è la qualità della conoscenza; la ricerca di uno schema coerente spinge in automatico verso la ricerca di dati di qualità (spesso per arrivare a questa fase, la coscienza critica, ci vogliono però anni). La discriminante è la motivazione, ovvero il sentire questa spinta a cercare schemi e inferenze soddisfacenti.
    Tutto ciò ha una ragione evolutiva. L'ambiente ha selezionato, nella specie umana, gli individui più portati a trovare soluzioni originali ai problemi. Questa flessibilità è uno degli attributi principali della nostra specie e ci rende capaci di affrontare con successo i cambiamenti dell'ambiente; non a caso l'uomo è, tra gli animali superiori, quello con la massima diffusione latitudinale. In generale siamo tutti degli ottimi risolutori di problemi. Ma, se siamo uguali al 99%, rimane quell'un per cento di differenza individuale, una sfumatura per un'osservatore esterno alla nostra specie, una differenza immensa per noi. Un branco di lupi può sembrarci composto da animali indistinguibili, ma tra di loro non potrebbero nemmeno immaginare di confondersi l'uno con l'altro.
    Questa differenza di motivazione spinge alcuni individui (in effetti gli eredi dei caratteri più adattativi) a cercare la coerenza degli schemi di dati, la "cultura", con più assiduità. E gli sforzi sono ricompensati da una visione d'insieme più chiara e profonda. Non a caso, se prendete una persona "colta" e gli parlate di qualcosa che non conosce, spesso vi ascolterà con grande interesse, e poi vi darà un'opinione più interessante, originale e valida di quella di molti esperti della materia che in realtà non capiscono un *****. Di nuovo, è la capacità di trovare relazioni tra i dati e il possesso di schemi di fondo validi a fare la differenza.
    Alla fine, alcune persone avranno schemi e motivazioni diversi da individui meno portati alla cultura. Questo può essere talvolta frustrante: hai l'impressione di appartenere a un'altra specie; quelli che dovrebbero essere i tuoi conspecifici ti sembrano creature aliene con cui non può esistere un vero dialogo. Dalla frustrazione si passa facilmente alla rabbia e al disprezzo, perché ci si sente soli. Membri di una razza a parte. Per fortuna non si è davvero soli; talvolta si trova l'interlocutore sulla nostra lunghezza d'onda, la persona "colta", e finalmente ci sentiamo di nuovo compresi.
    Discorso interessante ma che, a mio avviso, manca il punto.

    Sembra che la cultura sia una sorta di predisposizione "elitaria" emergente da una capacità proto-razionale di formulare "teorie" a partire da situazioni, eventi e "fatti" eterogenei.

    Cosa sia evolutivamente la cultura è un bel problema ma, mi sembra un po' riduttivo lasciare da parte la componente emotiva ed umorale della cultura (se proprio di fondazione evolutiva si tratta), ovvero la capacità di un individuo di sentirsi parte di una comunità che condivide protocolli linguistici e comunicativi (nel senso più ampio del termine).

    Tutti, come dice the machine, si sentono "colti" od incompresi.

    Chi è più colto di chi, allora?
    Lonely roses slowly wither and die

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      #47
      Originariamente Scritto da naoto Visualizza Messaggio
      Discorso interessante ma che, a mio avviso, manca il punto.

      Sembra che la cultura sia una sorta di predisposizione "elitaria" emergente da una capacità proto-razionale di formulare "teorie" a partire da situazioni, eventi e "fatti" eterogenei.

      Cosa sia evolutivamente la cultura è un bel problema ma, mi sembra un po' riduttivo lasciare da parte la componente emotiva ed umorale della cultura (se proprio di fondazione evolutiva si tratta), ovvero la capacità di un individuo di sentirsi parte di una comunità che condivide protocolli linguistici e comunicativi (nel senso più ampio del termine).

      Tutti, come dice the machine, si sentono "colti" od incompresi.

      Chi è più colto di chi, allora?
      A me sembra che il discorso di Bob invece fili eccome.

      Ossia, benché tra persone "di cultura" è palese che possano esserci differenze enormi (sia qualitative che quantitative), non mi sembra che tutti sentano "colti" ed incompresi. C'è una maggioranza assurda di persone che il problema esposto da Bob non se lo pone neanche nei giorni più illuminati della propria vita.

      Badando bene che appunto parlo di come l'ha messa giù Bob, non di un semplice -gli altri non mi capiscono-.
      Always the beautiful answer who asks a more beautiful question

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        #48
        Originariamente Scritto da naoto Visualizza Messaggio
        Tutti, come dice the machine, si sentono "colti" od incompresi.

        Chi è più colto di chi, allora?
        Secondo te io sono più colto o più incompreso?

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          #49
          Originariamente Scritto da 600 Visualizza Messaggio
          A me sembra che il discorso di Bob invece fili eccome.

          Ossia, benché tra persone "di cultura" è palese che possano esserci differenze enormi (sia qualitative che quantitative), non mi sembra che tutti sentano "colti" ed incompresi. C'è una maggioranza assurda di persone che il problema esposto da Bob non se lo pone neanche nei giorni più illuminati della propria vita.

          Badando bene che appunto parlo di come l'ha messa giù Bob, non di un semplice -gli altri non mi capiscono-.
          Ma cosa significa, però, "porsi dei problemi"? Bob ha impostato il discorso su una base che ammicca ad un'intuizione di cultura come valore aggiunto di adattività in un ambiente. Paradossalmente, però, questo migliore adattamento potrebbe essere causa di emarginazione ed incomunicabilità...

          Alla fine, allora, di cosa si parla?

          Non credo che la "cultura" sia acquisibile come corpus di conoscenze e misurabile come elemento di distinzione individuale.

          Piuttosto credo sarebbe più opportuno indagarla come capacità di assorbimento ed elaborazione delle sollecitazioni di un ambiente; ovvero affinamento di strumenti linguistico-argomentativi ed emotivi propri di una comunità.

          Ma qui, chiaramento, trascendo.

          Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
          Secondo te io sono più colto o più incompreso?
          Più incompreso, che diamine, altrimenti saresti in vetta alle classifiche davanti ad Eco.
          Lonely roses slowly wither and die

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            #50
            Originariamente Scritto da naoto Visualizza Messaggio
            Ma cosa significa, però, "porsi dei problemi"? Bob ha impostato il discorso su una base che ammicca ad un'intuizione di cultura come valore aggiunto di adattività in un ambiente. Paradossalmente, però, questo migliore adattamento potrebbe essere causa di emarginazione ed incomunicabilità...

            Alla fine, allora, di cosa si parla?

            Non credo che la "cultura" sia acquisibile come corpus di conoscenze e misurabile come elemento di distinzione individuale.

            Piuttosto credo sarebbe più opportuno indagarla come capacità di assorbimento ed elaborazione delle sollecitazioni di un ambiente; ovvero affinamento di strumenti linguistico-argomentativi ed emotivi propri di una comunità.

            Ma qui, chiaramento, trascendo.
            Se anche la cultura fosse quello che scrivi non è certamente vero che la "comunità" di un individuo debba essere una soltanto. Una persona nella sua vita ha la possibilità (ma diciamo pure l'obbligo) di spender tempo in diversi ambienti sociali.E proprio a questa diversificazione che ovviamente si forma l'individuo ma è anche il motivo per cui, presumo, questa sorta di "alienazione" di cui parlava bob si fa più sentire ora che magari 100 fa nelle società contadine dove la cultura individuale era davvero solo questione di "adattarsi meglio".
            Always the beautiful answer who asks a more beautiful question

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              #51
              Io ho sempre considerato la cultura come un insieme di conoscenze, di nozioni oggettive. La capacità di fare associazioni, creare collegamenti e rielaborare in modo originale dovrebbe rientrare nell'intelligenza. Non so se concordate.

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                #52
                Fatto sta che su BW sembra che ci siano i massimi esperti di ogni argomento.. e dato che i palestrati sono umanamente considerati la feccia della società e che generalmente le donne si considerano più furbe degli uomini, mi domando quali geni si nascondano su girlpower
                Alvaro si è messo a piangere.... niente firma quindi!

                Originariamente Scritto da Steel77
                però quando la moderazione ti fa comodo segnali come un pazzo eh? vergognati, buffone.

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                  #53
                  Originariamente Scritto da Socio Visualizza Messaggio
                  Fatto sta che su BW sembra che ci siano i massimi esperti di ogni argomento.. e dato che i palestrati sono umanamente considerati la feccia della società e che generalmente le donne si considerano più furbe degli uomini, mi domando quali geni si nascondano su girlpower


                  ---------- Post added at 13:09:57 ---------- Previous post was at 13:08:59 ----------

                  Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
                  Io ho sempre considerato la cultura come un insieme di conoscenze, di nozioni oggettive. La capacità di fare associazioni, creare collegamenti e rielaborare in modo originale dovrebbe rientrare nell'intelligenza. Non so se concordate.
                  cultura secondo me è anche sinonimo di umanità, intesa in senso di compassione (patire insieme), rispetto e generosità...

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                    #54
                    Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
                    Ora non voglio azzardare percentuali esatte, ma son convinto che se si facesse un sondaggio su quanti si riconoscono nelle sensazioni descritte da Bob la maggior parte darebbe risposta affermativa. Tutti si sentono in buona parte incompresi e in genere per giustificare o elaborare questa difficoltà pongono l'attenzione sulle carenze altrui piuttosto che sulle proprie.
                    Sentirsi "speciali" non è una correlazione esclusiva della cultura. Ognuno, come correttamente rilevi, si sente unico e, talvolta, incompreso. Spesso non è perché si senta "colto". La fanciulla che crede che gli altri non condividano la purezza delle sue passioni, o il suo bisogno di essere libera ("perché i miei non capiscono che ho bisogno di stare in giro con i miei amici fino a notte fonda per sentirmi viva?") di solito non si sente incompresa sulla base di una propria supposta cultura.
                    Insomma, non è che chi si sente incompreso automaticamente provi questo sentimento perché è colto. Come dice Billy Crystal in "Harry ti presento Sally", tutti sono convinti di avere buon gusto, ma è matematicamente impossibile che tutti ne abbiano. Semplicemente, la differenza di schemi spiega perché le persone "colte" spesso si scaglino con tanta veemenza contro simboli che, a torto o a ragione, rappresentano l'ignoranza. E' una tua inferenza personale, che io abbia scritto che ci sia una correlazione univoca tra sentimento di non essere compresi e cultura.

                    Originariamente Scritto da naoto Visualizza Messaggio
                    Discorso interessante ma che, a mio avviso, manca il punto.

                    Sembra che la cultura sia una sorta di predisposizione "elitaria" emergente da una capacità proto-razionale di formulare "teorie" a partire da situazioni, eventi e "fatti" eterogenei.

                    Cosa sia evolutivamente la cultura è un bel problema ma, mi sembra un po' riduttivo lasciare da parte la componente emotiva ed umorale della cultura (se proprio di fondazione evolutiva si tratta), ovvero la capacità di un individuo di sentirsi parte di una comunità che condivide protocolli linguistici e comunicativi (nel senso più ampio del termine).

                    Tutti, come dice the machine, si sentono "colti" od incompresi.

                    Chi è più colto di chi, allora?
                    Non intendevo dare una definizione tout court di cultura. Ho cercato di discriminare tra la cultura in senso antropologico e il senso di cultura personale, perché mi pare che il topic si riferisca alla seconda. Ovvero, più agli elementi funzionali e motivazionali della mente che non alla cultura come somma delle informazioni potenzialmente condivise dai membri della nostra specie.
                    Originariamente Scritto da Sean
                    Bob è pure un fervente cattolico.
                    E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

                    Alice - How long is forever?
                    White Rabbit - Sometimes, just one second.

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                      #55
                      Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
                      Sentirsi "speciali" non è una correlazione esclusiva della cultura. Ognuno, come correttamente rilevi, si sente unico e, talvolta, incompreso. Spesso non è perché si senta "colto". La fanciulla che crede che gli altri non condividano la purezza delle sue passioni, o il suo bisogno di essere libera ("perché i miei non capiscono che ho bisogno di stare in giro con i miei amici fino a notte fonda per sentirmi viva?") di solito non si sente incompresa sulla base di una propria supposta cultura.
                      Insomma, non è che chi si sente incompreso automaticamente provi questo sentimento perché è colto. Come dice Billy Crystal in "Harry ti presento Sally", tutti sono convinti di avere buon gusto, ma è matematicamente impossibile che tutti ne abbiano. Semplicemente, la differenza di schemi spiega perché le persone "colte" spesso si scaglino con tanta veemenza contro simboli che, a torto o a ragione, rappresentano l'ignoranza. E' una tua inferenza personale, che io abbia scritto che ci sia una correlazione univoca tra sentimento di non essere compresi e cultura.


                      Si, ma il suggerimento resta valido "analizzare le proprie carenze piuttosto che concentrarsi esclusivamente su quelle altrui". Questo perchè in genere le sensazioni da te descritte sono portate avanti da chi, seppur colto, ignora la complessità e le sfaccettature delle altre persone. Più che alla cultura andrebbero associate ad un deficit di empatia e capacità di relazionarsi col prossimo.

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                        #56
                        Originariamente Scritto da Socio Visualizza Messaggio
                        Fatto sta che su BW sembra che ci siano i massimi esperti di ogni argomento.. e dato che i palestrati sono umanamente considerati la feccia della società e che generalmente le donne si considerano più furbe degli uomini, mi domando quali geni si nascondano su girlpower
                        In realtà la metà dei membri di girl power sono fake di bw risalenti alle varie invasioni

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                          #57
                          Mah forse perchè è vero? Io sinceramente non ricordo a scuola di gente che allagava le scuole perchè non aveva studiato, di gente che insultava i professori, oppure di famiglie in cui due o tre matrimoni erano la norma e di conseguenza le famiglie si allargavano ( alle superiori i figli di separati li contavi sulle dita) , o peggio di famiglie in cui l'omicidio dei figli era diffuso come bere un bicchier d'acqua. Non ricordo parolacce e bestemmie in diretta TV (Benigni per aver detto il Woitilaccio riferendosi al Pontefice fu sbattuto fuori di peso dal teatro Ariston di Sanremo) non ricordo trasmissioni tipo reality ( il varietà era solo il sabato sera) . C'era rispetto e c'era consapevolezza dei limiti in tutti anche in chi proveniva da ambienti difficili. Un ladro di corviale che conosco da bambino ha detto che prima anche nel crimine c'era un etica. oggi si ammazza per 100 lire. E non solo gli stranieri a cui si addebbita ogni male ma anche il gratta del tufello oggi ammazza per 50 euro. E poi nonostante non ci fosse Internet e la storia e la geografia si studiassero con le figurine panini , ne sapevamo molto più dei ventenni. Si mettevano i soldi da parte per viaggiare e si partiva dormendo in treno e non con i low cost.La musica era con la M maiuscola e non rumore generato da un computer... Si giocava con degli amici veri e non con Tekken o il Nintendo wii. Al massimo facevi una partita con il commodore 64 ma poi uscivi inforcavi la tua bici e ti rompevi le gambe a calcio con il super tele e una porta fatta con due giacchetti. La vita era vera e non sapeva di meschinità come oggi. Certo voi ventenni di oggi mi fate pena...vi hanno rubato l'innocenza e la gioia di scoprire le cose piano paino. Oggi bruciate le tappe e il massimo del divertimento e sballarvi e poi schiantarvi con la smart regalata dal papi che pur di non sentirvi vi mette in mano cento euro. Certo sto generalizzando ma per uno che se ne salva cento corrispondono a tale descrizione.
                          Poi dare addosso all'Italia. Ma voi lis entite i discorsi delle ragazze italiane? Andare all'ape poi all'uni con la macchina del papi e le vacanze a formentera. E il tattoo me lo faccio sulla spalla oppure sulla f... ?

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