Originariamente Scritto da thetongue
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non sentirsi pronti ad avere figli...
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Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggiosì la barriera linquistica è da infrangere subito, anche se secondo me negli anni della vera formazione (tarde elementari e media) sarebbe bene spingere l'acceleratore più su una lingua che su un'altra, perché tutti gli amici bilingue che ho, anche cresciuti in italia, hanno un vocabolario povero dappertutto.
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Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggiobeh, non sono delle menti particolarmente brillanti allora. onestamente ti assicuro che io ho un vocabolario inglese piu' vasto di un lingua madre medio
tutti gli amici che hanno fatto scuole inglesi o francesi in italia, hanno un vasto vocabolario in quelle lingue ed uno poverissimo in italiano, nonostante siano madrelingua italiana e vivano da sempre in italia, perché una volta usciti dalla scuola con gli amici oltre che le solite quattro volgarità non hanno detto. ed è anche piuttosto normale perché erano bambini/adolescenti.
la priorità la dai principalmente con la scelta della lingua di studio, secondo me. salvo casi di soggetti davvero interessati alla materia che allora approfondiscono da soli, ma è una cosa che sorge mediamente in tarda adolescenza, se sorge, quando il grosso dell'influenza sul figlio è già fatto.
e poi magari ti capita un figlio come adzca, che cavolo fai? questa è la mia paura più grande, dopo le malattie genetiche o gli handicap in genere.Last edited by PrinceRiky; 11-12-2010, 01:11:44.
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Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggioeh ma neanche il linguamadre medio è una mente particolarmente brillante. ti ho detto un'altra cosa il vocabolario lo maturi negli anni, però c'è un momento in cui secondo me al bambino è bene dare un'impronta più significativa dal punto di vista linguistico. questa cosa è connessa anche al modo di ragionare. poi nel tempo, in base all'uso, adatterà la situazione.
tutti gli amici che hanno fatto scuole inglesi o francesi in italia, hanno un vasto vocabolario in quelle lingue ed uno poverissimo in italiano, nonostante siano madrelingua italiana e vivano da sempre in italia, perché una volta usciti dalla scuola con gli amici oltre che le solite quattro volgarità non hanno detto. ed è anche piuttosto normale perché erano bambini/adolescenti.
la priorità la dai principalmente con la scelta della lingua di studio, secondo me. salvo casi di soggetti davvero interessati alla materia che allora approfondiscono da soli, ma è una cosa che sorge mediamente in tarda adolescenza, se sorge, quando il grosso dell'influenza sul figlio è già fatto.
e poi magari ti capita un figlio come adzca, che cavolo fai? questa è la mia paura più grande, dopo le malattie genetiche o gli handicap in genere.
detto questo, dipende dall'impegno personale: io ho dei conoscenti che, dopo anni spesi in terra inglese, son ancora dei mezzi pirla linguisticamente. io, sempre senza falsa modestia, ora leggo scorrevolmente libri di teologia in inglese. testi che digerirebbero davvero pochi lingua madre
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Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggiola lingua piu' articolata sara' quella parlata al di fuori del limitato contesto casalingo.
detto questo, dipende dall'impegno personale: io ho dei conoscenti che, dopo anni spesi in terra inglese, son ancora dei mezzi pirla linguisticamente. io, sempre senza falsa modestia, ora leggo scorrevolmente libri di teologia in inglese. testi che digerirebbero davvero pochi lingua madre
in casa puoi ottenere tanto, soprattutto nel "farsi l'orecchio" però il vocabolario risulterà comunque limitato, sia perché si usa un vocabolario parlato ridotto (anche nei migliori casi e per forza di cose) e poi perché interloquire con pochi soggetti non amplifica l'effetto. tutto questo per dire, ottima la doppia lingua in casa, però non basta e comunque, per esempio, io farei studiare mio figlio in italiano ora come ora e se vivessi in italia. poi magari lo costringerei e traumatizzerei con lezioni d'inglese tenute da vecchie governanti facendolo diventare gay.
preferirei che mio figlio a 17 anni avesse un vocabolario decisamente sopra la media in italiano e un vocabolario inglese che gli consentisse di parlare fluentemente senza arrivare al livello di madrelingua, piuttosto che due lingue per metà.
sarà che avrò avuto gli esempi sbagliati (numerosi purtroppo), ma ho trovato davvero imbarazzante conversare con certi ragazzi madrelingua italiana e di buona famiglia che ogni tanto ti chiedevano il significato delle parole (quando andava bene).
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Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggionotate come i non padri sono molto piu' moderati, in questo 3d: son possibilisti e ammettono vi siano pro e contro in diverse situazioni. invece, molti fra i padri sclerano, offendono, si mettono sulla difesiva......sempre segno che qualcosa punge dentro, e si vuol esser certi di ipnotizzare se stessi per non barcollare
Io trovo molto più difensive e prive di senso le posizioni di chi (senza prole) a spada tratta difende la posizione del "senza prole". Ritorno con un esempio molto banale, i genitori ci dicevano quando eravamo piccoli : "Prima di dire che non ti piace, mangialo"
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Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggionotate come i non padri sono molto piu' moderati, in questo 3d: son possibilisti e ammettono vi siano pro e contro in diverse situazioni. invece, molti fra i padri sclerano, offendono, si mettono sulla difesiva......sempre segno che qualcosa punge dentro, e si vuol esser certi di ipnotizzare se stessi per non barcollare
È solo perchè la loro scelta è irreversibile e quindi devono impiegare tutte le loro forze per dimostrare (e soprattutto dimostrarsi) che è quella giusta oppure c'è dell'altro?
Tutti i padri che ho conosciuto si riferiscono alla paternità come la gioia più grande della vita. Ci sarà quindi qualcos'altro che “noi” senza prole non possiamo provare?
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un figlio è una rivoluzione della tua vita, delle tue abitudini, delle tue priorità.... è la tua vita che cambia, che trova la sua vera essenza... non credo sia possibile descrivere le emozioni che ti regala un figlio, i sentimenti che ti fa provare solo con piccole cose, con i suoi piccoli e grandi gesti, un sorriso, la sua prima parola, una lacrima, una carezza, un abbraccio, tenarla sul petto e vederla addormentarsi.....
Prima di avere la mia bimba (che ora ha 7 mesi) non mi sarei mai reputato in grado di fare il padre, paure, senso di incapacità, non volontà di modificare il mio modo abituale di vivere... oggi non mi reputerei più in grado di vivere senza di lei...... Mi ha azzerato il tempo libero (o meglio, te lo azzeri da solo, perchè diventa la tua priorità...), ha modificato le mie abitudini, i miei ritmi.... però è ciò che di più bello mi potesse accadere.
Su 9 mesi di gravidanza di mia moglie, per i primi 4 mia figlia non doveva esserci, più di un medico ( e non vivo in Congo, abito vicino a Milano dove cliniche ed ospedali sono parecchio famosi e d'elite) prospettò il raschiamento come obbligatorio a causa di una diagnosi tumorale.......... un calvario..... poi quello che considero un miracolo, sulla soglia della sala operatoria tutto è cambiato per una casualità, per uno scrupolo di un medico, per un suo pensiero con cui ha creduto di dover aspettare ancora un ulteriore ed ultimo controllo......... ed oggi ho appena messo nel lettino la mia bimba.
E' difficile spiegare come una creatura di mezzo metro diventi tanto importante, ma è così..... la vita viene valutata con un metro d'importanza e di priorità differente da quando un figlio non lo hai....
certo, i sacrifici sono molti, le spese aumentano, le "rinunce" si moltiplicano..... ma nulla di tutto questo mi farebbe pensare, anche solo per un secondo, che la mia vita prima di lei era in un qualsivoglia modo migliore o più bella o più appagante...
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza MessaggioProvo a spiegarlo, ma non so se rende l'idea.... avete presente quando siete innamorati di una persona? E' la stessa cosa solo che siete innamorati di una persona che non vi lascerà mai, che è innamorata di voi, che è simile a voi, che è parte di voi. Non sentite il bisogno di dargli tutto?sigpic Un lungo cammino inizia sempre da un piccolo passo
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Originariamente Scritto da sturmas Visualizza Messaggio
sai cosa credo che possa essere? il vedere negli occhi di tuo figlio o di tua figlia quella luce di fiducia, quello sguardo di chi dipende in tutto e per tutto da te. sei il suo riferimento, la nutri, la ami, la sgridi, la coccoli, la cresci. E' in te che affida in maniera incondizionata la sua vita..... ed è la prima persona che lo fa. In te ripone fiducia, stima, ammirazione, apprendimento. In te cerca affetto, amore.... E' il sentire l'importanza di questa sua dipendenza che fa scattare la morbosità di questo strano sentimento che un padre può provare...
Poi se è un super-silverback potrà tornare sulla sua strada, da solo, spavaldo con il sole in faccia ed il vento tra i capelli, ma... dubito.
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza MessaggioOttimo, purtroppo sono convinto che chi non ha figli ora sta leggendo e dirà : "BHO!" Gli auguro con tutto il cuore che un giorno possa provare anche lui questa cosa.
Poi se è un super-silverback potrà tornare sulla sua strada, da solo, spavaldo con il sole in faccia ed il vento tra i capelli, ma... dubito.
c'è da ammettere però che è difficile da comprendere sino a che non lo provi. Sono quelle "emozioni" che se non conosci fai fatica anche a capire... per me era lo stesso...sigpic Un lungo cammino inizia sempre da un piccolo passo
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza MessaggioO forse fa semplicemente stizzire il fatto che chi non idea di cosa significhi avere un figlio vuole dare delle risposte. Sembriamo dei bimbi di 3° elementare che dicono "Ah no, io la ragazza non me la farei mai, preferisco rimanere libero". Ma come......?!?! Se non l'hai mai neppure avuta una ragazza, come fai a dire che non ti piace? Prima prova e poi mi dici!
Io trovo molto più difensive e prive di senso le posizioni di chi (senza prole) a spada tratta difende la posizione del "senza prole". Ritorno con un esempio molto banale, i genitori ci dicevano quando eravamo piccoli : "Prima di dire che non ti piace, mangialo"
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Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggioma ho mai detto che e' "mejo" non esser padre? ho detto che vi e' un tempo per tutto. se resti "incinto" troppo presto o accade troppo tardi, sono situazioni non ottimali. chi ha sul groppone un bambino troppo presto, o chi non resta senza averne uno fino a tardi, ti sciorineranno tutta na serie di teorie per tirare l'acqua al proprio mulino (perche' e' umano, perche' ognuno deve farlo per sentirsi meglio)
PS (non faccio ironia su di te, parlo in generale, tu di donne ne hai anche troppe)
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Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggioma ho mai detto che e' "mejo" non esser padre? ho detto che vi e' un tempo per tutto. se resti "incinto" troppo presto o accade troppo tardi, sono situazioni non ottimali. chi ha sul groppone un bambino troppo presto, o chi non resta senza averne uno fino a tardi, ti sciorineranno tutta na serie di teorie per tirare l'acqua al proprio mulino (perche' e' umano, perche' ognuno deve farlo per sentirsi meglio)
ma non si tratta di tirar acqua ad alcun mulino... io parto dal presupposto che se intraprendo un discorso "serio" o comunque attinente un argomento importante mi approccio alla discussione con serietà, tirando l'acqua al mulino solo se realmente ritengo sia da tirare. Ovvio che chi di figli non ne ha non può avere un termne di paragone pre-post, quindi il suo raffronto sarà tra la sua vita attuale e le ovvie e legittime paure che il pensiero di un figlio fa insorgere.... e qui l'acqua necessariamente può protendere per la prima.....
Come in tutte le cose quindi, credo che il termine di paragone lo possa fare chi ha vissuto tutto ciò di cui si discute, mancando un elemento (in questo caso il figlio) è ovvio che il raffronto sarà tra il vissuto e l'immaginario (fatto quindi di paure ed incertezze)...sigpic Un lungo cammino inizia sempre da un piccolo passo
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