Questa sera dovrebbero essere resi pubblici i documenti in possesso di Wikileaks, che paiono destinati a far rumore nelle varie cancellerie coinvolte:
Staremo a vedere.
Wikileaks, attesa per i documenti Usa
Gli attesissismi rapporti riservati della diplomazia statunitense ottenuti da Wikileaks saranno pubblicati domenica alle 22.30 dal New York Times, da El Pais, da Le Monde e dal settimanale tedesco Der Spiegel. Un fiume di documenti, telegrammi ed e-mail scambiati tra gli Usa e le diplomazie del mondo. Fonti vicine a Wikileaks ne hanno peraltro ridimensionato la portata: si tratterebbe di 260mila documenti, nessuno dei quali classificato come "top secret". La metà sarebbe senza livello di segretezza, il 40,5% "confidenziali", circa 15.652 quelli "segreti", e solo il 5% riguarderebbe l'Europa. Il resto soprattutto Medio Oriente e Asia. Ma il Dipartimento di Stato Usa non esclude che dalla loro pubblicazione possano derivare «tensioni nelle relazioni diplomatiche». «Ci prepariamo allo scenario peggiore» ha ammesso il portavoce Philip Crowley, confermando che gli Usa da giorni sono al lavoro per avvisare direttamente i diversi Paesi con cui sono in contatto. Il capo degli Stati Maggiori delle Forze armate, Mike Mullen, in un'intervista alla Cnn ha rivolto un appello ai responsabili del sito chiedendo che si astengano da un'iniziativa «molto, molto pericolosa».
Staremo a vedere.
Wikileaks, attesa per i documenti Usa
Gli attesissismi rapporti riservati della diplomazia statunitense ottenuti da Wikileaks saranno pubblicati domenica alle 22.30 dal New York Times, da El Pais, da Le Monde e dal settimanale tedesco Der Spiegel. Un fiume di documenti, telegrammi ed e-mail scambiati tra gli Usa e le diplomazie del mondo. Fonti vicine a Wikileaks ne hanno peraltro ridimensionato la portata: si tratterebbe di 260mila documenti, nessuno dei quali classificato come "top secret". La metà sarebbe senza livello di segretezza, il 40,5% "confidenziali", circa 15.652 quelli "segreti", e solo il 5% riguarderebbe l'Europa. Il resto soprattutto Medio Oriente e Asia. Ma il Dipartimento di Stato Usa non esclude che dalla loro pubblicazione possano derivare «tensioni nelle relazioni diplomatiche». «Ci prepariamo allo scenario peggiore» ha ammesso il portavoce Philip Crowley, confermando che gli Usa da giorni sono al lavoro per avvisare direttamente i diversi Paesi con cui sono in contatto. Il capo degli Stati Maggiori delle Forze armate, Mike Mullen, in un'intervista alla Cnn ha rivolto un appello ai responsabili del sito chiedendo che si astengano da un'iniziativa «molto, molto pericolosa».
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