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Per chi ha tempo qua c'è la legge in questione, da una prima occhiata più che censura (nel senso scelta di contenuti) pare trattarsi di sicurezza amministrativa, qualcosa per proteggere meglio le informazioni riservate, anche se è impopolare dirlo in questi giorni è legittimo che ogni stato gestisca questi argomenti come meglio crede.
Se qualcuno ha più tempo di me può comunque leggersela con calma.
Forse dovrei ridere io visto che
1) la legge non è stata nemmeno promossa e
2) è un testo di 200 pagine quindi non credo tu sappia di cosa stia parlando, dato che lo avrai letto da qualche fonte di terza mano, come tutti del resto
nemmeno la legge italiana è stata promossa se non sulla carta,come quella usa..il problema è che io non giustifico la censura italiana, mentre tu e dan giustificate quella usa..come dire ..gli usa possono,loro sono buoni e democratici....per carità
nemmeno la legge italiana è stata promossa ne non sulla carta,come quella usa..il problema è che io non giustifico la censura italiana, mentre tu e dan giustificate quella usa..come dire ..gli usa possono,loro sono buoni e democratici....per carità
Io non giustifico nulla, leggiti la legge e domandati come mai non è stata promossa, visto che a prima vista sarebbe calzata a pennello sui fatti di questi giorni. Fermo restando che se domani scoppiasse un casino vero (non wikileaks che più passa il tempo più mi sembra qualcosa di non così pericoloso, solo di scomodo) l'ultimo dei miei problemi sarebbe internet.
Io non giustifico nulla, leggiti la legge e domandati come mai non è stata promossa, visto che a prima vista sarebbe calzata a pennello sui fatti di questi giorni. Fermo restando che se domani scoppiasse un casino vero (non wikileaks che più passa il tempo più mi sembra qualcosa di non così pericoloso, solo di scomodo) l'ultimo dei miei problemi sarebbe internet.
non direi visto che la guerra del futuro sarà quella telematica
nemmeno la legge italiana è stata promossa se non sulla carta,come quella usa..il problema è che io non giustifico la censura italiana, mentre tu e dan giustificate quella usa..come dire ..gli usa possono,loro sono buoni e democratici....per carità
Nessuno giustifica niente perchè la legge non è stata promossa, non c'è traccia del bottone per spegnere internet ( e se fossi davvero complottista potresti pensare a un complotto dei motori di ricerca, visto che ormai muovono più soldi di metà degli stati del mondo) e soprattutto io difendo le misure di emergenza in ogni caso, da qualunque stato siano promosse, a meno che non siano porcherie in stile Guantanamo
Ah un altra differenza è che sicuramente la legge romani passerà viste le condizioni in cui è messo il nostro parlamento...che poi la corte costituzionale la spazzerà via è un altro discorso
non direi visto che la guerra del futuro sarà quella telematica
Infatti in casi estremi questo tipo di controllo è ammissibile tanto quello delle armi tradizionali (che telematiche o no sparano o esplodono sempre), certo che se poi vengono a censurarmi Ikuape su bw non sono più d'accordo.
Poi sarò all'antica, ma ad esempio mi preoccuperebbe di più che domani il denaro non valesse nulla (a seguito di una vera crisi economica o di una guerra su larga scala) piuttosto che l'assenza della rete.
Per chi pensava che Assange fosse al soldo di Putin
(ANSA) - ROMA - La giornalista investigativa russa Anna Politkovskaia subi' 'frequenti minacce',anche 'di morte', dalle forze speciali russe e dall'entourage del premier ceceno Ramzan Kadyrov. A scriverlo e' l'ambasciatore Usa a Mosca William Burns in un cablo del 9/10 2006 -anticipato dall'edizione online del Guardian-, inviato quindi 2 giorni dopo che la Politkovskaia fu trovata morta. L'ambasciata -si legge sul cablo- ha espresso la forte preoccupazione degli Usa sul caso al viceministro degli Esteri.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Si preparano a fotterlo. Con una tesi ridicola e delle prove che in un qualunque tribunale farebbero ridere i polli. Ma questo non impedirà al paese che stabilisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per tutti, in tutto il mondo, di andare avanti
Gli Usa: "Assange è un cospiratore
adesso abbiamo le prove"
Con Julian Assange libero su cauzione in Gran Bretagna e la Svezia impegnata a ottenerne l’estradizione, il ministero della Giustizia statunitense lavora a pieno ritmo all’incriminazione del fondatore di Wikileaks, ipotizzando a suo carico il reato di «cospirazione a fini spionistici».
A rivelare quanto sta avvenendo è la pubblicazione di stralci di documenti dell’indagine sul magazine «Wired», insieme ad alcune indiscrezioni riportate dal «New York Times». Ne emerge un castello accusatorio imperniato sulla testimonianza di Adrian Lamo, l’ex hacker cui il soldato Bradley Manning rivelò di essere la fonte della fuga di documenti segreti americani verso Wikileaks. Lamo è un personaggio chiave perché è stato lui a consegnare alla giustizia Manning, detenuto dalla scorsa primavera in un carcere militare in Virginia e considerato a tutt’oggi l’unica fonte di tutti i documenti - militari e diplomatici - resi pubblici da Wikileaks.
Il punto è che Lamo e Manning si scambiarono messaggi digitali in una chat su Internet e il soldato si espresse in maniera tale da far intendere uno stretto coordinamento con Assange. In particolare Manning avrebbe spiegato all’ex hacker di essere stato in contatto con Assange prima di scaricare dalla rete militare i documenti del Pentagono e del Dipartimento di Stato, inviando in Islanda un «campione» di documenti per stabilire il contatto con Wikileaks. E sarebbe stato poi Assange a inviargli dettagliate istruzioni per consentirgli di caricare i documenti su un sito Internet collegato a Wikileaks, creato per proteggere gli informatori anonimi. «Wired» ha pubblicato alcuni estratti delle conversazioni fra Manning e Lamo ma non quelle inerenti Assange che comunque, secondo il «New York Times», sarebbero dettagliate al punto da consentire alla task force di investigatori federali di sostenere la presenza di una «cospirazione» fra Wikileaks e il soldato.
Si tratta di un tassello giuridico di primaria importanza per arrivare a elaborare un’accusa che accomuna Assange e Manning in un’operazione di «spionaggio ai danni degli Stati Uniti» con danni alla «sicurezza nazionale» sulla base dell’«Espionage Act» del 1917 e del «Computer Fraud and Abuse Act» del 1986.
Fino a questo momento infatti la difesa legale di Assange dall’accusa di spionaggio consiste nel sostenere di essere stato solo un «utente passivo» di Manning, limitandosi a ricevere quanto il soldato aveva deciso in solitudine di rubare al governo federale. È tale nodo giuridico che finora ha impedito al Dipartimento di Giustizia di emettere un mandato di cattura nei confronti del fondatore di Wikileaks ma l’esistenza di prove concrete sul «complotto» consentirebbero di scioglierlo.
Prima che il ministero guidato da Eric Holder possa intervenire nel braccio di ferro fra i giudici di Londra e Stoccolma, restano da definire alcuni dettagli non secondari: innanzitutto la solidità legale di una conversazione attraverso una chat di Internet e in secondo luogo l’accettabilità da parte di un tribunale delle dichiarazioni di Manning, detenuto in isolamento, senza ancora un avvocato e, a quanto finora trapelato, ignaro delle accuse formulate contro di lui.
Le modalità della detenzione di Manning ricordano quelle dei prigionieri di Guantanamo e, sebbene si tratti di un soldato soggetto alla giustizia militare, potrebbero sollevare obiezioni in sede di dibattimento.
La tesi di Daniel Richman, giurista della Columbia University di New York, è che la scelta di Holder di puntare sul reato della «cospirazione» a monte della fuga di notizie piuttosto che su quello della loro pubblicazione abbia come obiettivo di limitare l’azione legale alla persona di Assange, evitando di coinvolgere i giornali che ne hanno divulgato il materiale.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Spregevole quanto vuoi, ma non credo abbia basi giuridiche poco solide
Si può simpatizzare per Assange, ma quello che ha fatto come minimo è in una zona grigia tra legale e illegale
Per l'Austrialia non esiste alcuna zona grigia, invece: il suo governo ha detto a chiare lettere (dopo una inchiesta) che Assange non ha violato alcuna legge. Gli USA vogliono la sua testa, credo sia chiaro anche ai ciechi. E la vogliono a qualunque costo. Vediamo se la giustizia inglese (povero Assange, ma proprio in Inghilterra dove andare a rifugiarsi?) è d'accordo.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
La posizione del governo australiano è politica - come quella degli usa - ma dire che la vicenda non configura un reato in molteplici aspetti è insostenibile
Spregevole quanto vuoi, ma non credo abbia basi giuridiche poco solide
Si può simpatizzare per Assange, ma quello che ha fatto come minimo è in una zona grigia tra legale e illegale
Si evince dallo stesso articolo che le basi siano poco solide. Dall'utilizzo di messaggi in chat come prove, alla testimonianza di un uomo in isolamento e senza avvocato. E' palese che se ne fregheranno del diritto e cercheranno di incastrarlo in ogni caso.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Scusa, Barone, facciamo un attimo il punto. A me pare che Wikileaks abbia soltanto diffuso del materiale precedentemente piratato (diciamo così) da altri, le famose "fonti segrete", e dunque non ha operato in prima persona alcun reato, a meno di non considerare reato la diffusione del materiale informativo. In questo senso, allora, dovrebbero subire la stessa sorte tutti quei quotidiani che hanno reso noto lo stesso identico materiale (vedi NYT; El Pais; The Guardian etc...), e che anzi hanno bruciato sul tempo lo stesso sito di Assange, divulgando i cablo per primi con un'ora di anticipo sui tempi. Da una parte c'è "l'interesse giornalistico" - come si sono affrettati a far notare, con vari editoriali, tutti i direttori delle testate citate - e dall'altra il "reato"? Assange ha dato in pasto all'opinione pubblica una notizia, uno scoop: la cosa non riguarda lui, sotto al profilo penale, o, diversamente, riguarda tutti, a cominciare dalla libertà di informare e di utilizzare anche notizie che non possono piacere ai governi. Non mi pare che Bernstein e Woodward, ai tempi del Watergate, finirono in galera. Neppure la loro "gola profonda" (colui che passò i dossier incriminanti) ci finì:
Obama peggio di Nixon?
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Ma, io direi di aspettare il processo prima di dire che non ci sono prove. Se e sottolineo se un tizio in chat si vanta di essere collaboratore di assange e poi è accertato che gli fornisce le chiavi per entrare dentro i sistemi di sicurezza del governo americano, allora come minimo siamo in presenza di un indizio piuttosto rilevante. Non credo che comunque sia conveniente per gli Stati Uniti fare giustizia in modo sommario perchè sarebbe altamente controproducente dal punto di vista politico. Comunque staremo a vedere come andrà il processo
Sean, Wikileaks è un sito che incoraggia a commettere crimini, una piattaforma sicura - dal punto di vista dell' anonimato, e da quello informatico - attraverso cui s*******re notizie da parte di chi si è impegnato a proteggere il segreto che queste rappresentavano. Quindi come minimo c'è una istigazione a delinquere: i rapporti tra Manning ed Assange poi approfondiranno se c'è stata cospirazione a fini spionistici. In ogni caso dal punto strettamente giuridico mi sembra una vicenda interessante
Poi ti chiedi perchè i giornali non hanno alcuna responsabilità: potrebbe essere perchè le notizie veramente rilevanti non le hanno ricevute....e può essere anche perchè sono troppo più potenti di Assange perchè gli si possa fare qualcosa
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