Wikileaks: documenti e commenti qua.

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  • Thebestchecco
    Apro 3d mongoli e nessuno mi caga
    • Mar 2010
    • 1909
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    Ce l'America sotto a tutto.

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    • gorgone
      for a while
      • May 2008
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      • 835
      • nel cuore di chi è nel mio cuore
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      L'avvocato di Assange James D. Caitlin, ha ricostruito le basi del caso di stupro mosso in Svezia contro il suo assistito, sostenendo che l'appiglio su cui si basano le accuse sarebbe la mancanza di uso del condom durante un rapporto sessuale consensuale. Caitlin ricorda che inizialmente la Procura ritirò il mandato d'arresto per l'accusa di stupro e molestie sessuali, lo scorso agosto, perché non riscontrò alcuna prova. Ora, tre mesi dopo, le accuse ricompaiono, rilanciate da tutta la stampa internazionale. Il legale accusa: per il sistema giudiziario svedese "un rapporto sessuale consensuale iniziato con l'intenzione di mettere il preservativo, svoltosi con l'uso del preservativo, ma terminato senza, si configura come stupro".



      ---------- Post added at 18:16:23 ---------- Previous post was at 18:15:23 ----------

      Caitlin riferisce anche che le due donne si vantarono con Sms e messaggi su siti di social network delle propria conquista. E che si misero d'accordo, tramite Sms, su come avvicinare un giornale svedese, Expressen, per danneggiare al massimo Assange.
      (07 dicembre 2010) © Riproduzione riservata


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      • ma_75
        Super Moderator
        • Sep 2006
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        Come si vede accuse con fondamenta titaniche. Ma per il democratico Obama, lo zerbino Frattini e i cani da riporto a stelle e strisce va tutto bene
        In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
        ma_75@bodyweb.com

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        • ma_75
          Super Moderator
          • Sep 2006
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          Wikileaks, il giornalismo deve difendere Assange

          Io non so quale sia il reato di cui si sarebbe macchiato Julian Assange, e condivido i dubbi di molti che lo conoscono, sulle indagini riguardanti le sue peripezie sentimentali. Quello che so è che da giorni, e precisamente da quando sono cominciate le pubblicazioni di Wikileaks, mi si accampa davanti, ogni sera in Tv, la faccia di un signore che in Italia fa il ministro degli Esteri e che si agita e che dice che quell’uomo lì va catturato al più presto perché – mirabile a udirsi! – “vuol distruggere il mondo”. Non ricordo un’analoga frase usata per Bin Laden, dopo l’11 settembre 2001. Si disse che voleva distruggere l’America. Ma di abbattere il mondo, nientemeno, nessuno parlò. Quanto alla religione musulmana, i più ragionevoli seppero evitare contaminazioni, lasciando in cattiva compagnia chi sproloquiò su una civiltà inferiore (Berlusconi, 26-9-2001: “L’Occidente deve esser consapevole della superiorità della sua civiltà”). Non fosse altro perché c’è una sura del Corano (la 3: 97) che in proposito parla chiaro: Dio non si scompone davanti agli increduli, poiché “basta a se stesso e può fare a meno dei mondi”.

          Nei file di Wikileaks non c’è un granché, per la verità, ma in fondo non è quello che conta e Frattini lo sa: quel che davvero conta, e che per i governanti italiani è la calamità satanica cruciale, è la rivoluzione dei media, che Wikileaks conferma e amplifica straordinariamente. È l’assalto ai Palazzi d’Inverno, che mette spavento ai falsi troni dove siedono, spesso, falsi re. Anche nell’informazione regnava, fino a ieri, l’ordine westphaliano: ogni Stato sovrano ha la sua informazione, chiusa in recinti nazionali accuratamente separati. Invece ecco che Wikileaks parla del mondo e al mondo, apre su di esso un grande occhio indagatore, sfata re che non sono re, diplomazie che sfangano senza uscire dal fango. I cabli sono spesso insipidi perché insipidi sono i regnanti cui sono riservati. E a poco servono gli sforzi in cui s’imbarca Leslie Gelb, presidente del Council of Foreign Relations, fulminato dalla scoperta, nei dispacci, di una diplomazia Usa zoppicante forse, ma che almeno sgobba per sciogliere nodi planetari; che almeno “si dà da fare”.
          Anche questo ci si accampa davanti: un globale, trasversale partito del fare, che Assange non solo discredita ma insidia mortalmente. Deve essere il motivo per cui Hillary Clinton, senza accorgersi del ridicolo e fingendo un soccorso alla nostra stabilità finanziaria, ha deciso di prendere una sedia, di piazzarla a fianco di Berlusconi, e di proclamarlo “migliore amico dell’America”. Una difesa imbarazzante, d’altronde, perché il segretario di Stato esce assai malandata da questa storia, e averla accanto come intercessore è un vantaggio quantomeno relativo.

          Wikileaks getta infatti sulla Clinton una luce sgradevole, oscura. Fu lei a indurre molti diplomatici, che pure fanno un mestiere nobile, a indossare una veste affatto diversa: quella della spia, che avvicina subdolamente gli interlocutori (compresi i vertici dell’Onu, compreso Ban Ki-moon) per carpire numeri di carte di credito, codici di carte Frequent Flyer, magari dettagli privati da usare un giorno come pressione o ricatto. Non è sotto accusa, qui, la classica ipocrisia del linguaggio e dell’agire diplomatico: ben venga questo vizio, che nelle ambasciate è una forma di cortesia, di pacificazione del litigio. Sotto accusa è l’attività non poco vergognosa di diplomatici degradati a sicofanti. Dicono che dappertutto si fanno cose simili: non consola.

          Ma quel che i dispacci rivelano è più sostanziale: è la politica degli Stati – America in testa – e la loro frastornante impreparazione. Impreparazione all’emergere rivoluzionario della trasparenza online, iniziata molto prima che nascesse Wikileaks nel 2006: se davvero si tiene al segreto, non lo si mette in circolo come è avvenuto con i cabli, rendendoli disponibili a 3 milioni di funzionari Usa oltre che al sito del ministero della Difesa Siprnet. Si scrive top secret sui dispacci, e Wikileaks pare lo rispetti.

          È colpa della politica e non dei media se i segreti escono, rovinando ragnatele diplomatiche laboriose e mettendo a rischio le fonti degli ambasciatori. Né è colpa dei dispacci se l’intera politica occidentale risulta colma di torbide contraddizioni. Contraddizioni che Wikileaks non scopre, ma conferma: a cominciare dalle complicità nella lotta anti-terrore con paesi poco raccomandabili, tra cui Arabia Saudita e Pakistan. L’Iran appare l’avversario assoluto, scrive Stephen Kinzer sul Guardian-online, “ma che ne è di Riad, di Islamabad”? Nello stesso momento in cui re Abdullah chiede all’ambasciatore Usa di “tagliare la testa al serpente” iraniano, un altro dispaccio constata: “I donatori sauditi restano i principali finanziatori di gruppi militanti sunniti come al Qaeda”. Sono scene che potrebbero figurare nel serial mozzafiato 24: ennesime sventure dell’agente Jack Bauer, alle prese con le sinistre caligini dell’Amministrazione. È questo paese della doppiezza, l’Arabia Saudita, che Washington rifornisce di armi, sempre più smisuratamente: l’ultima vendita risale al settembre scorso e ammonta a 60 miliardi di dollari, un record mai raggiunto. Lo stesso si dica del patto con Karzai, corrotto presidente afghano, e soprattutto con Islamabad, cui Washington ha donato, a partire dall’11 settembre, ben 18 miliardi di dollari. Da tempo i servizi pachistani (Isi) sostengono i talebani sottobanco.

          Su tutte queste cose Assange getta una luce forte, strappa veli. Così come in Italia strappa veli sulle visite clandestine di Berlusconi in Russia: nessun giornalista lo segue, le Tv tanto prodighe di sue immagini non mostrano nulla o ce lo mostrano che s’aggira a Roma – boss attorniato da guardie del corpo: il filmato è un tormentone del Tg1 – mentre se ne sta nella dacia con Putin a fabbricare non si sa quale lucroso accordo energetico, indifferente alla solidarietà tra europei e al diritto degli italiani all’informazione. Il Tg1 ha perfino azzardato, giovedì, un paragone glorioso tra il premier ed Enrico Mattei. Frattini avrebbe detto, stando a Wikileaks: nulla so di questi connubi. Ma perché parla, se non sa?
          Parla perché questa è la parola d’ordine, nell’America conservatrice e nel governo italiano: criminalizzare Assange. Sarah Palin, all’unisono con Roma, chiede che il fondatore di Wikileaks sia “abbattuto come un agente antiamericano con il sangue nelle mani”. L’ex candidato presidenziale Huckabee invoca l’esecuzione capitale per tradimento. Tutto questo perché Assange, l’informatore a valanga, è una folata di aria in stanze che mancano di ossigeno. È come Beppe Grillo, quando il 22-11-2005 elencò sull’Herald Tribune i politici condannati che sono in Parlamento. È sbagliato, forse, denudare ipocrisie e segreti delle diplomazie: la guerra all’ipocrisia ha sempre qualcosa di troppo puro. Ma di qui al terrorismo, ce ne vuole. L’immagine di Assange distruttore del pianeta è la più colossale banalizzazione del male.

          Ancor peggio sarebbe infliggere 52 anni di galera a Bradley Manning, il ventitreenne analista militare accusato di aver dato a Wikileaks notizie e video sulle azioni Usa in Iraq o Afghanistan. Il bavaglio di cui si è parlato in Italia diverrebbe globale, e la condanna di Manning un crimine contro la libertà di coscienza e di parola. Sarebbe una pena non meno indecente del carcere inflitto decenni fa a Mordechai Vanunu, il tecnico nucleare israeliano che svelò al mondo, il 5 ottobre ‘86 sul Sunday Times, l’esistenza della centrale atomica di Dimona nel deserto del Negev (18 anni di carcere, di cui 11 in isolamento). Seumas Milne sul Guardian del 2 dicembre ricorda l’essenziale: mentre Manning era demonizzato, gli aviatori americani che nel 2007 uccisero quasi per gioco, in Iraq, una dozzina di civili inermi (tra cui due giornalisti della Reuters) venivano elogiati dal comando militare Usa per il loro “giudizio sensato” (sound judgement).

          Manning è un whistleblower, come dicono gli americani: una persona che dall’interno di un’organizzazione ne smaschera i misfatti. Una figura da proteggere, che serve la democrazia prima delle gerarchie. Non a caso Daniel Ellsberg, il whistleblower che permise la pubblicazione nel 1971 dei Pentagon Papers sulla disastrosa guerra in Vietnam, considera Manning “un eroe”.

          Può darsi che Assange sia un caotico; un torrente che la stampa scritta argina con intelligenza. La diplomazia riceve un colpo pericolosissimo: per migliorare dovrà imparare a tenere meglio i segreti, prima di prendersela con il direttore di Wikileaks. Ma di certo il mondo dell’informazione dovrebbe difenderlo con pubbliche iniziative, quali che siano i danni che ha procurato. Proprio perché è stata fatta questa equazione oscena fra il sangue e l’inchiostro, fra il terrore e l’informazione che sbugiarda i sovrani. Compresi i sovrani mondialmente deprezzati come Berlusconi.

          Barbara Spinelli
          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
          ma_75@bodyweb.com

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          • PrinceRiky
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            fantascienza

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            • ma_75
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              Ho il sospetto che questo arresti si rivelerà un boomerang

              Auf YouTube findest du die angesagtesten Videos und Tracks. Außerdem kannst du eigene Inhalte hochladen und mit Freunden oder gleich der ganzen Welt teilen.
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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                • In piedi tra le rovine
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                Che l'America dei "diritti" non dica nulla, che taccia, o, nelle sue parti istituzionali, che invochi la morte per quell'uomo, ci fa capire dove sia arrivato il paese delle "luminose città sulle colline"; della terra dei "liberi", dove ciascuno ha diritto alla "felicità". A scrivere bei principi siamo buoni tutti.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • Barone Bizzio
                  Bodyweb Senior
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                  A invocare la pena di morte è stata sarah palin, non gente che ha incarichi di rilievo
                  Diciamo che la parte di America "buona", quella non repubblicana, non ha fatto ancora uscite indecenti

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                  • PrinceRiky
                    Bodyweb Senior
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                    Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                    A invocare la pena di morte è stata sarah palin, non gente che ha incarichi di rilievo
                    Diciamo che la parte di America "buona", quella non repubblicana, non ha fatto ancora uscite indecenti

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                    • ikuape86
                      L' oristanese pizzaiolo
                      • Feb 2005
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                      Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                      A invocare la pena di morte è stata sarah palin, non gente che ha incarichi di rilievo
                      Diciamo che la parte di America "buona", quella non repubblicana, non ha fatto ancora uscite indecenti
                      ahaha barone...i democratici sono angioletti...spero che la loro fama non si basi sul premio nobel assegnato ad obama..buffonata storica direi

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                      • ma_75
                        Super Moderator
                        • Sep 2006
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                        Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                        A invocare la pena di morte è stata sarah palin, non gente che ha incarichi di rilievo
                        Diciamo che la parte di America "buona", quella non repubblicana, non ha fatto ancora uscite indecenti
                        La Clinton ha le mestruazioni da un mese consecutivo, non ha invocato la pena di morte ma la richiesta di gettarlo in galera senza se e senza ma sì.
                        In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                        ma_75@bodyweb.com

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                        • Sartorio
                          Non utente di Bodyweb
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                          Ahahaha un mandato di cattura internazionale per la rottura di un preservativo.... spero che Assange non parcheggi mai in sosta vietata... ci sarebbe la pena capitale.
                          Originariamente Scritto da gorgone
                          il capitalismo vive delle proprie crisi.

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                          • Barone Bizzio
                            Bodyweb Senior
                            • Dec 2008
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                            Originariamente Scritto da ikuape86 Visualizza Messaggio
                            ahaha barone...i democratici sono angioletti...spero che la loro fama non si basi sul premio nobel assegnato ad obama..buffonata storica direi
                            Mi sa che non avete - tu e Princeriky - sentito cosa vanno dicendo i repubblicani da quando è stato eletto obama

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                            • gorgone
                              for a while
                              • May 2008
                              • 6246
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                              • nel cuore di chi è nel mio cuore
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                              Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                              Ahahaha un mandato di cattura internazionale per la rottura di un preservativo.... spero che Assange non parcheggi mai in sosta vietata... ci sarebbe la pena capitale.
                              rottura intenzionale, bada bene eh.. si sta mobilitando il tribunale dell'aja.

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                              • Liam & Me
                                Bad Blake
                                • Dec 2006
                                • 5562
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                                • high as a kite
                                • Send PM

                                Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggio
                                L'avvocato di Assange James D. Caitlin, ha ricostruito le basi del caso di stupro mosso in Svezia contro il suo assistito, sostenendo che l'appiglio su cui si basano le accuse sarebbe la mancanza di uso del condom durante un rapporto sessuale consensuale. Caitlin ricorda che inizialmente la Procura ritirò il mandato d'arresto per l'accusa di stupro e molestie sessuali, lo scorso agosto, perché non riscontrò alcuna prova. Ora, tre mesi dopo, le accuse ricompaiono, rilanciate da tutta la stampa internazionale. Il legale accusa:[B] per il sistema giudiziario svedese "un rapporto sessuale consensuale iniziato con l'intenzione di mettere il preservativo, svoltosi con l'uso del preservativo, ma terminato senza, si configura come stupro".
                                ma se i due sono consenzienti come si fa a dire chi e' lo stupratore e chi e' lo stuprato?
                                B & B with a little weed










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