Nucleare e fonti energetiche alternative: opinioni.

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    #61
    Vi posso dire che con 70MW fotovoltaici ci si pulisce il deretano?

    ---------- Post added at 15:03:17 ---------- Previous post was at 15:01:09 ----------

    Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
    Lettera del Prof. Balzani su Il Giornale



    Caro dott. Granzotto,
    anzitutto la ringrazio di aver pubblicato nella sua rubrica il mio intervento sulla discussione relativa al rientro dell’Italia nel nucleare. Oggi è quanto mai opportuno esporre posizioni diverse in modo civile ed educato. Nessuno ha la verità in tasca, e tutti possiamo imparare da un confronto sui fatti.
    In un certo senso è vero che, come Lei ha scritto, <è più pericoloso acquistare il petrolio che l’uranio>, poiché l’uranio si può acquistare da Paesi più attendibili di quelli che ci forniscono i combustibili fossili. E’ vero cioè che il ritorno al nucleare ci permetterebbe di diversificare le fonti di energia, non però di fare neppure un passo verso l’indipendenza energetica. Infatti, se è vero che l’Italia deve importare quasi tutto il petrolio, il metano e il carbone che consuma, è anche vero che dovrebbe importare tutto l’uranio necessario a far funzionare le centrali. L’unica risorsa energetica abbondante che l’Italia ha è l’energia solare e se vogliamo muoverci nella direzione dell’indipendenza energetica dobbiamo sviluppare l’uso di questa fonte, abbondante ed inesauribile, con tutto l’impegno possibile.
    Provo ora a spiegarle, come mi ha chiesto, perché la Francia, pur avendo 58 centrali nucleari, importa energia elettrica e al tempo stesso, come Lei giustamente sottolinea, la esporta anche in Italia. La Francia molti anni fa si è gettata a capofitto nello sviluppo del nucleare, anche per dotarsi di bombe nucleari. Si è illusa di poter produrre energia elettrica dal nucleare in quantità tali da soddisfare non solo tutti i normali consumi elettrici (illuminazione, elettrodomestici, ecc.), ma anche bisogni quali il riscaldamento dell’acqua e degli edifici che da noi vengono soddisfatti, in modo più efficiente, con altre fonti di energia (ad es., metano). Le centrali nucleari devono funzionare a ritmo costante, cioè produrre sempre la stessa quantità di energia, giorno e notte. Per far fronte agli alti consumi del giorno, la Francia deve produrre molta energia anche di notte, quando ne usa poca. Ecco perché è in un certo senso costretta ad esportare energia di notte, e lo può fare solo a prezzi relativamente bassi: l’Italia e anche altri Paesi l’acquistano, ad esempio per <ricaricare> le riserve idroelettriche. In Francia ultimamente è accaduto che alcune centrali sano ferme per guasti tecnici (anche perché vecchie) e altre non possano funzionare per la scarsità di acqua di raffreddamento. Quindi di giorno la Francia non ha sufficiente energia elettrica per coprire il suo alto fabbisogno, ed è costretta ad importarla, anche dall’Italia che ha un eccesso di capacità produttiva di energia elettrica mediante centrali a gas. Attualmente, come nota l’articolo di Le Monde del 17 novembre, è più la quantità di energia elettrica che la Francia importa di giorno di quella che esporta di notte. Ecco spiegato l’arcano.
    Cordiali saluti,
    Vincenzo Balzani

    in poche parole, senza tirar in ballo grandi accademici, basta guardare il diagramma di carico dell'energia elettrica richiesta per farsi due pareri.
    MKK Fake

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    • TheSandman
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      #62
      Originariamente Scritto da KKMeph Visualizza Messaggio
      Vi posso dire che con 70MW fotovoltaici ci si pulisce il deretano?

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      in poche parole, senza tirar in ballo grandi accademici, basta guardare il diagramma di carico dell'energia elettrica richiesta per farsi due pareri.

      tu sei pro nucleare?


      Tessera N° 6

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      • odisseo
        Bodyweb Senior
        • Oct 2008
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        #63
        io sul Fv più che puntare su mega parchi punterei sull'auto produzione di energia termica ed elettrica casa per casa

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        Nucleare sì, nucleare no? - Intervista a Vincenzo Balzani e Marco Ricotti -

        INTERVISTA A VINCENZO BALZANI E MARCO RICOTTI
        Favorevole o contrario al nucleare in Italia? Oxygen ha aperto le sue pagine al dibattito scientifico e ha posto la domanda, con la formula dell’“intervista doppia”, a Marco Ricotti(ordinario di Impianti nucleari al Politecnico di Milano) e Vincenzo Balzani (ordinario di Chimica all’Università di Bologna).
        Sei favorevole o contrario al nucleare?
        Marco Ricotti:
        Non sono né favorevole, né contrario.
        Valuto pregi e difetti di ogni opzione.
        Sono portato a valorizzare i pregi e a lavorare per ridurre i difetti.
        Ciascuno deve informarsi e conoscere (correttamente) per poi prendere posizione.
        Nucleare? Anche.
        Vincenzo Balzani:
        Contrario.
        La possibilità di convertire piccolissime quantità di massa in enormi quantità di energia è una delle più grandi scoperte scientifiche fatte dall’umanità. Nella pratica però questa tecnologia crea problemi molto più gravi di quelli che vorrebbe risolvere, sia a livello nazionale che globale.
        Quanto costa una centrale nucleare?
        Marco Ricotti:
        Troppo, se i combustibili fossili costano molto poco e se costa molto farsi prestare il denaro per la costruzione.
        E anche se le regole per le autorizzazioni non sono chiare e i tempi burocratici lenti o incerti.
        Altrimenti, è certamente competitiva.
        Vincenzo Balzani:
        Intanto bisogna intendersi sul costo di “che cosa”.
        Per la costruzione di reattori nucleari in Canada, nel luglio scorso, il costo era di 10,8 miliardi di dollari per 1000 MW.
        Il costo per i depositi permanenti delle scorie è incalcolabile, perché questi depositi non si è riusciti a costruirli per ora in nessuna nazione.
        Anche il costo per lo smantellamento delle centrali che vengono chiuse è difficile da definire: questa operazione in Inghilterra viene rimandata di 100 anni.
        Il nucleare è più conveniente delle altre fonti energetiche?
        Marco Ricotti:
        Dal punto di vista economico, vale quanto detto prima: dipende.
        Se ad oggi diversi paesi e molti elettroproduttori stanno investendo sul nucleare, avranno fatto i loro conti.
        Dal punto di vista ambientale conviene almeno quanto le RINNOVABILI, perché non emette CO2.
        Dal punto di vista dello sviluppo industriale conviene.
        Vincenzo Balzani:
        No. Ad esempio, il modo più economico per produrre energia elettrica è l’eolico.
        L’energia nucleare ha il vantaggio di emettere pochi GAS SERRA.
        Quale costo avrebbe convertire in nucleare la produzione energetica inquinante?
        Marco Ricotti:
        Non è pensabile di convertire tutta la produzione energetica da fonte FOSSILE, né in nucleare, né in RINNOVABILI.
        Certo una buona parte può essere convertita: in nucleare e in RINNOVABILI.
        Ad oggi, tra le due, il costo di produzione è a favore del nucleare.
        Vincenzo Balzani:
        Per la costruzione delle centrali, per estrarre, purificare e arricchire l’uranio, per sistemare le scorie e per smantellare gli impianti è necessaria una grande quantità di energia oggi ricavata dalle fonti fossili (“Energy Policy”, 2009, n. 37, pp. 50-56).
        L’energia elettrica dal nucleare produce meno GAS SERRA di quella ottenuta dalle centrali a combustibili fossili, ma di più di quella ottenuta dall’energia eolica o solare.
        Il nucleare permette di evitare la dipendenza dal petrolio e dalle fonti fossili?
        Marco Ricotti:
        “Evitare”, no. “Ridurre”, anche sensibilmente, sì.
        Per ora, il nucleare serve solo a risparmiare le fonti fossili usate per produrre energia elettrica.
        Nel futuro (reattori di quarta generazione) potrebbe essere utilizzato anche per i trasporti, per produrre IDROGENO e biocombustibili.
        Vincenzo Balzani:
        No. Il nucleare produce solo energia elettrica, non combustibili.
        Ricordo anche che l’Italia non ha né miniere di uranio, né la complessa filiera per purificarlo e arricchirlo.
        Quindi partire col nucleare significherebbe aprire un altro fronte di DIPENDENZA ENERGETICA dall’estero, cioè dalla Francia che a sua volta importa URANIO da una sua ex-colonia ri-colonizzata: il Niger.
        Le RISERVE di URANIO sono davvero abbondanti?
        E quelle di petrolio davvero ridotte?
        Marco Ricotti:
        A mio parere, esiste ed esisterà sempre più nel prossimo futuro, forse per qualche secolo a venire, solo un unico problema: il costo di approvvigionamento delle materie prime.
        Con i reattori di quarta generazione non avremo più il problema della disponibilità di uranio.
        Vincenzo Balzani:
        Le RISERVE possono essere definite “ridotte” o “abbondanti” solo in base ai consumi.
        Un forte sviluppo mondiale del nucleare porterebbe a grossi problemi per l’approvvigionamento dell’uranio prima della fine dell’utilizzo (2060-2080) di nostre eventuali centrali.
        Circa il 12% dell’elettricità consumata in Italia viene importata, e in buona parte è di origine nucleare (proviene infatti da Francia, Svizzera e Slovenia, paesi che utilizzano l’energia nucleare).
        È meglio continuare a importare energia o dire sì al nucleare?
        Oppure quale altra soluzione?
        Marco Ricotti:
        È ormai evidente a tutti la schizofrenia di una simile posizione, cioè dire sì all’elettricità nucleare e no alle centrali.
        Il nucleare è soprattutto una scelta strategica, tecnologica, commerciale di un intero Paese.
        Per ottenere il massimo vantaggio e garantire il massimo controllo, conviene realizzare un parco di reattori in casa.
        Se si vuole veramente usare il nucleare.
        Vincenzo Balzani:
        “Le Monde” (17 Novembre 2009) ci ha informato che la Francia, che ha 58 reattori nucleari, è costretta a importare (bilancio netto) energia elettrica: una notizia che dovrebbe far meditare.
        La soluzione è anzitutto risparmiare energia e usarla con maggiore EFFICIENZA, poi ottenerla da fonti RINNOVABILI.
        Studi molto seri dimostrano che di qui al 2020 l’Italia può (oltre che deve, in base alle direttive europee) ridurre i suoi consumi energetici del 20% e coprirne il 20% con energie RINNOVABILI.
        Le centrali di quarta generazione e la FUSIONE NUCLEARE
        (i progetti ITER in Francia e NIF negli Stati Uniti)
        sono quasi realtà oppure sono un miraggio?
        Marco Ricotti:
        Non sono un miraggio, ma non sono ancora realtà – nel senso ingegneristico e industriale del termine.
        Sono ad oggi enormi sfide scientifiche e tecnologiche.
        È ragionevole pensare che le centrali di quarta generazione saranno disponibili, come impianti commerciali, prima di avere centrali elettriche basate su reattori a fusione.
        Ma alla fine saranno sempre i costi a fare la fortuna commerciale di una soluzione.
        Vincenzo Balzani:
        Le centrali di IV generazione sono poco più che progetti.
        Altrimenti non si spiegherebbe perché, secondo i fautori del nucleare, dovremmo partire adesso con centrali di III generazione che, se entreranno in funzione nel 2020, dovranno essere utilizzate fino al 2060-2080.
        La fusione poi è un vero miraggio.
        Il nucleare è sicuro o pericoloso?
        Marco Ricotti:
        Ogni attività umana ha qualche grado di pericolosità, pur a livelli diversi.
        Anche il vivere in casa porta i suoi pericoli, per non parlare poi di prendere la macchina al mattino per recarsi al lavoro: statisticamente, queste attività hanno una pericolosità 10.000 volte maggiore rispetto al lavorare in una centrale nucleare o viverci nei pressi.
        Vincenzo Balzani:
        Sicuro, se ci sono agenzie per la sicurezza serie e indipendenti come quelle di Francia e Finlandia, che recentemente hanno chiesto drastiche modifiche nei sistemi di controllo del reattore francese AREVA (del tipo di quelli che noi dovremmo acquistare) in costruzione in Finlandia, nonostante che i lavori siano indietro di 3,5 anni e i costi superiori di 1,7 miliardi di euro rispetto a quelli previsti.
        In Italia, l’agenzia per la sicurezza non c’è e bisognerà vedere se sarà indipendente.
        E la questione dei pericoli connessi all’uso bellico del nucleare e agli atti terroristici?
        Marco Ricotti:
        Il nucleare bellico è decisamente separato dal nucleare commerciale.
        I controlli dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica sono molto rigorosi e continui.
        Purtroppo i terroristi hanno a disposizione obiettivi più vulnerabili delle centrali nucleari.
        È difficile danneggiare seriamente un reattore dall’esterno.
        Vincenzo Balzani:
        Indubbiamente è un grosso problema, perché la tecnologia è la stessa per nucleare civile e bellico (“Science”, febbraio 2007, 9, 791).
        Più che gli atti terroristici verso le centrali, sono da temere atti terroristici fatti con materiali radioattivi, di cui c’è già un pericoloso contrabbando (“Global Security Newswire”, maggio 2009, 15).
        La presenza delle centrali nucleari induce INQUINAMENTO radioattivo nelle zone circostanti e quindi dei pericoli per chi le abita?
        Marco Ricotti:
        Assolutamente no.
        Il livello di radioattività nell’aria, nell’acqua, nel terreno, nella flora delle zone attorno alle centrali è costantemente controllato dalle autorità di sicurezza.
        Vincenzo Balzani:
        Non credo sia il problema più importante se il tutto è governato da un’agenzia per la sicurezza indipendente e qualificata.
        Quali sono i metodi di STOCCAGGIO e gestione dei diversi tipi di scorie? E i costi?
        I depositi geologici in profondità nel sottosuolo sono una soluzione efficace al problema delle scorie ad alta attività
        (con tempi di decadimento di migliaia di anni)?
        Marco Ricotti:
        STOCCAGGIO in depositi superficiali controllati, per oltre 100 anni, per le scorie di bassa e media radioattività (inclusa la mole di rifiuti industriali e medicali radioattivi), che al termine possono essere trattate come rifiuto comune.
        Svezia, Finlandia e altre nazioni reputano sicuro lo STOCCAGGIO nel sottosuolo delle scorie ad alta radioattività: altri paesi stanno pensando di imitare questa scelta.
        Questa soluzione è un fatto.
        In futuro, potremo decidere di bruciare le scorie pericolose con i reattori di quarta generazione, riducendone pericolosità e vita.
        E non dimentichiamoci dei rifiuti tossico-nocivi convenzionali, che non decadono e sono 20.000 volte di più.
        Vincenzo Balzani:
        Per la sistemazione delle scorie ad alta radioattività, pericolose per decine e centinaia di migliaia di anni, l’unica proposta è quella di depositi permanenti sotterranei.
        Di fatto, un tentativo in questo senso portato avanti per 30 anni negli USA è fallito e le scorie rimangono sui piazzali delle centrali (“Chemical & Engineering News”, 23 marzo 2009, p. 35).
        Qual è l’argomentazione più efficace sostenuta da chi è di opinione opposta alla tua?
        Marco Ricotti:
        Un comprensibile dubbio circa la reale capacità italiana di saper gestire un sistema complesso come quello nucleare.
        Ma l’Italia negli anni Sessanta è stata capace di raggiungere le prime posizioni internazionali in questa tecnologia.
        Vincenzo Balzani:
        Che l’energia nucleare è in forte sviluppo in tutto il mondo e che quindi non si capisce perché non si dovrebbe sviluppare in Italia.
        In realtà, lo sviluppo dell’energia nucleare è finito 20 anni fa e ora è in declino.
        L’energia elettrica prodotta col nucleare nel mondo è diminuita di 60 TWh dal 2006 al 2008.
        L’energia nucleare non è competitiva in un regime di libero mercato.
        Qual è il tuo personale slogan pro/contro il nucleare?
        Marco Ricotti:
        Se c’è un tema che non può e non deve essere trattato con slogan, è proprio il nucleare… Non ripetiamo gli errori del passato.
        Vincenzo Balzani:
        L’opzione nucleare, a causa dei lunghi tempi per il rilascio dei permessi e l’individuazione dei siti (3-5 anni), la costruzione delle centrali (5-10 anni), il periodo di funzionamento per ammortizzare gli impianti (40-60 anni), i tempi per lo smantellamento alla fine dell’operatività (100 anni) e la radioattività del combustibile esausto (decine di migliaia di anni) è una scommessa con il futuro il cui rischio è difficilmente valutabile in termini non solo economici, ma anche sociali.
        Qual è l’energia del futuro?
        Marco Ricotti:
        Non esiste “LA” energia del futuro.
        Il problema energetico è molto complesso e si può risolvere solo sfruttando e valorizzando tutte le caratteristiche positive di ogni fonte energetica (FOSSILE, rinnovabile, nucleare), riducendo al massimo gli effetti negativi (che esistono in ogni fonte energetica – nessuna fonte è assolutamente “pulita”).
        Vincenzo Balzani:
        L’energia solare: abbondante (la Terra riceve dal Sole in un’ora una quantità di energia pari a quella che l’umanità consuma in un anno), inesauribile (il sole brillerà per 4,5 miliardi di anni), ben distribuita su tutta la Terra.
        L’Italia non ha petrolio, non ha METANO, non ha carbone e non ha uranio. Ma ha tanto sole.
        Sviluppando industrie per la costruzione di pannelli fotovoltaici, anziché centrali nucleari, si potrebbero abbassare i costi e generare molti posti di lavoro.
        Il nostro compito è quello di incominciare a utilizzare meglio l’energia solare, come già fanno molti paesi che hanno meno sole di noi.
        Tratto da Oxygen 09 - 05.2010
        "
        Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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        • Liam & Me
          Bad Blake
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          • high as a kite
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          #64
          Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
          Questo è ciò che dissi dio.

          Dimmi da cosa hai dedotto che gli avrei risposto io.

          Il "faccio a meno di" era riferito a colui che aveva postato qua quell'articolo.

          Faccio a meno di rispondergli (a Odisseo e Balzani su questo forum) perchè tanto so già che a Balzani e a lui risponderanno su quelle pagine.
          non esagerare pero'
          B & B with a little weed










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          • TheSandman
            Ex Presidente
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            #65
            Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
            io sul Fv più che puntare su mega parchi punterei sull'auto produzione di energia termica ed elettrica casa per casa

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            Nucleare sì, nucleare no? - Intervista a Vincenzo Balzani e Marco Ricotti -

            INTERVISTA A VINCENZO BALZANI E MARCO RICOTTI
            Favorevole o contrario al nucleare in Italia? Oxygen ha aperto le sue pagine al dibattito scientifico e ha posto la domanda, con la formula dell’“intervista doppia”, a Marco Ricotti(ordinario di Impianti nucleari al Politecnico di Milano) e Vincenzo Balzani (ordinario di Chimica all’Università di Bologna).
            Sei favorevole o contrario al nucleare?
            Marco Ricotti:
            Non sono né favorevole, né contrario.
            Valuto pregi e difetti di ogni opzione.
            Sono portato a valorizzare i pregi e a lavorare per ridurre i difetti.
            Ciascuno deve informarsi e conoscere (correttamente) per poi prendere posizione.
            Nucleare? Anche.
            Vincenzo Balzani:
            Contrario.
            La possibilità di convertire piccolissime quantità di massa in enormi quantità di energia è una delle più grandi scoperte scientifiche fatte dall’umanità. Nella pratica però questa tecnologia crea problemi molto più gravi di quelli che vorrebbe risolvere, sia a livello nazionale che globale.
            Quanto costa una centrale nucleare?
            Marco Ricotti:
            Troppo, se i combustibili fossili costano molto poco e se costa molto farsi prestare il denaro per la costruzione.
            E anche se le regole per le autorizzazioni non sono chiare e i tempi burocratici lenti o incerti.
            Altrimenti, è certamente competitiva.
            Vincenzo Balzani:
            Intanto bisogna intendersi sul costo di “che cosa”.
            Per la costruzione di reattori nucleari in Canada, nel luglio scorso, il costo era di 10,8 miliardi di dollari per 1000 MW.
            Il costo per i depositi permanenti delle scorie è incalcolabile, perché questi depositi non si è riusciti a costruirli per ora in nessuna nazione.
            Anche il costo per lo smantellamento delle centrali che vengono chiuse è difficile da definire: questa operazione in Inghilterra viene rimandata di 100 anni.
            Il nucleare è più conveniente delle altre fonti energetiche?
            Marco Ricotti:
            Dal punto di vista economico, vale quanto detto prima: dipende.
            Se ad oggi diversi paesi e molti elettroproduttori stanno investendo sul nucleare, avranno fatto i loro conti.
            Dal punto di vista ambientale conviene almeno quanto le RINNOVABILI, perché non emette CO2.
            Dal punto di vista dello sviluppo industriale conviene.
            Vincenzo Balzani:
            No. Ad esempio, il modo più economico per produrre energia elettrica è l’eolico.
            L’energia nucleare ha il vantaggio di emettere pochi GAS SERRA.
            Quale costo avrebbe convertire in nucleare la produzione energetica inquinante?
            Marco Ricotti:
            Non è pensabile di convertire tutta la produzione energetica da fonte FOSSILE, né in nucleare, né in RINNOVABILI.
            Certo una buona parte può essere convertita: in nucleare e in RINNOVABILI.
            Ad oggi, tra le due, il costo di produzione è a favore del nucleare.
            Vincenzo Balzani:
            Per la costruzione delle centrali, per estrarre, purificare e arricchire l’uranio, per sistemare le scorie e per smantellare gli impianti è necessaria una grande quantità di energia oggi ricavata dalle fonti fossili (“Energy Policy”, 2009, n. 37, pp. 50-56).
            L’energia elettrica dal nucleare produce meno GAS SERRA di quella ottenuta dalle centrali a combustibili fossili, ma di più di quella ottenuta dall’energia eolica o solare.
            Il nucleare permette di evitare la dipendenza dal petrolio e dalle fonti fossili?
            Marco Ricotti:
            “Evitare”, no. “Ridurre”, anche sensibilmente, sì.
            Per ora, il nucleare serve solo a risparmiare le fonti fossili usate per produrre energia elettrica.
            Nel futuro (reattori di quarta generazione) potrebbe essere utilizzato anche per i trasporti, per produrre IDROGENO e biocombustibili.
            Vincenzo Balzani:
            No. Il nucleare produce solo energia elettrica, non combustibili.
            Ricordo anche che l’Italia non ha né miniere di uranio, né la complessa filiera per purificarlo e arricchirlo.
            Quindi partire col nucleare significherebbe aprire un altro fronte di DIPENDENZA ENERGETICA dall’estero, cioè dalla Francia che a sua volta importa URANIO da una sua ex-colonia ri-colonizzata: il Niger.
            Le RISERVE di URANIO sono davvero abbondanti?
            E quelle di petrolio davvero ridotte?
            Marco Ricotti:
            A mio parere, esiste ed esisterà sempre più nel prossimo futuro, forse per qualche secolo a venire, solo un unico problema: il costo di approvvigionamento delle materie prime.
            Con i reattori di quarta generazione non avremo più il problema della disponibilità di uranio.
            Vincenzo Balzani:
            Le RISERVE possono essere definite “ridotte” o “abbondanti” solo in base ai consumi.
            Un forte sviluppo mondiale del nucleare porterebbe a grossi problemi per l’approvvigionamento dell’uranio prima della fine dell’utilizzo (2060-2080) di nostre eventuali centrali.
            Circa il 12% dell’elettricità consumata in Italia viene importata, e in buona parte è di origine nucleare (proviene infatti da Francia, Svizzera e Slovenia, paesi che utilizzano l’energia nucleare).
            È meglio continuare a importare energia o dire sì al nucleare?
            Oppure quale altra soluzione?
            Marco Ricotti:
            È ormai evidente a tutti la schizofrenia di una simile posizione, cioè dire sì all’elettricità nucleare e no alle centrali.
            Il nucleare è soprattutto una scelta strategica, tecnologica, commerciale di un intero Paese.
            Per ottenere il massimo vantaggio e garantire il massimo controllo, conviene realizzare un parco di reattori in casa.
            Se si vuole veramente usare il nucleare.
            Vincenzo Balzani:
            “Le Monde” (17 Novembre 2009) ci ha informato che la Francia, che ha 58 reattori nucleari, è costretta a importare (bilancio netto) energia elettrica: una notizia che dovrebbe far meditare.
            La soluzione è anzitutto risparmiare energia e usarla con maggiore EFFICIENZA, poi ottenerla da fonti RINNOVABILI.
            Studi molto seri dimostrano che di qui al 2020 l’Italia può (oltre che deve, in base alle direttive europee) ridurre i suoi consumi energetici del 20% e coprirne il 20% con energie RINNOVABILI.
            Le centrali di quarta generazione e la FUSIONE NUCLEARE
            (i progetti ITER in Francia e NIF negli Stati Uniti)
            sono quasi realtà oppure sono un miraggio?
            Marco Ricotti:
            Non sono un miraggio, ma non sono ancora realtà – nel senso ingegneristico e industriale del termine.
            Sono ad oggi enormi sfide scientifiche e tecnologiche.
            È ragionevole pensare che le centrali di quarta generazione saranno disponibili, come impianti commerciali, prima di avere centrali elettriche basate su reattori a fusione.
            Ma alla fine saranno sempre i costi a fare la fortuna commerciale di una soluzione.
            Vincenzo Balzani:
            Le centrali di IV generazione sono poco più che progetti.
            Altrimenti non si spiegherebbe perché, secondo i fautori del nucleare, dovremmo partire adesso con centrali di III generazione che, se entreranno in funzione nel 2020, dovranno essere utilizzate fino al 2060-2080.
            La fusione poi è un vero miraggio.
            Il nucleare è sicuro o pericoloso?
            Marco Ricotti:
            Ogni attività umana ha qualche grado di pericolosità, pur a livelli diversi.
            Anche il vivere in casa porta i suoi pericoli, per non parlare poi di prendere la macchina al mattino per recarsi al lavoro: statisticamente, queste attività hanno una pericolosità 10.000 volte maggiore rispetto al lavorare in una centrale nucleare o viverci nei pressi.
            Vincenzo Balzani:
            Sicuro, se ci sono agenzie per la sicurezza serie e indipendenti come quelle di Francia e Finlandia, che recentemente hanno chiesto drastiche modifiche nei sistemi di controllo del reattore francese AREVA (del tipo di quelli che noi dovremmo acquistare) in costruzione in Finlandia, nonostante che i lavori siano indietro di 3,5 anni e i costi superiori di 1,7 miliardi di euro rispetto a quelli previsti.
            In Italia, l’agenzia per la sicurezza non c’è e bisognerà vedere se sarà indipendente.
            E la questione dei pericoli connessi all’uso bellico del nucleare e agli atti terroristici?
            Marco Ricotti:
            Il nucleare bellico è decisamente separato dal nucleare commerciale.
            I controlli dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica sono molto rigorosi e continui.
            Purtroppo i terroristi hanno a disposizione obiettivi più vulnerabili delle centrali nucleari.
            È difficile danneggiare seriamente un reattore dall’esterno.
            Vincenzo Balzani:
            Indubbiamente è un grosso problema, perché la tecnologia è la stessa per nucleare civile e bellico (“Science”, febbraio 2007, 9, 791).
            Più che gli atti terroristici verso le centrali, sono da temere atti terroristici fatti con materiali radioattivi, di cui c’è già un pericoloso contrabbando (“Global Security Newswire”, maggio 2009, 15).
            La presenza delle centrali nucleari induce INQUINAMENTO radioattivo nelle zone circostanti e quindi dei pericoli per chi le abita?
            Marco Ricotti:
            Assolutamente no.
            Il livello di radioattività nell’aria, nell’acqua, nel terreno, nella flora delle zone attorno alle centrali è costantemente controllato dalle autorità di sicurezza.
            Vincenzo Balzani:
            Non credo sia il problema più importante se il tutto è governato da un’agenzia per la sicurezza indipendente e qualificata.
            Quali sono i metodi di STOCCAGGIO e gestione dei diversi tipi di scorie? E i costi?
            I depositi geologici in profondità nel sottosuolo sono una soluzione efficace al problema delle scorie ad alta attività
            (con tempi di decadimento di migliaia di anni)?
            Marco Ricotti:
            STOCCAGGIO in depositi superficiali controllati, per oltre 100 anni, per le scorie di bassa e media radioattività (inclusa la mole di rifiuti industriali e medicali radioattivi), che al termine possono essere trattate come rifiuto comune.
            Svezia, Finlandia e altre nazioni reputano sicuro lo STOCCAGGIO nel sottosuolo delle scorie ad alta radioattività: altri paesi stanno pensando di imitare questa scelta.
            Questa soluzione è un fatto.
            In futuro, potremo decidere di bruciare le scorie pericolose con i reattori di quarta generazione, riducendone pericolosità e vita.
            E non dimentichiamoci dei rifiuti tossico-nocivi convenzionali, che non decadono e sono 20.000 volte di più.
            Vincenzo Balzani:
            Per la sistemazione delle scorie ad alta radioattività, pericolose per decine e centinaia di migliaia di anni, l’unica proposta è quella di depositi permanenti sotterranei.
            Di fatto, un tentativo in questo senso portato avanti per 30 anni negli USA è fallito e le scorie rimangono sui piazzali delle centrali (“Chemical & Engineering News”, 23 marzo 2009, p. 35).
            Qual è l’argomentazione più efficace sostenuta da chi è di opinione opposta alla tua?
            Marco Ricotti:
            Un comprensibile dubbio circa la reale capacità italiana di saper gestire un sistema complesso come quello nucleare.
            Ma l’Italia negli anni Sessanta è stata capace di raggiungere le prime posizioni internazionali in questa tecnologia.
            Vincenzo Balzani:
            Che l’energia nucleare è in forte sviluppo in tutto il mondo e che quindi non si capisce perché non si dovrebbe sviluppare in Italia.
            In realtà, lo sviluppo dell’energia nucleare è finito 20 anni fa e ora è in declino.
            L’energia elettrica prodotta col nucleare nel mondo è diminuita di 60 TWh dal 2006 al 2008.
            L’energia nucleare non è competitiva in un regime di libero mercato.
            Qual è il tuo personale slogan pro/contro il nucleare?
            Marco Ricotti:
            Se c’è un tema che non può e non deve essere trattato con slogan, è proprio il nucleare… Non ripetiamo gli errori del passato.
            Vincenzo Balzani:
            L’opzione nucleare, a causa dei lunghi tempi per il rilascio dei permessi e l’individuazione dei siti (3-5 anni), la costruzione delle centrali (5-10 anni), il periodo di funzionamento per ammortizzare gli impianti (40-60 anni), i tempi per lo smantellamento alla fine dell’operatività (100 anni) e la radioattività del combustibile esausto (decine di migliaia di anni) è una scommessa con il futuro il cui rischio è difficilmente valutabile in termini non solo economici, ma anche sociali.
            Qual è l’energia del futuro?
            Marco Ricotti:
            Non esiste “LA” energia del futuro.
            Il problema energetico è molto complesso e si può risolvere solo sfruttando e valorizzando tutte le caratteristiche positive di ogni fonte energetica (FOSSILE, rinnovabile, nucleare), riducendo al massimo gli effetti negativi (che esistono in ogni fonte energetica – nessuna fonte è assolutamente “pulita”).
            Vincenzo Balzani:
            L’energia solare: abbondante (la Terra riceve dal Sole in un’ora una quantità di energia pari a quella che l’umanità consuma in un anno), inesauribile (il sole brillerà per 4,5 miliardi di anni), ben distribuita su tutta la Terra.
            L’Italia non ha petrolio, non ha METANO, non ha carbone e non ha uranio. Ma ha tanto sole.
            Sviluppando industrie per la costruzione di pannelli fotovoltaici, anziché centrali nucleari, si potrebbero abbassare i costi e generare molti posti di lavoro.
            Il nostro compito è quello di incominciare a utilizzare meglio l’energia solare, come già fanno molti paesi che hanno meno sole di noi.
            Tratto da Oxygen 09 - 05.2010

            Sai vero che ciò che dice costui non è il Vangelo?

            Io Balzani lo conosco bene....fece un convegno con anche quel mio amico di cui ti parlai....e venne spregiato.

            ---------- Post added at 15:11:37 ---------- Previous post was at 15:10:29 ----------

            Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
            non esagerare pero'
            ahahahaha
            Questa volta hai ragione te


            Tessera N° 6

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              #66
              Originariamente Scritto da jack89 Visualizza Messaggio
              il punto è che la gente crede a qualsiasi cosa, dire fotovoltaico fa figo e tutti a osannarlo... una cittadina di 20000 abitanti... quindi? il problema non sono le utenze private ma le industrie!! a usare le energie rinnovabili per le utenze private, per l'ambiente cambia poco e niente, gli unici che ci guadagnerebbero saremmo noi cittadini perchè l'energia che consumiamo costerebbe meno, ma ovvimanete mai e poi mai abbasserebbero i prezzi delle bollette, gli unici a guadagnarci sarebbero i produttori... cmq il vero problema sono le aziende con quei 70 megawatt ci alimenti si e no una decina di grosse aziende.

              Jack forse hai perso la prima parte del discorso che era nato su un altro 3d.

              Il dibattito qui non era nucleare vs rinnovabili, tutto era nato dal fatto che Renzo Piano aveva affermato in tv che in italia si dovrebbe investire di piu' su risorse rinnovabili come il solare, pensa te..

              E il tutto si era evoluto dicendo che visti i pro e i contro di tutte le strategie di produzione energetica, la comunita' scientifica non aveva ancora espresso un'opinione univoca sulla direzione nella quale muoversi da qui a 50 anni.

              Fare un discorso costruttivo qua sarebbe stato anche interessante, soprattutto con interventi pacati e sensati come il tuo, visto che da buon studente di ingegneria sembri avere sia pragmatismo che una conoscenza diretta della questione.

              Sulla convenienza nell'investire o meno nel solare in Italia, alcuni ricercatori del MIT mettono il nostro paese in cima alla lista dei luoghi dove, da grafico prezzo dell'elettricita' vs. esposizione alla luce solare, gia' oggi il solare avrebbe un senso.


              Chiaramente essendo persone di un certo spessore discutono nel dettaglio anche tutti i problemi del caso.
              B & B with a little weed










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              • TheSandman
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                #67
                Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
                Jack forse hai perso la prima parte del discorso che era nato su un altro 3d.

                Il dibattito qui non era nucleare vs rinnovabili, tutto era nato dal fatto che Renzo Piano aveva affermato in tv che in italia si dovrebbe investire di piu' su risorse rinnovabili come il solare, pensa te..

                E il tutto si era evoluto dicendo che visti i pro e i contro di tutte le strategie di produzione energetica, la comunita' scientifica non aveva ancora espresso un'opinione univoca sulla direzione nella quale muoversi da qui a 50 anni.

                Fare un discorso costruttivo qua sarebbe stato anche interessante, soprattutto con interventi pacati e sensati come il tuo, visto che da buon studente di ingegneria sembri avere sia pragmatismo che una conoscenza diretta della questione.

                Sulla convenienza nell'investire o meno nel solare in Italia, alcuni ricercatori del MIT mettono il nostro paese in cima alla lista dei luoghi dove, da grafico prezzo dell'elettricita' vs. esposizione alla luce solare, gia' oggi il solare avrebbe un senso.


                Chiaramente essendo persone di un certo spessore discutono nel dettaglio anche tutti i problemi del caso.
                veramente Piano era contro al nucleare e disse che abbiamo molto vento e molto sole come dire: quella è la soliuzione.

                PEr quanto riguarda il Mit, anche Legambiente dice le stesse cose....uno segue le fonti che vuole...


                Tessera N° 6

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                • KKMeph
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                  #68
                  Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                  tu sei pro nucleare?

                  Mah...è un discorso complesso. Ci sono pro e contro.

                  Principalmente oggi l'Italia funziona con centrali turbogas. Perchè? Perchè sono piccole (si compra il gruppo standard dai (vado a ricordi di Impianti Energetici eh) 30MW ai 660MW, che dentro ha già il suo compressore, la sua camerina di combustione, la sua bella turbina), facili da gestire (sono anche usate come regolatrici del carico in Italia, così come le centrali idroelettriche), e "la benzina" si trova facilmente (oleodotti dalla Libia, dalla Norvegia e dalla Russia attualmente). Inoltre, grazie ai rigassificatori, ci si può affidare a compagnie anche non nazionali (estere) che trasportano il metano via mare.

                  In soldoni una centrale turbogas cosata poco e va molto. Una centrale convenzionale (circa 1000MW) a carbone costa un fottio, è enorme (un piccolo paese), ha un inerzia termica bestiale e consuma 5000 tonnellate al giorno di polverino di carbone. Però si può bruciare di tutto, poichè combustibile e ciclo sono separati.

                  Le fonti rinnovabili scartiamole, hanno una densità di energia da Topolinia e un fattore di carico ancora più basso.

                  Il nucleare costa un fottio, ha un ciclo termodinamico sfigatissimo, si rompe un sacco (parlo della parte a vapore, non del reattore), ha il problema delle scoria (mica tante eh, 27 metri cubi all'anno di fissile esaurito per 1000MW)...però è pulito.

                  Perciò ci sono pro e contro. Vi dico solo che ora come ora l'Italia spinge sui cicli combinati. Centrali turbogas, che emettono fumi in uscita della turbina sui 600 gradi. Questi 600 gradi vengono utilizzati per scaldare acqua che diventerà vapore per poi girare in una turbinella a vapore. Questi impianti hanno finora il rendimento più alto di tutti, 60%.
                  MKK Fake

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                  • odisseo
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                    #69
                    Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                    Sai vero che ciò che dice costui non è il Vangelo?

                    Io Balzani lo conosco bene....fece un convegno con anche quel mio amico di cui ti parlai....e venne spregiato.[COLOR="Silver"]
                    veramente è un intervista doppia cone entrembi i punti di vista
                    "
                    Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                    • TheSandman
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                      #70
                      Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
                      veramente è un intervista doppia cone entrembi i punti di vista
                      ovvio io mi riferivo a ciò che diceva Balzani


                      Tessera N° 6

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                      • Liam & Me
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                        #71
                        Sai vero che ciò che dice costui non è il Vangelo?

                        Io Balzani lo conosco bene....fece un convegno con anche quel mio amico di cui ti parlai....e venne spregiato.
                        venne che cosa?




                        ahahahaha
                        Questa volta hai ragione te
                        credo di averla avuta anche prima, comunque fa niente.
                        B & B with a little weed










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                        • KKMeph
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                          #72
                          Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
                          io sul Fv più che puntare su mega parchi punterei sull'auto produzione di energia termica ed elettrica casa per casa

                          ---------- Post added at 15:07:36 ---------- Previous post was at 15:03:58 ----------

                          Nucleare sì, nucleare no? - Intervista a Vincenzo Balzani e Marco Ricotti -

                          INTERVISTA A VINCENZO BALZANI E MARCO RICOTTI
                          Favorevole o contrario al nucleare in Italia? Oxygen ha aperto le sue pagine al dibattito scientifico e ha posto la domanda, con la formula dell’“intervista doppia”, a Marco Ricotti(ordinario di Impianti nucleari al Politecnico di Milano) e Vincenzo Balzani (ordinario di Chimica all’Università di Bologna).
                          Sei favorevole o contrario al nucleare?
                          Marco Ricotti:
                          Non sono né favorevole, né contrario.
                          Valuto pregi e difetti di ogni opzione.
                          Sono portato a valorizzare i pregi e a lavorare per ridurre i difetti.
                          Ciascuno deve informarsi e conoscere (correttamente) per poi prendere posizione.
                          Nucleare? Anche.
                          Vincenzo Balzani:
                          Contrario.
                          La possibilità di convertire piccolissime quantità di massa in enormi quantità di energia è una delle più grandi scoperte scientifiche fatte dall’umanità. Nella pratica però questa tecnologia crea problemi molto più gravi di quelli che vorrebbe risolvere, sia a livello nazionale che globale.
                          Quanto costa una centrale nucleare?
                          Marco Ricotti:
                          Troppo, se i combustibili fossili costano molto poco e se costa molto farsi prestare il denaro per la costruzione.
                          E anche se le regole per le autorizzazioni non sono chiare e i tempi burocratici lenti o incerti.
                          Altrimenti, è certamente competitiva.
                          Vincenzo Balzani:
                          Intanto bisogna intendersi sul costo di “che cosa”.
                          Per la costruzione di reattori nucleari in Canada, nel luglio scorso, il costo era di 10,8 miliardi di dollari per 1000 MW.
                          Il costo per i depositi permanenti delle scorie è incalcolabile, perché questi depositi non si è riusciti a costruirli per ora in nessuna nazione.
                          Anche il costo per lo smantellamento delle centrali che vengono chiuse è difficile da definire: questa operazione in Inghilterra viene rimandata di 100 anni.
                          Il nucleare è più conveniente delle altre fonti energetiche?
                          Marco Ricotti:
                          Dal punto di vista economico, vale quanto detto prima: dipende.
                          Se ad oggi diversi paesi e molti elettroproduttori stanno investendo sul nucleare, avranno fatto i loro conti.
                          Dal punto di vista ambientale conviene almeno quanto le RINNOVABILI, perché non emette CO2.
                          Dal punto di vista dello sviluppo industriale conviene.
                          Vincenzo Balzani:
                          No. Ad esempio, il modo più economico per produrre energia elettrica è l’eolico.
                          L’energia nucleare ha il vantaggio di emettere pochi GAS SERRA.
                          Quale costo avrebbe convertire in nucleare la produzione energetica inquinante?
                          Marco Ricotti:
                          Non è pensabile di convertire tutta la produzione energetica da fonte FOSSILE, né in nucleare, né in RINNOVABILI.
                          Certo una buona parte può essere convertita: in nucleare e in RINNOVABILI.
                          Ad oggi, tra le due, il costo di produzione è a favore del nucleare.
                          Vincenzo Balzani:
                          Per la costruzione delle centrali, per estrarre, purificare e arricchire l’uranio, per sistemare le scorie e per smantellare gli impianti è necessaria una grande quantità di energia oggi ricavata dalle fonti fossili (“Energy Policy”, 2009, n. 37, pp. 50-56).
                          L’energia elettrica dal nucleare produce meno GAS SERRA di quella ottenuta dalle centrali a combustibili fossili, ma di più di quella ottenuta dall’energia eolica o solare.
                          Il nucleare permette di evitare la dipendenza dal petrolio e dalle fonti fossili?
                          Marco Ricotti:
                          “Evitare”, no. “Ridurre”, anche sensibilmente, sì.
                          Per ora, il nucleare serve solo a risparmiare le fonti fossili usate per produrre energia elettrica.
                          Nel futuro (reattori di quarta generazione) potrebbe essere utilizzato anche per i trasporti, per produrre IDROGENO e biocombustibili.
                          Vincenzo Balzani:
                          No. Il nucleare produce solo energia elettrica, non combustibili.
                          Ricordo anche che l’Italia non ha né miniere di uranio, né la complessa filiera per purificarlo e arricchirlo.
                          Quindi partire col nucleare significherebbe aprire un altro fronte di DIPENDENZA ENERGETICA dall’estero, cioè dalla Francia che a sua volta importa URANIO da una sua ex-colonia ri-colonizzata: il Niger.
                          Le RISERVE di URANIO sono davvero abbondanti?
                          E quelle di petrolio davvero ridotte?
                          Marco Ricotti:
                          A mio parere, esiste ed esisterà sempre più nel prossimo futuro, forse per qualche secolo a venire, solo un unico problema: il costo di approvvigionamento delle materie prime.
                          Con i reattori di quarta generazione non avremo più il problema della disponibilità di uranio.
                          Vincenzo Balzani:
                          Le RISERVE possono essere definite “ridotte” o “abbondanti” solo in base ai consumi.
                          Un forte sviluppo mondiale del nucleare porterebbe a grossi problemi per l’approvvigionamento dell’uranio prima della fine dell’utilizzo (2060-2080) di nostre eventuali centrali.
                          Circa il 12% dell’elettricità consumata in Italia viene importata, e in buona parte è di origine nucleare (proviene infatti da Francia, Svizzera e Slovenia, paesi che utilizzano l’energia nucleare).
                          È meglio continuare a importare energia o dire sì al nucleare?
                          Oppure quale altra soluzione?
                          Marco Ricotti:
                          È ormai evidente a tutti la schizofrenia di una simile posizione, cioè dire sì all’elettricità nucleare e no alle centrali.
                          Il nucleare è soprattutto una scelta strategica, tecnologica, commerciale di un intero Paese.
                          Per ottenere il massimo vantaggio e garantire il massimo controllo, conviene realizzare un parco di reattori in casa.
                          Se si vuole veramente usare il nucleare.
                          Vincenzo Balzani:
                          “Le Monde” (17 Novembre 2009) ci ha informato che la Francia, che ha 58 reattori nucleari, è costretta a importare (bilancio netto) energia elettrica: una notizia che dovrebbe far meditare.
                          La soluzione è anzitutto risparmiare energia e usarla con maggiore EFFICIENZA, poi ottenerla da fonti RINNOVABILI.
                          Studi molto seri dimostrano che di qui al 2020 l’Italia può (oltre che deve, in base alle direttive europee) ridurre i suoi consumi energetici del 20% e coprirne il 20% con energie RINNOVABILI.
                          Le centrali di quarta generazione e la FUSIONE NUCLEARE
                          (i progetti ITER in Francia e NIF negli Stati Uniti)
                          sono quasi realtà oppure sono un miraggio?
                          Marco Ricotti:
                          Non sono un miraggio, ma non sono ancora realtà – nel senso ingegneristico e industriale del termine.
                          Sono ad oggi enormi sfide scientifiche e tecnologiche.
                          È ragionevole pensare che le centrali di quarta generazione saranno disponibili, come impianti commerciali, prima di avere centrali elettriche basate su reattori a fusione.
                          Ma alla fine saranno sempre i costi a fare la fortuna commerciale di una soluzione.
                          Vincenzo Balzani:
                          Le centrali di IV generazione sono poco più che progetti.
                          Altrimenti non si spiegherebbe perché, secondo i fautori del nucleare, dovremmo partire adesso con centrali di III generazione che, se entreranno in funzione nel 2020, dovranno essere utilizzate fino al 2060-2080.
                          La fusione poi è un vero miraggio.
                          Il nucleare è sicuro o pericoloso?
                          Marco Ricotti:
                          Ogni attività umana ha qualche grado di pericolosità, pur a livelli diversi.
                          Anche il vivere in casa porta i suoi pericoli, per non parlare poi di prendere la macchina al mattino per recarsi al lavoro: statisticamente, queste attività hanno una pericolosità 10.000 volte maggiore rispetto al lavorare in una centrale nucleare o viverci nei pressi.
                          Vincenzo Balzani:
                          Sicuro, se ci sono agenzie per la sicurezza serie e indipendenti come quelle di Francia e Finlandia, che recentemente hanno chiesto drastiche modifiche nei sistemi di controllo del reattore francese AREVA (del tipo di quelli che noi dovremmo acquistare) in costruzione in Finlandia, nonostante che i lavori siano indietro di 3,5 anni e i costi superiori di 1,7 miliardi di euro rispetto a quelli previsti.
                          In Italia, l’agenzia per la sicurezza non c’è e bisognerà vedere se sarà indipendente.
                          E la questione dei pericoli connessi all’uso bellico del nucleare e agli atti terroristici?
                          Marco Ricotti:
                          Il nucleare bellico è decisamente separato dal nucleare commerciale.
                          I controlli dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica sono molto rigorosi e continui.
                          Purtroppo i terroristi hanno a disposizione obiettivi più vulnerabili delle centrali nucleari.
                          È difficile danneggiare seriamente un reattore dall’esterno.
                          Vincenzo Balzani:
                          Indubbiamente è un grosso problema, perché la tecnologia è la stessa per nucleare civile e bellico (“Science”, febbraio 2007, 9, 791).
                          Più che gli atti terroristici verso le centrali, sono da temere atti terroristici fatti con materiali radioattivi, di cui c’è già un pericoloso contrabbando (“Global Security Newswire”, maggio 2009, 15).
                          La presenza delle centrali nucleari induce INQUINAMENTO radioattivo nelle zone circostanti e quindi dei pericoli per chi le abita?
                          Marco Ricotti:
                          Assolutamente no.
                          Il livello di radioattività nell’aria, nell’acqua, nel terreno, nella flora delle zone attorno alle centrali è costantemente controllato dalle autorità di sicurezza.
                          Vincenzo Balzani:
                          Non credo sia il problema più importante se il tutto è governato da un’agenzia per la sicurezza indipendente e qualificata.
                          Quali sono i metodi di STOCCAGGIO e gestione dei diversi tipi di scorie? E i costi?
                          I depositi geologici in profondità nel sottosuolo sono una soluzione efficace al problema delle scorie ad alta attività
                          (con tempi di decadimento di migliaia di anni)?
                          Marco Ricotti:
                          STOCCAGGIO in depositi superficiali controllati, per oltre 100 anni, per le scorie di bassa e media radioattività (inclusa la mole di rifiuti industriali e medicali radioattivi), che al termine possono essere trattate come rifiuto comune.
                          Svezia, Finlandia e altre nazioni reputano sicuro lo STOCCAGGIO nel sottosuolo delle scorie ad alta radioattività: altri paesi stanno pensando di imitare questa scelta.
                          Questa soluzione è un fatto.
                          In futuro, potremo decidere di bruciare le scorie pericolose con i reattori di quarta generazione, riducendone pericolosità e vita.
                          E non dimentichiamoci dei rifiuti tossico-nocivi convenzionali, che non decadono e sono 20.000 volte di più.
                          Vincenzo Balzani:
                          Per la sistemazione delle scorie ad alta radioattività, pericolose per decine e centinaia di migliaia di anni, l’unica proposta è quella di depositi permanenti sotterranei.
                          Di fatto, un tentativo in questo senso portato avanti per 30 anni negli USA è fallito e le scorie rimangono sui piazzali delle centrali (“Chemical & Engineering News”, 23 marzo 2009, p. 35).
                          Qual è l’argomentazione più efficace sostenuta da chi è di opinione opposta alla tua?
                          Marco Ricotti:
                          Un comprensibile dubbio circa la reale capacità italiana di saper gestire un sistema complesso come quello nucleare.
                          Ma l’Italia negli anni Sessanta è stata capace di raggiungere le prime posizioni internazionali in questa tecnologia.
                          Vincenzo Balzani:
                          Che l’energia nucleare è in forte sviluppo in tutto il mondo e che quindi non si capisce perché non si dovrebbe sviluppare in Italia.
                          In realtà, lo sviluppo dell’energia nucleare è finito 20 anni fa e ora è in declino.
                          L’energia elettrica prodotta col nucleare nel mondo è diminuita di 60 TWh dal 2006 al 2008.
                          L’energia nucleare non è competitiva in un regime di libero mercato.
                          Qual è il tuo personale slogan pro/contro il nucleare?
                          Marco Ricotti:
                          Se c’è un tema che non può e non deve essere trattato con slogan, è proprio il nucleare… Non ripetiamo gli errori del passato.
                          Vincenzo Balzani:
                          L’opzione nucleare, a causa dei lunghi tempi per il rilascio dei permessi e l’individuazione dei siti (3-5 anni), la costruzione delle centrali (5-10 anni), il periodo di funzionamento per ammortizzare gli impianti (40-60 anni), i tempi per lo smantellamento alla fine dell’operatività (100 anni) e la radioattività del combustibile esausto (decine di migliaia di anni) è una scommessa con il futuro il cui rischio è difficilmente valutabile in termini non solo economici, ma anche sociali.
                          Qual è l’energia del futuro?
                          Marco Ricotti:
                          Non esiste “LA” energia del futuro.
                          Il problema energetico è molto complesso e si può risolvere solo sfruttando e valorizzando tutte le caratteristiche positive di ogni fonte energetica (FOSSILE, rinnovabile, nucleare), riducendo al massimo gli effetti negativi (che esistono in ogni fonte energetica – nessuna fonte è assolutamente “pulita”).
                          Vincenzo Balzani:
                          L’energia solare: abbondante (la Terra riceve dal Sole in un’ora una quantità di energia pari a quella che l’umanità consuma in un anno), inesauribile (il sole brillerà per 4,5 miliardi di anni), ben distribuita su tutta la Terra.
                          L’Italia non ha petrolio, non ha METANO, non ha carbone e non ha uranio. Ma ha tanto sole.
                          Sviluppando industrie per la costruzione di pannelli fotovoltaici, anziché centrali nucleari, si potrebbero abbassare i costi e generare molti posti di lavoro.
                          Il nostro compito è quello di incominciare a utilizzare meglio l’energia solare, come già fanno molti paesi che hanno meno sole di noi.
                          Tratto da Oxygen 09 - 05.2010

                          Magnifico. Mi pare di sentire il mio rettore. Ovviamente sto dalla parte della ragione. Cioè dell'ingegnere. Che dice cose sacrosante.

                          ---------- Post added at 15:25:30 ---------- Previous post was at 15:22:58 ----------

                          Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
                          Jack forse hai perso la prima parte del discorso che era nato su un altro 3d.

                          Il dibattito qui non era nucleare vs rinnovabili, tutto era nato dal fatto che Renzo Piano aveva affermato in tv che in italia si dovrebbe investire di piu' su risorse rinnovabili come il solare, pensa te..

                          E il tutto si era evoluto dicendo che visti i pro e i contro di tutte le strategie di produzione energetica, la comunita' scientifica non aveva ancora espresso un'opinione univoca sulla direzione nella quale muoversi da qui a 50 anni.

                          Fare un discorso costruttivo qua sarebbe stato anche interessante, soprattutto con interventi pacati e sensati come il tuo, visto che da buon studente di ingegneria sembri avere sia pragmatismo che una conoscenza diretta della questione.

                          Sulla convenienza nell'investire o meno nel solare in Italia, alcuni ricercatori del MIT mettono il nostro paese in cima alla lista dei luoghi dove, da grafico prezzo dell'elettricita' vs. esposizione alla luce solare, gia' oggi il solare avrebbe un senso.


                          Chiaramente essendo persone di un certo spessore discutono nel dettaglio anche tutti i problemi del caso.
                          Si ma non tutto solare o tutto nucleare. E' questo il grosso problema della gente. Dice fotovoltaico e vuole tutto fotovoltaico. Non si ragiona così.
                          MKK Fake

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                          • Liam & Me
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                            #73
                            Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                            veramente Piano era contro al nucleare e disse che abbiamo molto vento e molto sole come dire: quella è la soliuzione.

                            PEr quanto riguarda il Mit, anche Legambiente dice le stesse cose....uno segue le fonti che vuole...
                            Perdio Sandman, ma che c'entra legambiente?

                            Citavo il MIT, tra l'altro in molto settori il top mondiale per scienza/tecnologia, come esempio del fatto che la comunita' scientifica ha espresso ed esprime opinioni contrastanti. Non saprei come mettertelo piu' semplice cosi', la prossima volta lo scrivo con le lettere grandi del paroliamo, faccio una foto e te la mando.
                            B & B with a little weed










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                              #74
                              Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
                              Perdio Sandman, ma che c'entra legambiente?

                              Citavo il MIT, tra l'altro in molto settori il top mondiale per scienza/tecnologia, come esempio del fatto che la comunita' scientifica ha espresso ed esprime opinioni contrastanti. Non saprei come mettertelo piu' semplice cosi', la prossima volta lo scrivo con le lettere grandi del paroliamo, faccio una foto e te la mando.

                              ma ho capito quello che vuoi dire...ti dico semplicemente che sono studi quelli, non li vangelo, e che sono studi sbagliati.

                              Ci sono studi che dicono anche che l'insalata fa male....


                              Tessera N° 6

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                              • Liam & Me
                                Bad Blake
                                • Dec 2006
                                • 5562
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                                • high as a kite
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                                #75
                                Originariamente Scritto da KKMeph Visualizza Messaggio
                                Si ma non tutto solare o tutto nucleare. E' questo il grosso problema della gente. Dice fotovoltaico e vuole tutto fotovoltaico. Non si ragiona così.

                                Sono d'accordissimo, e' quello che si era detto nei primi post (non so se alcuni sono rimasti nell'altro 3d).

                                ---------- Post added at 14:39:13 ---------- Previous post was at 14:33:49 ----------

                                Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                                ma ho capito quello che vuoi dire...ti dico semplicemente che sono studi quelli, non li vangelo, e che sono studi sbagliati.

                                Ci sono studi che dicono anche che l'insalata fa male....
                                Sandman abbi pazienza, non hai un milionesimo delle conoscenze necessarie per poter dire se uno studio del MIT sia giusto o sbagliato, perche' insistiamo?

                                Certo che tutto e' migliorabile, sono loro i primi a dirlo, ma se critichi qualcosa la devi prima capire, altrimenti di cosa parliamo?
                                B & B with a little weed










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